Non sono soddisfatto dell'ultimo pezzo che ho scritto. Le cose infatti sono più complesse.
Dare maggiore dignità ai paesi islamici e dare loro un maggiore peso politico non sarebbe sufficiente, come dicevo.
Neppure avere un diverso atteggiamento economico (meno predatorio).
Il problema è che tali paesi hanno accumulato una enorme rabbia.
Quando un uomo versa nella miseria e nella disperazione deve trovare un obiettivo per non farsi sopraffare.
Un obiettivo aiuta a sopravvivere. Un obiettivo o un nemico.
E occorre capire che in quei paesi alcune persone hanno trovato il proprio nemico: l'occidente.
Un occidente in parte reale ed in parte virtuale su cui versare il proprio odio.
Ora, se si vive nell'odio, è molto difficile uscirne. Occorre un evento straordinario, una rappacificazione, una conversione.
Ed anche in tal caso a volte c'è una impossibilità di ritorno alla pace in alcune persone; succede ad es ai reduci... senza la guerra si sentono persi.
Nei paesi islamici vi sono dunque strati di popolazione da recuperare e sarà molto difficile farlo.
Occorrerebbe un boom economico ma tale boom è di difficile realizzazione non solo per i nostri interessi economici (contrari magari ai loro) ma anche perchè abbiamo visto come in quei paesi la ricchezza non venga distribuita uniformemente.
Non c'è in quei paesi una storia democratica. Come non c'è in Cina (come possiamo pensare ad una Cina democratica se in 4000 anni non ha mai visto neppure un briciolo di democrazia??).
Non mi risulta vi sia mai stato un periodo repubblicano.
Probabilmente questa mancanza deriverà dal loro modello familiare e sociale, non saprei ma è un dato di fatto.
Lo stesso ragionamento è stato fatto di sicuro dagli USA.
I consiglieri di Bush (che io faccio fatica a non detestare profondamente, sia chiaro) non sono degli sprovveduti; una delle ragioni della guerra all'Irak è quella di creare nell'Irak una testa di ponte democratica.
Non sto scherzando
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Gli USA hanno interesse a creare un Irak non solo democratico ma che sia anche un modello di sviluppo e di benessere all'interno del mondo islamico.
Ragazzi, io lo so che gli USA non sono dei benefattori; ma stavolta è proprio per il loro tornaconto (uno dei tornaconti, gli altri li sappiamo tutti, dal petrolio agli interessi economici della ricostruzione, etc etc) che l'Irak deve essere democratico e possibilmente con una redistribuzione almeno minima della ricchezza. In tal modo il paese sarebbe di esempio verso il mondo islamico, influenzando non tanto i governi di quei paesi quanto le popolazioni civili.
Come già detto in precedenza le parole servono a poco tra le persone; molto più efficaci i fatti, le testimonianze. Le persone viaggiano e parlano, raccontano, e i loro racconti diventano sensibilità comune creando desiderio di emulazione. Insomma se uno va in Irak e vede che un irakeno ha la macchina, la tv, una bella casa, la moglie con le cosce di fuori, che apparentemente se la spassa .. ovvio che voglia anche lui quelle cose nel proprio paese.
E' ovvio che in parte è solo apparenza (ricordo che in Romania mi chiedevano sempre di come si stesse in Italia e loro pensavano che qui le cose fossero perfette) ma è l'apparenza che crea i desideri e quindi che muove le persone.
E' ovvio che è un tentativo... gli USA non sono sicuri che possa funzionare.
I governi ed i potenti degli stati islamici però tutto vogliono meno che i propri stati diventino democratici. Gli Iman, che sono potentissimi, di certo non vorranno perdere il proprio potere. Dunque la resistenza da parte di Iman e potenti sarà feroce, e la loro predicazione integralista ancor più ossessiva.