Schegge di storia militare

La Battaglia di Midway Roberto Falconi


La vittoria americana alle Midway dimostrò che i Giapponesi non erano invincibili e permise agli USA di passare all’offensiva nel Pacifico

Quella delle Midway fu una delle battaglie decisive della seconda guerra mondiale, eppure al momento non sembrò che una battuta d'arresto temporanea delle vittorie nipponiche. La disparità tra i due contendenti sembrava talmente forte che il successo dei Giapponesi veniva dato per scontato; la loro sconfitta, quindi, risollevò il morale degli Americani, che ridimensionarono la potenza degli avversari. L’atollo delle Midway, costituito da 2 isole principali che racchiudono una laguna e da alcuni isolotti più piccoli, si trova a metà strada circa fra Pearl Harbor e il Giappone; costituiva, quindi, una base strategica per le forze americane che tentavano di arrestare l'avanzata giapponese attraverso il Pacifico centrale ed era considerato dal comandante in capo della flotta giapponese come un luogo ideale in cui impegnare in battaglia le portaerei delle Marina statunitense scampate al disastro di Pearl Harbor. L’ammiraglio Isoruku Yamamoto era, inoltre, convinto che il perimetro difensivo costituito dalle basi insulari conquistate dopo l'attacco a Pearl Harbor avesse bisogno dell'aggiunta delle Midway per meglio consolidarsi e che, una volta conquistato, l'atollo sarebbe servito come ottimo trampolino di lancio per gli attacchi a Pearl Harbor, base principale della flotta statunitense.

La Sorpresa era Fondamentale

La sorpresa costituiva la base del successo del piano di Yamamoto ed egli ordinò un'incursione diversiva contro le Isole Aleutine, il 3 giugno 1942, per attirare la flotta americana del Pacifico verso nord, lasciando campo libero ai Giapponesi per la conquista delle Midway. Non appena i velivoli nipponici fossero stati in grado di decollare dalle piste dell'atollo, sarebbe stato possibile lanciare pesanti attacchi aerei contro le navi americane, mentre le unità di superficie e i sommergibili avrebbero completato l'opera.

Per realizzare il piano, la flotta giapponese venne divisa in un certo numero di reparti d'impiego: una forza di attacco alle Aleutine, composta da 2 portaerei leggere, che avrebbe coperto una forza da sbarco destinata a occupare le isole Adak, Attu e Kiska; 2 nuclei principali, uno formato da 4 grandi portaerei, 2 navi da battaglia e unità di scorta, al comando del viceammiraglio Nagumo, l'altro da 7 navi da battaglia e 1 portaerei leggera comandato da Yamamoto in persona, come sostegno arretrato a 260 miglia; una forza per l'occupazione delle Midway, composta da 2 navi da battaglia, 1 portaerei, 6 incrociatori pesanti e un contingente da sbarco di 5000 uomini, agli ordini dell'ammiraglio Kondo; un gruppo di dragamine. Era previsto, inoltre, uno schieramento avanzato di sommergibili che avrebbero intercettato i rinforzi americani diretti alle Midway e provenienti dalle Aleutine o dalle Hawaii. Gli equipaggi e i loro comandanti avevano il morale alle stelle: avevano inflitto una tremenda sconfitta alla flotta americana a Pearl Harbor, il 7 dicembre 1941, avevano poi affondato la nave da battaglia "Prince of Wales" e l'incrociatore da battaglia "Repulse", entrambi britannici, nel golfo del Siam e scacciato sia gli Inglesi sia gli Olandesi dalle Indie Orientali. Inoltre, la flotta giapponese era superiore nelle prestazioni dei velivoli imbarcati e disponeva di alcune fra le più potenti navi da guerra del mondo.

Contro questa armata di 162 unità - che comprendeva 8 portaerei, 11 navi da battaglia, 22 incrociatori, 65 cacciatorpediniere e 21 sommergibili - la Marina statunitense poteva schierare soltanto 3 porterei, 8 incrociatori e 15 cacciatorpediniere. Le portaerei erano le unità fondamentali, con i loro gruppi di volo comprendenti i bombardieri in picchiata "SBD-3 Dauntless", gli aerosiluranti "TBD-1 Devastator" e i caccia "F4F-4 Wildcat"; ma soltanto la "Enterprise" e la "Hornet" erano in piena efficienza; la "Yorktown", infatti, gravemente danneggiata l'8 maggio nella battaglia del Mar dei Coralli, era stata riparata a Pearl Harbor in 3 giorni. Neppure le Midway si presentavano ben difese, disponendo solo di 54 aerei del Corpo dei Marines (la metà dei quali antiquati), 38 della Marina (32 idroricognitori "Catalina" e 6 aerosiluranti "Avenger") e 23 dell'Aviazione (fra cui 17 bombardieri "B-17"). L'atollo era dotato anche di 2 radar di avvistamento che avrebbero avuto un ruolo assai importante nella scoperta tempestiva degli attacchi aerei giapponesi. Gli Statunitensi potevano, però, avvalersi di un servizio informazioni efficientissimo: già dal 10 maggio i crittografi avevano allertato il comandante in capo della flotta, ammiraglio Chester Nimitz, in merito al probabile obiettivo dell'attacco di Yamamoto e il 30 maggio l'ultima delle 3 portaerei aveva lasciato Pearl Harbor per il Pacifico centrale, senza essere avvistata dalla linea di sorveglianza dei sommergibili giapponesi.

Alle 3.00 del 3 giugno la forza del Viceammiraglio Hosogaya sferrò l'attacco sulle Aleutine, ma l’Ammiraglio Frank Fletcher, comandante delle portaerei americane, non si lasciò distogliere dal suo compito principale di proteggere le Midway, neanche quando alle 8:43, un Catalina segnalò di avere avvistato un gruppo di 11 navi nemiche. Al tramonto le 3 portaerei statunitensi si portarono a circa 170 miglia a nord delle Midway. Alle 5.34 del mattino successivo uno dei Catalina di base alle Midway fece il primo avvistamento delle portaerei giapponesi e Fletcher ordinò all'ammiraglio Spruance di fare rotta a sud con Enterprise e Hornet e di attaccare le navi nemiche; la Yorktown, per il momento sarebbe rimasta in posizione di attesa per recuperare i suoi velivoli da ricognizione e per raccogliere altre informazioni sul dispositivo avversario. Nel frattempo, il primo attacco di Nagumo aveva provocato danni alle difese delle Midway, ma circa un terzo dei suoi 108 aerei era stato abbattuto. Egli aveva dato disposizioni di preparare 93 aerei armati di siluri da utilizzare nel caso di un attacco alle navi di superficie, ma resosi conto che le difese dell’atollo erano ancora attive, ordinò un nuovo attacco terrestre per eliminare la tenace resistenza. Ciò significava riportare gli aerei negli hangar per armarli con bombe al posto dei siluri e, al tempo stesso liberare i ponti per il ritorno della prima ondata; la complicata procedura avrebbe richiesto circa un'ora, ma dopo soltanto 15 minuti, alle 7.28, Nagumo ricevette l'inquietante notizia che un gruppo di 10 navi era stato avvistato a nord-est. Gli aerei da ricognizione avevano scoperto in precedenza questa forza nemica e Nagumo, sconcertato dal fatto di trovarsi la flotta nemica alle spalle, ordinò al ricognitore di fornire informazioni più specifiche; dispose, altresì, che gli aerei pronti per l'attacco fossero riarmati con i siluri. Il ricognitore, alle 8.09, precisò che si trattava di 5 incrociatori e di 5 cacciatorpediniere, ma mancò di notare il preoccupante particolare che le navi scortavano una portaerei: lo fece soltanto 20 minuti dopo.

Gli attacchi aerei dalle Midway contro le navi giapponesi, condotti senza la protezione dei caccia, erano comunque stati respinti con facilità e quasi la metà dei velivoli era andata distrutta; Nagumo riteneva, quindi, di poter effettuare una seconda ondata di bombardamenti per demolire le piste di atterraggio e di decollo delle isole e di dedicarsi successivamente a neutralizzare la portaerei appena avvistata.

Spruance, dal canto suo, aveva deciso invece di far decollare immediatamente i velivoli dalle unità statunitensi, sperando di colpire i Giapponesi mentre facevano rientrare la loro prima ondata.

Il primo attacco americano si risolse in un disastro: i 45 bombardieri e caccia della Hornet non colpirono il bersaglio e tutti i 15 aerosiluranti vennero abbattuti; i velivoli della Enterprise subirono forti perdite (soltanto 4 dei 14 aerosiluranti fecero ritorno) e ugual sorte toccò a quelli decollati dalla Yorktown (10 aerei perduti), mentre le portaerei giapponesi erano ancora indenni. Ma poco dopo, alle 10.20 circa. i 37 bombardieri in picchiata lanciati dalla Enterprise riuscirono a colpire le portaerei Akagi e Kaga, che presero fuoco e, a sera, dovettero essere abbandonate. Poi fu la volta della Soryu, che venne centrata da 3 bombe da 500 kg, sganciate dai bombardieri in picchiata della Yorktown, e bruciò per quasi 2 ore prima che il sommergibile Nautilus l'affondasse con 3 siluri. La Hiryu, invece, aveva ancora la linea di volo intatta e con essa Nagumo decise di affrontare le portaerei americane, a corto di velivoli; avuta conferma dai ricognitori della posizione della Yorktown, fece decollare 40 aerei dalla Hiryu in 2 ondate successive, una alle 11.00 e l'altra alle 13.31, per attaccarla. Alle 12.00 circa il radar della portaerei americana scoprì la prima alla distanza di sole 40 miglia e, malgrado il contrasto accanito dei caccia intercettori, 3 bombe colpirono la nave: una danneggiò le caldaie, la seconda innescò un incendio (domato con l'allagamento) e la terza esplose sul ponte di volo. L’unità era gravemente danneggiata, ma le squadre di soccorso estinsero gli incendi e riportarono la velocità a 18 nodi. Arrivò, però, la seconda ondata che mise a segno 2 siluri; la Yorktown rimase a galla, ma tutti i velivoli in grado di decollare furono trasferiti sulla Enterprise. Il 6 giugno, dopo una lotta sovrumana condotta dalle squadre di soccorso del cacciatorpediniere Hammann, la Yorktown fu avvistata dal sommergibile nemico l’I-168. Un siluro affondò l'Hammann, che era accostato alla portaerei, e altri 2 squarciarono la fiancata della Yorktown, che affondò alle 5.00 del mattino seguente, mentre l'l-168 riuscì a sfuggire alle bombe di profondità lanciate dai cacciatorpediniere americani di scorta.

La buona sorte stava, però, abbandonando la Hiryu. Prima dell'attacco della Yorktown, infatti, l'ammiraglio Fletcher aveva dato disposizioni per la sua ricerca e uno dei veivoli riuscì a trovare e a segnalare la posizione dell'ultima portaerei giapponese superstite. Alle 15.30 fu lanciata un'ondata di 24 bombardieri in picchiata che, dopo un'ora e mezza, la colpirono, mettendo a segno 4 bombe che, data la scarsa protezione della nave, provocarono esplosioni di carburante e di bombe a bordo. Alle 2.30 del mattino successivo la Hiryu venne abbandonata e alle 9.00 affondò. Yamamoto ricevette con calma le tremende notizie, anche se tolse a Nagumo il comando per aver mosso obiezioni a un piano disperato di unirsi alla forza per l'occupazione Midway e a quella della zona nord. Pareri più equilibrati prevalsero quando fu chiaro che vi erano ancora in azione 2 portaerei americane e che le 12 portaerei leggere di Hosogaya si trovavano troppo lontane influenzare l'esito finale. Dal canto suo, Spruance aveva valutato l'ipotesi di un combattimento notturno, ma poiché le forze giapponesi avrebbero avuto un vantaggio in quanto meglio addestrate e armate, ordinò alle portaerei di allontanarsi rapidamente dalla zona della battaglia

Gli Aerei USA alle Midway

Douglas SBD-3 Dauntless

Tipo: bombardiere in picchiata biposto imbarcato

Motore: singolo, raffreddato ad aria radiale, tipo Wright R-1820-52 Cyclone, da 1000hp

Velocità massima: 402 Km/h

Autonomia: 1795 Km

Armamento: 4 mitragliatrici, 540Kg di bombe

Douglas TBD-1 Devastator

Tipo: aerosilurante triposto imbarcato

Motore: singolo, raffreddato ad aria radiale, 14 cilindri, tipo Pratt & Whitney R-1830-64 Twin Wasp, da 900hp

Velocità massima: 331 Km/h

Autonomia: 700 Km

Armamento: 2 mitragliatrici, 500Kg di bombe o un siluro

Grumman F4F-4 Wildcat

Tipo: bombardiere in picchiata biposto imbarcato

Motore: singolo a pistoni, radiale, 14 cilindri, tipo Pratt & Whitney R-1830-36 Twin Wasp, da 1200hp

Velocità massima: 512 Km/h

Autonomia: 1239 Km

Armamento: 6 mitragliatrici, 2 bombe da 45 Kg



Un Trionfo per Nimitz

La Marina imperiale giapponese perse 4 portaerei, un incrociatore pesante, 258 velivoli e 2500 uomini alle Midway, a fronte di una sola portaerei, 1 cacciatorpediniere, e 147 velivoli e 307 uomini da parte della Marina statunitense. Nel 1943 i Giapponesi riuscirono a sostituire le portaerei perdute e anche gli equipaggi di volo, molto addestrati, ma dopo la sconfitta alle Midway non presero più l'iniziativa strategica: il colpo inferto alla loro fiducia in se stessi è dimostrato dal fatto che la notizia del disastro fu censurata in Giappone fino al 1945. Sul piano tattico la battaglia delle Midway segnò il passaggio dalla guerra condotta con forze miste (portaerei e altre unità di superficie) a quella basata soltanto sulle portaerei, nella quale i velivoli imbarcati diventarono le armi principali della flotta; ma lo scontro rappresentò, anche, la vittoria del sevizio informazioni. Altri comandanti avevano ricevuto notizie riservate prima della battaglia, senza essere capaci di sfruttare tale vantaggio; Nimitz, invece, fece uso delle intercettazioni in modo brillante per impiegare le sue deboli forze con la massima efficacia.
 
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1. 4:30: Viene lanciato il primo attacco sulle Midway

2. 4:30: La ricognizione aerea è iniziata dalla Yorktown

3. 5:34: Aerei americani avvistano le portaerei giapponesi

4. 7:10: Primo attacco americano dalle Midway

5. 7:50: Primo attacco dalle portaerei americane



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6. 7:55-8:20: Altri 3 attacchi sono sferrati dalle Midway
 
7. 8:37: La prima ondata giapponese ritorna dalle Midway

8. 9:06: Secondo attacco dalle portaerei USA



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incrociatore giapponese sotto attacco mentre effettua manovre diversive
 
9. 9:25-10:00: Attacchi dalle portaerei americane



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incrociatore Mikuma dopo l'attacco subito


10. 10:20/25: L'attacco dalle portaerei americane danneggia irrimediabilmente la Kaga, la Akagi e la Soryu

11. 11:00: Attacco lanciato dalla Hiryu

12. 12:05: La Yorktown è danneggiata

13. 13:31: Secondo attacco Giapponese

14. 14:30: La Yorktown è gravemente colpita




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15. 15:30: Viene lanciato l'attacco americano finale contro l'ultima portaerei giapponese ancora attiva

16. 17:00 La Hiryu è gravemente danneggiata

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17. 2:30: La Hiryu viene abbandonata

18. 2:45: Nimitz ordina l'allontanamento delle forze USA dalla zona della battaglia

19. 9:00: La Hiryu affonda

20. Conclusione della battaglia delle Midway con la vittoria USA


http://web.tiscali.it/falconiroberto/midway.htm
 
sono di corsa
scusa


la foto con gli aerei pronti a partire
pensa che (se non sbaglio) sono quelli della hornet
partiti 14 aerei - 28aviatori
abbattuti 14 aerei - 1sopravissuto recuparato dopo 2 gg da solo in mare

solo per dire di che epica stiamo parlando

a me interessa analizzare la scelta di Nagumo - hai letto gli articoli di Isom etc?
ciao
 
il problema, a chi interessa, è:
ha sbagliato Nagumo? o era 'condannato dal destino'?
e se ha sbagliato, quale sbaglio ha fatto?
 
f4f ha scritto:
il problema, a chi interessa, è:
ha sbagliato Nagumo? o era 'condannato dal destino'?
e se ha sbagliato, quale sbaglio ha fatto?

Cesare io di sicuro son curioso di conoscere la tua view
 
Fleu
in breve

il piano di Yamamoto era ottimo
e sbagliato, perchè fondato su premesse errate
Nagumo non ebbe la fantasia per capire che le cose non stavano andando come pianificato, e il suo staff non gli fu d'aiuto

ad esempio
l'attacco a Midway era da portare con più aerei: ne rimansero troppi sulla Kaga a far nulla: non ha investito bene il suo 'capitale'
la ricognizione fu piuttosto trascurata (non come si crede.... Chikuma5 volò direttamente sopra la TF16 e non vide nulla, fu un 'caso fortunato' che Tone4 vide la TF16; ma perchè non far partire SUBITO altri aerei da 'ricognizione veloce', il Suisei della Soryu e altri Kate dalla Kaga...): poca attenzione ai segnali del mercato.
volle rischiare tutto in un attacco in grande stile, siluranti e bombardieri insieme, ma così ritardò e si fece trovare con gli aerei carichi di carburante: pessimo money management
non aver portato le portaerei della Kido Butai lontano dalle porterei USA, per tenere gli americani 'out-of-range' (difesa assoluta) (mia personale osservazione nel forum che ti ho indicato, con interessanti risposte di J.Parshall... e bada bene che tutte le volte che ho 'giocato' a CarrierWars non ho MAI seguito questa banale ed efficacissima strategia...): praticamente, non ha posizionato lo stop-loss ed ha tenuto tutto il capitale a rischio

la SFORTUNA poi ... incredibile!
le radio dei ricognitori J si rompono
Chikuma5 entra in un banco di nuvole alle 0700, SOPRA la TF16
gli SBD di enterprise e Yorktown arrivano insieme e immediatamente dopo che i TBD avevano attirato gli Zero a quota mare ( per dare una idea, gli SBD della Hornet si erano praticamente 'persi', altro che appuntamento millimetrico! è stato l'UNICO caso in cui due strikes di differenti portaerei USA sono arrivati nello stesso momento)
ed altro ancora

la somma
Nagumo ha sbagliato a non tenere sempre e comunque una forza di attacco antinave pronta ad intervenire, ed a perdere tempo nell'organizzare la controffensiva: pessimo timing .
Ma il prossimo libro di Parshall (per il 2005) chiarirà alcuni di questi punti... e ne aprirà altri...
io personalmente devo riaprire il 'contenzioso storico' sulla ricognizione japponese.

Comunque, una interessante palestra sulla analisi delle decisioni, non trovi Fleu?
 
Ciao cè
Liddell hart sostiene che i jap compirono numerosi errori tattici che andarono ad inficiare il loro disegno strategico che prevedeva lo stritolamento della squadra americana tra le due giapponesi
Alcuni punti : l'isolamento di Yamamoto sul ponte della corazzata Yamato , la crisi di scoraggiamento da cui si lasciò cogliere Nagumo e la tradizione della marina giapponese , epr rispettare la quale Yamaguchi e altri comandanti si inabissarono con le loro unità anzichè cercare di riprendere l'iniziativa.
Nimitz invece restando a terra potà mantenere sotto costante controllo tutti gli elementi della situazione strategica.
I guai dei japs furono aggravati poi anche da :
mancato impiego di un sufficiente numero di aerei da ricognizione per avvistare le portaerei americane
la mancanza di un'adeguata copertura di caccia ad alta quota
l'inefficienza dei mezzi antincendio
la tendenza a lanciare all'attacco gli aerei di tutte e 4 le portaerei, con il risultato che in una certa fase ( quella in cui gli aerei rientravano e dovevano essere riarmati) l'intera formazione si trovava vulnerabile senza scampo agli attacchi
la decisione di fare rotta verso il nemico proprio mentre stavano svolgendo le operazioni di cambio, decisione che diede agli aerei americani l'opportunità di localizzare più facilmente la squadra di nagumo e di colpirla prima della possibile replica difesiva degli zero
L'origine di quasi tutti errori tattici secondo Liddell Hart è da attribuirsi a un atteggiamento di eccessiva fiducia nella propria forza e abilità
 

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