A stigmatizzare il suo credo, le sue certezze,
sono proprio le nonne, ossia le protagoniste del suo monologo.
E no, nessun patriarcato, ma tante testimonianze di libertà.
“Completamente discostati dalla realtà, i soliti radical chic… continuano a vivere nelle favole, le loro”,
una delle stroncature – quella dell’utente Lisa – più applaudite.
Ma il racconto della Cortellesi è stato smontato pezzo per pezzo non da qualche paladino del patriarcato,
ma dalle tante nonne che cinquanta o sessanta anni fa si sono realizzate pienamente:
“Ho 80 anni, mai avuto difficoltà nel realizzare ciò che volevo pur provenendo da famiglia molto modesta.
Ho voluto fare ciò che volevo fare. Esattamente come la Cortellesi”, racconta Mariarosa.
“Sono nata subito dopo la guerra…. sono cresciuta con in casa anche i nonni…
ma non ricordo mai nulla di quello che ho visto nel film! Massimo rispetto per le donne di casa!
Anzi quella che comandava nel senso buono era mia nonna! Tanto amore quello si! È solo una questione di educazione!”,
“Fortunatamente nella mia famiglia, a partire dai nonni, non è mai successo niente del genere”,
“Mia madre classe 1934, 3 figli, ha sempre lavorato lei, e mio padre classe 1930 stava a casa con noi,
lei lavorava in ospedale, tra le prime donne patentate in città, e sicuramente la prima ad avere un automobile sua.
Massimo rispetto tra loro e collaborazione, fiera di entrambi eravamo belli felici e spensierati”.
“Cara Cortellesi, sono sposata felicemente da 45 anni e sposerei altre mille volte mio marito.
Non tutti gli uomini sono come li descrivi tu ,ho avuto un padre meraviglioso e ho due fratelli affettuosi e molto presenti.
Da noi il patriarcato non esiste perciò non generalizzare”.