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il nord qyuotidiano max parisi

IL BANCO ESPIRITO SANTO PRECIPITA DI NUOVO IN BORSA (PERDE IL 37%) LA UE AVEVA DETTO DUE GIORNI FA: ''PASSATO IL PEGGIO''

lunedì 14 luglio 2014
LISBONA - Il maggiore azionista del Banco Espirito Santo (Bes), la holding EspiritoSanto Financial Group dell'omonima famiglia portoghese, ha annunciato di aver ridotto la sua partecipazione nella banca, dal 24,99% al 20,1% del capitale, per onorare le scadenze del suo debito.
Le difficolta' della holding portoghese la scorsa settimana hanno creato forte nervosismo su tutti i mercati europei facendo tornare lo spettro di una crisi bancaria. La Banca centrale portoghese, intanto, ha fatto convocare il cda di Bes domenica sera per cooptare nuovi vertici in vista dell'assemblea del prossimo 31 luglio.
Il titolo della maggiore banca privata portoghese dopo una partenza in forte rialzo, e' di nuovo in calo alla Borsa di Lisbona. Nelle sedute di giovedi' e venerdi' il titolo aveva perso oltre il 22 per cento. Il nuovo presidente del banco e' l'economista Vitor Bento, il Vice presidente e' Jose' Alfredo de Almeida Hono'rio mentre Joao Rato e' il nuovo cfo. Il Banco Espirito Santo ha un'esposizione verso l'azionista Espirito Santo Financial Group di circa 1,2 miliardi.
Credit Agricole, socio di minoranza, sta seguendo da vicino il dossier della partecipata e in una nota venerdi' ha dichiarato che sosterra' in assemblea a fine luglio le azioni volte a rafforzare la governance della banca portoghese. Il titolo Bes a meta' mattinata e' indicato a 0,449 euro alla Borsa di Lisbona, in calo del 6,65%.
In apertura aveva registrato un picco a 0,509 euro (+5,8%) prima di ripiegare.
In cinque seduta il titolo ha perso circa il 37% della capitalizzazione.

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FORSE È SCIENZA
C'ERA UNA VOLTA...
LA NERA
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BULGARIA / SCENE DA UN DEFAULT: BANCHIERI CHE SCAPPANO IN AEREO CON CASSE DI CONTANTI, SPIE, COMPLICI (CRAC CORPBANK!) fonte il nord quotidiano

max parisi martedì 15 luglio 2014
BULGARIA - SOFIA - Ci sono molti dettagli ancora da rivelare nello scandalo relativo alla Corporate commerciale bank (CorpBank), il terzo (per alcuni analisti, il quarto) istituto di credito bulgaro. E' quanto affermato dall'analista Tihomir Bezlov, commentando la vicenda legata all'istituto di credito cui e' stata revocata la licenza dopo la scoperta di un ammanco di 3,5 miliardi di lev (circa 1,79 miliardi di euro). Stando a Bezlov ci sarebbero diversi interessi in gioco e sarebbe stato mantenuto il silenzio su diverse questioni che potrebbero essere rivelate quando il governo bulgaro rassegnera' le dimissioni (previste per la prossima settimana) e il parlamento sara' sciolto (presumibilmente il 6 agosto prossimo).
Stando all'analista il consenso raggiunto durante le consultazioni politiche convocate dal presidente della Repubblica, Rosen Plevneliev, non sarebbe sufficiente data la mancanza di fiducia nella politica da parte dell'opinione pubblica bulgara. Durante le consultazioni di ieri si e' raggiunto l'accordo di intraprendere misure immediate per entrare a far parte del Meccanismo di vigilanza unico europeo (Mvu). I rappresentanti politici, pero', non sono riusciti ad accordarsi sulle eventuali modifiche legislative da apportare dopo quanto avvenuto nel caso CorpBank per proteggere i risparmiatori con depositi bancari superiori ai 100 mila euro. L'Mvu dara' vita a un nuovo sistema di vigilanza finanziaria costituito dalla Banca centrale europea e dalle autorita' nazionali competenti dei paesi partecipanti dell'Ue e diventera' pienamente operativo entro il 2016.
Attualmente l'Mvu e' obbligatorio solo per i paesi che hanno adottato l'euro, ma puo' essere utilizzato anche da quei paesi che non fanno parte dell'eurozona ma che decideranno di instaurare una stretta cooperazione nell'ambito del Meccanismo. Il tribunale di Sofia ieri ha confermato lo stato di fermo per due delle quattro persone arrestate nel caso di CorpBank. Margarita Petrova e Borislava Teneva-Kjuchukova, quindi, resteranno in stato di fermo, mentre per Maria Dimova sono stati disposti gli arresti domiciliari per questioni di salute. Il quarto individuo coinvolto nel caso, Orlin Rusev, direttore esecutivo della banca, e' stato rilasciato in seguito al pagamento di una cauzione di 10 mila lev (circa 5.100 euro). Secondo l'accusa sarebbero stati Margarita Petrova e Orlin Rusev a sottrarre dei fondi alla banca, con la complicita' della Dimova e della Teneva-Kjuchukova.
L'ammanco riscontrato dalla Banca nazionale bulgara, l'istituto centrale, ammonta a 3,5 miliardi di lev (circa 1,79 miliardi di euro). La licenza di CorpBank e' stata revocata e la Banca e' sotto amministrazione controllata per mancanza di liquidita'. La stampa bulgara ha riferito domenica scorsa nuovi sviluppi sul caso di CorpBank: il principale azionista della banca, Tsvetan Vasilev, avrebbe prelevato 206 milioni di lev (103 milioni di euro) in contanti poco prima che la Banca centrale ponesse CorpBank sotto tutela per mancanza di liquidita'. Stefan Stefanov, pilota del jet privato di Vasilev, giura di non aver visto borse con il denaro quando Vasilev ha lasciato la Bulgaria nel mese di giugno.
Ma in un'intervista ad un'emittente televisiva privata locale, il pilota riferisce che Vasilev e la moglie hanno imbarcato due valigie nel loro ultimo viaggio: un fatto insolito, perche' generalmente il banchiere "si porta dietro solo uno o due vestiti per degli incontri d'affari", ha detto Stefanov. Il pilota e' stato chiamato in causa dall'ex ministro della Cultura e deputato dell'opposizione bulgara, Vezhdi Rashidov, il quale ha recentemente affermato di avere le prove che Vasilev e' "scappato dalla Bulgaria a bordo del suo aereo privato con 1,2 miliardi di lev (600 milioni di euro)". Secondo Rashidov, il banchiere ha commesso una rapina "alla propria banca rubando il denaro degli altri".
L'agenzia d'informazione "Sofia news agency" ha riferito, inoltre, che il direttore del Terminal Vip dell'aeroporto di Sofia, Boris Popov, e' stato licenziato perche' sospettato di aver favorito la fuga di Vasilev. L'Agenzia delle dogane della Bulgaria, tuttavia, si e' rifiutata di commentare questa informazione. La decisione di revocare la licenza di Corporate commercial bank e' stata dettata dalla scoperta del buco di 1,79 miliardi di euro. Bnb ha deciso non solo di revocare le licenze a CorpBank, ma anche di nazionalizzare la sua controllata Credit Agricole Bulgaria. Il ministro delle Finanze, Petar Chobanov, ha assicurato che il governo mettera' a disposizione tra gli 1,5 e i 2 miliardi di euro per prevenire ogni impatto sull'economia. Ma le voci di un attacco speculativo al sistema bancario del paese hanno creato una vera e propria fuga da Corporate commercial bank, inducendo l'istituto centrale di Sofia a congelare le operazioni della banca.
Inizialmente, Bnb aveva deciso di aiutare CorpBank a evitare una profonda crisi finanziaria. In un annuncio pubblicato nei giorni scorsi sul suo sito web, tuttavia, la Banca nazionale bulgara ha detto che i risultati dei controlli hanno rilevato la presenza di "azioni incompatibili con la legge e le buone pratiche bancarie". Il governatore della Banca centrale, Ivan Iskrov, ha detto alla tv pubblica "Bnr" che all'appello mancano 1,79 miliardi di euro circa. Tutti i crediti dei cittadini e delle aziende presso CorpBank saranno trasferiti a Credit Agricole Bulgaria dopo la nazionalizzazione di quest'ultima. Solo i beni dell'azionista di maggioranza, Tsvetan Vasilev, e delle societa' affiliate saranno lasciate presso Corporate commercial bank. Secondo Iskrov, Credit Agricole Bulgaria cambiera' nome a partire dal prossimo 21 luglio, quando termineranno le operazioni di audit di CorpBank.
I risultati della verifica saranno trasmessi al procuratore capo della Bulgaria quanto prima. Bnp ha dichiarato che usera' tutti i mezzi a sua disposizione per salvare i risparmi dei cittadini e della imprese. Il direttore esecutivo e presidente del consiglio direttivo di Corporate commercial bank, Orlin Rusev, e' finito in manette sabato sera e potrebbe essere incriminato per appropriazione indebita di grandi somme a favore di terzi. Secondo l'accusa, le somme mancanti sarebbero state prelevate e consegnate in contanti a un collaboratore dell'azionista di maggioranza CorpBank, Tsvetan Vasilev, anch'egli ricercato dalla procura.
Per i magistrati, Rusev avrebbe personalmente autorizzato illecitamente il prelievo di milioni di euro in contanti. Ieri sera e' stata arrestata anche la cassiera di CorpBank, Margarita Petrova, con l'accusa di "appropriazione indebita di grandi dimensioni". E' probabile che oggi la procura richieda al giudice per le indagini preliminari la detenzione preventiva sia per Rusev che per la Petrova. Nel frattempo, Vasilev si trova all'estero e ha dichiarato all'emittente televisiva nazionale "bTV" di essere estraneo ai fatti e che tornera' in Bulgaria "nei prossimi giorni" per chiarire la sua posizione.
Intanto l'agenzia di rating internazionale Standard&Poor's (S&P) ha declassato le prospettive sull'operatore telefonico Bulgarian telecommunications company (Vivacom), proprio a causa dei problemi di CorpBank. Vivacom mantiene il suo rating "BB-", ma l'outlook e' ora negativo, in quanto il 75 per cento del bilancio della societa' (circa 60 milioni di euro a fine marzo 2014) e' in mano a CorpBank. Senza un rifinanziamento nei prossimi sei mesi, inoltre, il rating del terzo operatore bulgaro potrebbe essere ridotto a "C", ovvero a un passo dal fallimento. Vasilev, tra l'altro, possiede il 43 per cento delle azioni di Vivacom.

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PER IL SECONDO SEMESTRE 2014 BANK OF AMERICA PREVEDE DRASTICO CALO DI INVESTIMENTI IN SPAGNA E
fonte il nord quotidiano
martedì 15 luglio 2014
NEW YORK - Per il secondo semestre del 2014 gli investiori rimangono fortemente ottimisti sulle prospettive dei mercati azionari. E' quanto emerge dal consueto sondaggio mensile condotto tra i fund
 
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''LA REGOLA DEL 3% L'HO INVENTATA IO, MA NON HA ATTENDIBILITA' SCIENTIFICA, LA FECI PER ACCONTENTARE MITTERAND'' (ABEILLE)

martedì 8 luglio 2014
BRUXELLES - La regola del 3% di deficit sul Pil "fu una scelta casuale, senza nessun ragionamento scientifico", "dovevamo fare in fretta" ed "e' venuto fuori in un'ora". Lo dice Guy Abeille, meglio conosciuto come 'Monsieur 3%', l'uomo che rivendica la paternita' del limite imposto nel patto di stabilita', che lavorava al ministero delle Finanze di Parigi.
In un'intervista a Repubblica afferma che la regola nacque dalla volonta' di Francois Mitterrand, eletto all'Eliseo, di "fermare la deriva" del deficit lasciato da Valery Giscard d'Estaing. "Avevamo pensato in termini assoluti di stabilire come soglia massima 100 miliardi di franchi. Ma era un limite inattendibile data l'alta fluttuazione dei cambi e le possibili svalutazioni. Quindi decidemmo di dare il valore relativo rispetto al Prodotto interno lordo che all'epoca era di 3.300 miliardi. Da qui il fatidico 3%".
La regola, spiega, aveva funzionato bene negli anni ottanta ed "e' stato Jean-Claude Trichet, allora direttore generale del ministero del Tesoro, a proporre questa norma durante i negoziati per il Trattato di Maastricht. Per paradosso, la Germania ha adottato la norma del 3% di deficit sul Pil fino a farne uno dei punti centrali del Patto di Stabilita'. Trovo divertente che questa regola nata quasi per caso e oggi imposta dai tedeschi sia nata proprio in Francia". "Immaginavo - conclude - che ci sarebbero stati degli studi piu' approfonditi, in particolare quando il parametro e' stato esteso all'Europa. E invece il 3% rimane ancora oggi intoccabile, come una Trinita'"
Le reazioni non si sono fatte attendere.
"Oggi, grazie a un'intervista rilasciata dal matematico Abeille, scopriamo che la regola del 3% del rapporto deficit-pil e' stata una sua invenzione casuale ideata negli anni '80 su richiesta di Mitterand. Coniata di sana pianta, e' diventata la tavola dei comandamenti di Maastricht alla quale tutti i governi si sono 'appecoronati'. La scienza continua a fare i suoi danni se non e' supportata da senso critico e in Italia nessuno l'ha avuto".
E' quanto afferma in una nota il capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli.
"Desta sconcerto sapere che non ci sia nulla di certo in termini di politica economica e finanche di regole matematiche. Siamo nelle mani di apprendisti stregoni e di 'avvelenatori di pozzi' perche' sappiamo tutti il peso avuto sul corpo vivo dell'Italia e dell'Europa ovvero su famiglie, imprese, Comuni - prosegue -. Sulla questione e' pronta un'interrogazione al ministro Padoan cui comunque chiediamo di riferire in aula su questa paradossale notizia".

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ABEILLE MATEMATICO MITTERAND FORMULA FALSA INUTILE UE
 
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Abbattiamo la Frode Bancaria e il Signoraggio ha condiviso un link.

2 ore fahttp://it-it.facebook.com/pages/Abbattiamo-la-Frode-Bancaria-e-il-Signoraggio/208622872545749#

ANCHE QUESTA SERA CI FACCIAMO RINCOGLIONIRE DALLE CAZZATE CHE DANNO IN TV O CI VEDIAMO "ZEITGEIST ADDENDUM"?

UN FILM CHE IN TELEVISIONE NON HANNO MAI TRASMESSO

Zeitgeist: Addendum è un web film non profit del 2008 diretto, prodotto e dis...tribuito da Peter Joseph ed è il secondo capitolo di Zeitgeist: the Movie; Il film discute riguardo al sistema della Federal Reserve negli Stati Uniti, della CIA, delle corporation americane, il Signoraggio Bancario, il ruolo delle lobby di potere e multinazionali nel costruire governi ombra sovranazionali

https://www.youtube.com/watch?v=olBU01q7MxU Altro...



Zeitgeist Addendum - Doppiato Italiano

Zeitgeist: Addendum è un web film non profit del 2008, diretto, prodotto e distribuito da Peter Joseph ed è il secondo capitolo

 
Rimuovi


Abbattiamo la Frode Bancaria e il Signoraggio

11 ore fahttp://it-it.facebook.com/pages/Abbattiamo-la-Frode-Bancaria-e-il-Signoraggio/208622872545749#


L'ITALIA NON È UNA REPUBBLICA, MA UNA CORPORATION PRIVATA DAL 1933. ILLEGALI LE TASSE E L'ORDINAMENTO GIURIDICO IN VIGORE

L'Italia non è una repubblica, ma una corporation privata dal 1933. Illegali le tasse e l'ordinamento giuridico in vi...gore.
Di Alessandro De Angelis -

Molti cittadini italiani pensano di far parte di una repubblica denominata Repubblica Italiana. In realtà, dal 1933, il nostro stato è diventato una corporation privata iscritta al S.E.C.:

As filed with the Securities and Exchange Commission on April 9, 2013 Registration Statement No. 333-152589
SECURITIES AND EXCHANGE COMMISSION
WASHINGTON, D.C. 20549
POST-EFFECTIVE AMENDMENT NO. 2 TO REGISTRATION STATEMENT
UNDER SCHEDULE B OF THE SECURITIES ACT OF 1933
Republic of Italy (Name of Registrant)
THE HONORABLE CLAUDIO BISOGNIERO
Italian Ambassador to the United States
3000 Whitehaven Street, N.W.
Washington, D.C. 20008
(Name and address of Authorized Agent of the Registrant in the United States)
It is requested that copies of notices and communications from the Securities and Exchange Commission be sent to:
MICHAEL IMMORDINO
White & Case LLP
5 Old Broad Street
London EC2N 1DW
United Kingdom
Approximate date of commencement of proposed sale to the public: From time to time after this Registration Statement becomes effective.
The Debt Securities covered by this Registration Statement are to be offered on a delayed or continuous basis pursuant to Release Nos. 33-6240 and 33-6424 under the Securities Act of 1933.

Difatti il Dun & Bradstreet che è una Società Americana Leader nelle Informazioni dei Movimenti Creditizi Relativi a 220.000.000 di Aziende nel Mondo e Destinate al Marketing (B2B) Business-to-Business, dimostra che TUTTO l’Apparato Istituzionale Italiano è PRIVATO e quindi il Governo della Repubblica Italiana, Camera dei Deputati, Senato della Repubblica Italiana, Regioni anche Autonome, Tribunali, Procure e tutti gli apparati destinati alla tassazione del popolo sono da dichiararsi illegittimi ed anticostituzionali.
Sono altresì da ritenersi invalidate tutte le passate elezioni e quelle future, in quanto esse rappresentano la delega alle politiche sociali dei cittadini ad una corporation privata e non a parlamentari della Repubblica Italiana.

Ad ulteriore conferma di queste asserzioni è il fatto che l'U.E. non è stata eletta dal popolo, ma, nonostante questo, decide le politiche sociali degli stati europei, mentre il parlamento europeo non ha nessuna facoltà decisionale. Inoltre la B.C.E. che stampa l'euro addebitandolo al popolo invece di accreditarlo è una S.P.A. privata che decide come, dove e quando mettere in ginocchio le nazioni, essendosi appropriata della sovranità monetaria.

Prima degli accordi di Bretton Woods, le banche degli stati dovevano avere una quantità di oro nei loro forzieri pari al denaro che stampavano. Succedeva, però, che esse stampavano più denaro rispetto al controvalore in oro che possedevano. Perciò nel 1944 si decise che solamente il dollaro dovesse avere la controvertibilità in oro e le altre monete potessero essere scambiate con il dollaro che faceva da garante. Gli USA invece stamparono quasi 90 miliardi di dollari, creando un'inflazione globale, senza avere il controvalore in oro. Così, quando la Francia ed altri stati restituirono i dollari agli Usa chiedendo in cambio l'oro, costrinsero il presidente Nixon, il 15 agosto 1971, a far cadere la convertibilità del dollaro con l'oro, facendo sì che la moneta perdesse il suo effettivo valore. Il valore della moneta divenne cosi indotto dalla nostra volontà ad accettarlo come strumento di scambio per i beni e i servizi che le persone producono.

Nel 1971, il nostro debito pubblico era di 16 miliardi e 145 milioni milioni di euro, ma quel debito, nella realtà, non esisteva, in quanto la Banca d'Italia era, come previsto dall'articolo 3 del suo statuto, un ente di diritto pubblico a maggioranza pubblica, cioè dello stato, che poteva stampare così la moneta a suo piacimento, ripagando in questo modo i debiti che contraeva. Nel 1981 il debito pubblico passò a 142 miliardi, ma lo stato aveva sempre un debito con se stesso e quindi poteva stampare moneta e ripagarlo in ogni momento, ed a maggio il Ministro del Tesoro Andreatta ed il governatore della Banca d'Italia Ciampi tolsero l'obbligo alla banca d'Italia di acquistare tutti i titoli di stato che venivano emessi e quindi di finanziare il debito pubblico, che passò così in soli dieci anni da 142 miliardi (dai 16 miliardi del 1971, perché lo stato finanziava la crescita attraverso l'emissione dei titoli) a ben 850 miliardi di debito – questa volta reale, in quanto contratto verso altri istituti bancari privati.

A questo punto avviene un altro tradimento verso il popolo e, in barba alla costituzione italiana, inizia la cessione ad enti privati delle quote di Banca d'Italia, che verrà forzatamente legalizzata grazie al tradimento dei politici, verificatosi nel 1992 con la legge 35/1992 dal Ministro del Tesoro Guido Carli, ex governatore della banca in questione (quando si dice il caso!).

Nel 1992, solo il 5% delle quote di Banca d'Italia era rimasto di proprietà dello stato, mentre il restante 95% era andato in mano a banche private che le avevano acquistate dai principali gruppi bancari, quali Comit, Credito Italiano e Banco di Roma, che ne garantivano la maggioranza pubblica. Gli acquirenti autorizzati a comprare i titoli di stato erano banche commerciali primarie ed istituzioni finanziarie private quali IMI, Monte dei Paschi, Unicredit, Goldman Sachs, Merryl Linch. Il gioco era fatto: in pochi anni il debito – ad oggi – ha toccato i 2100 miliardi di euro, grazie al tradimento dei politici che iniziarono in maniera concertata con i banchieri a svendere il patrimonio dello stato e dei cittadini a prezzi da saldo e, non contenti ancora, legalizzarono, con l'ennesimo tradimento verso il popolo, la privatizzazione della Banca d'Italia, grazie al governo Prodi che, il 16.12.2006, modificò lo statuto della banca all'articolo 3, facendo sì che essa non fosse più un ente di diritto pubblico, come dovrebbe essere in uno stato democratico. Ma non è finita qui, in quanto in una guerra ci deve essere un vincitore – cioè le famiglie al comando delle banche centrali – ed uno sconfitto – ovvero i popoli dell'Euro-zona sotto la dittatura dell'oligarchia bancaria della BCE (banca privata) e della Commissione Europea, che ha potere decisionale sulle politiche sociali degli stati, mentre il parlamento europeo ha solo quello consultivo.

Caduta la controvertibilità in oro, il denaro doveva essere non più addebitato ai cittadini, ma accreditato, in quanto esso è la misura del valore dei beni e servizi che noi cittadini produciamo e non certo dei parassiti banchieri che ci prestano la moneta a debito e che ora decidono le politiche sociali degli stati grazie al collaborazionismo dei politici loro asserviti. Questa moneta creata dal nulla viene trasferita dalla BCE alle grandi banche commerciali private che poi le prestano agli stati ad altissimi interessi, generando un debito pubblico inesigibile perché frutto di una frode poi legalizzata.

Ora dal 2012 gli stati non potranno più decidere quanto spendere e in cosa grazie ai trattati del Fiscal Compact e del MES, o fondo salva stati, che è in realtà un istituto di speculazione finanziaria pronto a requisire gli ultimi beni patrimoniali del nostro già povero stato – beni demaniali e forestali e servizi locali di pubblico interesse.
Ora l’Unione Europea sforna l’ERF, European Redemption Fund, o per meglio dire il Fondo Europeo di Redenzione (o Riscatto). Il 13 giugno 2013 il Parlamento europeo ha approvato, con il voto su due risoluzioni, il regolamento per il rafforzamento della governance dell'U.E.

L’European redemption fund (Erf) farebbe confluire l’importo dei vari debiti pubblici degli Stati dell’Eurozona per la parte eccedente il 60% del PIL in un apposito fondo; l’Erf verrebbe garantito dagli Stati nazionali membri attraverso i loro asset pubblici e da almeno una percentuale di tasse riscosse a livello nazionale. Tale fondo, poi, emetterebbe bonds europei caratterizzati da una rigorosa scadenza di 20, massimo 25 anni. In questo lasso di tempo, tutti gli Stati aderenti avrebbero, inoltre, l’obbligo di assettare il proprio rapporto debito/PIL al 60%, altrimenti avranno la facoltà di acquisire per vendere tutti i nostri beni demaniali Colosseo compreso. Oltre a questo possiamo aspettarci licenziamenti, abbassamento degli stipendi e delle tredicesime e smantellamento dello stato sociale.

Quindi l’Italia non è una Repubblica Libera e Pubblica, ma una Private Company e lo Stato possiede il diritto di proprietà delle persone, nate sul suo Territorio. La Costituzione Italiana dice: “Art. 10 – L’ordinamento Giuridico Italiano si Conforma alle Norme del Diritto Internazionale Generalmente Riconosciute.”

Quello che è stato sottaciuto invece è che One People’s Public Trust, ha legalmente delegittimato tutte le Corporation, Banche e Stati e pignorato tutti i loro beni e valori. Dal 23 Gennaio 2013, i documenti legali dell’O.P.P.T sono legge con validità internazionale, perché incontestate secondo la regola del silenzio assenso di 28 giorni.
Tutte le Corporation Mondiali, Banche e Stati, sono ora fuorilegge e ogni azione illegittima, da loro compiuta, contro di noi, sono da considerarsi un abuso di potere di una società privata. Siamo legalmente liberi e tutti i rapporti contrattuali anche precedenti, sono nulli e riconsiderati di tipo privato e personale. La legge universale – Universal Law – è stata ripristinata. I politici sono stati dipendenti e dirigenti di corporation, ci hanno mentito e usato come schiavi e sfruttati da secoli, come bestiame. Votare significa continuare ad avvallare una corporation delegittimata che continua a muoversi come dittatura occultata senza che il popolo lo sappia. Per questo motivo mi asterrò da qualsiasi tipo di votazione finché non verrà ripristinata la Repubblica Italiana.

zero vol. II

Alessandro De Angelis
scrittore e ricercatore antropologo

- See more at: http://apocalisselaica.net/varie/contributi/litalia-non-e-una-repubblica-ma-una-corporation-privata-dal-1933-illegali-le-tasse-e-lordinamento-giuridico-in-vigore#
 
che siamo registrati e'noto quali sono le implicazioni giuridiche basate sul diritto internazionale maritimo ,sarebbe interessante da verificare anche l ultima parte in merito a questo organismo che al momento nn trova riscontro oppt se corrisponda ad un ente giuridico esistente
 

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16 luglio - SOFIA - Le sedi di CorpBank e la sua controllata, Credit Agricole Bulgaria, resteranno chiusi sino al 21 settembre. E' quanto riferisce la Banca nazionale bulgara, l'istituto centrale, che oggi ha dato il via alla procedura per avviare una revisione della vigilanza bancaria nel paese balcanico. E' quanto si legge in una nota dell'istituto centrale, secondo cui ''Bnb ha avviato dei colloqui con presidente dell'Autorità bancaria europea, Andrea Enria, circa l'avvio di una revisio
 

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