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Wall Street, l'attacco finale all'euro: il piano di Natale

Pubblicato su 18 Novembre 2014 da frontediliberazionedaibanchieri in ECONOMIA

«Gli stress test sono una porcata: tutto finto». La confidenza-confessione, complice un ottimo Brunello di Montalcino, è di uno che conta molto nel board di controllo dei cosiddetti protocolli di Basilea arrivato a Siena per sbirciare i conti di Mps. Se metteranno - e le metteranno - le mani nei vostri conti correnti sapete chi ringraziare: la finanza americana. Non è, peraltro, un mistero che a Wall Street temono la nascita di una vera unione bancaria europea. Se ci fosse la Bce potrebbe governare direttamente le ristrutturazioni bancarie ma soprattutto si spezzerebbe il legame incestuoso tra debito degli Stati e sistema bancario che è la vera ragione della stagnazione perdurante nell’Eurozona, ma che è anche la riserva di caccia dei Fondi speculativi.
Sull’unione bancaria Mario Draghi si è molto speso, ma poco ha incassato. E - secondo il nostro interlocutore - la finanza americana che lo tiene al guinzaglio gli ha consigliato di stare buono perché sta per lanciare l’offensiva bis contro l’euro. La prova regina non c’è, ma se Soros scommette un miliardo di euro sul ribasso dell’indice di Milano, se Carl Icahn veterano di Wall Street mette nel mirino i fondi obbligazionari italiani qualcosa che si muove di certo c’è. La «porcata» sta nel fatto che negli stress test il peso dei derivati e in particolare dei Cds (credit default swap) è assai ridotto rispetto alla valutazione dei cosiddetti incagli (crediti in sofferenza o inesigibili) per cui paradossalmente le banche commerciali sono penalizzate rispetto alle banche finanziarie. Con un’aggiunta di non poco conto che ha salvato le Landsbank tedesche (i cui bilanci continuano a non tornare, ma non si può dire). Negli stress test sono stati pesati diversamente i titoli di Stato. Mentre le banche tedesche li valutano a scadenza, le banche italiane li detengono al prezzo corrente. Nel caso delle banche tedesche i titoli vanno a patrimonio migliorando il rapporto ricchezza posseduta/credito concesso, per le banche italiane il rischio Paese viene calcolato come una perdita.
Perché accade? Stando a questo nostro interlocutore lo scenario è semplice e leggibilissimo. Basta considerare come Usa e Cina stiano in questi ultimi mesi tubando. La ragione starebbe in uno studio non troppo segreto che circola nei piani altissimi della finanza secondo il quale l’euro è ingombrante nell’ordine mondiale. E si sta per scatenare l’offensiva bis. A Wall Street aspettano solo il momento buono. La Germania lo sa e non si fida di Mario Draghi convinta che il capo della Bce voglia drenare ricchezza dagli Stati forti europei per poi sancire la fine della moneta unica e offrire un piatto ancora più ricco ai suoi referenti d’oltreoceano (in intesa con i cinesi). La posizione tedesca quindi è: il debito europeo non si potrà mai mettere in comune. E la Germania sta cercando di indurci a costruire trincee. Insomma il rigorismo tedesco ci darebbe una mano. L’ordine sarebbe: diventate più poveri, ma salvatevi altrimenti sarà la vostra fine e la fine dell’euro. Non a caso i tedeschi sono già pronti a riadottare il Marco anche se sarebbero costretti a una rivalutazione che penalizzerebbe il loro export proprio nel momento in cui anche la loro economia si sta incagliando.
Questo è il momento in cui la finanza americana sta decidendo di lanciare l’offensiva. Ma prima ha bisogno di preparare il terreno. Gli stress test sarebbero serviti a costringere le banche a drenare quanta più ricchezza possibile per essere prede più grasse. Gli italiani e le imprese italiane sono pesci di un acquario e il denaro, la liquidità, è la loro acqua. Peccato che a questo acquario siano applicate due idrovore: il fisco e il sistema bancario che continuamente lo svuotano. Mario Draghi avrebbe il compito di versare acqua europea in questa vasca e al contempo di far girare al massimo (attraverso gli stress test) la pompa bancaria per risucchiarla mentre la richiesta di maggiori entrate fiscali servirebbe da aggregatore della ricchezza privata in modo da apparecchiare per i «grassi gatti» della finanza un buon piatto di pesce italiano morto per asfissia. Il pranzo dovrebbe essere servito tra Natale e Capodanno. È quello il momento in cui si scatenerà la nuova offensiva contro l’Italia con lo scopo da una parte di mettere le mani sullo stock di ricchezza privata degli italiani (la più alta del mondo) e in questa direzione vanno i continui inviti a mettere le patrimoniali e la misura di salvaguardia secondo la quale se le banche falliscono pagano i correntisti, e dall’altra di azzerare l’euro.
di Carlo Cambi
 

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CON LE PROSSIME PRESIDENZIALI U.S.A. LA GUERRA SARA’ PIU’ VICINA

By admin / 22 novembre, 2014 / No Comments

















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DI
PAUL CRAIG ROBERTS
informationclearinghouse.info
Glenn Greenwald ha rivelato che Hillary Clinton è il candidato presidenziale dei banksters e dei guerrafondai. Pam e Russ Martens registrano che Elizabeth Warren è la sua concorrente populista. Dubito però che un politico che rappresenti il popolo possa raccogliere abbastanza fondi per poter competere in una campagna presidenziale. Se comunque la Warren dovesse diventare una minaccia, tutto l’ Establishment si muoverebbe per costruirle intorno una cornice nella quale la potrebbero dipingere in qualsiasi modo pur di farla fuori.
Hillary Clinton come presidente significherebbe guerra alla Russia. Con neocon-nazisti come Robert Kagan e Max Boot a gestire la politica militare e con una Hillary che fa confronti tra il Presidente della Russia Putin e Adolf Hitler, la guerra dovrebbe essere una certezza. E, come hanno scritto Michel Chossudovsky e Noam Chomsky, la guerra, stavolta, sarebbe nucleare.
Se Hillary fosse eletta presidente, i gangsters finanziari e tutti quei criminali che traggono vantaggio dalle guerre riuscirebbero a completare il loro impossessamento del paese. E questo sarebbe per sempre o almeno fino all’arrivo del armageddon – alla resa dei conti finale.
Per comprendere a che cosa si andrebbe incontro con Hillary, proviamo a ripensare alla presidenza Clinton. La presidenza Clinton mise in moto delle trasformazioni che in qualche modo non vengono riconosciute. Clinton distrusse il partito democratico con gli accordi sul “libero commercio”, che regolò il sistema finanziario e inaugurò la politica di Washington- che ancora continua – del “cambio di regime” con gli attacchi militari illegali su Jugoslavia e Iraq, e il suo regime cominciò ad usare una forza omicida ed ingiustificata contro dei civili americani, per poi coprire gli omicidi depistando le indagini, con false investigazioni. Questi quattro grandi cambiamenti sono quelli che hanno gettato il paese in una spirale viziosa che ha portato alla militarizzazione della polizia e ad una ostentata iniquità dei redditi e della ricchezza.
Si potrebbe capire perché i repubblicani volevano il North American Free Trade Agreement, ma fu Bill Clinton che lo trasformò in legge. Il ” Free Trade” agreement è un meccanismo usato dalle multinazionali Usa per esportare la loro produzione di merci e servizi venduti sui mercati americani. Spostando la produzione all’estero, i risparmi sul costo del lavoro fanno aumentare i profitti delle multinazionali e il valore delle loro azioni, producendo dei guadagni di capitale per gli azionisti e dei bonus multimilionari in dollari per i loro dirigenti che hanno contribuito al raggiungimento degli obiettivi. I vantaggi per il capitale sono enormi, ma questi vantaggi sono tutti a spese dei lavoratori della manifattura USA e delle minori entrate in tasse per le città e per gli Stati.
Quando si chiudono gli stabilimenti e si manda il lavoro all’estero, non c’è più lavoro per la classe media. I sindacati delle industrie e della manifattura perdono iscritti, distruggendo così i sindacati dei lavoratori, che sono quelli che finanziano le campagne elettorali dei democratici, il contrappeso del potere che era costituiti dal lavoro contro il capitale, in questo modo era annullato e i democratici dovettero ricorrere alle stesse fonti di sovvenzionamento dei repubblicani. Il risultato è uno stato con un solo partito.
L’indebolimento della base di tassazione che città e stati hanno dovuto fronteggiare ha reso possibile un attacco dei repubblicani contro i sindacati del settore pubblico. Oggi il partito democratico non esiste più, visto che la politica del partito non è più finanziata da quei sindacati che rappresentano la gente comune. Oggi entrambi i partiti politici rappresentano gli interessi degli stessi gruppi di potere: il settore finanziario, il complesso militare barra security, le lobby di Israele, le industrie estrattive e l’agro-business.
Non c’è più un partito che rappresenti veramente i propri elettori. Malgrado il fatto che la gente comune continui a pagare con le proprie tasse tutti i costi dei salvataggi delle finanziarie e delle guerre intraprese, mentre le industrie estrattive e la Monsanto distruggono l’ambiente e portano al degrado la catena alimentare. Le elezioni non hanno più nulla a che vedere con le cose reali, come la perdita della protezione costituzionale da parte dei cittadini o un governo che agisca in base alle leggi esistenti. Al contrario i partiti si mettono a discutere su argomenti come i matrimoni omosessuali e la raccolta fondi federali per l’aborto.
L’abrogazione della legge Glass-Steagall, firmata da Clinton fu solo la prima mossa di quello che servì per rimuovere tanti altri vincoli che permisero al sistema finanziario di trasformarsi in un casinò, dove il gioco d’azzardo e le scommesse sono garantiti da fondi pubblici e dalla Federal Reserve. Le conseguenze definitive a cui porterà il paese questa trasformazione restano ancora da vedere.
L’attacco del regime Clinton contro i serbi, secondo il diritto internazionale, fu un crimine di guerra , ma invece fu il presidente jugoslavo, che aveva cercato di difendere il proprio paese, che fu messo sotto processo come criminale di guerra. Quando il regime Clinton fece uccidere la famiglia di Randy Weaver a Ruby Ridge e altre 76 persone a Waco, sottoponendo i pochi sopravvissuti ad un processo farsa, i crimini del regime contro l’umanità sono rimasti impuniti. Lo stesso sistema impostato da Clinton è continuato poi per altri 14 anni con i crimini commessi anche da Bush/Obama contro l’umanità in sette paesi, dove milioni di persone sono state uccise, mutilate, e cacciate dalle loro case …. ma questo sembra tutto accettabile.
E ‘abbastanza facile per un governo fomentare la propria popolazione contro gli stranieri come ben dimostrano i successi di Clinton, di George W. Bush, e di Obama. Ma il regime Clinton riuscì a mettere americani contro altri americani. Quando l’FBIgratuitamente uccise la moglie di Randy Weaver e il suo figlioletto, le denunce di Randy Weaver furono tacciate di propaganda e non considerate senza motivo. Quando l’FBI attaccò la setta dei Davidians – un movimento religioso staccatosi dalla Chiesa cristiana avventista del settimo giorno – con carri armati e gas velenosi, provocando un incendio che fece morire bruciare 76 persone, soprattutto donne e bambini, queste uccisioni e questo omicidio di massa furono giustificate dal regime Clinton, che considerò come accuse selvagge e infondate quelle che venivano mosse per chiedere giustizia per il massacro compiuto dal governo.
Tutti gli sforzi di attribuire la responsabilità per i crimini compiuti dalla polizia furono bloccati e (purtroppo) cominciarono a costituire dei precedenti che sono serviti a far approvare una normativa che garantisce, in casi simili, l’immunità dalla legge.Questa immunità ora si è estesa a tutte le polizie locali che possono, regolarmente, compiere abusi e uccidere cittadini americani sulle loro strade e nelle loro case.
La mancanza di rispetto delle leggi internazionali da parte di Washington è un argomento su cui i governi di Russia e Cina si lamentano sempre più e che ebbe origine con il regime Clinton. Le bugie di Washington su Saddam Hussein e sulle “armi didistruzione di massa” cominciarono durante il regime Clinton, così come l’obiettivo di un “cambio di regime” in Iraq e come i bombardamenti illegali di Washington e gli embarghi che costarono la vita di mezzo milione di bambini iracheni che persero la vita (ma che il Segretario di Clinton di Stato disse che erano giustificabili).
Il governo degli Stati Uniti aveva già fatto cose malvagie in passato. Ad esempio, la guerra ispano-americana fu un trampolino di lancio per costruire l’impero e Washington ha sempre tutelato gli interessi delle società americane da qualsiasi oppositore latino-americano, ma il regime Clinton ha globalizzato la criminalità. I golpe per il cambio di regime sono diventati sempre più spericolati fino a rischiare una guerra nucleare, perché ormai non sono più governi come quello di Grenada o dell’ Honduras ad essere rovesciati.
Oggi si prendono di mira Russia e Cina e certe zone, che fino a pochi anni fa erano parte integrante della Russia stessa, come Georgia e Ucraina sono state trasformate in stati vassalli di Washington. Washington ha finanziato le ONG che organizzano la”Lotta Studentesca” di Hong Kong, nella speranza che le proteste si diffonderanno fino in Cina e che destabilizzino il governo. L’incoscienza di questi interventi negli affari interni di paesi stranieri, potenze nucleari, è senza precedenti.
Hillary Clinton è una guerrafondaia, e la stessa cosa sarà anche il candidato che presenteranno i repubblicani. L’irrigidimento della retorica anti-russa che parte da Washington e dai suoi pessimi stati fantoccio della UE sta mettendo il mondo sulla strada della propria estinzione. Gli arroganti neoconservatori, con la loro esasperante convinzione che gli Stati Uniti siano il paese “eccezionale e indispensabile”, vedrebbero un abbassamento dei toni della loro retorica ed una de-escalation delle sanzioni comeun passo indietro. Quanto più i neocons e i politici come John McCain e Lindsey Graham salgono nei toni della loro retorica, tanto più ci si avvicina alla guerra.
Mentre oggi il governo degli Stati Uniti istiga la polizia agli arresti preventivi e alle incarcerazioni di chiunque potrebbe un giorno commettere un crimine, quella che invece dovrebbe essere arrestata ed incarcerata, buttando via la chiave, dovrebbe essere tutta intera la squadra di questi guerrafondai-neocon, prima che riescano a distruggere l’umanità.
Gli anni di Clinton hanno prodotto una gran quantità documentazione sui tanti crimini e sulle coperture di fatti come l’attentato di Oklahoma City, Ruby Ridge, Waco, lo scandalo dei laboratori criminali della FBI, la morte di Vincent Foster, il coinvolgimento della CIA nel traffico di droga, la militarizzazione delle forze dell’ordine, il Kosovo … e si può andare avanti finché si vuole. La maggior parte di questi documenti sono sstati critti da persone che non avevano un punto di vista parziale, né liberal, né conservatore, perché nessuno si rendeva ancora conto della natura della trasformazione che stava avvenendo nella governance americana. quelli che hanno dimenticato e quelli che sono troppo giovani non hanno la capacità di vedersi o di riconoscersi in quello che sono stati gli anni di Clinton. Recentemente ho parlato del libro di Ambrose Evans-Pritchard The Secret Life of Bill Clinton. Altro libro con una documentazione importante è Feeling Your Pain di James Bovard.
Sia il Congresso che i media hanno lavorato non poco per appoggiare e per dare le opportune coperture a molti eventi importanti avvenuti durante la presidenza Clinton, ma si sono concentrati solo su faccende di poco conto come le vendite immobiliari di Whitewater o la relazione sessuale di Clinton con la stagista della Casa Bianca Monica Lewinsky.
Clinton e il suo regime corrotto hanno mentito su molte cose ben più importanti, ma la Camera dei Rappresentanti lo ha messo sotto accusa solo per le bugie raccontate sulla sua relazione con Monica Lewinsky. Ignorando le numerose (e ben più importanti) ragioni che avrebbero potuto portare ad un impeachment, si è parlato tanto solo di un fatto inconsistente e il Congresso e i media sono stati complici nel permettere che crescesse a dismisura un ramo dannoso dell’esecutivo.
Questa mancanza di responsabilità ci ha portato alla tirannia in patria e alla guerra all’estero, e sono questi i due mali che ci stanno avviluppando tutti, ogni giorno di più.
Dr. Paul Craig Roberts è stato Assistente Segretario del Tesoro per la Politica economica e associate editor del Wall Street Journal. E ‘stato editorialista di Business Week, Scripps Howard News Service, e Creators Syndicate. Ha avuto numerosi incarichiuniversitari. I suoi articoli su internet attirano un seguito in tutto il mondo. Ultimi libri pubblicati The Failure of Laissez Faire Capitalism and Economic Dissolution of the West e How America Was Lost. Fonte





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Glenn Greenwald ha rivelato che Hillary Clinton è il candidato presidenziale dei banksters e dei guerrafondai. Pam e Russ Martens registrano che Elizabeth Warren è la sua concorrente populista. Dubito però che un politico che rappresenti il popolo possa raccogliere abbastanza fondi per poter competere in una campagna presidenziale. Se comunque la Warren dovesse diventare una minaccia, tutto l’ Establishment si muoverebbe per costruirle intorno una cornice nella quale la potrebbero dipingere in qualsiasi modo pur di farla fuori.
Hillary Clinton come presidente significherebbe guerra alla Russia. Con neocon-nazisti come Robert Kagan e Max Boot a gestire la politica militare e con una Hillary che fa confronti tra il Presidente della Russia Putin e Adolf Hitler, la guerra dovrebbe essere una certezza. E, come hanno scritto Michel Chossudovsky e Noam Chomsky, la guerra, stavolta, sarebbe nucleare.
Se Hillary fosse eletta presidente, i gangsters finanziari e tutti quei criminali che traggono vantaggio dalle guerre riuscirebbero a completare il loro impossessamento del paese. E questo sarebbe per sempre o almeno fino all’arrivo del armageddon – alla resa dei conti finale.
Per comprendere a che cosa si andrebbe incontro con Hillary, proviamo a ripensare alla presidenza Clinton. La presidenza Clinton mise in moto delle trasformazioni che in qualche modo non vengono riconosciute. Clinton distrusse il partito democratico con gli accordi sul “libero commercio”, che regolò il sistema finanziario e inaugurò la politica di Washington- che ancora continua – del “cambio di regime” con gli attacchi militari illegali su Jugoslavia e Iraq, e il suo regime cominciò ad usare una forza omicida ed ingiustificata contro dei civili americani, per poi coprire gli omicidi depistando le indagini, con false investigazioni. Questi quattro grandi cambiamenti sono quelli che hanno gettato il paese in una spirale viziosa che ha portato alla militarizzazione della polizia e ad una ostentata iniquità dei redditi e della ricchezza.
Si potrebbe capire perché i repubblicani volevano il North American Free Trade Agreement, ma fu Bill Clinton che lo trasformò in legge. Il ” Free Trade” agreement è un meccanismo usato dalle multinazionali Usa per esportare la loro produzione di merci e servizi venduti sui mercati americani. Spostando la produzione all’estero, i risparmi sul costo del lavoro fanno aumentare i profitti delle multinazionali e il valore delle loro azioni, producendo dei guadagni di capitale per gli azionisti e dei bonus multimilionari in dollari per i loro dirigenti che hanno contribuito al raggiungimento degli obiettivi. I vantaggi per il capitale sono enormi, ma questi vantaggi sono tutti a spese dei lavoratori della manifattura USA e delle minori entrate in tasse per le città e per gli Stati.
Quando si chiudono gli stabilimenti e si manda il lavoro all’estero, non c’è più lavoro per la classe media. I sindacati delle industrie e della manifattura perdono iscritti, distruggendo così i sindacati dei lavoratori, che sono quelli che finanziano le campagne elettorali dei democratici, il contrappeso del potere che era costituiti dal lavoro contro il capitale, in questo modo era annullato e i democratici dovettero ricorrere alle stesse fonti di sovvenzionamento dei repubblicani. Il risultato è uno stato con un solo partito.
L’indebolimento della base di tassazione che città e stati hanno dovuto fronteggiare ha reso possibile un attacco dei repubblicani contro i sindacati del settore pubblico. Oggi il partito democratico non esiste più, visto che la politica del partito non è più finanziata da quei sindacati che rappresentano la gente comune. Oggi entrambi i partiti politici rappresentano gli interessi degli stessi gruppi di potere: il settore finanziario, il complesso militare barra security, le lobby di Israele, le industrie estrattive e l’agro-business.
Non c’è più un partito che rappresenti veramente i propri elettori. Malgrado il fatto che la gente comune continui a pagare con le proprie tasse tutti i costi dei salvataggi delle finanziarie e delle guerre intraprese, mentre le industrie estrattive e la Monsanto distruggono l’ambiente e portano al degrado la catena alimentare. Le elezioni non hanno più nulla a che vedere con le cose reali, come la perdita della protezione costituzionale da parte dei cittadini o un governo che agisca in base alle leggi esistenti. Al contrario i partiti si mettono a discutere su argomenti come i matrimoni omosessuali e la raccolta fondi federali per l’aborto.
L’abrogazione della legge Glass-Steagall, firmata da Clinton fu solo la prima mossa di quello che servì per rimuovere tanti altri vincoli che permisero al sistema finanziario di trasformarsi in un casinò, dove il gioco d’azzardo e le scommesse sono garantiti da fondi pubblici e dalla Federal Reserve. Le conseguenze definitive a cui porterà il paese questa trasformazione restano ancora da vedere.
L’attacco del regime Clinton contro i serbi, secondo il diritto internazionale, fu un crimine di guerra , ma invece fu il presidente jugoslavo, che aveva cercato di difendere il proprio paese, che fu messo sotto processo come criminale di guerra. Quando il regime Clinton fece uccidere la famiglia di Randy Weaver a Ruby Ridge e altre 76 persone a Waco, sottoponendo i pochi sopravvissuti ad un processo farsa, i crimini del regime contro l’umanità sono rimasti impuniti. Lo stesso sistema impostato da Clinton è continuato poi per altri 14 anni con i crimini commessi anche da Bush/Obama contro l’umanità in sette paesi, dove milioni di persone sono state uccise, mutilate, e cacciate dalle loro case …. ma questo sembra tutto accettabile.
E ‘abbastanza facile per un governo fomentare la propria popolazione contro gli stranieri come ben dimostrano i successi di Clinton, di George W. Bush, e di Obama. Ma il regime Clinton riuscì a mettere americani contro altri americani. Quando l’FBIgratuitamente uccise la moglie di Randy Weaver e il suo figlioletto, le denunce di Randy Weaver furono tacciate di propaganda e non considerate senza motivo. Quando l’FBI attaccò la setta dei Davidians – un movimento religioso staccatosi dalla Chiesa cristiana avventista del settimo giorno – con carri armati e gas velenosi, provocando un incendio che fece morire bruciare 76 persone, soprattutto donne e bambini, queste uccisioni e questo omicidio di massa furono giustificate dal regime Clinton, che considerò come accuse selvagge e infondate quelle che venivano mosse per chiedere giustizia per il massacro compiuto dal governo.
Tutti gli sforzi di attribuire la responsabilità per i crimini compiuti dalla polizia furono bloccati e (purtroppo) cominciarono a costituire dei precedenti che sono serviti a far approvare una normativa che garantisce, in casi simili, l’immunità dalla legge.Questa immunità ora si è estesa a tutte le polizie locali che possono, regolarmente, compiere abusi e uccidere cittadini americani sulle loro strade e nelle loro case.
La mancanza di rispetto delle leggi internazionali da parte di Washington è un argomento su cui i governi di Russia e Cina si lamentano sempre più e che ebbe origine con il regime Clinton. Le bugie di Washington su Saddam Hussein e sulle “armi didistruzione di massa” cominciarono durante il regime Clinton, così come l’obiettivo di un “cambio di regime” in Iraq e come i bombardamenti illegali di Washington e gli embarghi che costarono la vita di mezzo milione di bambini iracheni che persero la vita (ma che il Segretario di Clinton di Stato disse che erano giustificabili).
Il governo degli Stati Uniti aveva già fatto cose malvagie in passato. Ad esempio, la guerra ispano-americana fu un trampolino di lancio per costruire l’impero e Washington ha sempre tutelato gli interessi delle società americane da qualsiasi oppositore latino-americano, ma il regime Clinton ha globalizzato la criminalità. I golpe per il cambio di regime sono diventati sempre più spericolati fino a rischiare una guerra nucleare, perché ormai non sono più governi come quello di Grenada o dell’ Honduras ad essere rovesciati.
Oggi si prendono di mira Russia e Cina e certe zone, che fino a pochi anni fa erano parte integrante della Russia stessa, come Georgia e Ucraina sono state trasformate in stati vassalli di Washington. Washington ha finanziato le ONG che organizzano la”Lotta Studentesca” di Hong Kong, nella speranza che le proteste si diffonderanno fino in Cina e che destabilizzino il governo. L’incoscienza di questi interventi negli affari interni di paesi stranieri, potenze nucleari, è senza precedenti.
Hillary Clinton è una guerrafondaia, e la stessa cosa sarà anche il candidato che presenteranno i repubblicani. L’irrigidimento della retorica anti-russa che parte da Washington e dai suoi pessimi stati fantoccio della UE sta mettendo il mondo sulla strada della propria estinzione. Gli arroganti neoconservatori, con la loro esasperante convinzione che gli Stati Uniti siano il paese “eccezionale e indispensabile”, vedrebbero un abbassamento dei toni della loro retorica ed una de-escalation delle sanzioni comeun passo indietro. Quanto più i neocons e i politici come John McCain e Lindsey Graham salgono nei toni della loro retorica, tanto più ci si avvicina alla guerra.
Mentre oggi il governo degli Stati Uniti istiga la polizia agli arresti preventivi e alle incarcerazioni di chiunque potrebbe un giorno commettere un crimine, quella che invece dovrebbe essere arrestata ed incarcerata, buttando via la chiave, dovrebbe essere tutta intera la squadra di questi guerrafondai-neocon, prima che riescano a distruggere l’umanità.
Gli anni di Clinton hanno prodotto una gran quantità documentazione sui tanti crimini e sulle coperture di fatti come l’attentato di Oklahoma City, Ruby Ridge, Waco, lo scandalo dei laboratori criminali della FBI, la morte di Vincent Foster, il coinvolgimento della CIA nel traffico di droga, la militarizzazione delle forze dell’ordine, il Kosovo … e si può andare avanti finché si vuole. La maggior parte di questi documenti sono sstati critti da persone che non avevano un punto di vista parziale, né liberal, né conservatore, perché nessuno si rendeva ancora conto della natura della trasformazione che stava avvenendo nella governance americana. quelli che hanno dimenticato e quelli che sono troppo giovani non hanno la capacità di vedersi o di riconoscersi in quello che sono stati gli anni di Clinton. Recentemente ho parlato del libro di Ambrose Evans-Pritchard The Secret Life of Bill Clinton. Altro libro con una documentazione importante è Feeling Your Pain di James Bovard.
Sia il Congresso che i media hanno lavorato non poco per appoggiare e per dare le opportune coperture a molti eventi importanti avvenuti durante la presidenza Clinton, ma si sono concentrati solo su faccende di poco conto come le vendite immobiliari di Whitewater o la relazione sessuale di Clinton con la stagista della Casa Bianca Monica Lewinsky.
Clinton e il suo regime corrotto hanno mentito su molte cose ben più importanti, ma la Camera dei Rappresentanti lo ha messo sotto accusa solo per le bugie raccontate sulla sua relazione con Monica Lewinsky. Ignorando le numerose (e ben più importanti) ragioni che avrebbero potuto portare ad un impeachment, si è parlato tanto solo di un fatto inconsistente e il Congresso e i media sono stati complici nel permettere che crescesse a dismisura un ramo dannoso dell’esecutivo.
Questa mancanza di responsabilità ci ha portato alla tirannia in patria e alla guerra all’estero, e sono questi i due mali che ci stanno avviluppando tutti, ogni giorno di più.
Dr. Paul Craig Roberts è stato Assistente Segretario del Tesoro per la Politica economica e associate editor del Wall Street Journal. E ‘stato editorialista di Business Week, Scripps Howard News Service, e Creators Syndicate. Ha avuto numerosi incarichiuniversitari. I suoi articoli su internet attirano un seguito in tutto il mondo. Ultimi libri pubblicati The Failure of Laissez Faire Capitalism and Economic Dissolution of the West e How America Was Lost. Fonte





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Germania e Olanda pronte ad uscire dall’euro 0


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-Redazione- Un piano per uscire dall'Euro.
L'ex ministro delle Finanze olandese Jan Kees Mininister de Jager, in carica fino al novembre del 2012, ha rivelato qualcosa di clamoroso. A quanto pare, il governo olandese, insieme alla Cancelleria tedesca, ha messo a punto piani di emergenza durante il picco della crisi della zona dell'euro che prevedono l'uscita di Berlino ed Amsterdam dalla moneta unica.
Un team di avvocati, esperti di politica estera e di economisti sono stati messi al lavoro per studiare diversi scenari.
Uno di questi, come racconta Affaritaliani, prevedeva la reintroduzione del fiorino: "Il team si è regolarmente riunito venerdì pomeriggio, ma potrebbe anche vedersi molto rapidamente nel caso in cui avessimo bisogno di prendere una decisione".
Non solo, l'ex ministro ha anche rivelato come la Germania sia stata direttamente coinvolta, mentre altri paesi erano meno interessati: "Alcuni paesi considerano molto preoccupante il solo fatto che diversi scenari siano stati oggetto di discussione in Europa. È indicativo che non hanno fatto nulla. Siamo stati uno dei pochi paesi, insieme alla Germania, a discutere questi scenari. Abbiamo anche avuto un team Germania-Olanda".
Il ministro delle Finanze Jeroen Dijsselbloem ha anche ammesso che il governo olandese è stato a un certo punto pronto alla "preparazione per lo scenario peggiore", dicendo: "Capi di governo, tra cui il governo olandese, hanno affermato: 'Vogliamo mantenere insieme l'euro e per mantenere l'euro come moneta unica'. Detto questo, abbiamo anche guardato che cosa accadrebbe se questo non si potesse fare".
La Banca centrale olandese ha già ammesso di aver fatto alcuni piani di emergenza per un'uscita dall'euro. Insomma la solidità della moneta unica a quanto pare è sempre più a rischio
 

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Studio Esclusivo: l’Italia ha pagato 3.100 miliardi di interessi in 3 decenni (198% del PIL)

Abbiamo ricostruito i dati di PIL, Debito Pubblico, Deficit Pubblico, Saldo Primario (differenza tra entrate ed uscite della PA al netto degli interessi) e Spesa per interessi dal 1980 al 2012.
Guardando i dati si nota:
IL DEBITO PUBBLICO HA AVUTO UNA FORTE CRESCITA SPECIE DOPO IL 1981, DATA DEL DIVORZIO TRA BANCA D’ITALIA E TESORO, E PASSA DAL 60% AL 120% NEL 1993


LA SPESA PER INTERESSI ESPLODE SUBITO DOPO IL DIVORZIO TESORO-BANKITALIA E PASSA DAL 4% ALL’8% DEL PIL IN MENO DI 4 ANNI (1981-84)


IL DEFICIT ESPLODE CONSEGUENTEMENTE NEGLI ANNI 80 A 2 PRECISI FATTORI: INCREMENTO INCONTROLLATO SPESA PER INTERESSI (vedi sopra) ED INCREMENTO SPESA PUBBLICA CORRENTE TRA ANNI 70 ED 80.
Dal 1993 al 2012 il saldo cumulato positivo del saldo primario e’ di ben il 47% del PIL
Attualizzando i dati a valuta corrente (equivalente ad Euro del 2012) si ha:

L’ITALIA HA PAGATO TRA IL 1980 ED IL 2012 LA BELLEZZA DI 3.101 MILIARDI DI EURO EQUIVALENTI (al 2012) DI INTERESSI, PARI AL 198% DEL PIL, UNA CIFRA DI PROPORZIONI ENORMI.


Abbiamo fatto una SIMULAZIONE: tenendo fermi i saldi primari ed i valori di PIL dal 1993 in poi, abbiamo visto l’evoluzione del Debito Pubblico dal 1993 ad oggi se nel 1993 il Debito Pubblico fosse stato del 60%. Oggi sarebbe al 26%

In estrema sintesi, negli ultimi 20 anni IL DEBITO E’ PASSATO DA CIRCA 1.500 A 2.000 MILIARDI DI EURO (valori 2012) RESTANDO SOPRA AL 120% DEL PIL nonostante il fatto che:
- ABBIAMO PAGATO QUASI 2.000 MILIARDI DI INTERESSI (valori attualizzati al 2012)
- ABBIAMO REALIZZATO SALDI PRIMARI ATTIVI PER 740 MILIARDI (valori attualizzati al 2012), CIFRA CHE NON HA EGUALI IN EUROPA
In sintesi l’Italia ha comunque fatto enormi sacrifici, con risultati sul fronte del risanamento nulli, e straordinariamente negativi sul fronte della crescita.
By GPG Imperatrice
Mail: [email protected]
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Debito Pubblicosaldo primariosimilazionespesa interessi
http://scenarieconomici.it/scandalo...iardi-di-interessi-in-3-decenni-198-del-pil/#6


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[FONT=&quot]. Il divorzio tra il Tesoro e la Banca d’Italia. La lettura di Draghi[/FONT]


[FONT=&quot]Il 12 febbraio 1981, trenta anni fa, il Ministro del Tesoro Beniamino Andreatta scrive al Governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi la lettera che avvia il cosiddetto “divorzio” tra le due istituzioni. La politica monetaria in Italia cambia corso.[/FONT]

[FONT=&quot]Il contesto[/FONT]
[FONT=&quot]All’inizio degli anni Ottanta il quadro macroeconomico internazionale sta rapidamente cambiando. Il secondo shock petrolifero ha causato in tutti i paesi sviluppati una nuova fiammata inflazionistica. I guasti e i pericoli di un’alta inflazione sono tornati all’attenzione delle opinioni pubbliche. Si ravviva il dibattito intorno alla natura e allo status istituzionale delle banche centrali: quanto è importante la loro indipendenza funzionale (instrument independence)? Quanto è importante che esse fissino la stabilità dei prezzi come obiettivo prevalente?[/FONT]
[FONT=&quot]Negli Stati Uniti Paul Volcker, succeduto nel 1979 ad Arthur Burns come chairman del Board of Governors del Sistema della Riserva federale, imprime subito un radicale cambio di rotta alla gestione monetaria, con l’obiettivo esplicito di “taking on inflation”. In tutti i principali paesi avanzati le politiche monetarie si fanno restrittive.[/FONT]
[FONT=&quot]In Italia, l’inflazione supera il 20 per cento nel 1980. Il meccanismo di indicizzazione dei salari ai prezzi, introdotto dall’accordo del 1975 tra Confindustria e sindacati confederali, amplifica a dismisura l’impatto degli shock provenienti dai prezzi internazionali. Gli squilibri di fondo della finanza pubblica accumulati nel decennio precedente continuano ad aggravarsi: il fabbisogno del settore statale raggiunge l’11 per cento del prodotto.[/FONT]
[FONT=&quot]Nel nostro paese il concetto di indipendenza della Banca centrale è in quegli anni debole, sfumato. La riflessione degli economisti italiani sul ruolo della moneta, con poche significative eccezioni, è limitata; essa si concentra piuttosto sui temi dello sviluppo, dell’industrializzazione, del conflitto sociale e distributivo.[/FONT][FONT=&quot] Il governatore Baffi è giunto a dolersi esplicitamente dell’assenza di un chiaro obiettivo di tutela della stabilità dei prezzi che sia affidato alla Banca d’Italia dalla legge, come accade alle banche centrali di altri paesi, in primis la Bundesbank (1).[/FONT]
[FONT=&quot]Benché goda di riconosciuta autorevolezza, la Banca d’Italia ha in quel tempo scarsa autonomia nel controllo della base monetaria e nella fissazione dei tassi di interesse a breve termine; il contrasto dell’inflazione e la difesa del tasso di cambio ne sono resi difficoltosi; i tassi di interesse reali sono da tempo negativi. In occasione della riforma del mercato dei Bot nel 1975 la Banca si è impegnata ad acquistare alle aste tutti i titoli non collocati presso il pubblico, finanziando quindi gli ampi disavanzi del Tesoro con emissione di base monetaria. Non solo: il Tesoro può attingere a un’apertura di credito di conto corrente presso la Banca per il 14 per cento delle spese iscritte in bilancio; detiene il potere formale di modificare il tasso di sconto (sia pure su proposta del governatore).[/FONT]
[FONT=&quot]In queste condizioni l’adesione italiana al Sistema monetario europeo, in vigore dal marzo del 1979 e di cui Andreatta è stato uno dei principali propugnatori, rischia di decadere ad “atto velleitario” (2), per la difficoltà di rendere le politiche economiche interne coerenti con quel vincolo[/FONT][FONT=&quot]. Un forte riallineamento delle parità centrali nello SME, che avrebbe gettato benzina sul fuoco dell’inflazione, viene sventato nel 1980 grazie a una restrizione monetaria assai controversa nel dibattito pubblico; non può essere evitato nel marzo del 1981.[/FONT]
[FONT=&quot]In Banca d’Italia si fa strada in quegli anni una convinzione, espressa dal governatore Ciampi in un noto passaggio delle Considerazioni finali lette nel maggio 1981. La convinzione è che il ritorno a una moneta stabile richieda una “costituzione monetaria”, fondata sui tre pilastri i) della indipendenza del potere di creare moneta da chi determina la spesa pubblica, ii) di procedure di spesa rispettose del vincolo di bilancio, iii) di una dinamica salariale coerente con la stabilità dei prezzi (3).[/FONT]
[FONT=&quot]Una idea del genere, oggi sedimentata nella cultura economica generale, è coltivata negli anni Settanta solo da pochi economisti[/FONT][FONT=&quot]. Già alla fine di gennaio 1976, nei giorni concitati di una crisi della lira che porta alla chiusura del mercato italiano dei cambi, durante uno scambio di opinioni con i vertici della Banca d’Italia il Prof. Andreatta esprime il parere che occorra “una ferma dichiarazione di indipendenza della banca centrale dal Tesoro”, in modo che essa sia messa in grado di dichiarare un suo obiettivo di espansione della moneta (4); di fronte alle drammatiche difficoltà dell’economia italiana, prefigura già allora un’idea che riprenderà da Ministro del Tesoro: che la funzione della Banca d’Italia come banca del Tesoro non debba interferire con quella di regolatore della liquidità monetaria.[/FONT]

[FONT=&quot]Lo scambio di lettere e l’avvio del “divorzio”[/FONT]
[FONT=&quot]Quando Beniamino Andreatta assume la responsabilità del ministero del Tesoro, nell’ottobre 1980, la spirale prezzi-salari è avviata. Va, nelle parole del ministro, “cambiato il regime della politica economica”. Ma il clima politico non è favorevole: la stessa compagine di governo è “ossessionata dall'ideologia della crescita a ogni costo, sostenuta da bassi tassi di interesse reali e da un cambio debole” (5). La decisione di “cambiare regime” non viene pertanto sottoposta al Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio per un'approvazione formale; assume la forma di un semplice scambio di lettere fra ministro e governatore; a consentirlo, secondo i legali del ministero, è il fatto che la revisione delle disposizioni date alla Banca d'Italia rientra nella competenza esclusiva del ministro.[/FONT]
[FONT=&quot]Con la sua lettera, il ministro chiede il “parere” del governatore sull’ipotesi di una modifica del regime esistente, con l’obiettivo esplicito di porre rimedio all’insufficiente autonomia della Banca nei confronti del Tesoro (6). Il governatore, nella sua risposta, concorda sulla necessità che la Banca risponda unicamente a obiettivi di politica monetaria nel regolare il finanziamento al Tesoro; prefigura inoltre, per il futuro, l’intenzione della Banca di procedere alla predisposizione e alla comunicazione al mercato di obiettivi quantitativi di crescita della base monetaria, passo decisivo verso un cambiamento di strategia monetaria (7).[/FONT]

[FONT=&quot]È divorzio, consensuale[/FONT]
[FONT=&quot]Il nuovo regime viene avviato nel luglio del 1981. La riforma non è completa: alle aste dei Bot il Tesoro continuerà a fissare un tetto massimo ai rendimenti (il “tasso base”) fino al 1988-89; fino al 1994 la Banca d'Italia continuerà a intervenire discrezionalmente in asta e fino a quell’anno rimarrà anche in essere il finanziamento automatico del Tesoro tramite il conto corrente presso la Banca.[/FONT]
[FONT=&quot]Nonostante questi evidenti limiti, il nuovo regime ha effetti di grande portata. Un test importante giunge alla fine del 1982. Il fabbisogno del Tesoro stenta a trovare copertura sul mercato; occorrerebbe far salire i tassi base, il Tesoro nicchia; la Banca non acquista in asta i titoli di Stato non collocati e costringe il Governo a investire della questione il Parlamento, facendosi approvare un’anticipazione straordinaria della Banca.[/FONT]
[FONT=&quot]Dopo il “divorzio” i tassi di interesse reali tornano stabilmente su livelli, positivi, compatibili con il progressivo rientro dell’inflazione e con la permanenza nello SME[/FONT][FONT=&quot]; il fabbisogno pubblico viene finanziato pressoché per intero sul mercato senza creazione di base monetaria; inizia da parte della Banca d’Italia la pratica di annunciare obiettivi di espansione della moneta.[/FONT]

[FONT=&quot]Una decisione politica[/FONT]
[FONT=&quot]La decisione di Andreatta e Ciampi, pur rivestita di panni “tecnici”, ha forti effetti politici di lungo periodo. Il ministro e il governatore ne sono consapevoli. Nelle stesse parole di Andreatta, il divorzio nasce come “congiura aperta” tra i due, nel presupposto che a cose fatte, sia poi troppo costoso tornare indietro (8).[/FONT]
[FONT=&quot]Una volta compiuto il “fatto”, le reazioni sono ostili. Gli scettici ritengono la misura destinata a vita breve. Sono contrari ampi settori della maggioranza di governo, dell’opposizione, del sistema bancario, tutti timorosi del rialzo dei tassi di interesse reali (9). Viene agitato lo spettro della deindustrializzazione del Paese. Ma la riconquista dell’autonomia da parte della banca centrale si rivela duratura; permette di riportare la crescita dei prezzi sotto controllo senza soffocare l’apparato industriale, come sarà più avanti rivendicato da Ciampi[/FONT][FONT=&quot] (10). Tra il 1980 e il 1987 l’inflazione cade da oltre il 21 per cento a meno del 5; il prodotto interno lordo torna a crescere del 3 per cento l’anno, in media, fra il 1984 e il 1988.[/FONT]
[FONT=&quot]Il “divorzio” apre una stagione di grandi cambiamenti nella gestione degli strumenti di politica monetaria, in direzione di una piena indipendenza funzionale della banca centrale e di un più efficiente funzionamento dei mercati finanziari; vengono tra l’altro abbandonati i controlli amministrativi sul credito. La riduzione dell’inflazione prosegue negli anni Novanta, passaggio essenziale per consentire la nostra tempestiva partecipazione all’Unione Economica e Monetaria in Europa.[/FONT]
[FONT=&quot]Gli effetti del “divorzio” sulla politica di bilancio non sono invece quelli sperati. Chi si è augurato che un atteggiamento non accomodante della banca centrale nel finanziare con moneta il disavanzo induca comportamenti di spesa più responsabili resta deluso. Manca una modifica radicale delle procedure e delle prassi, elemento essenziale della nuova costituzione monetaria invocata da Ciampi. Dopo dieci anni dal divorzio il fabbisogno annuo del settore statale si colloca ancora tra il 10 e l’11 per cento del Pil; il rapporto tra debito pubblico e prodotto supera il 120 per cento del prodotto nel 1994.[/FONT]
[FONT=&quot]Per un miglioramento sostanziale della finanza pubblica si devono attendere gli anni Novanta e la corsa affannosa a rientrare nei criteri per l’ammissione all’area nell’euro con il primo gruppo di paesi. Come ha sostenuto alla fine degli anni Ottanta Tommaso Padoa-Schioppa, la gestione responsabile della moneta è essenziale, ma da sola non basta a curare tutti i mali di un’economia con la finanza pubblica in disordine; la scelta per la stabilità appartiene alla società nel suo complesso, non alla sola banca centrale (11).[/FONT]

[FONT=&quot]L’eredità di quegli anni[/FONT]
[FONT=&quot]Le idee che hanno portato alla unificazione monetaria d’Europa, che ne sono oggi il fondamento, si sono affermate in tutti i paesi avanzati all’inizio degli anni Ottanta: indipendenza delle banche centrali, obiettivo di assicurare la stabilità dei prezzi, divieto di finanziamento monetario dei disavanzi pubblici. Andreatta e Ciampi hanno colto e applicato quelle idee con straordinaria tempestività.[/FONT]
[FONT=&quot]Conviene sempre rammentare quanto a fondo la moneta comune europea abbia piantato il seme della stabilità monetaria nei nostri paesi. La credibilità della politica monetaria, che l’Eurosistema ha ereditato dalle migliori tradizioni delle banche centrali partecipanti, ha rafforzato la resistenza delle economie dei paesi dell’area di fronte a shock avversi.[/FONT]
[FONT=&quot]Durante l’ultima crisi l’ancoraggio delle aspettative d’inflazione nell’area dell’euro ha concesso un ampio spazio di manovra alla politica monetaria, per garantire il funzionamento dei mercati, per sostenere il credito ed evitare il tracollo dell’economia. I tassi di mercato monetario sono scesi su valori senza precedenti, vicini allo zero, sono state adottate misure eccezionali di creazione di liquidità, senza muovere le aspettative di inflazione nel medio-lungo termine. Non si è ripetuto lo stop and go di politica monetaria tipico degli anni Settanta.[/FONT]
[FONT=&quot]La credibilità che abbiamo raggiunto va salvaguardata, mantenendo alta la guardia.[/FONT]
[FONT=&quot]È un insegnamento dell’esperienza degli anni Ottanta anche il principio, irrinunciabile per la costruzione europea, che politiche fiscali sostenibili sono fondamento essenziale di una unione monetaria. A questo intendeva rispondere il Patto di Stabilità e Crescita. Tuttavia, si è a volte preferito piegare le regole anziché aggiustare le politiche, annacquando il Patto o violandone lettera e spirito. Molti paesi membri hanno affrontato la crisi globale con livelli già elevati del debito pubblico. I problemi di finanza pubblica avevano origine anche da squilibri strutturali, a cui era stata prestata un’attenzione insufficiente.[/FONT]
[FONT=&quot]Oggi come negli anni Ottanta, la politica monetaria non può essere considerata un rimedio alla irresponsabilità di altre politiche.[/FONT]
[FONT=&quot]La costruzione europea deve essere resa ancora più resistente. Le istituzioni europee stanno lavorando nella giusta direzione, sui tre fronti dove i progressi sono più necessari: regole di coordinamento fiscale più stringenti e meno soggette a discrezionalità nell’applicazione; un meccanismo di sorveglianza macroeconomica tra i paesi dell’area che consenta gli interventi strutturali necessari a rimuovere gli squilibri e a promuovere la crescita; meccanismi robusti di gestione delle crisi e di supporto finanziario, nell’ambito di una chiara condizionalità. È possibile, è necessario completare la costruzione europea guardando avanti.[/FONT]
[FONT=&quot]Trenta anni fa, nel nostro paese, Andreatta e Ciampi seppero guardare avanti, e lontano[/FONT][FONT=&quot]. [/FONT]
 

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