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L'OCCIDENTE A GUIDA AMERICANA STA TENTANDO IN TUTTI MODI DI TRASCINARE LA RUSSIA IN UNA GUERRA MONDIALE (ASIA TIMES)

domenica 10 agosto 2014
Lo status quo post guerra fredda nell’Europa dell’Est, per non parlare di quella occidentale, è morto: «Per la plutocrazia occidentale, quello 0,00001% all’apice, i veri Signori dell’Universo, la Russia è il premio finale», scrive Pepe Escobar. «Un immenso tesoro di risorse naturali, foreste, acque cristalline, minerali, petrolio e gas: abbastanza per portare ad uno stato di estasi qualsiasi gioco di guerra Nsa-Cia owelliano-panottico». Domanda: «Come prendere al volo e approfittarsi di un bottino tanto succulento?». Qui entra in gioco la “globopolizia” Nato. Sul punto di vedere la sua retroguardia impietosamente maltrattata da un pugno di guerriglieri di montagna armati di Kalashnikov, l’Alleanza Atlantica si sta velocemente voltando – lo stesso vecchio schema Mackinder-Brzezinsky – verso la Russia. La road map, avverte il giornalista di “Asia Times”, verrà preparata al summit dei primi di settembre in Galles. Gli Usa vanno “a caccia di orsi”, ma la pazienza dell’orso russo non è infinita: sostenuto dalla Cina, prima o poi Putin sarà costretto a reagire. E saranno guai per tutti.
Semplicemente incredibile, rileva Escobar in un post tradotto da “Come Don Chisciotte”, la vicenda del volo Mh17 della Malaysia Airlines abbattuto da un caccia di Kiev nei cieli dell’Est Ucraina: a inchiodare i golpisti ucraini sostenuti dalla Nato, le testimonianze di un osservatore canadese dell’Ocse e di un pilota tedesco. «Tutto punta ad un cannone da 30 millimetri di un Su-25 ucraino che fa fuoco sulla cabina di pilotaggio dell’Mh17, causando una decompressione istantanea e lo schianto». Nessun razzo, dunque, men che meno il missile aria-aria evocato nelle «prime, frenetiche dichiarazioni statunitensi». In più, le nuove versioni collimano con le testimonianze oculari in loco registrate dalla Bbc in un reportage «notoriamente “scomparso”». Conclusione: incidente pianificato dagli Usa e messo in atto da Kiev per incolpare Mosca. «Ci si può solo lontanamente immaginare il terremoto geopolitico se il “false flag” fosse reso di pubblico dominio».
Nebbia, ovviamente, sulle indagini: la Malesia ha consegnato i registratori dell’Mh17 al Regno Unito, «quindi alla Nato, quindi alle manipolazioni della Cia», mentre il volo Air Algerie Ah5017, precipitato dopo l’Mh17, è già stato chiarito grazie a un’indagine prontamente divulgata. «Sorge spontanea la domanda sul perché ci sta volendo così tanto per analizzare/manipolare le scatole nere dell’Mh17». Fare chiarezza ostacolerebbe il gioco sporco delle sanzioni: «La Russia resta colpevole – senza alcuna prova – quindi deve essere punita». L’Ue? «Ha seguito servilmente la voce del padrone e ha adottato tutte le sanzioni estreme contro la Russia». Mosca avrà accesso ridotto ai mercati in dollari ed euro, e alle banche di Stato russe sarà proibito vendere azioni o bond in Occidente. Ma ci sono scappatoie decisive: Sberbank, la più grande banca russa, non è stata sanzionata. Nel medio-breve termine, la Russia dovrà finanziarsi da sola? «Le banche cinesi possono facilmente rimpiazzare quel tipo di prestiti».
E’ ormai strategica la partnership con Pechino. «Come se Mosca avesse bisogno di altri avvertimenti che l’unico modo per farcela è abbandonare sempre più il sistema dollaro». Gli Stati dell’Ue ne soffriranno molto, continua Escobar: Bp ha una partecipazione del 20% nella Rosneft, e per la cronaca «sta già dando di matto». Anche Exxon Mobil, la Statoil norvegese e la Shell saranno penalizzate. Le sanzioni non toccano l’industria del gas: se così fosse stato, «la stupidità controproducente dell’Ue sarebbe schizzata a livelli galattici». La Polonia, «che istericamente incolpa la Russia per qualsiasi cosa accada», compra da essa più dell’80% del gas, e «le non meno isteriche Repubbliche Baltiche, così come la Finlandia, il 100%». Il veto sui prodotti a doppio uso – militare e civile – creeranno invece problemi alla Germania, il maggior esportatore dell’Ue verso la Russia. Nel ramo della difesa saranno Francia e Regno Unito a soffrire: quest’ultimo ha almeno 200 contratti di vendita di armi e controlli per il lancio di missili in Russia; tuttavia la vendita da 1,2 miliardi di euro (1,6 miliardi di dollari) di navi d’assalto “Mistral” alla Russia da parte della Francia continuerà a procedere.
Il consigliere economico di Putin, Sergej Glazyev, sostiene che l’economia europea dovrebbe stare veramente attenta nel proteggere i propri interessi, mentre gli Usa cercano di «scatenare una guerra in Europa e una Guerra Fredda contro la Russia». Conclusione: «Settori chiave della plutocrazia occidentale vogliono una continua e indefinita guerra con la Russia». Il piano-A della Nato, aggiunge Escobar, prevede di impiantare batterie di missili in Ucraina: «Se dovesse accadere, per Mosca la linea rossa verrebbe oltrepassata di parecchio», visto che a quel punto «si darebbe la possibilità di un primo attacco ai confini russi occidentali». Nel frattempo, Washington punta a isolare dalla Russia i separatisti dell’Est Ucraina. «Ciò implica finanziare direttamente e massivamente Kiev e parallelamente costruire e armare, per mezzo di consiglieri statunitensi già sul posto, una enorme armata (circa 500.000 entro la fine dell’anno, secondo le proiezioni di Glazyev)». Lo scacco matto: rinchiudere i federalisti in una minuscola area. Per il presidente ucraino Petro Poroshenko, dovrebbe accadere entro settembre, alla peggio entro la fine del 2014.
«Negli Stati Uniti e in gran parte dell’Ue, si è sviluppata una mostruosa caricatura che rappresenta Putin come il nuovo Osama Bin Laden stalinista», scrive Escobar. «Fino ad ora la sua strategia sull’Ucraina si è basata sulla pazienza», cioè «stare a guardare le gang di Kiev suicidarsi mentre si tentava di sedersi civilmente con l’Ue per trovare una soluzione politica». Ora però ci potremmo trovare di fronte a una variabile che cambia i giochi, perché «l’ammassarsi di prove, che Glazyev e l’intelligence russa stanno fornendo a Putin, indicano l’Ucraina come campo di battaglia, come una spinta ad un cambio di regime a Mosca, verso una Russia destabilizzata». Si avvicina dunque la possibilità di «una provocazione definitiva». Geopolitica mondiale: «Mosca, alleata con i Brics, sta lavorando attivamente per bypassare il dollaro – che rappresenta il punto di riferimento di una economia di guerra statunitense basata sulla stampa di inutili pezzi di carta verde. I progressi sono lenti ma tangibili: non solo i Brics, ma anche gli aspiranti Brics, i G-77, il Movimento Non Allineato e tutto il Sud del mondo ne hanno piene le tasche dell’eterno bullismo dell’Impero del Caos e vogliono un nuovo paradigma nelle relazioni internazionali».

Gli Usa contano sulla Nato – che manipolano a loro piacimento – e sul “cane pazzo” Israele, e forse sul Ggg (Consiglio di Cooperazione del Golfo), le petro-monarchie sunnite complici nel massacro di Gaza, che possono essere comprate e messe a tacere «con uno schiaffo sul polso». A Mosca, i nervi sono stati messi a dura prova: «La tentazione per Putin di invadere l’Ucraina dell’Est in 24 ore e ridurre in polvere le milizie di Kiev deve essere stata sovrumana. Specialmente con la crescente escalation di follia: missili in Polonia e presto in Ucraina, bombardamenti indiscriminati di civili nel Donbass, la tragedia dell’Mh17, l’isterica demonizzazione da parte dell’Occidente». Moltissima pazienza, finora, da parte dell’“orso” russo – pazienza non illimitata, però. «Putin è programmato per giocare la partita a lungo termine. La finestra per un attacco-lampo ormai s’è chiusa: quella mossa di kung fu avrebbe fermato la Nato con un fatto compiuto e la pulizia etnica di 8 milioni di russi e russofoni nel Donbass non sarebbe mai iniziata». Putin, però, non “invaderà” l’Ucraina: sa che «l’opinione pubblica russa non vuole che lo faccia».
Mosca, aggiunge Escobar, continuerà a sostenere quello che si configura come un movimento di resistenza de facto nel Donbass: tra due mesi al massimo, «l’inverno inizierà ad imporsi in quelle lande ucraine distrutte e saccheggiate dal Fmi». Il piano di pace russo-tedesco da poco trapelato, continua l’analista di “Asia Times”, potrà essere sviluppato «sul cadavere di Washington». Ecco perché questo nuovo “Grande Gioco” promosso dagli Usa punta a prevenire un’integrazione delle economie di Ue e Russia attraverso la Germania, «che diverrebbe parte di una più estesa integrazione eurasiatica che includa la Cina e la sua moltitudine di vie della seta». Se i commerci della Russia con l’Europa – circa 410 miliardi di dollari nel 2013 – stanno per ricevere un colpo a causa delle sanzioni, ciò implica un movimento che spinga ad Est. Il che comporta un aggiustamento del progetto di Unione Economica Eurasiatica, o una Grande Europa da Lisbona a Vladivostock, «l’idea iniziale di Putin», in tandem coi cinesi. «Tradotto, sta a significare una forte partnership Cina-Russia nel cuore dell’Eurasia – una terrificante maledizione per i Padroni dell’Universo».
Non si sbaglia, la partnership strategica Cina-Russia continuerà a svilupparsi velocemente – con Pechino in simbiosi con le immense risorse naturali e tecnologico-militari di Mosca. Per non menzionare i benefici a livello strategico, aggiunge Escobar: «Una cosa del genere non accadeva dai tempi di Genghis Khan. Ma in questo caso, Xi Jinping non sta arruolando un Khan per sottomettere la Siberia ed oltre». Attenzione: «La guerra fredda 2.0 è ormai inevitabile perché l’Impero del Caos non accetterà mai che la Russia abbia una sfera di influenza in zone dell’Eurasia (come non accetta che ce l’abbia la Cina). Non accetterà mai la Russia come un partner paritario (l’eccezionalismo non ha eguali) e non perdonerà mai la Russia – come la Cina – per aver apertamente sfidato il cigolante e eccezionalista ordine imposto dagli Stati Uniti». Per cui, «se il Dipartimento di Stato Usa, guidato da quelle nullità che passano per leader, nella disperazione, andasse un passo troppo avanti – potrebbe avvenire un genocidio nel Donbass, un attacco della Nato in Crimea o, nel peggiore dei casi, un attacco alla Russia stessa – attenzione: l’orso colpirà».
Fonte notizia: Libreidee.org

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SVENDERE ACQUA, LUCE E GAS: ECCO PERCHE’ LA RIFORMA DEL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE. IL VIDEO SHOCK

By admin / 11 agosto, 2014 / No Comments


















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Ecco il video shock mandato in onda dal programma di LA7 “La Gabbia” che svela perché Renzi stia cercando di fare in fretta e furia la riforma del titolo V della Costituzione.
In poche parole, siccome la (s)vendita delle quote statali di Eni, Enel e Finmeccanica farebbero racimolare solo 12 miliardi di euro, il governo e i tecnici dei ministeri hanno individuato nelle utilities, cioè le società di proprietà di comuni e regioni che gestiscono beni comuni e vitali come acqua, luce e gas, come la vera miniera d’oro da vendere ai privati per fare cassa.
Con la riforma del Titolo V della Costituzione in poche parole lo Stato scipperebbe i territori della gestione di questi beni da poter poi vendere. Tutto questo sarà fatto da un governo illegittimo formato da persone non elette, grazie a Napolitano.


Guardare questo video di appena 3 minuti e mezzo è un dovere di ogni cittadino.
Fonte: www.senzasoste.it LINK










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Published: 21 ore ago on 11 agosto, 2014
By: admin
Last Modified: agosto 11, 2014 @ 12:01 am
Filed Under: News, Politica e attualità

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Un ente governativo USA, il CDC, ha brevettato, ossia “inventato”, un ceppo di Ebola.




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I LIBRI DI MARCO PIZZUTI







http://www.edizionilpuntodincontro.it/marco-pizzuti/600-scoperte-archeologiche-non-autorizzate.html


- See more at: http://www.altrainformazione.it/wp/...ituzione-il-video-shock/#sthash.4YmK1b8U.dpuf
 

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Abbattiamo la Frode Bancaria e il Signoraggio

circa un'ora fahttp://it-it.facebook.com/pages/Abbattiamo-la-Frode-Bancaria-e-il-Signoraggio/208622872545749#


"NOI GIORNALISTI SIAMO DELLE PROSTITUTE INTELLETTUALI"

"Non esiste al mondo, in tutta la storia fino ad oggi, qualcosa che si possa definire giornalismo indipendente.

Questo lo sapete voi e lo so anch’io.
...
Non c’è uno solo di voi che osi esprimere con sincerità le proprie opinioni, perchè sapete già in anticipo che se lo faceste, non comparirebbero mai sulla carta stampata.

Io prendo il mio stipendio settimanale per tenere le mie vere opinioni al di fuori del giornale per il quale lavoro.

Altri fra voi sono pagati cifre simili per lavori simili, e se solo uno di voi fosse così sciocco da scrivere davvero ciò che pensa, si ritroverebbe il giorno dopo in cerca di lavoro.

Se io permettessi alle mie vere opinioni di comparire in una sola edizione del mio giornale, mi ritroverei disoccupato entro le 24 ore.

Il mestiere del giornalsta è quello di uccidere la verità, di mentire sin dal primo momento, di stravolgere, di svilire, di inchinarsi al volere della ricchezza, ingannando il tuo paese per il pane quotidiano.

Voi lo sapete, io lo so, e questo rende il nostro brindisi alla libera stampa una vera e propria assurdità.

Siamo strumenti e vassalli in mano ai potenti che stanno dietro le quinte.

Noi siamo i burattini, loro muovono i fili, e noi balliamo.

Il nostro talento, le nostre potenzialtà, la nostra vita stessa appartengono ad altri uomini.

NOI SIAMO DELLE PROSTITUTE INTELLETTUALI".

John Swinton, redattore-capo del giornale 'New York Times', nel discorso di congedo dai colleghi tenuto al banchetto in suo onore presso l'American Press Association, alla vigilia del suo collocamento a riposo, fece questa disarmante dichiarazione: Altro...





 

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L'ANALISI DI LUCA CAMPOLONGO / DA MONTI A LETTA E INFINE RENZI, COME E' STATA DISTRUTTA L'ITALIA (E QUANTO MANCA A...)

martedì 12 agosto 2014
La notizia che l'Italia è nuovamente entrata in recessione tecnica, non è stata certo una sorpresa per gli addetti ai lavori. Che l'economia italica fosse in coma profondo lo testimoniavano quotidianamente i dati riportati dalle varie associazioni di categoria oltre che l'istat. Solo la combriccola al governo ostentava una fiducia in una ripresa che non c'era e non potrà esserci.
Dopo questa sonora bocciatura, un qualsiasi amministratore, anche dell'azienda più sgangherata, avrebbe rassegnato le dimissioni per manifesta incapacità. La stessa cosa avrebbe fatto un allenatore la cui squadra avesse collezionato solo sconfitte dall'inizio di stagione.
L'inquilino non eletto di palazzo Chigi, al contrario, con una faccia tosta seconda solo alla sua arroganza e presunzione, ha dichiarato che questi dati negativi saranno da sprone per lui per proseguire nella sua azione di governo. Come se un amministratore che ha portato sull'orlo del fallimento l'azienda chiedesse di poter continuare nel suo operato per farla fallire del tutto.
Il punto è che l'azione del governo, fatta di annunci inconcludenti, aumento della pressione fiscale e provvedimenti retroattivi ha ulteriormente sfiancato un'economia già stremata dalla folle politica fiscale del duo Monti-Letta, rara combinazione di pressappochismo e arroganza cattedratica. Come era prevedibile, il bluff degli 80 euro al mese in busta paga non è servito ad invertire la tendenza.
Naturalmente, l'inquilino non eletto di palazzo Chigi ha confermato l'intenzione di rispettare i vincoli europei in nome della credibilità del sistema Italia, non pensando che è proprio lui il principale ostacolo alla credibilità del paese.
Parliamoci chiaro: con questi dati economici l'Italia non ha nessuna possibilità di sopravvivere.
Anche riformando il mercato del lavoro, uno degli ennesimi impegni assunti dal governo, non si creerà nuova occupazione per lungo periodo. I dati storici dimostrano che le aziende assumono solo con una crescita del pil superiore al 2%; con valori compresi tra 0,8 e 2, mantengono i posti in essere; sotto lo 0,8 licenziano per recuperare margine di guadagno.
Ma se l'occupazione non cresce, non possono crescere i consumi e quindi il pil: praticamente il cane che si morde la coda.
Il signor Monti, più simpatico che capace ed è tutto dire, pensava che massacrando l'economia interna le aziende si sarebbero buttate sui mercati esteri, ma dall'alto della sua arrogante inconcludenza, non aveva tenuto conto che l'economia estera stava già rallentando e quindi la sua mossa avrebbe semplicemente condotto il paese al disastro in cui sta versando ora.
La situazione è drammatica, ma non seria perché chi ci sta governando vede un mondo che non esiste e agisce di conseguenza, come Hitler asserragliato nel bunker della cancelleria muoveva divisioni e truppe che non esistevano.
Prova ne è che il governo del paese di Pulcinella si è prontamente accodato alle sanzioni contro la Russia volute da Obama e dall'oligarchia della Ue, ottenendo per tutta risposta l'embargo sui prodotti agricoli italiani diretti in Russia. Risultato: mercato chiuso per noi e aperto per Brasile e Argentina, tra poco anche alla Turchia. Questo significa che quando Obama finalmente toglierà il disturbo e verrà ricordato nei libri di storia per quello che è, il peggior presidente che gli Usa abbiano mai avuto, le sanzioni alla Russia saranno tolte, ma il mercato sarà dominato da Brasile e Argentina e i nostri agricoltori saranno stati tagliati fuori per sempre. A livello occupazionale questo si tradurrà in una moria di posti di lavoro non recuperabile nell'unico settore produttivo itaiano che ancora manteneva alto l'export.
Naturalmente, di queste conseguenze il primo ministro non eletto e i suoi ministri in-competenti non ne hanno minimamente tenuto conto, troppo impegnati a fare la ruota del pavone con gli "amici" Obama e Junker.
Quindi, questo governo sta riuscendo nell'ardua impresa di massacrare il mercato interno e togliere sbocchi sui pochi mercati esteri ancora in crescita alle aziende: geniale nella sua stupidità.
Strappa un sorriso di compatimento l’ingenuità con cui il ministro Mogherini dichiara che le riforme del governo Renzi faranno agganciare l’italico stivale alla ripresa internazionale contribuendo a creare nuovi posti di lavoro, ridurre le tasse e risanare i debiti. La ripresa cui fa cenno il ministro è già terminata e l’economia mondiale si avvia verso un periodo di raffreddamento, che avrà come unica conseguenza quella di affossare ulteriormente l’occupazione italiana.
Il signor Renzi all’incontro con i boyscout ha dichiarato che i giovani devono avere il coraggio di restare in Italia perché presto ci saranno le condizioni per far ripartire il paese. No, signor Renzi, l’italico stivale è un paese morto, in decomposizione, e lei è uno dei responsabili di questo omicidio. Lei, assieme ai suoi due predecessori è il responsabile di aver bruciato il futuro di un’intera generazione, sacrificata sull’altare degli interessi di un’entità, la Ue, governata da un’oligarchia di corrotti burocrati protesa a consolidare esclusivamente il potere per il proprio appagamento personale.
Come già detto precedentemente, il premier non eletto Renzi poteva decidere di passare alla storia per il coraggio di spezzare la catena dell'euro e far rinascere il paese o per esserne il becchino. Per la prima via serviva coraggio, per la seconda arroganza e vanità. Temo non vi siano dubbi su quale abbia scelto.
Luca Campolongo

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IL CALO DELLO SPREAD? TRUCCHI CONTABILI DELLA BCE E IL FINANCIAL TIMES: ''LE BANCHE PEGGIORI D'EUROPA SONO TEDESCHE''

mercoledì 13 agosto 2014
Revoca degli ultimi campoli di sovranità nazionale e trasferimento di tutti i poteri a Bruxelles. Lo “ha proposto” Mario Draghi, cioè l’uomo costantemente citato come il pegggior banchiere centrale del mondo, il peggiore della storia, scrive Paolo Barnard. «Ci si chieda: perché l’Italia della metà degli anni ’90 – che non faceva la riforme di Draghi, che non strisciava supina di fronte a Bruxelles, che usava la spesa pubblica molto ma molto più di oggi… perché veniva definita da “Standard & Poor’s” come “economia leader d’Europa”? Allora Mario, che ci rispondi? Avevamo l’Eurozona allora? No. Avevamo invece il triplo della spesa pubblica di oggi, che come i veri economisti sanno è l’attivo di tutto il settore privato di cittadini e aziende. Oggi la folle dittatura delle Austerità ha stroncato la spesa pubblica, e stroncati affondiamo. Tutto qui».
«Se metti in acqua diciotto barche con buchi sotto la chiglia e queste iniziano ad affondare», scrive Barnard nel suo blog, «mi sembra ridicolo che tutti puntino lo sguardo su quella che affonda più in fretta», l’Italia, «piuttosto che considerare il fatto che sono state tutte costruite da incompetenti», e quindi «è il cantiere cialtrone che va chiuso». Tradotto: «Mario Draghi regge il cantiere Eurozona dove tutti, e tutto, sta affondando, ma gli viene comodo imbrogliare i media e il pubblico puntando il dito sulla barca Italia che affonda un po’ più delle altre».
La crescita dell’Eurozona, dopo 14 anni di grandi promesse, è letteralmente pietosa, «non riesce mai a superare quel triste zero virgola», mentre ad esempio la Gran Bretagna «cresce come basilico al sole». La deflazione europea è fuori controllo, «cioè i prezzi crollano di minuto in minuto perché non c’è domanda, e tutti i gran proclami di Draghi per frenare questa valanga sono stati accolti dai mercati e dai consumatori come ridicolaggini, fra l’altro disoneste perché tutte tese solo a favorire speculazioni finanziarie».
Le cosiddette “riforme” tanto invocate da Draghi come pozione magica di salvezza «non hanno salvato nessuno dei paesi che le hanno fatte». Bollettino di guerra: la Finlandia è all’ottavo mese a crescita zero, l’Olanda precipita nella terza recessione dal 2009, Francia registra il record della disoccupazione e un crollo storico di settori-chiave come l’immobiliare e il manifatturiero. Nel Belgio “commissariato” dall’Ue abbiamo consumi a tasso negativo e crescita zero. E persino in Germania crollano gli ordini industriali (-4%), il Pil è in calo, stipendi sono stagnanti da 10 anni, il calo della domanda interna deprime tutto l’export europeo. Poi, secondo dati ufficiali Eurostat, «le gloriose riforme di Draghi e dell’Eurozona hanno infilato nella calza della Befana anche il più alto tasso di disoccupazione europea dalla nascita dell’euro». E poi le banche, «quelle regolamentate da Mario Draghi, che oggi dispensa ricette severe su come curarci». Ebbene: la maggioranza delle banche europee «sono marce, ma veramente, cioè di fatto fallite».
Secondo la Bank of International Settlements, «le banche in Europa non sono riuscite a rimediare alla loro catastrofica esposizione a prestiti che saranno inesigibili perché gli indebitati sono al collasso». E il collasso, sottolinea Barnard, è proprio opera della Troika di Draghi e delle sue austerità, «come ormai ammettono anche Goldman Sachs e gli “hedge funds”». La stessa Reuters ci informa che le stesse banche europee, azzoppare da «buchi contabili che si vedono dalla Luna», hanno prestato 3.000 miliardi di dollari ai “mercati emergenti”: soldi che difficilmente torneranno indietro. «Poi indovinate a chi, per questo motivo, le medesime banche diranno no al mutuo o al finanziamento? A voi, a voi, e infatti registriamo il più alto declino nei prestiti bancari alle famiglie dal 2008».
E attenzione: il 90% dello strombazzato calo dello spread e degli interessi sui titoli di Stato dei paesi come Spagna, Irlanda o Italia, rivela uno studio di “Bloomberg”, «non è dovuto a reali progressi dell’economia di quegli Stati, ma ai trucchi speculativi di Mario Draghi alla Bce: quindi aria fritta, che Renzi oggi usa per infinocchiare i soliti poveri italiani». Gran finale: il “Financial Times” annuncia che le banche più fallite di tutta l’Europa «non sono quelle spagnole o italiane, ma quelle tedesche», espressione del sistema di potere che domina Bruxelles e Francoforte, di cui Draghi è forse il massimo esponente. E questo “terapeuta” ha ancora il coraggio di proporre soluzioni e cure? Assolutamente sì. Il macellaio travestito da medico: la farsa continua, e l’Europa affonda.
Fonte notizia: libreidee.org - che ringraziamo.

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