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La Soldi è stata politicamente considerata nell’orbita dell’ex premier Matteo Renzi, proveniente da Discovery.

Qui ha ricoperto, dal 2009 al 2018, l’incarico di amministratore delegato del network per il Sud Europa
e dove nel frattempo sono approdati, a suon di milioni di euro, Fabio Fazio e Amadeus.

Per la Soldi da settembre un incarico di prestigio come consigliere non esecutivo del commercial board della Bbc,
ma già dal settembre 2023 era entrata nel Cda della società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo del Regno Unito.

Già da allora avrebbe dovuto dimettersi per conflitto d’interessi.

Carlo Fuortes è considerato uomo di sinistra per posizionamento ideologico e frequentazioni politiche,
e nel biennio della sua gestione si è distinto nel voler tenere tutto sotto controllo.

Allora il sindacato interno, Usigrai, in maggioranza composto da esponenti della sinistra
non ha mai alzato la voce, se non con qualche documento di maniera.
 
Quando a Mario Draghi subentrò nel settembre 2023 l’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni (vincitrice delle elezioni politiche),
al posto di Fuortes – che dà le dimissioni non condividendo il nuovo orientamento –
arrivò Roberto Sergio, un cattolico con esperienza aziendale di lungo corso,
mentre direttore generale diventò Gianpaolo Rossi, considerato un esponente vicino alla destra
di cui però nessuno mette in dubbio l’esperienza e le capacità nel mondo radiotelevisivo.

Per Mariella Soldi il margine di manovra si restringe.

Si mette a sgomitare in molte decisioni, prendendo le distanze dal Consiglio di amministrazione.


Lo scontro si fa duro quando la manager toscana accusa la Rai di mancata copertura delle elezioni francesi,
condividendo l’attacco al direttore di Rainews dell’arco della sinistra.

L’amministratore delegato è stato costretto a difendersi
dalle richieste di spiegazione del presidente pentastellato della Commissione parlamentare di vigilanza.

Sergio quindi sforna dati che dimostrano l’impegno giornalistico
delle varie strutture Rai ed ha replicato alla Soldi
di aver emesso affermazioni
“senza prima ricevere spiegazioni dirette,
arrecando in questo modo un danno alla reputazione dell’azienda”.
 
Essendo scaduto, si sono riaperti i giochi per il rinnovo del nuovo Cda
che dovrebbe portare Simona Agnes alla presidenza
e Gianpaolo Rossi come direttore generale su indicazione del Ministero del Tesoro.

D’altra parte sono già stati approvati il piano industriale, immobiliare e di sostenibilità,
il contratto di servizio, i palinsesti e il bilancio che ha fatto registrare ricavi per quasi tre miliardi di euro,
con il canone più basso dei big europei (tanto che solo 77,8 euro su 90 richiesti agli utenti sono incassati dalla Rai).

La crescita dello streaming e la ripresa del mercato pubblicitario stanno trainando il settore dei media in Italia.

E per il 2024 si stima una crescita del 2 per cento sui ricavi complessivi.

E qui i sinistroidi si mangiano fegato, budelle e quant'altro.
 
Per chi se lo fosse dimenticato, come e quando nasce l’Autonomia Differenziata?

L’Autonomia differenziata
è una modifica legislativa NATA NEL 2001
che ha portato alla revisione del Titolo V della Costituzione Italiana.

FU PROMOSSA DA UN GOVERNO DI CENTROSINISTRA


ed ha introdotto all’articolo 117 della Costituzione una novità sostanziale.

La norma infatti indica 17 materie di competenza esclusiva dello Stato
(tra cui la politica estera e monetaria, la difesa, la giurisdizione, le dogane,
la moneta e la tutela del risparmio, le leggi elettorali, le norme generali sull’istruzione, ecc.)
per poi lasciare tutte le altre materie alla legislazione delle singole Regioni.

In pratica le Regioni sono diventate responsabili di tutti i settori normativi non espressamente attribuiti allo Stato.

Non solo.
L’articolo 116 della Costituzione permette alle Regioni ordinarie di richiedere ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia.

Questo significa che le Regioni possono ora esigere dallo Stato maggiori poteri
e una maggiore autonomia rispetto a quanto era previsto precedentemente,
potendo così gestire in modo più indipendente alcuni aspetti del loro territorio e delle loro competenze.

Tutto ciò, però, sino ad oggi non è mai stato attuato
nonostante i numerosi tentativi.

Sicché le Regioni hanno avuto autonomia normativa sostanzialmente limitata.
 
Io davvero non capisco...
I governi di sx si sono battuti ed hanno ottenuto l' autonomia differenziata della patata, quali problemi hanno ora con le regioni...
I soliti 2 pesi e due misure...a buon intenditore... o_O :d:
 
Si stanno sprecando soldi nostri, per interventi assurdi,
soldi che dovremo rimborsare, per tante cazzate
invece che costruire tante belle e nuove carceri.

Picchiato e rapinato dal branco davanti alla sua fidanzata a Trastevere.
Un giovane turista statunitense di 20 anni, derubato dello smartphone e del portafogli.
L’azione criminale è stata però ripresa dalla fidanzata coetanea del ragazzo con il suo telefonino
e ha permesso poi alla polizia di identificare uno dei malviventi,
un tunisino di 23 anni, fermato nella zona del Centro Storico.

Ha strappato un orologio Patek Philippe del valore di 70mila dollari,
ma è stato preso dagli agenti del Commissariato Centro in via Tommaso Grossi,
nel pieno centro di Milano, vicino a Piazza Duomo.
E’ un sedicenne marocchino che ha agito con due complici,
presumibilmente coetanei, che sono riusciti a scappare.

“Evito i tanti dati positivi e preferisco iniziare dai temi più ‘scomodi’, con i reati più aggressivi e percepiti
– come le rapine e le lesioni – che, rispetto allo scorso anno, sono aumentati da 893 a 960.
Troppi e crescenti sono i casi in cui i giovani, soprattutto stranieri,
hanno fatto ricorso a coltelli per sopraffare le vittime o per rapinarle in strada
“,

ha proseguito il numero uno di via Fatebenefratelli.

Il coinvolgimento degli stranieri in rapine commesse sulla pubblica via resta tema attuale:
dal 71% dei casi del 2022 si è passati all’81% del 2023
.
I furti con destrezza loro attribuiti sono arrivati al 96% del totale.
Così come prevalente è la percentuale di stranieri tra i ben 30 arrestati per rapine di orologi di lusso”, ha rimarcato il questore.
 
Tra i principali argomenti di discussione ci sono due questioni:

lo sbilanciamento verso il centrodestra della prossima Commissione Ue e il ruolo dell'Italia.

Essendo la maggioranza dei capi di Stato e di governo che compongono il Consiglio europeo
espressione di esecutivi di centrodestra,
anche i commissari proposti saranno in prevalenza di questo orientamento politico,
si tratta di un dato che la von der Leyen deve tenere in considerazione.

C'è poi il tema Italia con il governo che rivendica un commissario di peso in una casella economica.

Il nome favorito è sempre il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto
ma la proposta femminile potrebbe essere Elisabetta Belloni e, in quel caso,
l'Italia potrebbe optare per la casella della Difesa.

L'ipotesi del commissario al Mediterraneo è invece ritenuta una diminutio almeno per come è stata al momento concepita.

Assegnare all'Italia una casella non all'altezza del peso della terza economia dell'Ue
significherebbe per Ursula von der Leyen aprire una frattura controproducente
per una commissione che potrebbe presto aver bisogno dei voti dei conservatori su numerosi dossier.
 
Tanto c'è Pantalone, che paga...........

Passa all'unanimità, nell'aula di Montecitorio, il bilancio preventivo 2024-26 della Camera dei deputati.

La principale novità, su cui si sono scontrate maggioranza e opposizioni
(che però alla fine hanno votato il via libera), riguarda l'affidamento di tutti i servizi della cittadella di Montecitorio,
dalle pulizie alla ristorazione al facchinaggio, a una società in house creata ad hoc.

Ma a destare curiosità sono le molte novità chieste o introdotte dai deputati,
che riguardano la vita quotidiana e i servizi per chi nel Palazzo lavora.

É stato ad esempio accolto l'ordine del giorno dell'azzurro Paolo Emilio Russo che chiedeva di
«prevedere l'istallazione di stalli per biciclette e monopattini» nei pressi del Parlamento.
«Sono mezzi che garantiscono maggiore velocità e inquinamento zero,
e sempre più usati da parlamentari, giornalisti e personale: pochi anni fa sarebbe stato impensabile
immaginare che i deputati si muovessero in monopattino, eppure oggi siamo tantissimi», spiega lui,
che ogni giorno cerca faticosamente di piazzare il suo mezzo ecologico in sharing nelle vicinanze del «posto di lavoro».

Richiesta condivisa in modo bipartisan, e approvata.

Altro tema assai gettonato: la guerra agli «sprechi alimentari», da destinare a «scopi caritatevoli» a fine giornata,
e quella agli sprechi energetici:

«le luci, soprattutto nei bagni, restano sempre accese» denuncia Filiberto Zaratti di Avs,
che chiede di istallare «interruttori a tempo».
Il leghista Stefano Candiani vuole che anche a Montecitorio (come a Westminster o a Capitol Hill)
i visitatori possano «acquistare alcuni souvenir».

Il Pd Casu chiede «il rimborso degli abbonamenti ai mezzi pubblici» per i dipendenti.

Giorgio Mulè (Fi) vuole «la realizzazione di un asilo nido interno per supportare le giovani famiglie».

La grillina Sportiello chiede che tutti possano allattare bimbi nel Palazzo.

Un'altra 5S, Fontana (nomen omen) vuole le «colonnine di acqua pubblica».



Al di là del colore e delle richieste curiose, anche se spesso di buon senso, dei parlamentari,
è assai interessante notare un'altra particolarità:

si conferma, per il secondo anno consecutivo,
che la sbandierata «riforma» del taglio dei parlamentari, voluto dai Cinque Stelle
e propagandato come panacea per i «costi della politica», non comporta risparmi significativi.


Un clamoroso bluff, raccontato in questi giorni :

dal 2022, con l'entrata in vigore del demagogico «taglio»
(sostenuto alla fine da tutti i partiti per timore di apparire sostenitori della «Casta»),
i deputati sono solo 400, 230 in meno rispetto alla scorsa. (36% in meno)

Eppure sono rimasti immutati i contributi ai gruppi parlamentari (30 milioni e rotti)
e leggermente aumentate le spese per i vitalizi,
mentre sono lievitate del 10,7% le spese di ristorazione.


«Nel 2023 il numero dei pasti di parlamentari,
dipendenti e personale esterno accreditato è aumentato di circa il 25%»,

dice l'ufficio stampa della Camera.

Il fondo di dotazione pagato dal Tesoro
per il funzionamento complessivo della Camera, circa un miliardo,

è rimasto immutato rispetto alle scorse legislature,
quando i deputati erano 630.



Insomma, nonostante il taglio dei deputati
e delle conseguenti indennità (da 140 a 89 milioni di euro)
e il lieve calo dei costi per il personale,
la spesa complessiva per la «macchina» Montecitorio resta,
milione più milione meno, la stessa.


Chi l'avrebbe mai detto.
 

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