Val
Torniamo alla LIRA
È ancora possibile risvegliare le persone?
È possibile risvegliare le persone?
Informare i cittadini è sufficiente o occorre fare di più?
Se la classe politica non fa che confermare il periodo nero in materia di conoscenza delle materie economiche,
tanto da fare il contrario degli interessi dell’Italia, diversamente si stanno comportando i cittadini.
Significa che i lettori vogliono informarsi e che gli slogan dei leaders non convincono più.
Ma basta condividere articoli e video sui social per far sì che l’Italia cambi rotta?
La nostra risposta è no.
NON BASTA INFORMARE, OCCORRE DIVULGARE
La nostra opinione è che non basti informare, ma che occorra divulgare.
La divulgazione passa attraverso processi di semplificazione dei contenuti mantenendone costante la qualità.
Ciò non basta ancora.
Occorre mantenere elevata la percezione da parte del lettore, di credibilità e per fare questo occorre uscire dalla logica degli slogan e della banalizzazione.
Dobbiamo uscire anche dalla logica dell’influencer, che tanto gode della propria visibilità da rendere secondario il risveglio delle masse,
e passare al modo di rendere indipendente il pensiero e l’azione delle persone.
Senza soggiogarle a nuovi capi bastone e leader (sempre di sé stessi e meno di un progetto onesto ed organico).
Serve dunque rendere capillare il messaggio. Capillare e comprensibile, quindi auto gestito.
Solo così cresce la vera consapevolezza, e si può sperare ancora nella nascita di progetti di liberazione dal basso,
fatta da persone che si associano spontaneamente con obiettivi ed interessi comuni; in piena sovranità di sé stessi.
Per lavorare per il bene comune serve partire dalle reali esigenze delle persone.
Per fare questo occorre che le persone si rendano compartecipi attivamente e questo si ottiene solo se le persone si rendono conto dei reali problemi da affrontare con maggiore urgenza.
Non basta avvertire un problema, è necessario conoscerlo
Occorrono quindi strumenti che facilitino la cmprensione dei problemi, che siano alla portata della grande massa.
Se non faremo così, rimarremo nel solito processo di creazione di concenso basato sulla fede nel leader.
E credo che siamo più o meno tutti d’accorto sulla scarsa qualità dei leader italiani.
Se non faremo così continueremo a rimanere indietro e così, addio per sempre sovranità.
Ciò che è stato fatto negli scorsi decenni è proprio rendere l’economia una materia talmente complicata da farci pensare che,
senza il tramite dei politici e degli economisti, per noi sarebbe incomprensibile.
Invece è vero il contrario!
È proprio a causa dei “guru” che ci troviamo estromessi dal gioco della comprensione della realtà.
Con il loro linguaggio e spesso con il loro modo di porsi, arrogante ed altezzoso, alla Marattin o alla Bordin tanto per intenderci,
ci fanno allontanare dai temi dell’economia, nonostante dovrebbe invece diventare il nostro pane quotidiano, visto che ci viviamo immersi 24 ore al giorno.
Avere una chiara visione di ciò che ci aspetta è fondamentale per prepararci ai grandi cambiamenti che sono in corso.
Ecco perché dobbiamo avere accortezza dei grandi cambiamenti che economia, industria, finanza, politica e società stanno affrontando.
A metterci in grado già oggi di fare chiarezza sul futuro che è già in atto e che nessuno ci spiega.
E questo, signori miei, fa una bella differenza.
cos’è la macro economia – cos’è la moneta – a cosa servono le tasse – il debito pubblico – le banche – chi e come crea il denaro –
la disoccupazione – inflazione e deflazione – lo spread – il rating – la competitività – il quantitative easing – i saldi settoriali – gli NPL – la BCE – i derivati…
tutto sull’austerity – i trattati europei – il MES – il fiscal compact.
Insomma, finalmente anche i cittadini più sfiduciati oggi hanno uno strumento per riprendere il controllo del proprio pensiero,
senza dipendere da politici e da pifferai del web e della TV.
Dopo aver letto il libro di economia spiegata facile chiunque saprà distinguere i falsi profeti da chi gli dice la verità.
È possibile risvegliare le persone?
Informare i cittadini è sufficiente o occorre fare di più?
Se la classe politica non fa che confermare il periodo nero in materia di conoscenza delle materie economiche,
tanto da fare il contrario degli interessi dell’Italia, diversamente si stanno comportando i cittadini.
Significa che i lettori vogliono informarsi e che gli slogan dei leaders non convincono più.
Ma basta condividere articoli e video sui social per far sì che l’Italia cambi rotta?
La nostra risposta è no.
NON BASTA INFORMARE, OCCORRE DIVULGARE
La nostra opinione è che non basti informare, ma che occorra divulgare.
La divulgazione passa attraverso processi di semplificazione dei contenuti mantenendone costante la qualità.
Ciò non basta ancora.
Occorre mantenere elevata la percezione da parte del lettore, di credibilità e per fare questo occorre uscire dalla logica degli slogan e della banalizzazione.
Dobbiamo uscire anche dalla logica dell’influencer, che tanto gode della propria visibilità da rendere secondario il risveglio delle masse,
e passare al modo di rendere indipendente il pensiero e l’azione delle persone.
Senza soggiogarle a nuovi capi bastone e leader (sempre di sé stessi e meno di un progetto onesto ed organico).
Serve dunque rendere capillare il messaggio. Capillare e comprensibile, quindi auto gestito.
Solo così cresce la vera consapevolezza, e si può sperare ancora nella nascita di progetti di liberazione dal basso,
fatta da persone che si associano spontaneamente con obiettivi ed interessi comuni; in piena sovranità di sé stessi.
Per lavorare per il bene comune serve partire dalle reali esigenze delle persone.
Per fare questo occorre che le persone si rendano compartecipi attivamente e questo si ottiene solo se le persone si rendono conto dei reali problemi da affrontare con maggiore urgenza.
Non basta avvertire un problema, è necessario conoscerlo
Occorrono quindi strumenti che facilitino la cmprensione dei problemi, che siano alla portata della grande massa.
Se non faremo così, rimarremo nel solito processo di creazione di concenso basato sulla fede nel leader.
E credo che siamo più o meno tutti d’accorto sulla scarsa qualità dei leader italiani.
Se non faremo così continueremo a rimanere indietro e così, addio per sempre sovranità.
Ciò che è stato fatto negli scorsi decenni è proprio rendere l’economia una materia talmente complicata da farci pensare che,
senza il tramite dei politici e degli economisti, per noi sarebbe incomprensibile.
Invece è vero il contrario!
È proprio a causa dei “guru” che ci troviamo estromessi dal gioco della comprensione della realtà.
Con il loro linguaggio e spesso con il loro modo di porsi, arrogante ed altezzoso, alla Marattin o alla Bordin tanto per intenderci,
ci fanno allontanare dai temi dell’economia, nonostante dovrebbe invece diventare il nostro pane quotidiano, visto che ci viviamo immersi 24 ore al giorno.
Avere una chiara visione di ciò che ci aspetta è fondamentale per prepararci ai grandi cambiamenti che sono in corso.
Ecco perché dobbiamo avere accortezza dei grandi cambiamenti che economia, industria, finanza, politica e società stanno affrontando.
A metterci in grado già oggi di fare chiarezza sul futuro che è già in atto e che nessuno ci spiega.
E questo, signori miei, fa una bella differenza.
cos’è la macro economia – cos’è la moneta – a cosa servono le tasse – il debito pubblico – le banche – chi e come crea il denaro –
la disoccupazione – inflazione e deflazione – lo spread – il rating – la competitività – il quantitative easing – i saldi settoriali – gli NPL – la BCE – i derivati…
tutto sull’austerity – i trattati europei – il MES – il fiscal compact.
Insomma, finalmente anche i cittadini più sfiduciati oggi hanno uno strumento per riprendere il controllo del proprio pensiero,
senza dipendere da politici e da pifferai del web e della TV.
Dopo aver letto il libro di economia spiegata facile chiunque saprà distinguere i falsi profeti da chi gli dice la verità.