Telecom Italia (TIT) riparte da Recchioni. (1 Viewer)

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Telecom torna in utile e spinge sulla fibra

Il 2016 si chiude con utile di 1,8 miliardi, il cda propone un dividendo da 2,75 centesimi per gli azionisti risparmio. Creerà una nuova società, con un partner finanziario, per sviluppare la banda larga nelle aree bianche: anticipa di due anni la copertura
Telecom torna in utile e spinge sulla fibra
 

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Telecom e lo scandalo dei finti numeri: un ignaro cliente ne aveva 826
21 Maggio 2017

Telecom e lo scandalo dei finti numeri: un ignaro cliente ne aveva 826

Telecom Italia ha assegnato centinaia di numeri a codici fiscali di suoi clienti, parla di errore software ma...

Pensate di esser rincorsi dai creditori e scoprire all'improvviso di aver intestati sul proprio codice fiscale ben 826 linee telefoniche, una storia vera accaduta in Italia che sta facendo girare la testa ai vertici di Telecom Italia. La storia è intricata e venuta a galla grazie a questa assurda singolarità legata allo sfortunato personaggio, con centinaia di linee a proprio carico, un "errore nel software" dice Telecom, che parla di "pregressa anomalia software seguita al passaggio dal vecchio al nuovo gestionale, tra gennaio 2003 e febbraio 2004".

Difficile crederci, gonfiare i numeri conviene agli operatori, oltretutto non di tratta di un caso isolato e il Garante della Privacy lo sta provando oltre ogni lecito dubbio. Chiamato in causa dalla vicenda anomala dello sfortunato cittadino (senza nome), il Garante ha scavato a fondo e scoperto altri "errori" nel corso dell'ispezione del dicembre 2016. La ricerca non è stata affatto semplice, anche perchè sono passati tanti anni dal periodo in esame, ma a gennaio 2017 altri nodi sono venuti al pettine: evidenziando nel campione solo coloro che avevano più di 5 telefoni associati al codice fiscale, hanno trovato 644 clienti (sempre ignari) con oltre 7000 linee.

Un mare di numeri e linee morte, speriamo, perchè le implicazioni giudiziarie sono il rischio più alto e il motivo principale per cui il Garante ha già sanzionato Telecom. Non si hanno dettagli o stime su quante linee fasulle risultino ancora attive a nome di attuali clienti, bisognerebbe fare una ricerca anche al di sotto del filtro con "5 o più telefoni", includere i registri di San Marino e risalire ai vecchi clienti. Si, perchè non si può controllare chi è andato via da Telecom in questi anni, altri potenziali numeri 'regalati' incalcolabili.

Al di là dei costi aggiuntivi ingiustificati che queste linee hanno creato ad ignari clienti, ci sono rischi ancora più gravi che sfociano nel penale. La diffusione incontrollata di numeri, intestati a persone reali, potrebbe aver raggiunto i registri del Rac, la banca dati giudiziaria dove confluiscono tabulati e intercettazioni. Pensate ad un qualsiasi caso di evento criminale, con le forze di polizia che attivano le intercettazioni e legano il numero all'anagrafica collegata, con possibili accertamenti della magistratura.

Assurdo pensare che Telecom non si sia accorta di tali incongruenze nella passata decade, più plausibile che questo sottobosco di numeri e linee faccia comodo per gonfiare le statistiche. Il Garante ha così proceduto con la sanzione, spiegando che:

la condotta negligente e omissiva tenuta dalla società, che anche in tempi successivi alla segnalazione di plurimi malfunzionamenti non è stata in grado di far luce sulle ragioni oltre che di porvi rimedio, evidenzia una poco attenta gestione dei sistemi che rappresentano i gangli vitali della propria infrastruttura informativa, interessando direttamente la clientela

Il nostro consiglio? Controllate sempre le spese in bolletta Telecom e chiedete chiarimenti per le voci che non capite.
 

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Tim, Wind, Tre e Vodafone: le disdette si inviano online grazie alla Legge sulla concorrenza 2017
Tim, Wind, Tre e Vodafone dal 29 Agosto 2017 dovranno adattarsi alla nuova legge sulla concorrenza:
addio al recesso con raccomandata, massima durata di un contratto di 24 mesi, costi completi dell'offerta messi ben in chiaro.

Da
gianmarco d'alessio

17 agosto 2017

Il 29 agosto 2017 entrerà in vigore la nuova legge sulla concorrenza che andrà a sostituire il decreto Bersani emanato nel 2007, con tante novità riguardanti il mondo delle telecomunicazioni.

Andiamo a vedere nel dettaglio la nuova legge per capire cosa cambierà tra qualche settimana.

Legge sulla concorrenza: i dettagli
  • Recesso: potrà essere comunicato ad un operatore telefonico anche per via telematica. Sarà più semplice ed immediato, inoltre, dovrà avere la stessa semplicità che si ha quando si attiva una nuova offerta. Di conseguenza, si potrà quindi sfuggire senza comunicare preventivamente via raccomandata A/R al proprio gestore.
  • Massima durata di un contratto: il contratto stipulato con operatori di telefonia e di reti televisive e di comunicazione elettronica, ove comprenda offerte promozionali aventi ad oggetto la fornitura sia di servizi che di beni, non può avere durata superiore a ventiquattro mesi.
  • Costi completi dell’offerta ben messi in chiaro: i costi completi di una offerta o tariffa dovranno essere resi noti al consumatore non solo nel momento della sottoscrizione del contratto ma anche quando l’offerta viene pubblicizzata dal gestore all’AGCOM.
  • Servizi: si punta a facilitare la migrazione/portabilità del numero tra diversi operatori e a facilitare l’utilizzo del credito telefonico per acquistare biglietti per musei, eventi e donazioni.
  • Servizi telefonici a pagamento: per i servizi a pagamento forniti tramite telefonate verso numerazioni non geografiche la tariffazione della chiamata ha inizio solo dalla risposta dell’operatore. Tali servizi ora devono avere il chiaro consenso (documentabile) dell’utente, senza il quale non potrà essere addebitato alcun costo.
  • Sanzioni: Gli operatori che non rispetteranno questi punti e le successive modifiche si ritroveranno una multa, ora raddoppiata, pari a poco più di 1 Milioni di Euro.


Questo sono le novità inerenti alle telecomunicazioni che entreranno in vigore dal 29 agosto. Prima di giudicare la nuova legge, il consiglio che vi diamo è quello di aspettare qualche mese, per vedere l’effetto che provoca in modo positivo e negativo nei confronti dei consumatori.

Leggi: Tim, Wind, Tre e Vodafone: le disdette si inviano online grazie alla Legge sulla concorrenza 2017
 

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Duro verdetto della Consob: Vivendi esercita un dominio pieno su Telecom Italia

La Commissione che vigila sulla Borsa parla di controllo ai sensi del Codice civile e del Testo Unico della Finanza. Smontata la tesi dei francesi che sostengono la semplice "direzione e coordinamento". L'AgCom intanto non boccia la nuova proposta dei transalpini che si impegnano ad affidare il 20% del Biscione a un blind trust. Ma il monitoraggio sarà serrato

di ALDO FONTANAROSA

Duro verdetto della Consob: Vivendi esercita un dominio pieno su Telecom Italia
 

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Telecom I.: indebitamento netto al 30/9 sale a 26,228 mld
Telecom I.: utile 9 mesi sconta oneri netti per 233 mln
Telecom I.: utile 9 mesi a 1,033 mld (1,495 mld 9 mesi 16)


Telecom I.: titolo sospeso, -7,9% teorico
 

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Tim, Recchi lascia le deleghe sulla sicurezza

primo decreto, che cadeva il 13 febbraio. Segno probabilmente che la minaccia di una multa da 300 milioni per la tardiva comunicazione del cambio di controllo è diventata più concreta.

Da Telecom non è arrivata nessuna comunicazione ufficiale, probabilmente perchè una soluzione non è ancora pronta e formalmente le deleghe sensibili restano in capo al vice-presidente fintanto che non sarà trovata.

A questo punto si pone però il problema di rimettere mano alla composizione del consiglio, che si è insediato solo a maggio.
Le deleghe su sicurezza e Sparkle, infatti, non possono essere assegnate, in quanto stranieri, nè al presidente francese Arnaud de Puyfontaine (che è anche ceo di Vivendi), nè all’amministratore delegato Amos Genish, che è di nazionalità israeliana. Difficile con la questione dell’implementazione dei provvedimenti sul golden power ancora aperta che si possa optare per una soluzione di facciata. Ma tra i cinque amministratori non indipendenti del consiglio solo Recchi è italiano.
Spostare nell’altro schieramento qualcuno degli indipendenti -viene speso insistentemente il nome dell’ex presidente Franco Bernabè per una carica di peso, con il beneplacito delle componenti politiche - comporterebbe per Vivendi, come minimo, rinunciare a uno dei suoi top manager che ha messo nel board: oltre al ceo De Puyfontaine, siedono al tavolo Telecom anche il direttore finanziario Hervé Philippe e il capo del legale Frédéric Crepin. Dovrebbe poi essere reintegrata a dieci, con un nuovo innesto, la compagine degli amministratori indipendenti, di cui cinque di emanazione francese e cinque del mercato. Anche se Recchi decidesse di lasciare il board - cosa che al momento non sembra in predicato - il gruppo presieduto da Vincent Bolloré dovrebbe trovare un nuovo consigliere. Proprio per la carica di vice-presidente, nei giorni scorsi, era circolato il nome di Lucrezia Reichlin che, però - interpellata a riguardo da «Il Sole-24Ore» - ha negato di essere mai stata sondata per la posizione. Da parte sua Genish ha ribadito che le voci che lo davano in uscita con destinazione Brasile sono «spazzatura», «senza alcun fondamento».«Desidero rimarcare il mio personale e professionale impegno e la mia dedizione incondizionati verso le persone di Tim e la società», è il messaggio trasmesso all’Ansa. Del resto l’ennesimo cambio della guardia al vertice operativo della compagnia, dopo appena quattro mesi dal conferimento dell’incarico al manager israeliano che sta mettendo a punto il piano strategico e industriale per il prossimo triennio, difficilmente sarebbe compresa dal mercato, come hanno sottolineato molti analisti.

Quanto al ricorso sul golden power, Telecom aveva lasciato scadere il termine per impugnare i decreti davanti al Tar proprio per cercare di trovare una soluzione consensuale con gli interlocutori governativi. Il ricorso al Tar avrebbe ammesso l’appello al Consiglio di Stato, mentre l’altra strada che si è deciso di seguire comporta decisioni inappellabili. Vivendi dovrebbe appoggiare, a sua volta, le azioni della partecipata, impugnando a ruota i provvedimenti entro i termini previsti.
 

NoToc

old style
Tim Participacoes, la controllata brasiliana di Telecom Italia, ha annunciato nella notte i conti del quarto trimestre del 2017, archiviati con un utile netto di circa USD185 mln, in rialzo del 66%. Il dato è migliore delle attese degli analisti. L'ebitda della società è migliorato del 13% a USD542 mln e anche in questo caso ha battuto le previsioni del mercato. Infine anche i ricavi da servizi sono aumentati del 6%.
 

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