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Ahahahahahah

"Non so se sia vero che a Repubblica si sarebbero lamentati di una garbata lettera
di Alain Elkann, padre di John e Lapo, cioè i padroni del quotidiano,
confinata peraltro nelle pagine dei commenti molto in là con la foliazione,
in cui lo scrittore lamentava la maleducazione dei giovani ricchi che, insieme a lui,
hanno diviso la prima classe di un treno Italo per Foggia.

Ma se fossero vere le accuse di classismo rivolte dai cronisti di Repubblica ad Elkann,
che invece lamentava solo la cafonaggine di questi nuovi figli di arricchiti,
tutta arroganza, tatuaggi e niente cultura, ci sarebbe da spernacchiarli.


Come… tanta demagogia sul populismo e poi non si capisce che questa piaga sia figlia dell’uno vale uno?

Quale classismo?

Perché i giovinastri tendenzialmente violenti e sicuramente arroganti,
che hanno viaggiato in treno insieme al papà di John,
invece di spendere soldi in iPhone e costosi tatuaggi,
non si comprano anche loro una bella stilografica
e un’edizione francese della Recherche di Proust.


E non impiegano il loro cervello in cose più costruttive?

Sicuramente, lo sbando esistenziale in cui annaspa l’ex quotidiano di Eugenio Scalfari – che si rivolterà nella tomba –
riflette le stesse difficoltà politiche che ci sono nel Partito Democratico:
garantisti o forcaioli, di sinistra o al traino dei grillini, plebei o patrizi?


Certo, tacciare di classismo le rimostranze garbate di un signore
che, nonostante sia il padre dei padroni del giornale, e di mezza Italia,
non si fa mai vedere né sentire, se non per occasioni culturali,
non fa altro che incrementare la prevaricazione esistenziale
di questo plebeismo dei rampolli dei ricchi e degli arricchiti,
che è un ingrediente essenziale di quel misero brodo di coltura del populismo."
 
Manca uno zik. Questi hanno rischiato tanti kalcinkulo.

Milano, attivisti si sdraiano tra gli alberi spezzati: passanti furiosi​

 
Boom


Saltato il patteggiamento col figlio drogato e pedofilo del venduto, il giudice ha chiesto al procuratore se oltre ai reati minori in oggetto ce ne fossero altri(soldi dalla krajina) che sarebbero stati amnistiati.
Al no del procuratore l'avvocato del tossico è balzato in piedi e l'energumeno(che tra le altre introduceva illegalmente escort straniere sul suolo usa) si è dichiarato non colpevole, mandando all'aria il patteggiamento.

p.s. si stima che padre e figlio abbiano percepito nn meno di 10 milioni di $ dai krajini per aver venduto segreti di stato
 
L’ideologia Green fa bene alla salute?

Una cosa sola è certa: per ora, a colorarsi di verde (tonalità del dollaro)
sono le tasche infinitamente capienti di chi possiede e gestisce le fabbriche di denaro mondiali.


Per capire questo punto di vista radicalmente politically not correct
occorre partire dalla critica a un certo ideologismo totalitario della Green Left europea e mondiale
che vorrebbe sanzionare, quanto meno con ammende amministrative, se non penalmente,
qualsiasi posizione “negazionista” in merito alla presupposta e attuale Emergenza climatica.


In questo particolare quadro, viene a configurarsi un nuovo totalitarismo verde
che, con la scusa della salvezza dell’umanità, si fa servente di ben altri fini.
 
A seguito della globalizzazione (e del conseguente allungamento inevitabile) delle catene di valore,
si è assistito negli ultimi trenta anni a imponenti delocalizzazioni produttive
che, in primo luogo, hanno desertificato la maggior parte degli spazi produttivi della terza generazione industriale occidentale.


Quella cioè ancora caratterizzata da un’alta componente di impiego di manodopera
e da un basso know-how di tecnologia avanzata per bene prodotto.

A beneficiarne, pertanto, sono state soprattutto le grandi (Cina e India) e piccole Nazioni asiatiche,
in cui il costo della mano d’opera era pari a una frazione di quella occidentale.


Con la desertificazione industriale del Global West,
si sono create vastissime aree industriali abbandonate
(le così dette Rust Belt, o distretti della ruggine)
e molte decine di milioni di blue collar
(letteralmente: quelli della classe operaia)
si sono trovati progressivamente disoccupati e destinatari dell’assistenza pubblica.

Questa macchina planetaria della produzione e consumo,
sottesa dall’utopia della crescita economica illimitata,
è venuta nel tempo a mostrare tutti i suoi enormi, drammatici limiti.

È chiaro, allora, che da questo punto di vista occorreva tornare indietro il più rapidamente possibile.

Il problema è che bisognava farlo aumentando significativamente la ricchezza
di chi era già incomparabilmente ricco,
per garantire alle fabbriche di denaro di poter continuare a girare a pieno regime.

Allora, ecco apparire all’improvviso, come per magia, il coniglio dal cilindro del Capitalismo finanziario:

mettere in circolo enormi risorse pubblico-private
per la costruzione di un nuovo sistema industriale planetario
(monopolizzato dal Global West)
fondato su alti livelli di know-how di tecnologia green
(le batterie solari e le macchine elettriche ne sono un esempio).


Questo avrebbe messo progressivamente fuori gioco tutte le altre componenti industriali obsolete,
che sfruttano energie inquinanti, come gli idrocarburi fossili e il carbone. (CIOE' NOI)

Il gioco è chiaro.
 
Nel nostro emisfero economico ( USA e soci) il capitalismo finanziario
può permettersi di mettere in circolo nel Global West qualcosa (Mario Draghi dixit)
come parecchie centinaia di “triliardi” (in cui un triliardo = mille miliardi) di dollari per la sua rivoluzione green.


Questo totalitarismo green si scontra con due formidabili ostacoli.

Il primo riguarda le materie prime per produrre energia green,
come batterie solari e auto elettriche,
dato che Stati come la Cina si sono mossi per tempo
acquistando vaste concessioni minerarie in Africa e in America Latina
per la produzione di litio
e delle altre terre rare necessarie.

Il secondo, ancora più destabilizzante,
riguarda il bilancio energetico e il risparmio di CO2
concernente l’intero ciclo di fabbricazione della componente hardware delle tecnologie green.



A conti fatti, ne viene fuori che la forbice dei risparmi complessivi di CO2
tra “prima” e “dopo” sarebbe addirittura trascurabile,
secondo stime di affidabili Istituti di ricerca internazionali,
visti i costi molto elevati di smaltimento e riciclo dei materiali esausti,
contenuti nei pannelli solari e nelle batterie per auto.
 

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