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🤡 Le copertine della rivista Time, una vera e propria schizofrenia climatica:

1973 - Grande congelamento
1977 - Grande congelamento
1977 - Come sopravvivere alla prossima era glaciale
1979 - Il raffreddamento dell'America

Ma col freddo hanno visto che non funzionava e non creavano il panico che volevano, allora hanno cambiato provando col caldo:

1987 - Acceso il riscaldamento
2001 - Il riscaldamento globale
2006 - Riscaldamento globale Avere paura. Abbi molta paura
2007 - Riscaldamento globale

Possibile ci sia ancora gente che crede a questi pagliacci?

Ah... Nel mezzo tra freddo e caldo si erano inventati anche la balla del buco nell'ozono... Qualcuno se lo ricorda? Come è comparso è sparito dalla sera alla mattina 😂🤡

Solo quello che si beve il liquame ci può credere
 
Poveretta anche lei. Probabilmente proviene d una famiglia "problematica"
che ha lasciato strascichi anche nellla sua mente.
Mia nonna ha gestito 4 figli e la sua trattoria, insieme, per 30 anni,
mentre mi nonno era in Svizzera a fare il Capomastro per 10 mesi all'anno.

La Cortellesi ha parlato delle difficoltà incontrate delle donne, specialmente in passato:

“La donna è isolata, allontanata da famiglia e amici, costantemente vessata,
rapporti sessuali non consensuali, non è indipendentemente economicamente”.

Secondo lei, le donne un tempo non potevano scappare e nessuno gridava allo scandalo, nemmeno le stesse donne.
Tutte – sì, tutte – le donne avevano sempre gli stessi compiti, ossia “servire, ubbidire, sopportare e tacere”.
 
A stigmatizzare il suo credo, le sue certezze,
sono proprio le nonne, ossia le protagoniste del suo monologo.
E no, nessun patriarcato, ma tante testimonianze di libertà.

“Completamente discostati dalla realtà, i soliti radical chic… continuano a vivere nelle favole, le loro”,
una delle stroncature – quella dell’utente Lisa – più applaudite.

Ma il racconto della Cortellesi è stato smontato pezzo per pezzo non da qualche paladino del patriarcato,
ma dalle tante nonne che cinquanta o sessanta anni fa si sono realizzate pienamente:

“Ho 80 anni, mai avuto difficoltà nel realizzare ciò che volevo pur provenendo da famiglia molto modesta.
Ho voluto fare ciò che volevo fare. Esattamente come la Cortellesi”, racconta Mariarosa.

“Sono nata subito dopo la guerra…. sono cresciuta con in casa anche i nonni…
ma non ricordo mai nulla di quello che ho visto nel film! Massimo rispetto per le donne di casa!
Anzi quella che comandava nel senso buono era mia nonna! Tanto amore quello si! È solo una questione di educazione!”,

“Fortunatamente nella mia famiglia, a partire dai nonni, non è mai successo niente del genere”,

“Mia madre classe 1934, 3 figli, ha sempre lavorato lei, e mio padre classe 1930 stava a casa con noi,
lei lavorava in ospedale, tra le prime donne patentate in città, e sicuramente la prima ad avere un automobile sua.
Massimo rispetto tra loro e collaborazione, fiera di entrambi eravamo belli felici e spensierati”.

“Cara Cortellesi, sono sposata felicemente da 45 anni e sposerei altre mille volte mio marito.
Non tutti gli uomini sono come li descrivi tu ,ho avuto un padre meraviglioso e ho due fratelli affettuosi e molto presenti.
Da noi il patriarcato non esiste perciò non generalizzare”.
 
Molti utenti hanno sottolineato che, a differenza di quanto bofonchiato dalla Cortellesi,
a comandare in casa sono sempre state le donne, dalle bisnonne alle mamme:

“La mia nonna e la mia bisnonna comandavano a casa loro,
e mio nonno e bisnonno ridevano spesso del fatto che ‘decide a parona'”.

“Forse vivevo in un altro paese, ma le mie nonne lavoravano entrambe,
e per quanto mi ricordi io, tenevano anche il portafoglio di casa….”,

“Ho avuto la fortuna di conoscere e frequentare assiduamente tutti e tutte i miei nonni/e nati nel 1875:
non mi ricordo della sudditanza delle nonne di fronte ai loro mariti. Non ne avevano il tempo, c’era da lavorare”,

“Nella mia famiglia, partendo dalle nonne, tutto questo non è mai successo:
mia madre non ha mai subito abbiamo sempre lavorato”.


Potremmo continuare con decine di altri commenti, ma va bene così.

Il messaggio è chiaro:
il successo può dare alla testa, ma qui si è andati oltre…
 
Direi alla cortellesi di prendersi nota di questa nonna.

"Potrei... dire caz***o". "Eh?", "Dire caz***o"

"Ho sentito la Littizzetto, a proposito: ho sentito che si è rotto"

"Eh, la Littizzetto. Io ho un mio amico e mi ha detto che gli si è rotto.
Ma non si può rompere. Il pene... Ma non si è rotto, non si è rotto
- ripete scaldandosi mentre intorno a lei è calato improvvisamente il gelo,
tra il silenzio del conduttore e le risatine sempre più isteriche delle signore tra il pubblico in studio -
si è stortato, si è piegato, ha preso una forma come un croissant. E dice che ha un successo pazzesco".

"Prima del famoso pacemaker bevevo a piacere, ora non posso neanche più bere.
E per questo mi faccio due mar***i così.
Non rido più per le cose di cui ridevo prima, ridevo perché ero ubriaca... Perché ero brilla".

"La badante che rolla era uno scherzo. Rollo io finché posso, poi non rollo più e muoio felice".


E mentre lei sembra esalare l'ultimo respiro, rantolando e accasciandosi teatralmente sulla poltroncina,
Fazio si salva in corner: "Pubblicità, mandiamo la pubblicità".
 
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