Telecom Italia (TIT) riparte da Recchioni. (1 Viewer)

tontolina

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Telecom, mossa anti-scalata. Azioni risparmio convertite in ordinarie: diluite le quote di Vivendi e Niel


Il Sole 24 Ore




Il Cda di Telecom Italia ha deliberato di sottoporre all'assemblea dei soci, convocata a metà dicembre, una proposta di conversione facoltativa e obbligatoria delle azioni di risparmio in azioni ordinarie. La proposta prevede l'attribuzione ai

Il Cda di Telecom Italia ha deliberato di sottoporre all'assemblea dei soci, convocata a metà dicembre, una proposta di conversione facoltativa e obbligatoria delle azioni di risparmio in azioni ordinarie. La proposta prevede l'attribuzione ai possessori di azioni di risparmio della facoltà di convertire le azioni di risparmio detenute in azioni ordinarie Telecom Italia, sulla base di un rapporto di conversione pari a 1 azione ordinaria per ciascuna risparmio detenuta, con pagamento di un conguaglio di 9,5 centesimi di euro per ciascuna azione.



La conversione obbligatoria delle azioni di risparmio in circolazione scatta al termine del periodo per l'esercizio della conversione facoltativa in azioni ordinarie Telecom Italia, sulla base di un rapporto di conversione pari a 0,87 azione ordinaria per ciascuna azione di risparmio, senza pagamento di alcun conguaglio e senza riduzione del capitale sociale.
Telecom prevede che l'operazione di conversione avrà efficacia in data antecedente alla distribuzione del dividendo 2015 e «di ciò si è tenuto conto nella determinazione della misura del conguaglio per la conversione facoltativa e della misura del rapporto di conversione per la conversione obbligatoria». Pertanto, spiega la nota del gruppo diffusa al termine della riunione del Cda durata più di otto ore, le azioni di risparmio non beneficeranno per l'esercizio 2015 dei privilegi patrimoniali oggi previsti in statuto.



I termini proposti, definiti con il supporto consulenziale di Citi ed Equita, incorporano un premio implicito più elevato per coloro che opteranno per la conversione facoltativa rispetto a quello previsto per la conversione obbligatoria in quanto la società, spiega la nota, intende incentivare quei possessori di azioni di risparmio che decideranno di incrementare il proprio investimento nella società. La conversione è finalizzata alla semplificazione della struttura del capitale e all'incremento della liquidità e del livello di flottante delle azioni ordinarie. Per effetto del contributo in denaro che verrebbe corrisposto a titolo di conguaglio dai possessori di azioni di risparmio che decideranno di aderire alla facoltativa, potrà essere altresì conseguito un rafforzamento della struttura patrimoniale della Società, ed il relativo incasso contribuirà alla copertura del piano di investimenti innovativi, sia su rete fissa che su rete mobile, di Telecom Italia.

L'operazione varata oggi diluirà anche le posizioni degli azionisti francesi, Vivendi oggi oltre il 20% e Xavier Niel al 15,1% del capitale, ostacolando eventuali tentativi di scalata. Gli azionisti di risparmio che non concorrano all'approvazione della conversione obbligatoria avranno diritto di recesso. Il valore di liquidazione è stato determinato dal Cda in 0,9241 euro per azione.

La conversione obbligatoria, spiega ancora la nota di Telecom Italia, è subordinata alla circostanza per cui il complessivo valore di liquidazione delle azioni per le quali sia esercitato il diritto di recesso da parte dei possessori delle azioni di risparmio non ecceda 100 milioni di euro, fatti in ogni caso salvi i risultati della facoltativa. «Detta condizione è posta nell'esclusivo interesse della società la quale avrà, pertanto, facoltà di rinunciarvi». In caso di superamento della suddetta soglia, senza che la società rinunci alla citata condizione, si intenderanno comunque accettate tutte le azioni di risparmio debitamente conferite in facoltativa. Il Cda di Telecom ha quindi convocato l'assemblea straordinaria in unica convocazione per il 15 dicembre prossimo, al fine di deliberare l'operazione di conversione, e l'assemblea speciale degli azionisti di risparmio per il 17 dicembre.
 

tontolina

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CHIAMATELA TELECOM FRANCE DEUX – PATUANO VERSO L’ADDIO. AL SUO POSTO BOLLORÈ SONDA MARIO GRECO, MA L’AD DELLE GENERALI SA GIA' CHE TELECOM FINIRA' AD ORANGE E RIFIUTA – LA PROTESTA DEI GRANDI FONDI PER LA CALATA IN MASSA DEI MANAGER DI VIVENDI NEL CDA

20 nov 12:07
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L’occupazione del cda Telecom da parte di Bollorè scatena la reazione dei fondi e degli investitori istituzionali. In una lettera a Recchi contestano la violazione degli accordi dell’ultima assemblea e il conflitto d’interessi dei manager operativi di Vivendi, compreso Tarak Ben Ammar, che è già in consiglio…
 

tontolina

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Riparte il risiko delle telecom: Organge e Bouygues in trattativa

Torna a scaldarsi il fronte delle Tlc: i due operatori francesi confermano i colloqui per un'acquisizione da parte della ex France Telecom. Lo shopping varrebbe una decina di miliardi
Riparte il risiko delle telecom: Organge e Bouygues in trattativa - Repubblica.it


"Orange conferma la ripresa delle trattative preliminari con il gruppo Bouygues ai fini di un'integrazione con Bouygues Telecom".

La nota della ex France Telecom riaccende il risiko delle società di Tlc in Europa, mettendo l'indice di Borsa del settore tra i migliori del Vecchio continente, con un occhio di riguardo anche per l'Italia visto che i soci francesi (Vivendi e l'imprenditore Niel) sono forti anche in Telecom Italia. Orange conferma così le indiscrezioni delle ultime settimane.

Le discussioni, precisa, "non hanno vincoli di calendario e non impegnano su uno schema predefinito".

Orange - prosegue il comunicato - "esplora le opportunità dello scenario francese delle telecom, ricordando al tempo stesso che i suoi investimenti e le sue posizioni le permettono una totale indipendenza". Il gruppo guidato da Stephane Richard indica anche che "agirà nell'esclusivo interesse dei suoi azionisti, dei suoi dipendenti e dei suoi clienti e sarà particolarmente attento alla creazione di valore di tale progetto".

A sua volta il gruppo Bouygues - che è attivo anche nelle costruzioni e nell'industria - in una nota indica che oggi è stato siglato "un accordo di riservatezza" con Orange a riguardo delle trattative sulla controllata nelle tlc. "Ad oggi non è stata presa alcuna decisione e nulla è garantito sull'esito dei colloqui", aggiunge il gruppo Bouygues. Nelle ultime settimane le voci su un interesse di Orange per Bouygues Telecom si sono via via infittite. Domenica il Journal du dimanche ha riferito dell'avvio formale di trattative prima di Natale, stimando a 10 miliardi di euro la valorizzazione di Bouygues Telecom. Secono il Jdd, Bouygues riceverebbe in cambio della cessione della controllata una quota del 15% di Orange del valore di 8 miliardi e il resto in contanti e sarebbe il secondo azionista alle spalle dello Stato francese.
 

tontolina

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Telecom I.: prima di pensare a Orange, Bollore' aspetta Cdp (Rep) ROMA (MF-DJ)--Prima di pensare a una possibile fusione tra Telecom I. e Orange, Vincent Bollore' aspetta le mosse della politica e di Cdp.
Lo scrive Repubblica sottolineando come la frenata del premier, Matteo Renzi, sull'ipotesi Orange-Telecom I. il giorno dopo le dichiarazioni in pompa magna del vertice italo-francese di Venezia getta un po' di acqua sul fuoco a un'operazione che e' nell'aria da tempo ma che non e' facile da realizzare.
Per raggiungere il suo obiettivo, Orange deve convincere Bollore' che per il momento, prosegue il giornale, non ne vuole sapere: prima vuole ristrutturare Telecom e far tornare il titolo a livelli molto piu' alti di quell'1,1 euro che e' il suo valore di carico in bilancio. A quel punto si vedra'.
I francesi avevano gia' tentato l'approccio sei mesi fa, sollecitando l'a.d. di Telecom, Marco Patuano a preparare uno schema di integrazione tra le due societa'. Ma la condizione necessaria era quella di far entrare nella compagine Cassa depositi e prestiti, in modo da controbilanciare il peso dell'Eliseo. E il premier Renzi all'epoca disse di no, sostenuto in questo anche dal presidente della Cdp, Claudio Costamagna.
vs
(END) Dow Jones Newswires
March 10, 2016 03:35 ET (08:35 GMT)
 

tontolina

Forumer storico
Telecom, Bolloré incontra Renzi e il numero uno di Orange

Dietro le dichiarazioni del premier italiano e del presidente francese, Francois Hollande, due incontri del capo di Vivendi che vorrebbe diventare il primo azionista di un mega gruppo impegnato tra media e tlc
di ANAIS GINORI e GIOVANNI PONS

MILANO - Il vertice di Telecom Italia, in particolare il presidente Giuseppe Recchi, ha cercato di spegnere l’incendio di una possibile aggregazione con Orange dicendo che al momento nessun dossier è sul tavolo del cda. In effetti nessuno ha pensato che un’operazione del genere possa essere già approdata nel board, tuttavia dietro le quinte si registrano alcuni movimenti che fanno pensare si possa andare in quella direzione, una volta che il colosso francese guidato da Stéphane Richard sarà riuscito a completare la fusione con Bouygues. La fiammata è arrivata la settimana scorsa, attizzata dalle dichiarazioni di François Hollande e Matteo Renzi, che a conclusione del vertice italo-francese di Venezia hanno risposto in tono positivo all’idea di una fusione tra Orange e Telecom.
«L’idea è avere campioni europei in alcuni settori chiave, come le energie rinnovabili, l’industria navale, probabilmente la difesa, e anche le tlc, chi avrà la maggioranza e chi la minoranza lo decideranno le aziende», hanno detto all’unisono.
Queste dichiarazioni, secondo quanto ricostruito da Repubblica, trovano la loro ragion d’essere in due antefatti. In primo luogo un incontro, avvenuto circa tre settimane fa, tra il premier italiano, i vertici di Vivendi, Vincent Bolloré e Arnaud de Puyfontaine, e il presidente della Cassa depositi e prestiti Claudio Costamagna.
In quell’occasione Renzi avrebbe ribadito di voler mantenere l’italianità di Telecom, ma allo stesso tempo si è mostrato molto aperto sulla partecipazione di capitali stranieri in aziende italiane, come ha ribadito poi a Hollande. Ciò che sta più a cuore al primo ministro è lo sviluppo della rete a banda larga sul territorio nazionale, e dunque Renzi ha caldeggiato il raggiungimento di un accordo tra Telecom Italia e Metroweb, che permetterebbe di accelerare il processo aumentando il numero di città coperte con la fibra fino nelle case degli utenti. Su questo tema il contributo della Cdp può essere importante, visto il ruolo di azionista di maggioranza di Metroweb, ma in ogni caso sarebbe da escludersi un intervento della Cdp direttamente nel capitale di Telecom Italia. Non è chiaro, invece, se Bolloré in quella riunione abbia parlato esplicitamente della possibilità di un accordo con Orange o se abbia soltanto incassato l’apprezzamento per gli investitori esteri che scommettono sull’Italia. Altri elementi, però, fanno pensare che il disegno del finanziere bretone sia quello di diventare quando vi saranno le condizioni e sempre attraverso Vivendi - il primo azionista di un enorme agglomerato franco-italiano che possa includere Orange, Telecom Italia, Bouygues e forse anche Mediaset. Il cammino verso la realizzazione di questo progetto sarebbe già iniziata, visto che una decina di giorni fa Bolloré e Richard si sarebbero incontrati delineando i contorni dell’operazione e discutendo anche del prezzo a cui il pacchetto del 24,9% di Telecom in mano a Vivendi verrebbe in futuro conferito a Orange in cambio di azioni del nuovo gruppo. I quartieri generali di Orange e Vivendi, interpellati al riguardo, non hanno voluto commentare queste indiscrezioni.

Ma quante probabilità ci sono che questo disegno vada in porto? La risposta l’ha data lo stesso Richard alla Reuters martedì 8 marzo: «Se un giorno Bolloré mi dicesse “la cosa migliore da fare sarebbe un accordo tra di noi per fare in modo che Orange compri Telecom Italia”, allora noi guarderemmo all’operazione ». Aggiungendo che «non penso che ciò sia nelle sue intenzioni». Una dichiarazione che avvalora la tesi che i due abbiano già parlato dell’operazione ma non si siano ancora trovati sul prezzo. Se a un certo punto anche questa casella andasse a posto la mega fusione potrebbe partire.

Il grande escluso, in questa eventualità, sarebbe Xavier Niel che non troverebbe alcun sbocco industriale alla sua incursione finanziaria dello scorso settembre, quando acquistò opzioni Telecom che potrebbero assicurargli un pacchetto del 15%. Nei mesi successivi Niel ha cercato di imbastire un’alternativa a Vivendi dialogando con l’ad di Telecom Marco Patuano e con Costamagna, ma finora questi sforzi non hanno portato risultati. Inoltre Renzi e il governo italiano avrebbero poche frecce al loro arco per opporsi all’avanzata di Bolloré, visto che la Francia è un Paese europeo e amico anche se l’operazione non darebbe luogo al lancio di un’Opa. Con una conseguenza da non sottovalutare: la conquista di Telecom Italia da parte di Orange è sponsorizzata dal governo Hollande anche per il suo valore geopolitico, in quanto i francesi potrebbero accedere a una società come Sparkle, proprietaria dei cavi sottomarini sui quali transitano le comunicazioni tra Europa e Medio Oriente.
 

nicosav

Nuovo forumer
Giovedì 17 marzo CI SARA' la riunione per i risultati definitivi del 2015

potrebbero sorgere delle novita?
che ne pensate?
 

tontolina

Forumer storico
Mediaset-Vivendi, firmato l’accordo. Decolla il nuovo polo europeo della tv

Dal cda straordinario arriva il via libera: scambio azionario del 3,5% per l’alleanza. Pier Silvio Berlusconi entrerà nel board dei francesi, De Puyfontaine in quello del Biscione


milano
La grande alleanza tra Mediaset e Vivendi è ora realtà. Il cda ha sancito l’accordo tra Cologno Monzese e il colosso dei media francese che fa riferimento a Vincent Bolloré.
La svolta è giunta dopo che gli avvocati degli studi Carnelutti e Chiomenti hanno limato gli ultimi particolari di un’intesa che sposta l’asse della concorrenza in tema di contenuti e distribuzione su scala europea, dove gli avversari sono colossi che si chiamano Sky e Netflix.
Insieme i gruppi di Cologno e Parigi collaboreranno nella produzione di contenuti originali, nella pay tv e con una piattaforma comune che metterà a fattor comune i rispettivi portali per la visione di contenuti via Internet, creando un «over the top» alla Netflix ma tutto europeo.
Per cementare l’accordo industriale, tra Mediaset e Vivendi ci sarà anche uno scambio azionario. Le due capogruppo acquisiranno una partecipazione reciproca di circa il 3,5%, facendo ricorso alle azioni proprie detenute dalle due società. E siccome i valori in campo sono differenti (Vivendi capitalizza 25 miliardi, Mediaset poco più di 4 miliardi: il 3,5% vale rispettivamente 874,65 milioni e 137,2 milioni), il conguaglio verrà effettuato conferendo la Mediaset Premium Spa (di cui Mediaset ha l’89%) ai francesi, valutandola circa 800 milioni.

Ci sarà un periodo di tre mesi in cui i francesi svolgeranno la «due diligence» su Premium, valutandone insomma a fondo lo stato di salute per definire al meglio i valori. Finito questo avverrà la chiusura finale dell’affare che legherà i destini dei due gruppi.
L’accordo segna una svolta nel mondo del business della televisione a pagamento, sempre più integrata con la banda larga e sempre più affamata di produzioni originali di alta qualità, oggi per buona parte prerogativa americana. Mediaset e Vivendi avvieranno una collaborazione su vasta scala anzitutto proprio nella produzione di serie, film e format originali, partendo dalla francese Studio Canal, che è tra i principali produttori in Europa.

V
ivendi, nella produzione, si va espandendo in Spagna, Regno Unito e guarderà anche in Italia. La distribuzione di tali contenuti sarà ampia, tra Italia, Francia, Spagna (dove Mediaset è presente) e Germania. Ci sarà una piattaforma comune tra i portali per lo streaming di serie tv e film: la Infinity del Biscione, la francese Canal Play e la tedesca Whatchever di Vivendi, oltre a probabili accordi sui contenuti con la spagnola Movistar di Telefonica. Che a sua volta uscirà da Mediaset Premium, di cui ha l’11%.

Anche senza quest’ultima Mediaset continuerà a fare la pay tv visto che manterrà i canali di film e serie, già oggi esclusi dal perimetro societario di Premium che invece include abbonati, tecnologia, i canali del calcio e i relativi diritti, che finiranno ai francesi. Per i clienti di Mediaset il bouquet, grazie alla collaborazione di Cologno con Parigi, è destinato ad allargarsi.
Fuori dall’operazione resta invece Telecom Italia, di cui Vivendi è primo azionista e con cui avrà occasione di attivare le sinergie prospettate, in linea con il futuro della televisione, che vede la piena convergenza tra offerte di servizi voce, banda ultralarga e contenuti.
 

tontolina

Forumer storico
adesso Vivendi può vendere la partecipazione in telecom ad Orange ma solo dopo che ha venduto tutte le torri a Ei Tower

ancora una volta telecom viene impoverita
 

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