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Gli esordi​


Ma per capire meglio occorre tornare alle origini.

Il 28 gennaio 2011 Chiara Ferragni costituisce con l’allora fidanzato Riccardo Pozzoli,
la Tbs Crew Srl con 10.000 euro di capitale sociale.

Società della quale Ferragni detiene il 65% delle quote
e il cui oggetto sociale era la «consulenza in campo pubblicitario, di stile e di marketing».


Cambia l’assetto​


Nell’aprile 2013 al posto dell’ex fidanzato subentra la Esuriens Srl,
holding di partecipazione di proprietà delle famiglie Morgese e Barindelli,
che per 750.000 euro acquistano il 35% da Pozzoli e, cinque mesi più tardi, il 10% da Ferragni.

Equilibrio che muta il 16 giugno 2021,
quando Ferragni rileva da Esuriens il 45% per circa un milione, d
iventando proprietaria del 100% delle quote.


La holding unipersonale​


Nel 2021 il 22 luglio
il 100% delle quote di Tbs Crew Srl viene conferito da Ferragni alla Sisterhood Srl, che diviene holding unipersonale.

A questo punto occorre un flashback: il 5 dicembre 2012
Ferragni aveva costituito con Riccardo Pozzoli e Camilla Barindelli,
ciascuno dei due al 25%, la Fenice Srl, inizialmente denominata Serendipity Srl,
con 10.000 euro di capitale sociale che ha per oggetto sociale i
«servizi di concessione dei diritti di sfruttamento di proprietà intellettuale».

Il susseguirsi di quote e conferimenti​


Negli anni ha vissuto un susseguirsi di cessioni di quote e conferimenti
che dapprima hanno portato all’uscita dalla compagine sociale di Pozzoli a vantaggio di Esuriens,
poi all’ingresso di Mofra Shoes Srl, Febo Holding Srl e N1 Srl, che via via hanno acquistato la maggioranza del capitale.

Arriviamo alla configurazione di inizio 2023,

in cui oltre a Chiara Ferragni al 32,5%

comparivano Esuriens e N1 Srl, entrambe al 13,75%,

e Alchimia Spa al 40%.


 

Le società di capitali​


Il 19 dicembre 2017 nasceva la Sisterhood Srl,
la scatola societaria con le sorella di Chiara,
Valentina, socia allo 0,5%,
e Fabio Salvatore Maria Damiano, suo manager di fiducia, anche lui allo 0,5%.

La società svolge attività di «consulenza in campo pubblicitario, di stile e di marketing».

Chiara Ferragni l’ha poi rilevata nel 2021, acquistando le quote dei due soci al valore nominale di 50 euro ciascuna.

Il 24 maggio 2022 l’ultimo passaggio:

viene costituita la Ferragni Enterprise Ss, con il 99,9% delle quote intestate alla Sisterhood Srl

e lo 0,1% a Marina Di Guardo, madre di Chiara.


L’ultimo conferimento​


Per ultima si inserisce l’operazione straordinaria di inizio 2023,
ovvero il conferimento del 32,5% di Fenice Srl in Sisterhood Srl,
che deteneva già il 100 per cento di Tbs Crew Srl,
conferita nella stessa holding già nel 2021.

Per farlo Chiara Ferragni realizza un aumento di capitale sociale
della Sisterhood Srl da 20.000 a 30.000 euro,
conferendo il 32,5% di Fenice Srl per sottoscrivere i 10.000 euro di differenza,
lasciando 1.127.545,50 euro come riserva.

In questo modo Sisterhood è divenuta a tutti gli effetti
la holding di partecipazione unipersonale di Chiara Ferragni.


Il riassetto​


Per ricapitolare due società operative, molto profittevoli,
distribuiscono gli utili a una holding
che si occupa anche di gestire gli asset immateriali del gruppo
e di incassare royalties per l’utilizzo dei brand,
e probabilmente dell’immagine di Chiara.

Ciò permette di finanziare la società semplice
destinata alla gestione delle proprietà immobiliari,
che detiene il suo superattico di tre piani nel quartiere City Life a Milano.

Questo vuol dire che Chiara Ferragni
ha acquistato la propria abitazione «a sette stelle»

nella quale vive con la propria famiglia a spese della sua holding
e che sta utilizzando i soldi presenti nelle casse della sua azienda unipersonale
per scopi privati,
senza distribuire utili,
e di conseguenza senza pagare il 26% di imposte su quegli utili.
 
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La democrazia, la difesa delle donne, ......a fasi univoche, però.

Certa sinistra si conferma, come al solito, quella che è.

In occasione del corteo organizzato da circa 3mila esponenti della sinistra radicale a Roma
insieme ai fumogeni rossi, ai fuochi d’artificio e alla musica di Ghali sparata a tutto volume dalle casse,
è stato bruciato un manichino raffigurante la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
 
“Si assiste a una intollerabile serie di manifestazioni di violenza:
insulti, volgarità di linguaggio, interventi privi di contenuto ma colmi di aggressività verbale,
perfino effigi bruciate o vilipese, più volte della stessa presidente del Consiglio,
alla quale va espressa piena solidarietà”.

Non ci crederete.
 
Ed invece, cercano di sobillare, per vedere se qualcuno ...ci casca.

Sul profilo di Luca Blasi, assessore nel Municipio 3 di Roma,
nonché esponente dei centri sociali,
quella manifestazione non solo non è stata stigmatizzata
ma è stata addirittura elogiata.

"Non ho parole. Solo infinita gratitudine per la Roma Antifascista e per il mio quartiere.
Una intera zona mobilitata: compas, maestre e professori, writer e grafici, creativi e attacchinatori folli,
la banda del Tufello, amministratori locali, studentesse e studenti, manovali e scrittori, disoccupati e precari.
La nostra gente, l’altra faccia. Avanti uniti!",

scrive Blasi nel suo profilo, condividendo una foto della manifestazione.
Lui stesso pare fosse presente alla manifestazione.

Anche da Roberto Gualtieri per il momento nessuna condanna per l'accaduto.

Non è chiaro quale sia il riferimento di Blasi quando parla di "altra faccia",
perché quella che è scesa in piazza a bruciare il manichino di Meloni è una frangia violenta
davanti alla quale la democrazia esigerebbe condanna.


L'amministrazione locale del Municipio 3, con la sua nomina,
ha completato lo slittamento verso l'estremismo di sinistra,
portando nella giunta di Municipio un esponente degli antagonisti.

Blasi, nell'ottobre 2022, è subentrato al dimissionario Christian Raimo,
insegnante e giornalista che cammina sul solco ideologico di un simil-Saviano.

La sua uscita dal Municipio 3 sarebbe anche stata una buona notizia per i cittadini
ma il subentrante, come si è dimostrato in varie occasioni e anche in quest'ultima,
riesce perfino a farlo rimpiangere.

Dalla sinistra e dai pidioti ora, soprattutto dopo le parole di Sergio Mattarella, ci si aspettava qualcosa d'altro.
 
Penoso. Perchè " LA VERITA' - fa male .....ed il bruciore...PURE.

Torna alla carica, Vincenzo De Luca,
che ignora bellamente la strigliata del presidente della Repubblica Sergio Mattarella
che ha invitato tutti ad abbassare i toni contro la premier
e torna a insultare pesantemente.

"Da parte della presidente del Consiglio e di forze della maggioranza di governo
una campagna di falsificazione dei dati che riguardano la Regione Campania".

"Hanno valutato che De Luca è uno che non si piega e non si vende, e dunque va colpito.
Hanno valutato anche che l'esperienza di governo della Regione Campania
è un'esperienza di avanguardia e ovviamente questo dà fastidio,
perché sfugge all'immagine tradizionale del Sud cialtrone e inefficiente".

"Una campagna di aggressione mirata e di falsificazione
che si accompagna sempre all'aggressione politica perché c'è bisogno di colpire la credibilità.
Dobbiamo stare attenti, non possiamo dare spazio a chi adotta lo stile 'stracciarola',
fatto di volgarità, di approssimazione, di mistificazioni e di arroganza.
Dobbiamo evitare di dare spazio a questi atteggiamenti,
perché servono a distrarre l'opinione pubblica dai problemi concreti".
 
Ma questa è "LA VERITA'" dei dati. INCONFUTABILI.

“Il lucano Vincenzo De Luca,
detto con il massimo rispetto verso gente operosa e colta come gli abitanti della Basilicata,
schiacciato dal peso dei dati e dei fatti oggettivi, offende gratuitamente.
La verità è che, in relazione ai Fondi per lo Sviluppo e la Coesione della programmazione 2014-2020,
la Campania ha speso solo 3,5 miliardi dei 9,3 stanziati, pari al 37%.
Dunque, si tratta di una cifra gigantesca inutilizzata
che va nella direzione dell’abbassamento della qualità della vita dei cittadini campani”.

“Autorevoli enti hanno dimostrato come quello a curarsi sia un diritto negato a tutti i campani
nonostante la presenza di una delle migliori classi mediche e paramediche di riconosciuto valore in Europa.
Questi ultimi sono tutti eroi che lottano quotidianamente in un mare di incuria e inefficienza,
mentre i cittadini campani sono costretti a curarsi altrove.

Infatti, il Giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione Campania,
emesso dalla Corte dei Conti sull’esercizio finanziario 2022, certifica testualmente che:

‘La Campania è una delle Regioni con il maggior tasso di mobilità passiva.
Mentre l’obiettivo cardine sarebbe quello di garantire il 90%
delle cosiddette prestazioni sentinella.
Sempre dalla Relazione della magistratura contabile
si evidenzia che ‘per nessuna prestazione specialistica ambulatoriale
di classe B viene conseguita la percentuale del 90%’”
 
“La radiografia della Campania, purtroppo,
ci mette davanti ad altre terribili situazioni:

il sistema dei trasporti e della mobilità,

il sistema viario

e quello dei rifiuti.

L’impegno del Ministero, con fattive realizzazioni,
come il recupero del parco della Villa Floridiana,
l’apertura del cantiere dell’ex Real Albergo dei Poveri
e tante altre attività, tra queste la creazione dei nuovi musei autonomi,

stridono con l’inconcludenza parolaia di De Luca”.
 

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