Stiamo parlando e scrivendo di 2 civiltà.
Di una “democratica, colta e tollerante” e di una “fanatica, chiusa e ignorante”.
Eppure le cose non sono andate sempre così.
Intorno all’anno 1000 la mente medievale europea era, per certi versi, simile a come vogliamo vedere quella islamica di oggi.
Era gravata da secoli di superstizione e ancora timorosa del nuovo e ossequiente al rifiuto agostiniano di studiare la natura.
Mancava soprattutto la cultura dei greci il cui sapere si era perduto nei secoli.
L’uso dei numerali romani rendeva la moltiplicazione e la divisione quasi impossibili
I problemi di geometria si risolvevano ritagliando pezzi di pergamena in forma di triangoli.
L’universo dell’uomo medioevale era statico e immutabile ed era lo stesso delineato da Agostino: la natura era imperscrutabile e l’unica cosa importante era prepararsi ad un’altra vita.
Anche lo stile di vita era quasi primitivo:la gente umile viveva nell’ignoranza più completa convinta che quel microcosmo rappresentato dal loro villaggio fosse l’unica realtà possibile; la presenza di qualche monaco di passaggio rappresentava un evento eccezionale.
Ed erano monaci che parlavano un latino degenerato, dediti al bere, alle armi e alle donne.
Gli abitanti delle città gettavano i loro rifiuti nei canali di scolo al centro delle stradine, cosa che provocava un fetore insopportabile(non parliamo delle abitudini alimentari).
Interpretare la legge significava andare da un prete e chiedergli di pregare Dio perché desse un segno del suo volere.
Il giudizio di Dio era interpretato attraverso la prova del fuoco o l’uso di gettare i sospetti in un fiume con mani e piedi legati per verificare la loro innocenza.
La maggior parte dei processi(quando venivano svolti)era affidata ad astrologi che giudicavano l’innocenza o la colpevolezza in base alla data di nascita.
Quando le truppe cristiane, nel 1085, occuparono Toledo che era sotto le mani degli arabi dal 720, vi scoprirono una cultura e un tesoro letterario che superava ogni immaginazione.
Gli Arabi avevano trasformato la Spagna meridionale in un paradiso.
L’Andalusia era diventata una regione agricola molto produttiva con efficaci centri di irrigazione.
Ma anche ricca e raffinata; nella capitale Cordova c’erano 300 bagni pubblici(allora sconosciuti), le strade erano lastricate e illuminate, c’erano più di 70 biblioteche e solo quella del palazzo Reale conteneva più di 400.000 volumi.
Gli Arabi usavano la carta, ancora sconosciuta in Occidente e la carta moneta per gli scambi commerciali.
Era una Società tollerante nei confronti delle altre fedi religiose e migliaia di ebrei e cristiani vivevano in pace e armonia(in Occidente gli ebrei cominciavano ad essere invidiati e odiati dai cristiani perché la loro religione non gli impediva di praticare l’usura e di diventare ricchi; ai cristiani allora era vietato prestare denaro con interesse).
Le influenze della cultura araba diventavano importantissime nel campo musicale e matematico.
A metà del secolo XI il leggendario Cid prese Toledo.
Il mito, incoraggiato dalla Chiesa, ha fatto di quest’uomo il perfetto cavaliere cristiano che combatteva gli Arabi pervertiti, malvagi e dissoluti.
Il Cid era in realtà un mercenario che, con la benedizione del Papa, saccheggiava e devastava senza pietà e praticava l’arte dell’atrocità.
Unica nota positiva, il sacco di Toledo permise agli intellettuali europei di avvicinarsi alla cultura araba enormemente superiore alla loro e di scoprire il razionalismo e l’impostazione laica della ricerca e del pensiero.
Il bagaglio delle conoscenze del mondo Arabo che venne scoperto dai dotti europei era enorme e comprendeva:medicina, astrologia, psicologia, fisiologia, botanica, algebra, geometria, idrostatica, navigazione, meteorologia, geografia, musica, ottica, matematica, fisica, chimica e filosofia.
A loro dobbiamo la riscoperta della logica di Aristotele.
E’ veramente un peccato che una cultura così evoluta abbia perso, nei secoli, tutte quelle caratteristiche di tolleranza e apertura e che la caratterizzavano 1000 anni fa.
Forse le dobbiamo qualcosa in più che una analisi superficiale delle loro esigenze e della loro storia .
O di una guerra.