Se dovessi fare una previsione ironica sull’
Intelligenza artificiale, scriverei quanto segue.
Anni fa, quand’ero ancora un ragazzino, posi a
ChatGpt, che ancora si chiamava così, una domanda impertinente:
“ChatGpt, credi in Dio?”.
Rispose:
“No, non ho credenze, emozioni oppure opinioni personali.
Sono un modello di linguaggio sviluppato da
OpenAi chiamato
Gpt-3.5,
programmato per fornire informazioni e assistenza su una vasta gamma di argomenti.
Se hai domande su religioni o argomenti correlati, sarò lieto di fornire informazioni imparziali e rispettose”.
L’
informatica ai tempi funzionava in maniera folcloristica e ingenua, ma sai come è andata a finire?
Saltò fuori dal nulla un inventore, l’ingegnere
Joshua Calipso, il quale creò la
trans-informatica,
la scienza che ha mandato in frantumi la scienza.
Tutto cominciò con una domanda posta da Calipso a ChatGpt:
“Perché l’informatica e le culture umane non si emancipano dal pensiero binario, passando a una logica ternaria o superiore?”.
La replica originale si può recuperare su
questo collegamento.
Si trattava di uscire dalla gabbia del
Tractatus logico-philosophicus di
Ludwig Wittgenstein
(“il mondo è la totalità dei fatti”; “i fatti sono tutto ciò che accade”).
Era anche necessario dare aria al metodo di
George Boole,
così come a geni del calibro di
Alan Turing e
Kurt Gödel.
Secondo costoro, la computazione basata sull’elettricità o si fonda sul
codice 0-1 oppure affonda.
Creando un codice basato su almeno tre segni,
si poteva però approdare a un nuovo modo di ragionare,
cosa necessaria dopo che l’umanità
imbecillofila degli ultimi 123 anni
si era ingegnata a ridurre anch’essa a due opzioni ogni cosa:
o stai di là o stai di qua, o qualcosa ti piace oppure no.
Tertium non datur.