Purtroppo è stato rigettato, ma credo che abbia contribuito alla formazione della parte favorevole della decisione. La presenza massiccia degli Italian Bondholders al Consiglio di Stato ha posto prepotentemente il tema della centralità dei Tribunali a tutela dei diritti civili, anche a livello europeo.
Ampliando il discorso, la ragione di stato è prevalsa su tutto, ma il Consiglio di Stato ha ribadito in modo netto la separazione dei poteri (politico e giudiziario), aprendo due porte:
- il diritto all'indennizzo: la corte ha ribadito più volte il diritto all'equo indennizzo, indipendentemente dall'offerta del Ministro. Il Ministro ha diritto ad espropriare se ricorrono le ragioni, può proporre l'offerta di indennizzo, ma qui si ferma il potere politico. Per contro, l'espropriato ha diritto a fare riscorso per vedersi riconosciuto un equo indennizzo dal tribunale, che avrà la parola definitiva sulla vicenda.
- il diritto al risarcimento del danno: non è di poco conto il fatto che il bondholder espropriato possa rivalersi ad esempio nei confronti della banca stessa, in caso di comunicazioni misleading. Si possono aprire scenari interessanti.
Non vorrei smorzare gli entusiasmi, ma la strada è ancora in salita e passerà tutta per i tribunali. Ricordiamoci sempre da dove siamo partiti: il 1° febbraio il Ministro delle Finanze ci aveva tolto tutto, di fatto offrendoci zero. Da una situazione in cui eravamo dati per spacciati, siamo riusciti ad ottenere un parziale ribaltamento. Il Consiglio di Stato ha riconosciuto i nostri diritti e ci ha dato gli strumenti per poterli difendere. La battaglia inizia ora.