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Post di Mauro Bottarelli
Mauro Bottarelli
Giornalista freelance
1 settimana
Si comincia. E visto il protagonista, it starts with a bang. Certo, 531 milioni di euro non sono granché.
Ma Blackstone quei bond legati a un portfolio di ufficio e spazi commerciali finlandesi acquistati nel 2018 da Sponda Oy, ha provato a venderli. Tanto che i detentori avevano dato luce verde a una prima estensione.
Ma preso atto dell'impossibilità di liberarsi da quella carta, il cui valore è stato eroso dall'aumento dei tassi, gli stessi hanno bocciato un secondo grace period.
Default.
Il mondo finisce?
Ovviamente, no.
Ma l'acronimo CMBS rischia di diventare il nuovo subprime.
E se negli Stati Uniti finora il redde rationem è stato evitato dal pivot della FED, ora
l'epicentro rischia di divenire l'Europa.
Da un lato, il silenzioso dipanarsi della querelle legata
all'austriaca Signa e alle sue esotiche esposizioni bancarie.
Dall'altro, l'affaire scandinavo.
Perché mentre i tg si concentrano sulle temperature glaciali che stanno attanagliando Finlandia e Svezia, i due Paesi cominciano a sentire i brividi per altri motivi. Come spiega il link postato nei commenti,
Stoccolma sta facendo i conti con un tasso di fallimenti che non si registrava dalla crisi degli anni Novanta. Nel 2023, un +29% su base annua totalmente riconducibile all'esplosione della property bubble
che sta letteralmente paralizzando il sistema bancario. E si tratterebbe solo della punta dell'iceberg, tanto più che dopo 18 mesi di rialzo dei tassi, l
a Riksbank ha azzardato uno stop in concomitanza del primo rallentamento dell'inflazione. Nel frattempo, il numero di startups in settori chiave come costruzioni e retail segna i minimi da oltre un decennio. T
radotto, recessione. Che una catena di default, però, potrebbe tramutare da "soft" - come concesso dagli analisti e dalla stessa Banca centrale - in "hard", di fatto in un contesto regionale che è quello descritto
dal mancato pagamento di Blackstone.
Che fare?
Beh, il fatto che quell'area da tempo sia al centro di una forsennata campagna di ingresso nella NATO potrebbe rivelare una strategia parallela che somigli al paracadute d'emergenza. In caso la Riksbank non riuscisse a estrarre un coniglio dal cilindro entro fine mese, quanto scommettere che Stoccolma e Helsinki diverranno di colpo obiettivi prioritari di rinnovati attacchi hacker russi? D'altronde, se il cyber e il financial warfare rientrano ormai a pieno titolo nelle fattispecie di guerra ibrida, chi potrebbe obiettare su un'estensione a livello finanziario dell'Articolo 5 dell'Alleanza, quello che impone la difesa comune di un membro (o candidato, in questo caso) sotto attacco esterno?
Detto fatto, la Turchia con il suo veto e targhe alterne diviene ancora una volta soggetto dirimente. Non a caso, nonostante un'inflazione fuori controllo, Ankara riesce sempre a trovare lo swap dell'ultim'ora per tamponare le riserve. Tout se tient. In compenso, questi post hanno le donazioni come unica swap line. Nei commenti trovate come potete garantire il vostro sostegno. Grazie.