Val
Torniamo alla LIRA
Poveri idioti regrediscono......
Questa la vicenda segnalata nelle scorse ore, che promette di travalicare ben presto i confini provinciali.
Secondo quel che riporta il sito web CesenaToday,
tutto è iniziato quando l’istituto comprensivo di Bagno di Romagna e Verghereto
non avrebbe dato il permesso al parroco di benedire le aule e di incontrare gli alunni e il personale scolastico.
“Una scelta incomprensibile e disposta dalla direttrice didattica che non può che vederci contrari,
siamo indignati al pari dei tanti genitori delle scuole medie ed elementari che ci hanno segnalato l’accaduto”.
“Se non si voleva urtare la sensibilità di chi professa un’altra religione o non è credente,
bastava fare come in passato, con i ragazzi accompagnati in un’altra aula per il breve momento della benedizione.
Negare la benedizione pasquale è venire meno alle nostre tradizioni, alla nostra cultura, alla nostra identità:
purtroppo ormai non c’è più da stupirsi, durante il Natale vediamo sotto attacco il Presepe,
assistiamo a una deriva che ci porta lontano dai valori su cui si fonda la nostra storia,
la nostra società e su cui dovrebbe poggiare il nostro presente. Ormai si dà più importanza al Ramadan che alla Pasqua”.
Una questione che ha sollevato polemiche, com’era del resto prevedibile.
E qualche ora fa è arrivata anche la replica di Daniela Corbi,
dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo di Bagno di Romagna
“Le benedizioni pasquali violano il principio di laicità dello Stato
poiché rappresentano l’effettuazione di un culto religioso.
Il vice-sindaco del Comune di Verghereto ha telefonato a scuola qualche giorno fa
chiedendo se quest’anno si sarebbero svolte le benedizioni pasquali
e gli è stato risposto che non sarebbe stato possibile – ha dichiarato la dirigente a CesenaToday –
nessun sacerdote mi ha contattata né in forma scritta né in forma verbale
per chiedere di poter svolgere la benedizione pasquale nei locali scolastici.
Non è stata diramata alcuna circolare in merito da parte mia né sono pervenute osservazioni o richieste di chiarimenti”.
Questa la vicenda segnalata nelle scorse ore, che promette di travalicare ben presto i confini provinciali.
Secondo quel che riporta il sito web CesenaToday,
tutto è iniziato quando l’istituto comprensivo di Bagno di Romagna e Verghereto
non avrebbe dato il permesso al parroco di benedire le aule e di incontrare gli alunni e il personale scolastico.
“Una scelta incomprensibile e disposta dalla direttrice didattica che non può che vederci contrari,
siamo indignati al pari dei tanti genitori delle scuole medie ed elementari che ci hanno segnalato l’accaduto”.
“Se non si voleva urtare la sensibilità di chi professa un’altra religione o non è credente,
bastava fare come in passato, con i ragazzi accompagnati in un’altra aula per il breve momento della benedizione.
Negare la benedizione pasquale è venire meno alle nostre tradizioni, alla nostra cultura, alla nostra identità:
purtroppo ormai non c’è più da stupirsi, durante il Natale vediamo sotto attacco il Presepe,
assistiamo a una deriva che ci porta lontano dai valori su cui si fonda la nostra storia,
la nostra società e su cui dovrebbe poggiare il nostro presente. Ormai si dà più importanza al Ramadan che alla Pasqua”.
Una questione che ha sollevato polemiche, com’era del resto prevedibile.
E qualche ora fa è arrivata anche la replica di Daniela Corbi,
dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo di Bagno di Romagna
“Le benedizioni pasquali violano il principio di laicità dello Stato
poiché rappresentano l’effettuazione di un culto religioso.
Il vice-sindaco del Comune di Verghereto ha telefonato a scuola qualche giorno fa
chiedendo se quest’anno si sarebbero svolte le benedizioni pasquali
e gli è stato risposto che non sarebbe stato possibile – ha dichiarato la dirigente a CesenaToday –
nessun sacerdote mi ha contattata né in forma scritta né in forma verbale
per chiedere di poter svolgere la benedizione pasquale nei locali scolastici.
Non è stata diramata alcuna circolare in merito da parte mia né sono pervenute osservazioni o richieste di chiarimenti”.
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