se l'italia facesse come l'Islanda....

dovremmo fare le nostre riforme ,senza tenere tropo conto della lettera della BCE
butto giù un po' a casaccio

1) vendere il patrimonio pubblico, con procedure snelle
e senza che ci guadagnino i soliti noti: mettiamoli all'asta!

2) diminuire i costi della politica e quindi anche abolire le province

3)investire nello sviluppo anche con riforme a costo zero
esempio diminuire la burocrazia per la PMI
 
dovremmo fare le nostre riforme ,senza tenere tropo conto della lettera della BCE
butto giù un po' a casaccio

1) vendere il patrimonio pubblico, con procedure snelle
e senza che ci guadagnino i soliti noti: mettiamoli all'asta!

2) diminuire i costi della politica e quindi anche abolire le province

3)investire nello sviluppo anche con riforme a costo zero
esempio diminuire la burocrazia per la PMI
ti risulta forse che il governo meschino berluschino
abbia seguito i consigli?

la lettera consigliava il taglio della spesa pubblica in particolare i costi della politica


che ha fatto il governo ladro?
ha alzato le tasse!

con qualche promessa che si guarda bene da proporre [taglio delle province e numero dei politicanti]
si interessa solo della fedina penale di berlusconi
 
L'esempio islandese è l'unica via d'uscita ?



Islanda: stato d'eccezione?
di Giacomo Gabellini - 05/10/2011

Fonte: eurasia
l-islanda-sara-il-primo-paese-che-scrivera-la-propria-costituzione-sul-web-in.jpg

“Sovrano è chi decide lo stato di eccezione”, scrive Carl Schmitt.
Applicando tale enunciato all’isolato caso islandese emerge che il governo di Reykjavik è titolare di reale sovranità, specialmente in relazione alla ricetta adottata per superare il totale dissesto finanziario che aveva provocato il fallimento nazionale del 2008.
Durante i periodi di crisi “la normatività – afferma Schmitt – è impotente” e dal momento che nel caso specifico tale “normatività” è eminentemente rappresentata dal Fondo Monetario Internazionale essa è stata sospesa dal governo islandese, che ha abbandonato la tutela dei creditori esteri – inesaustamente raccomandata dal Fondo – per il bene della comunità islandese.
Qualcosa di affine era accaduto durante la Repubblica di Weimar, quando il popolo tedesco richiese l’apertura di uno stato d’eccezione che soppiantasse un ordinamento giuridico finalizzato esclusivamente ad arricchire le grandi oligarchie finanziarie e ad alimentare un circuito falsato di corruzione funzionale al mantenimento di alcuni privilegi di determinati strati sociali a scapito della comunità.
Si tratta quindi di un raro atto di audacia politica, specialmente in relazione alla stagnante realtà europea.
Al momento del crac il debito pubblico accumulato da ogni cittadino islandese ammontava a circa 500.000 euro (a fronte di una popolazione composta da 320.000 persone circa), le principali banche nazionali erano fallite nel giro di poche settimane, l’inflazione aveva superato la soglia del 18% e la recessione aveva toccato la doppia cifra percentuale.

Il debito greco lambisce il 150% del Prodotto Interno Lordo, quello islandese raggiunse nel 2008 il 1.100%.

I primi a fornire assistenza al governo di Reykjavik impegnato a raccogliere le macerie finanziare cui era stata ridotta la nazione furono gli inviati del Fondo Monetario Internazionale, che impartirono direttive affini a quelle attualmente adottate dall’Unione Europea per “salvare” la Grecia; tagli delle pensioni, erosione del Welfare, privatizzazione dei beni statali.
Stessa cosa era accaduta in Argentina.

Buenos Aires aveva iniziato nel lontano 1989 a seguire pedissequamente le indicazioni del Fondo Monetario Internazionale, privatizzando l’intero patrimonio pubblico (petrolio, acqua, ferrovie, telecomunicazioni, poste, autostrade, elettricità, miniere, compagnie aeree), liberalizzando il commercio estero, riducendo stipendi e pensioni, eliminando il controllo dei cambi e tagliando il personale per contenere il debito pubblico.
La Costituzione venne modificata per fissare la parità tra peso e dollaro onde evitare che moneta potesse essere svalutata.
Parte dei proventi ottenuti per mezzo della dismissione dell’immenso patrimonio pubblico fu dilapidata dalla corrotta e inefficiente classe politica argentina e ciò che restava non fu sufficiente nemmeno a estinguere gli 8 miliardi di dollari di debito pubblico.
Nonostante il debito pubblico del paese crebbe esponenzialmente fino a lambire l’incredibile soglia di 132 miliardi di dollari nell’arco di pochi mesi, il Ministro dell’Economia Domingo Cavallo, molto vicino al Fondo Monetario Internazionale e pianificatore di tutte le manovre finanziarie argentine, fu nominato “eroe liberale dell’anno” dal New York Times.
La ricetta dell’”eroe liberale dell’anno” provocò una recessione economica che si protrasse ininterrottamente per quattro lunghi anni, portando al fallimento nazionale proclamato nel dicembre del 2001.
La lezione argentina è stata evidentemente imparata dall’Islanda, che ha scelto di ignorare i precetti del Fondo Monetario Internazionale svalutando la moneta, trasferendo i risparmi della popolazione sui conti correnti delle tre banche nazionali e congelando i fondi dei creditori stranieri depositati negli istituti di credito in fase di liquidazione.
Sullo sfondo di un’Eurozona che sforna manovre finanziarie “lacrime e sangue” imponendo enormi privazioni alla popolazione, si staglia quindi l’eccezione rappresentata dall’Islanda, che ha ridotto l’inflazione al 5% e che il prossimo anno riuscirà, secondo le stime, a incrementare il proprio Prodotto Interno Lordo del 2,8% rigettando le direttive del Fondo Monetario Internazionale

Pubblicato da Un po' di verità... a 06:30
 
[ame=http://www.youtube.com/watch?v=shUiFXIxUs8]Islanda, quando il popolo sconfigge l'economia globale - YouTube[/ame]
 
ma davvero vogliamo fare la fine della Gracia o dell?Argentina?

DEFAULT: SARA' L'ITALIA A FAR SALTARE L'EUROPA

di Loretta Napoleoni - 6 Ottobre 2011
Situazione drammatica in Grecia, dove gli ospedali non hanno neanche più le medicine. Ma sarà il nostro Paese a trascinare il sistema europeo verso il baratro. Fra le ipotesi lo sdoppiamento dell'Euro: da noi si tornerebbe alla lira. Ma anche questo può non salvarci

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La situazione in Grecia è drammatica. Ieri c'è stato uno sciopero generale che ha praticamente paralizzato il Paese, ci sono scontri costantemente in piazza, il Paese sta lentamente scivolando attraverso un'agonia pesantissima: va verso la bancarotta. La situazione è talmente drammatica che negli ospedali non ci sono più abbastanza medicine . C'è una situazione quasi da guerra civile. Gli ospedali non riescono a gestire il numero delle persone che hanno bisogno di accedere al sistema sanitario, in più alcune organizzazioni caritatevoli dicono che è aumentato a dismisura il numero delle persone che si rivolgono a loro per poter mangiare e tra queste persone.C'è gente che fino a pochi mesi fa viveva benissimo, aveva dei negozi. Quella del commercio infatti è la classe che è stata colpita maggiormente in questo iniziale processo di decadenza economica, proprio perché i negozianti non riescono più a mantenere in piedi il loro business, dato che nessuno più compra nulla perché la situazione è quella che è.

In Inghilterra e nei paesi del nord Europa si guarda alla Grecia come un paese ormai praticamente in default. Tecnicamente il default è già avvenuto perché nel momento in cui la Grecia ha dichiarato di non essere in grado di pagare tutti i soldi che deve pagare regolarmente, quindi le cedole delle obbligazioni che scadono, il paese è andato in default. Però l'aiuto che è arrivato dall'Europa, lo ha tenuto a galla. Adesso ci troviamo di fronte a una scadenza importantissima che è a metà ottobre, se questi 8 miliardi di Euro che devono essere dati alla Grecia, l'ultima tranche dell'ultimo aiuto stipulato a luglio, non vengono elargiti, la Grecia dichiarerà bancarotta, non avrà i soldi per pagare le pensioni e per pagare gli stipendi.

Cosa pensa la classe di economisti del nord Europa? Che la Grecia non ce la farà, e lo spettacolo che si prospetta è una divisione dell'Euro, uno sdoppiamento dell'Euro: questo è lo scenario migliore a detta di molti, in cui i paesi deficitari e quindi parliamo dell'Italia, Spagna, Portogallo e molto probabilmente anche dell'Irlanda, dovranno uscire dall'Euro insieme alla Grecia e la moneta rimarrà la moneta comune usata da quei paesi che invece non sono deficitari e quindi descritti anche come i paesi più ricchi, parliamo della Germania, Olanda, Finlandia etc.

In questa situazione chiaramente i paesi deficitari dovranno ritornare alle proprie monete, il problema fondamentale è: quale sarà l'impatto di questo sdoppiamento dell'Euro? Qui le voci sono un po' svariate, chi pensa che l'Euro avrà un crollo e che quindi praticamente sarà difficile anche mantenere questa unione monetaria, a meno che i paesi che la vogliono mantenere, riescono a pompare abbastanza denaro nelle proprie banche, perché poi il discorso è sempre quello delle banche. Le banche francesi e le banche tedesche sono quelle che hanno nel portafoglio la maggior parte del debito dei paesi deficitari. E c'è invece chi dice che questo fenomeno avrà uno sviluppo più tranquillo e quindi che questa ricapitalizzazione delle banche di cui si sta discutendo anche adesso, miri a creare una base portante, monetaria forte per queste banche, di modo che quando questo sdoppiamento avverrà le banche francesi e tedesche, quindi quelle più esposte, riusciranno a mantenersi in piedi e quindi l'impatto dello sdoppiamento dell'Euro sarà attutivo .

Per quanto riguarda l'Italia la maggior parte degli economisti anglosassoni e tra questi ci sono anche gli americani, si domanda come mai in Italia non si parli di questo, come mai l'Italia non abbia iniziato a livello proprio di intellettuali e di economisti, un dibattito sulla possibilità di un default pilotato o anche sulle alternative a una politica che chiaramente è una politica che non funziona, si pensa infatti che questo declassamento delle società di rating sia solamente l'inizio di una serie di declassamenti che dovrebbero presentare l'economia italiana come quella più malata e quella più cruciale alla rottura dell'Euro.
Perché? Perché l'Italia non è la Grecia: la Grecia è una piccola parte dell'economia europea, l'Italia è il terzo paese dell'Unione Europea, quindi è in un certo senso, un paese troppo grande per fallire, ma nello stesso tempo anche troppo grande per essere salvato. Il debito è decisamente troppo elevato per poter essere assorbito anche dalla Bce o anche dal Fmi che adesso pare voglia acquistare anche parte del debito .
Quindi quello che si pensa è che il paese che potrebbe portare alla rottura dell'Euro e quindi alla disintegrazione di questo Euro così come l'abbiamo conosciuto noi e quindi a uno sdoppiamento dell'Euro, non sarà la Grecia ma sarà l'Italia che è il paese che seguirà a ruota la Grecia, qualora questa vada in bancarotta!

bancarotta, Cadoinpiedi, crisi economica, default, euro, Europa, finanza, Francia, Germania, Grecia, lira, Loretta Napoleoni, medicine, Olanda, ospedali, Pigs
 
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Blog | di Jacopo Fo
8 ottobre 2011


Commenta (56)

Più informazioni su: crisi, finanza, indignati, Islanda, reato, speculazione
Equipariamo la speculazione all’omicidio
Gente che guadagna un miliardo in un’ora… E negli ospedali greci mancano le medicine. Scommettere sul crollo conviene.

A scuola non ti spiegano come funziona la finanza. Se lo facessero avremmo già le barricate per strada. Se la gente sapesse come funziona il sistema comprenderebbe anche che è naturalmente indirizzato a creare crolli economici, semplicemente perché quando si scatena il caos e la bancarotta gli speculatori guadagnano di più. E’ una caratteristica fisiologica del sistema. E’ più facile scatenare una crisi di panico che una crisi di ottimismo. Questo è essenzialmente il motivo per il quale la finanza mondiale e nello sterco fino al collo.

In questo momento l’umanità sta permettendo che un esercito di persone senza scrupoli, guadagni cifre colossali di denaro distruggendo la vita di milioni di persone. O si regolamenta il sistema finanziario, si chiudono con l’aviazione i paradisi fiscali e si demolisce il segreto bancario, oppure col cavolo che si esce da questa crisi. Anche dopo il disastro finanziario del 1929 si arrivò alla conclusione che erano necessarie regole. Poi i controlli negli anni ’80 furono gettati al cesso.

In questo momento da Madrid a Milano e a New York masse crescenti di persone stanno scendendo in piazza. Chiedono come sia possibile che milioni di persone si trovino rovinate mentre i dirigenti delle grandi banche che hanno causato il disastro e che sono state poi salvate con i soldi pubblici, si distribuiscano premi di miliardi di euro. Come è possibile che banche che hanno prestato denaro a governi che non potevano pagare, pretendano oggi che i cittadini paghino i danni?

Gli islandesi hanno fatto una pernacchia a questo meccanismo perverso e hanno detto alle banche che pretendevano decine di migliaia di euro da ogni islandese di attaccarsi al tram: “Sapevate che l’Islanda era sull’orlo del fallimento e avete continuato a prestare denaro a un governo corrotto e incapace. Voi siete complici! Non è colpa nostra se avete finanziato dei dementi. Se volete indietro i vostri soldi fate causa ai ministri, non venite a prendervela con noi…“
 
Ultima modifica:
E l'Italia in quale posizione si trova rispetto al debito estero. Al di la delle chiacchere da bar è meglio essere consapevoli dei fondamentali altro che fallimento!

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Non solo, secondo Credit Suisse come abbiamo visto nella recente analisi dedicata , oltre a un livello del debito privato più basso della media europea (125% del Pil, la metà di Spagna e Portogallo), l’Italia ha anche passività nette estere pari al 21% del Pil, contro una media di circa il 100% nei paesi dell’Europa periferica. Ciò significa che per gli analisti della banca elevetica, se si avverasse lo scenario peggiore di caduta dell’euro, l’Italia non avrebbe bisogno di promuovere un default. Nel caso del ritorno alla lira, una svalutazione del 50% della valuta lascerebbe ancora le passività nette estere al 40% del Pil. Un livello ancora gestibile per la banca d’investimento elvetica.

E a proposito di pareggio di bilancio, evitiamo di dire fesserie come scrivono alcuni giornali, nei prossimi anni le previsione di pareggio sono comprensive anche degli oneri a servizio del debito anche senza crescita economica e il debito verrà comunque ridotto dall'effetto inflazione, ma questo i fobici dell'inflazione non ve lo raccontano!

Ma Mauldin va oltre sostenendo che gli irlandesi non possono rimborsare il debito nei termini attuali anche con tassi ai minimi termini grazie alla BCE e all'Europa sperando di uscire da questa trappola se va bene nei prossimi 30 anni. Hanno consegnato il futuro di se stessi e dei loro figli a decenni di duro lavoro per ripagare le banche inglesi, tedesche e francesi, mai una volta che ce ne sia una italiana in questa graduatoria di volpi finanziarie che ora rischiano di fare la figura dei fessi e farsi nazionalizzare dai propri governi.

Guardatevi la classifica di seminatori di illusioni, i dati sono relativi allo scorso anno e quindi in tempi non sospetti, quando ben pochi avevano ancora cominciato a scaricare il debito irlandese. Guardavela bene questa graduatoria di fessi e date un'occhiata alle cifre in ballo!
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Ecco perchè quotidianamente Inghilterra e America urlano le loro paure altro che crisi europea sono loro insieme alle banche tedesche e francesi che hanno provocato il cosidetto fenomeno "subprime europeo" altro che Italia. In molti oggi vogliono ripudiare il debito
"Ma gli elettori sembrano voler rinunciare al debito. E la matematica suggerisce che l'Irlanda non può ripagare questi banchieri stranieri senza grandi sacrifici." In un primo momento, si ricorda che l'Irlanda sta facendo ciò che deve essere fatto: tagliare la spesa e gli stipendi. Ma qui è il problema per l'Europa.La quantità di denaro necessaria per salvare l'Irlanda sarà molto più di quello che ora pensano, o almeno sono disposti ad ammettere.
E i soldi di cui ha bisogno l'Europa sono ben oltre i 440 miliardi di €
di fondi disponibili per l'ESFS.

.... continua
I CIELI D'IRLANDA! | icebergfinanza
 
E l'Italia in quale posizione si trova rispetto al debito estero. Al di la delle chiacchere da bar è meglio essere consapevoli dei fondamentali altro che fallimento!

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Non solo, secondo Credit Suisse come abbiamo visto nella recente analisi dedicata , oltre a un livello del debito privato più basso della media europea (125% del Pil, la metà di Spagna e Portogallo), l’Italia ha anche passività nette estere pari al 21% del Pil, contro una media di circa il 100% nei paesi dell’Europa periferica. Ciò significa che per gli analisti della banca elevetica, se si avverasse lo scenario peggiore di caduta dell’euro, l’Italia non avrebbe bisogno di promuovere un default. Nel caso del ritorno alla lira, una svalutazione del 50% della valuta lascerebbe ancora le passività nette estere al 40% del Pil. Un livello ancora gestibile per la banca d’investimento elvetica.

E a proposito di pareggio di bilancio, evitiamo di dire fesserie come scrivono alcuni giornali, nei prossimi anni le previsione di pareggio sono comprensive anche degli oneri a servizio del debito anche senza crescita economica e il debito verrà comunque ridotto dall'effetto inflazione, ma questo i fobici dell'inflazione non ve lo raccontano!

Ma Mauldin va oltre sostenendo che gli irlandesi non possono rimborsare il debito nei termini attuali anche con tassi ai minimi termini grazie alla BCE e all'Europa sperando di uscire da questa trappola se va bene nei prossimi 30 anni. Hanno consegnato il futuro di se stessi e dei loro figli a decenni di duro lavoro per ripagare le banche inglesi, tedesche e francesi, mai una volta che ce ne sia una italiana in questa graduatoria di volpi finanziarie che ora rischiano di fare la figura dei fessi e farsi nazionalizzare dai propri governi.

Guardatevi la classifica di seminatori di illusioni, i dati sono relativi allo scorso anno e quindi in tempi non sospetti, quando ben pochi avevano ancora cominciato a scaricare il debito irlandese. Guardavela bene questa graduatoria di fessi e date un'occhiata alle cifre in ballo!
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Ecco perchè quotidianamente Inghilterra e America urlano le loro paure altro che crisi europea sono loro insieme alle banche tedesche e francesi che hanno provocato il cosidetto fenomeno "subprime europeo" altro che Italia. In molti oggi vogliono ripudiare il debito
"Ma gli elettori sembrano voler rinunciare al debito. E la matematica suggerisce che l'Irlanda non può ripagare questi banchieri stranieri senza grandi sacrifici." In un primo momento, si ricorda che l'Irlanda sta facendo ciò che deve essere fatto: tagliare la spesa e gli stipendi. Ma qui è il problema per l'Europa.La quantità di denaro necessaria per salvare l'Irlanda sarà molto più di quello che ora pensano, o almeno sono disposti ad ammettere.
E i soldi di cui ha bisogno l'Europa sono ben oltre i 440 miliardi di €
di fondi disponibili per l'ESFS.

.... continua
I CIELI D'IRLANDA! | icebergfinanza
Ecco perchè il buon Trichet dopo aver smesso l'abito del monaco oggi urla che il sistema è a rischio, le banche vanno assolutamente ricapitalizzate, che l'Europa all'improvviso è diventata sistemica.

Ecco perchè queste cose le saprete sempre e solo dai bloggers e non dalla stampa ufficiale, quelli dietro l'ufficialità e il politicamente corretto vi nasconderanno sempre tutto!

Ieri sul Financial Times a questo indirizzo hanno pubblicato l'analisi che abbiamo condiviso la scorsa settimana " Italy’s debt a better bet than ‘triple A’ UK ovvero il debito italiano nonostante i vari downgrade è migliore della ignobile tripla A inglese e guarda caso non hanno potuto nasconderla questa analisi anche se si continua a seminare idiozie!
 
[ame="http://www.youtube.com/watch?v=URbC8Bb77ws&feature=channel_video_title"]«Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!»[/ame]
 
venerdì, 14 ottobre 2011
ITALIA: UH OH CHI SI RIVEDE BLACK ROCK!




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Alla fine giorno dopo giorno la Verità è sempre più figlia del tempo e i nodi vengono al pettine. Forse alcuni di Voi si ricordano il post di inizio luglio dal titolo Black Rock Illuminimismo Finanziario! quando i loro analisti se ne uscirono con un'analisi piena di cifre fantasiose come l'ipotesi tutta loro di scadenza di circa il 43 % dell'intero debito italiano nei prossimi due anni, debito italiano che ha una delle durate medie più elevate del mondo occidentale. Come abbiamo visto nel post a luglio abbiamo facilmente smontato la loro tesi!



.
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Sempre a luglio Black Rock sosteneva che ...



" L'Italia è più a rischio di Ungheria ed Irlanda, uno dei paesi salvati dal default dall'Unione europea. Questa è l'opinione degli analisti del fondo americano Blackrock che ha recentemente creato un nuovo indice sul rischio sovrano che monitora 44 paesi. Nella classifica dei meno stabili, la società colloca ai primi posti Grecia e Portogallo definendo i loro debiti pubblici "insostenibili". Seguono poi Venezuela, Egitto, Italia, Ungheria e Irlanda. Tra i più virtuosi ci sono invece la Norvegia, che ha un debito pubblico estremamente basso, la Svezia, la Svizzera e la Finlandia.



Come mai il nostro paese, che pure vanta rating decisamente migliori dei paesi che affianca nella classifica, viene giudicato in maniera così negativa?



Per rispondere a questa domanda occorre prima spiegare cos'è il "Blackrock Sovreign Risk Index". Il fondo americano, alla luce della crescente attenzione dei mercati per la situazione della Grecia, ha infatti deciso di elaborare un indice sulla stabilità dei debiti sovrani. (...)



L'Italia(...), ha uno spazio fiscale limitato secondo gli esperti del fondo americano. In primo luogo perché ha un calendario delle scadenze dei titoli di stato non proprio favorevole. Nei prossimi due anni - fanno notare - andrà a maturazione il 43% del totale del corposo debito italiano. (...)(Sole24Ore)



Poi all'improvviso in un pomeriggio di inizio autunno, proprio quando secondo il mondo intero l'Italia è sull'orlo del fallimento, risultati disastrosi, banche al collasso, politica allo sfascio, Deutsche Bank che scarica tutti i titoli italiani e gioca con i credit default swap, suggerimenti di liquidazione dei titoli di stato italiani, un fuggi fuggi generale dal Bel Paese e chi più ne ha più ne metta, guarda un pò chi si rivede...



BlackRock: acquista debito italiano su migliori prospettive Intervista su Bloomberg Tv New York, 13 ott - BlackRock, maggiore asset manager al mondo, sta comprando debito italiano, sulla scia di un miglioramento delle prospettive collegato a una possibile soluzione della crisi di debito in Europa. Lo ha detto a Bloomberg Television Rick Rieder, capo degli investimenti della societa' newyorkese che gestisce asset per 3.660 miliardi di dollari. "Un mese fa, i governi non stavano veramente reagendo ad alcuni stress e non stavano parlando di ricapitalizzazione delle banche o di assicurare liquidita' a Italia o Spagna", ha detto Rieder, sottolineando che invece "ora dicono che e' il momento di agire e per noi il risultato finale sara' costruttivo, ha dato una boccata d'aria ai mercati". I governi di Francia e Germania il 9 ottobre si sono impegnati ad agire per ricapitalizzare le banche, aiutare la Grecia e rafforzare la governance economica europea. "Ci saranno ostacoli lungo la strada, siamo molto cauti sull'acquisto di debito italiano, ma la situazione e' decisamente migliore e il tono e' cambiato"(America24).



Cavoli ma perchè nessuno ci ha detto che la situazione è decisamente migliore, visto che tra un po si torna in Babilonia ops no in Mesopotamia!



No non è cambiato nulla cari lettori, non può cambiare nulla se questi scienziati pensano di risolvere il problema del debito creando veicoli finanziari che lavorano cancellando il debito con altro debito a leva, creando denaro dal nulla, il debito va ristrutturato e azioni e obbligazionisti devono assumersi le loro responsabilità punto!



Arriveranno giorni peggiori, andrà peggio prima di andare meglio ma i fondamentali del nostro paese nonostante una classe politica impresentabile attenueranno questa depressione economica ma non la eviteranno. Il nostro è un popolo che nelle difficoltà si è sempre esaltato e lo sarà anche questa volta, ma abbiamo bisogno di riformare dalle fondamenta questo Paese.



A proposito di Deutsche Bank qualcuno mi sa dire perchè un giorno si e un'altro ancora il suo ceo Ackermann ha una dannata paura di ricapitalizzare il suo istituto dichiarando che farà il possibile per non ricever aiuti statali. La ricapitalizzazione delle banche non risolverà il problema del debito sovrano perchè non è più risk free ovvero libero da rischi? Ma stiamo scherzando! Sino a qualche mese fa le banche non potevano fallire perchè le salvavano gli Stati e ora chi salva gli Stati le banche magari! E' inutile che Ackermann continui ad usare la minaccia del credit crunch, ovvero il prosciugamento del credito all'economia reale.



" I problemi non derivano dal finanziamento dei capitali delle banche ma dal fatto che i titoli di Stato hanno perso lo status di bond a rischio zero " Ma stiamo scherzando, ma non diciamo fesserie!



I problemi ci sono perchè le banche hanno giocato con i soldi dei propri risparmiatori, hanno girato mezza Europa seminando credito subprime per alimentare bolle immobiliari ed industriali, hanno disseminato il mondo di derivati e sono state salvate o meglio zombizzate dagli interventi statali, soldi che hanno fatto esplodere i debiti pubblici, soldi che ora le banche usano per scomettere contro gli stati sovrani!



Diciamo le cose come stanno e mettiamoci pure le responsabilità dei politici e del popolo in questa orgia del debito!



Ma proprio mentre Black Rock dopo aver seminato il panico all'inizio di luglio ora torna ad acquistare a prezzi stracciati il debito pubblico italiano, un'altra nota marca di sigarette figlia della fantasia del nostro Fringuello MS, una delle tante banche americane diffonde fumogeni sostenendo attraverso altri fantasiosi indicatori ( denominato Euro Macro Financial Rating ...oggi farsi i rating in casa va di moda come i tortellini ) che oggi l'Irlanda e meglio messa del nostro Paese.



Premetto una cosa! Io amo l'Irlanda, ce l'ho nel cuore, se potessi andrei ad abitarci. Sogno la Sky Road e il Connemara, i suoi castelli, le sue fattorie e i suoi prati e soffro per la devastazione che ha subito.



Se uno va a leggersi la loro bottom line sull' Italia, redata da uno spirito libero italiano, ci vede una prospettiva ciclica piuttosto scarsa per la recessione che verrà, come se fosse solo un problema italiano, come se negli anni passati l'Italia non avesse subito alcuna recessione senza che nessuno un giorno si e un'altro ancora urlasse il fallimento del nostro paese. Incertezza politica tassi crescenti e via dicendo.



Non stiamo bene ma non siamo sull'orlo di nessun fallimento. Se salta l'Euro saltano tutti Germania compresa e le banchette di carta americane e inglesi!



Si ripropongono i punti di forza avanzo di bilancio primario, unico paese europeo, basso livello di indebitamento del settore privato, bolla immobiliare relativa, leva aziendale inferiore alla media, crisi bancaria limitata, buona ricapitalizzazione e assenza di bolle immobiliari imponenti come in Spagna e Irlanda, assenza di grandi squilibri interni, ovvero il nostro Paese non ha bisogno di attrarre capitali in grande misura, indebitamento esterno contenuto e disavanzo partite correnti relativamente piccolo.



Sin qui nulla di nuovo sapevamo tutto!



E ora veniamo alle fragilità con prospettive di crescita povere, misure di austerità supplementari, con previsioni di contrazione del 0,3 % nel prossimo anno, una cifra sbalorditiva, impressionante. Elevato indebitamento pubblico, aumento dei tassi anche se la durata media elevata è un punto di forza, alto peso nei portafogli e banca centrale a sostegno ( ... fatevi due conti e poi vedrete che la fantasia è al potere in questo campo ) Si riconosce che le riforme del sistema pensionistico lo hanno reso più sostenibile ma la competitività e produttività altra idiozia quest'ultima di un sistema malato continueranno a limitare il potenziale di crescita, incertezza politica, etc etc.



Tirando le somme in Irlanda stanno meglio di noi! Affascinante, decisamente affascinante!



Vediamo velocemente come è possibile dichiarare che l'Italia non ha bisogno di attrarre grossi capitali e poi elogiare un'Irlanda che quasi si prostituisce per attrarli. Se poi addirittura ti sforzi di far sembrare plausibile un indicatore che mette nello stesso calderone importazioni ed esportazioni ricavandoci una media arbitraria il gioco è fatto.

Loro ci hanno messo la forza economica che loro hanno e noi no suppongo, la vulnerabilità fiscale, solvibilità e sostenibilità del debito ( ma qualcuno ha dato un'occhiata al debito irlandese...)

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Addirittura le condizioni finanziarie ovvero la leva finanziaria del settore privato, banche liquidità, mercato come se in Irlanda fossero al primo posto nelle classifiche mondiali del risparmio dopo aver subito la più devastante bolla immobiliare della storia, la dipendenza esterna, posizione netta sull'estero e per ultima l'incertezza politica. Si dice inoltre che il modello E-MFR è vagamente ispirato da alcuni dei criteri usati dalle agenzie di rating e altre classifiche ranking sulla crescita prospettive e via dicendo.



Quindi se su cinque indicatori siamo 4 a 1 per noi, si perde la partita a tavolino 1 a 4 per la famigerata incertezza politica e il resto conta poco o nulla!



Bene a Voi ogni altra considerazione!
 

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