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cannagate, elezionigate, gossip and trash.........che problemi.

Poco prima della diretta dell'Isola dei Famosi di ieri sera, Striscia la Notizia è tornata sul "cannagate" e ha mandato in onda il filmato integrale della confessione di Eva Henger.
Il filmato in questione è il primo.
Eva, infatti, era stata registrata di nascosto e aveva raccontato la sua versione dei fatti in merito al presunto consumo di marijuana all'Isola dei Famosi.
Il video, in queste settimane, era stato riprodotto solo in parte. Ieri sera, invece, sono stati fatti sentire anche i nomi degli altri concorrenti che avrebbero fumato marijuana insieme a Francesco Monte.

"C'erano anche altri. Hanno fumato meno di lui. Marco che fumava sempre con lui, c'era la Paola e Rosa"

Ma il tg satirico non si ferma qui. E per avvalorare la tesi di Eva, Striscia ha mostrato anche un video nel quale vengono ripresi Alessia e Jonathan mentre parlano.
I due, in un momento di confidenza avvenuto all’inizio dell'Isola, si sono scambiati le reciproche impressioni su Francesco Monte, Rosa Perrotta, Paola Di Benedetto e Marco Ferri.

"Fin da subito hanno fatto il quartetto segreto per far fuori Nadia", ha accusato la showgirl.
Ma a incuriosire ancora di più è stata una frase di Jonathan: "Non so la sera quando facevano roba, cosa facevano".

Intervistata dal settimanale Chi, la fashion blogger ha deciso di raccontare la verità. "Io non ho visto qualcuno portare l’erba,
ma sentivo l’odore perché a questo punto è meglio dire la verità. Sentivo l’odore e su questo non ci piove perché si è capito che hanno fumato, ma non so i particolari.
Sapevo perché c’erano altre persone che si lamentavano e, sentendo la puzza, ho fatto uno più uno".

"E vabbè sì, si è detto. Lui principalmente, gli altri non so perché non ho visto.
Di lui sì, ormai si è capito che ha fumato anche se penso che ci siano cose più gravi di questa,
penso che si sta troppo portando alla lunga. Si è detto che se la vedranno Eva e Monte nelle sedi opportune? A me hanno un po’ rotto…".

"Non so chi gliel’abbia detto, anche perché si erano formati i gruppetti e io, essendo fidanzata, stavo con le donne, non è che stavo tutto il giorno con Francesco e Marco.
E comunque, visto che Francesco era uno dei personaggi più forti, alcuni evitavano di parlare per paura di essere nominati e essere odiati dal pubblico.
Ma Eva ne parlava continuamente e anche sull’Isola lo faceva di continuo, tanto che a volte non la inquadravano perché diceva solo quello".
 
MILANO – Quale crosta di formaggio si può mangiare, e quale no?
Quella del gorgonzola no, quella del grana solo cotta, quella del brie sì.

Molti amanti dei latticini se lo saranno chiesti almeno una volta nella vita.
Riconoscere la differenza è importante, perché alcune croste possono provocare la listeriosi.

Alcune croste non edibili si riconoscono facilmente perché fatte di cera, come per il Gouda, l’Edamer, alcune caciotte e pecorini semistagionati,
o di tessuto o di altri materiali non commestibili come la paglia o l’argilla per alcuni formaggi tipici.

Più difficile è riconoscere le altre croste, che possono anche essere trattate con il conservante antifungino E235 (natamicina),
usato soprattutto per i formaggi a pasta dura e semidura, come alcuni pecorini, ma anche caprini freschi o formaggi DOP come l’Asiago, il Piave o il Montasio.

“Per quanto riguarda le altre croste, in linea generale sono commestibili, ma alcune sono poco palatabili per via del sapore
o della consistenza come nel caso della Fontina e del Caciocavallo Silano.
Tuttavia le croste di alcuni celebri formaggi stagionati, come il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano,
non sono utilizzabili direttamente a causa della loro consistenza ma possono essere consumate cotte.
Basta lavarle con cura ed eliminare lo strato esterno con una grattugia o un coltello, fino a far scomparire le scritte,
per utilizzare la parte rimanente come gustoso ingrediente di zuppe e minestre”.

Diverso è il discorso per i formaggi a crosta fiorita, lavata ma anche i formaggi erborinati:

“Nei formaggi a crosta fiorita, come il Brie e il Camembert – continua Paparella –
la superficie esterna si forma in seguito all’innesto di muffe selezionate (procasearie, cioè muffe utili),
che sono importanti per lo sviluppo delle caratteristiche del formaggio.

Invece nei formaggi a crosta lavata, come il Taleggio, le forme sono lavate e spazzolate più volte per eliminare le muffe anticasearie.
Questi formaggi e anche quelli erborinati come il Gorgonzola, il Roquefort e lo Stilton, durante la produzione possono essere manipolati,
appoggiati e trasportati in vario modo e di conseguenza la crosta può essere colonizzata da microrganismi indesiderati.
Proprio per questo, il disciplinare del Gorgonzola prevede espressamente che in etichetta sia dichiarata la non edibilità della crosta
ma ciò non è previsto per altre tipologie di formaggio erborinato o a crosta fiorita o lavata”.

Il rischio maggiore è dato dalla possibile presenza del batterio Listeria monocytogenes, agente della listeriosi,
malattia trasmessa dagli alimenti che si può manifestare con una grave gastroenterite,
con l’interruzione di una gravidanza, con la comparsa di meningite o con una setticemia.

Per questo è bene fare attenzione ed evitare di mangiare croste della cui edibilità non siamo certi.
Un terzo dei casi di listeriosi è imputabile a scorrette prassi di conservazione domestica.
 
Altro argomento. Molto più serio e pericoloso per il futuro.

Un’inchiesta che cerca di far luce su quanto accaduto e che è interessante perché aiuta a capire alcune dinamiche dio quel feroce scontro di febbraio, è quella dei reporter del Der Spiegel che, insieme ai giornalisti dell’Euphrate Post, hanno trascorso due settimane intervistando sia i testimoni che i partecipanti alla battaglia. Il team di giornalisti ha anche parlato con un membro dello staff dell’unico ospedale di Deir Ezzor e con un dipendente dell’aeroporto militare locale.

L’inchiesta è giunta a questa descrizione degli eventi. Alle ore 5:00 del 7 febbraio, circa 250 combattenti a sud di Deir Ezzor hanno tentato di attraversare la riva occidentale dell’Eufrate usando una serie di pontili militari. Tra le forze, sembra ci fossero anche membri delle milizie di due tribù, Bekara e Albo Hamad, che stanno combattendo per il governo siriano, combattenti afghani e iracheni delle brigate di Fatimiyoun e Zainabiyoun, che sono sotto il comando iraniano. I testimoni dicono che nessun mercenario russo ha preso parte al tentato attraversamento.

Americani e russi hanno concordato di rendere il fiume Eufrate una linea di “de-escalation”. Le truppe siriane e dei suoi alleati sono a ovest del fiume mentre il lato est è controllato dalle forze curdo-siriane sotto la protezione degli americani. Il lato est è importante anche sotto il profilo energetico. Come ricorda lo Spiegel, l’area è sede di un insieme di giacimenti di gas naturale generalmente noto come campo di Conoco. Da quello che si evince, gli americani presenti sulle rive orientali hanno percepito l’avanzata come un attacco e hanno sparato una serie di colpi di avvertimento verso il ponte. Nessuno sarebbe rimasto ferito e gli aggressori si sono ritirati.

Ma le cose erano destinate ad andare in maniera diversa. Dopo molte ore, con il calare del buio, il doppio degli uomini delle milizie ha attraversato un altro ponte improvvisato pochi chilometri più a nord, vicino all’aeroporto militare di Deir Ezzor. Approfittando dell’oscurità e senza essere rilevati dai droni, sono arrivati quindi al villaggio di Marrat. Intorno alle 22:00, mentre le milizie avanzavano verso sud dirette alla base Sdf di Khusham, le forze speciali americane, di stanza nella base curda, hanno aperto il fuoco. Gli Stati Uniti hanno dichiarato in una nota alla Cnn che le forze della coalizione “hanno bersagliato gli aggressori con una combinazione di attacchi aerei e artiglieria”.

Nello stesso arco temporale, a tarda notte, un altro gruppo di membri delle milizie tribali siriane e combattenti sciiti provenivano dal villaggio di Tabiya a sud e attaccavano anche loro la base della Sdf. Gli americani, in questo caso, hanno risposto pesantemente. Stando alle fonti locali, hanno schierato droni dotati di razzi, elicotteri da combattimento, aerei AC 130, artiglieria a terra. E il 9 febbraio, hanno attaccato ancora una volta un’unità degli stessi combattenti che erano spuntati sul lato orientale del fiume.

Due membri della milizia al-Bakir dei Bekara hanno rivelato al Der Spiegel che “è stato principalmente il secondo attacco notturno dal villaggio di Tabiya a scatenare il parossismo americano”. Tra quelli di stanza a Tabiya c’era anche un piccolo contingente di mercenari russi, che però le due fonti della milizia hanno detto che non hanno partecipato agli scontri. Tuttavia, hanno detto, “tra i 10 e i 20 di loro hanno effettivamente perso le loro vite“. Dei 200 miliziani morti, ci sono circa 80 soldati siriani, un centinaio di iracheni e afghani e circa 70 combattenti tribali, per lo più della al-Baqir.


Un membro dell’ospedale di Deir Ezzor ha affermato che sono stati consegnati circa una dozzina di corpi russi. Nei giorni seguenti, le identità dei russi uccisi sono iniziate a trapelare e si è iniziato a fare il nome di alcune contractors della Wagner. Tuttavia, mentre arrivavano queste notizie, si è fatta largo una versione completamente diversa degli eventi dove si diceva che erano 100, 200, 300 o addirittura 600 i russi uccisi in battaglia. Ma nessuno, dei locali, conferma questa strage. Le fonti occidentali hanno iniziato a parlare di almeno un centinaio di morti, ma la situazione sul terreno, tra Khusham e Tabiya, non conferma la partecipazione dei mercenari russi né all’attacco né ai combattimenti successivi. Solo alcuni erano presenti e molti, tra i tribali, parlano di pura fatalità.
ma chiaro chiarissimo
piu della meta dei pozzi petroliferi sono dall altra parte dove ci sono i curdi
miliardi di skifezze sono state fatte dagli americani
se segui la storia ad un certo punti isis non ha piu combattuto contro i curdi perche avevano raggiunto un accordo con gli ameicani e si sono diretti solo contro gli assadisti
ora assad ha perso moltissimi soldi perdendo i pozzi petroliferi che servivano alla ricostruzioe dei fak off curdi che nulla sono se non filo ebrei

ted avrei molto altro ancora sono felice che ci sia un italiano che sa queste cose ( io ho vergogna di essere nato in zozzamafiaitaglia e non abito piu li da 20 anni )
ti allego un paio di siti
auguri mi sembri in gamba

SouthFront: Crisis News, World Events, Political Survey

PressTV
LiveLeak.com - Redefining the Media

Zero Hedge | On a long enough timeline the survival rate for everyone drops to zero

https://ruptly.tv/home
Syrian Civil War Map - Live Middle East Map of the Syrian Civil War

Day of news on live map - January, 10 2018 - Today news from war on ISIS in English from Somalia, Egypt, Afghanistan, Iraq, Syria - Deir ez-Zur operation - isis.liveuamap.com

http://sana.sy/en/

Veterans Today | News – Military Foreign Affairs – VA


come tu sai in mafiaitaglia tutto e' zozzo tutto corrotto da bressanone in giu
tutte le istituzioni tutte le attivita che hanno a che vedere con lo stato o meno
ed i giornali sono ebrei quindi siete censuratissimi
l'ultima notizia estera che e' passata e' di un gatto bloccato sul davanzale a tokio hahahaahah
in zozzamafiaitaglia puo aver vinto il rosso giallo verde o cremisi azzurro che tanto le istituzioni come carabbeneri sono organi militari in tolale mano agli usa usati per tenere calma la plebe ( antisommossa )
la magistratura non la tocca nessuno ,, quella che da anni ha istituito il premio
i piu bravi ladri del mese
e che premia con medaglie e ricchi doni i migliori ladri di appartamento e auto espaccio si da fare mafiaitaglia il destino preferito di tutti i ladri del mondo che corrono per accaparrarsi i premi indetti tutti i mesi dalla magistratura boldrini &company
come migliore ladro del mese
ciaoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
 
Sino a sabato sera se ne sono dette contro di tutti i colori. E qui e là e su e giù.
Dopo 24 ore già pronti all'inciucio..........un minimo di forma, suvvia.

Un'alleanza tra «pidioti» e «grillini»?
Perché no, in politica l'impossibile non esiste, persino una maggioranza di governo tra chi si è insultato violentemente fino a ieri mattina.

La minoranza dem e/o Renzi - secondo i vari insulti che gli ha cucito addosso Beppe Grillo - sta ragionando su un appoggio esterno a un esecutivo M5s, ovvero
«l'Arca di Noè che sta imbarcando truffatori, scrocconi, riciclati e massoni», il movimento di
«un pregiudicato che dà ordini da un villaggio turistico alla moda sul mare africano», secondo la definizione del segretario Pd
 
Nessuno ha la maggioranza per governare da solo.

Resta dunque l’ipotesi di un governo istituzionale presieduto da una personalità indicata dal Presidente della Repubblica su cui potrebbe convergere una maggioranza ampia.

Ovviamente con il fine di traghettare il Paese verso nuove elezioni.

Che dovrebbero comunque svolgersi con altre regole. Necessariamente, se non vogliono risolversi in un ozioso giochetto destinato a produrre lo stesso impasse in cui ci troviamo.

Il nodo è dunque, ancora una volta, la legge elettorale.
Quella attuale, aveva mostrato i suoi limiti ancor prima che entrasse in vigore, dato che era evidente che in un sistema tri-partito,
non poteva immaginarsi, con questa legge, un esito elettorale capace di fornire un governo al Paese.

Perciò è appunto servita solo come un sondaggio (gratuito per i partiti, oneroso per i contribuenti),
il cui campione era peraltro molto ampio, coincidendo con l’intero corpo elettorale.

I partiti dovevano “contarsi” e lo hanno fatto. Niente altro era lecito aspettarsi.

Inoltre, in un sistema elettorale tendenzialmente di natura proporzionale, è stato inserito
un “correttivo” uninominale che ha sortito il risultato di non far coincidere i numeri ottenuti con i seggi assegnati.

La trovata serviva anzitutto a garantire le élite dei partiti di essere eletti grazie ai listini bloccati previsti nella parte, più ampia, del proporzionale.
Lasciando che a scannarsi nei tete a tete fossero i peones.

A questo punto non esiste alternativa, per garantire un governo immediatamente riconoscibile,
che optare per un sistema maggioritario con piccole circoscrizioni elettorali,
escludendo premi di maggioranza incostituzionali quando si traducono in graziosi cadeaux, come ha ammonito la Consulta,
ed introducendo il doppio turno con ballottaggio, come avviene in Francia.

Ciò imporrà ai partiti di presentare sul territorio candidati “forti” capaci di imporsi grazie alle loro capacità e non eletti/nominati perché catapultati dall’alto.

Questo implica una svolta culturale totale tra i dirigenti dei partiti, oggi del tutto autoreferenziali nella gestione del potere loro affidato non sempre democraticamente.

E questo è certamente molto difficile, benché indispensabile.
 
Povero Zanda e compagnia bella. Per un posto al sole non si rendono conto che fare un accordo con i 5stelle
vuol dire "scomparire" dal panorama politico. Il 10% è vicino. Ma i pidioti riusciranno a smacchiare il giaguaro ? ahahahah

Zanda apre al M5s ma chiude a Matteo –
L’ex numero uno dei dem a Palazzo Madama però, non si è esprime solo sul futuro di Renzi ma anche su quello del Pd.
E in questo senso ha idee opposte rispetto a quelle del segretario su un eventuale dialogo con il M5s.

“L’accordo con i grillini? Mai. Chi vuole sostenerli lo dica in direzione”, aveva detto ieri Renzi.

Passano poche ore e l’uomo che è considerato tra molto legato a Sergio Mattarella esplicita la sua posizione.
“Per 5 anni nell’ultima legislatura ho guidato in Senato un confronto sempre duro con i 5Stelle.
Da loro non mi separano solo differenze sulle politiche parlamentari, e programmatiche, ma una divergenza di fondo molto seria:
io sostengo la democrazia parlamentare rappresentativa, i grillini vogliono la democrazia diretta, la democrazia dei clic e quella di un referendum alla settimana.
In politica si deve parlare con tutti e, a maggiore ragione, si deve farlo con un partito che ha ricevuto un consenso molto ampio. Ma confrontarsi non annulla le differenze forti”.

Una posizione leggermente sfumata successivamente (“Ho detto chiaramente che il Partito democratico sarà all’opposizione. Questa è la volontà indicata dagli elettori e va rispettata”),
mentra le porte per la Lega sono chiusissime.
“I leghisti hanno visioni valoriali opposte alle nostre. Solo due esempi su questioni importantissime: le diversità sulle politiche migratorie e dell’Ue“.

Calenda e l’ipotesi tesseramento lampo –
È il possibile sostegno a un governo pentastellato, però, che in queste ore sta infiammando gli animi tra i dem,
proprio nel giorno in cui Luigi Di Maio – in una lettera al quotidiano di Mario Calabresi – scrive: “Tutte le forze politiche devono manifestare responsabilità”.

La prima risposta all’apertura di una parte del Pd al dialogo con il Movimento arriva da Carlo Calenda:
“Se il Pd si allea con il M5S il mio sarà il tesseramento più breve della storia dei partiti politici”,
scrive su Twitter il ministro per lo Sviluppo economico, riferendosi alla volontà annunciata martedì di prendere la tessera dei dem.

“Si può ripartire solo se lo si fa insieme. Ultima cosa di cui abbiamo bisogno è arrocco da un lato e desiderio di resa dei conti dall’altro.
Ridefinire il nostro messaggio al paese, riaprire iscrizioni e tenersi lontano da M5S.
Leader c’è e fa il PDC (il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni , ndr), scrive ancora sui social network Calenda.
Che poi si autoescude dalla corsa alla successione del segretario.
“Ho sempre parlato chiaro con Renzi ma mi rifiuto di partecipare ora alla rimozione collettiva di un percorso che ha avuto anche tantissimi elementi positivi. Se cercano anti-Renzi non sono io”.
 
Salta il fosso , dai salta ......

“Candidarmi a segretario? Perché no? Io una mano la posso dare – ha detto il presidente del Piemonte aRadio anch’io, su Rai Radio1 –
io spero che Renzi voglia gestire questa situazione in maniera collegiale, magari anche congelando le sue dimissioni.
Dobbiamo decidere insieme che posizione prendere.
Non ci dobbiamo sottrarre dalle responsabilità, ma non dobbiamo neanche andare a togliere le castagne dal fuoco agli altri
– ha aggiunto Chiamparino – sono i vincitori che devono fare una proposta. Poi valuteremo“.
“Io quasi quotidianamente dialogo con la sindaca Appendino, non c’è nessun tabù da sfatare –
ribadisce il governatore poche ore dopo davanti ai cancelli dell’Embraco – il partito deciderà in modo collegiale se e quali risposte dare”.

La replica, stizzita, di Renzi arriva su Facebook:
“Per me il PD deve stare dove l’hanno messo i cittadini: all’opposizione”, ribadisce il segretario, che lancia la sfida:
“Se qualcuno del nostro partito la pensa diversamente, lo dica in direzione lunedì prossimo o nei gruppi parlamentari.
Senza astio, senza insulti, senza polemiche: chi vuole portare il PD a sostenere le destre o il Cinque Stelle lo dica.
Personalmente penso che sarebbe un clamoroso e tragico errore. Ma quei dirigenti che chiedono collegialità hanno i luoghi e gli spazi per discutere democraticamente di tutto”.

Tra questi ci sarebbe anche Dario Franceschini.
Secondo un retroscena pubblicato da La Repubblica, il segretario avrebbe detto ai fedelissimi che il ministro della Cultura,
insieme ad altri, “lavoravano all’accordo con i grillini“, un “comitato di salute pubblica” di cui farebbe parte anche Luigi Zanda
che aveva “già stretto un patto con i cinquestelle per promuovere alla Presidenza del Senato proprio Zanda”.
Manovra di fronte alla quale “il segretario giura di essersi messo di traverso”.
 
Ahahahahah ma come si fa ad essere così stupidi da farsi abbindolare dal "reddito di cittadinanza" ?

Il guadagno medio del Movimento a livello nazionale, in confronto con le precedenti politiche, è stato di 7 punti percentuali.

Ma nelle aree con più senza lavoro - quasi tutte al Sud - il salto è stato molto maggiore:
oltre 30 punti nei collegi di Napoli, 15 a Palermo, 27 a Crotone.

L'Istituto Cattaneo: "Il reddito di cittadinanza si rivolge soprattutto a settori sociali che hanno subito le difficoltà della crisi"
 
Negli ultimi quaranta anni il numero dei Paesi poveri è raddoppiato e l'Italia è diventata il secondo paese più povero d'Europa dopo la Grecia.

In Italia un milione e 600 mila famiglie vive al di sotto della soglia di povertà, che vuol dire 4,7 milioni di persone.
Sono tutti dati ufficiali: delle Nazioni Unite, di Eurostat e dell'Istat.

Il tema della povertà è quindi diventato uno dei temi più importanti del dibattito politico.

Ma tra le misure di contrasto alla povertà di cui si è più parlato in questi anni c'è il Reddito di cittadinanza.
E questo grazie alla proposta di legge 1148 del 2013 presentata al Senato dal Movimento 5 Stelle.
Anche se Reddito di cittadinanza è utilizzato in questo caso in maniera impropria.

L'idea originaria di reddito di cittadinanza è infatti quella di un reddito per tutti.
Per averne diritto non è necessario rispettare nessuna condizione economica o appartenere a qualche categoria sociale.
E non è obbligatorio partecipare a programmi di reinserimento lavorativo.
Basta essere cittadini o, nelle versioni più moderne, residenti regolari da un po' di anni.

La proposta del Movimento 5 Stelle stabilisce invece una soglia minima che lo Stato deve garantire.
E chiede ai beneficiari di fare alcune cose:
come partecipare a corsi di formazione professionale,
non rifiutare più di un numero prefissato di offerte di lavoro
ed essere statisticamente poveri.

Questa, e altre proposte simili, appartengono alla più ampia categoria del "reddito minimo garantito".

A un primo sguardo possono sembrare la stessa cosa, ma non lo sono.

Il "vero" reddito di cittadinanza consiste in un trasferimento economico di ammontare fisso a tutti i cittadini di uno Stato, che siano ricchi o che siano poveri.
Non serve quindi dimostrare di essere poveri per averne diritto.
E non è necessario partecipare a corsi di formazione professionale o altro.

Le misure che tendono a garantire un reddito minimo per tutti sono invece indirizzate ai poveri, che devono quindi dimostrare di esserlo.
E richiedono la partecipazione a corsi di riqualificazione professionale e ad altre misure di reinserimento sociale e lavorativo.

La proposta del Movimento 5 Stelle rientra in questa seconda casistica.

Nonostante sia definita come reddito di cittadinanza, non presenta infatti i tratti di universalità incondizionata tipici di questa idea.
O meglio, pur volendo tendere all’universalità nel lungo periodo, si “accontenta” di sostenere il reddito di che ne ha bisogno nel breve.
 

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