Solo politica (10 lettori)

Wrangel

Armata bianca, Barone nero
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Val

Torniamo alla LIRA
QUESTO LO SCHIFO E TUTTI SI GIRANO DALL'ALTRA PARTE.

50 mila morti di cui 11mila bambini​

e 100 mila feriti per liberare 200 ostaggi​


Gli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas dopo il 7 ottobre del 2023
non sono mai stati la priorità del governo Netanyahu.

Lo ha detto la giornalista israeliana Amira Hass
 

Val

Torniamo alla LIRA
E questo capita per quei dementi ambientalisti, che vivono in città
e che non sanno un .azzo di cosa succede in campagna od in montagna.

Cento ettari di terra, quelli della Cooperativa agricola Massarenti di Molinella,
che sono, nuovamente, scomparsi prima sotto le acque dell’Idice, poi sotto innumerevoli strati di limo.

È la terza volta.

A parlarne è il titolare Claudio Giacomello.

“Siamo stanchi di vedere le nostre proprietà​

e soprattutto il lavoro di tutti noi della Cooperativa​

andare in fumo per motivi che non dipendono da noi”.​


Posso dire con certezza, essendo qui da decine di anni,​

che in quest’occasione la chiavica Accursi è stata aperta in modo errato,​

causando una pressione della acque ancora maggiore.​

Ma non è solo questo il problema”.​


“Tra il 2002 ed il 2003 alcune aree del territorio bolognese, compresa la nostra,​

sono state inserite in zona ‘Zps’, ovvero Zone di protezione speciale

dove solo gli enti preposti possono toccare, rimuovere o modificare l’habitat naturale

per preservare l’aviofauna.​

In poche parole, da allora, noi non ci siamo mai più potuti occupare

di spostare tronchi, rimuoverli e bonificare argini.

Cosa che prima, invece, si faceva normalmente

insieme a tutti coloro che risiedevano o lavorano vicino a queste zone arginali.


Chi lo doveva fare, gli enti preposti e le istituzioni,

evidentemente però non lo ha mai fatto.

E questo è il risultato, l’ennesimo”.

 

ilbiondo16

Forumer storico

Al Jazeera (
) ha realizzato questo documentario su Gaza che denuncia i crimini di guerra israeliani nella Striscia di Gaza attraverso foto e video postati online dagli stessi soldati israeliani durante il conflitto durato un anno.
La I-Unit ha costruito un database di migliaia di video, foto e post sui social media. Dove possibile, ha identificato i poster e le persone che vi compaiono.
Il materiale rivela una serie di attività illegali, dalle distruzioni e dai saccheggi alla demolizione di interi quartieri e agli omicidi.
Il film racconta anche la storia della guerra attraverso gli occhi dei giornalisti palestinesi, degli operatori dei diritti umani e dei comuni abitanti della Striscia di Gaza. E denuncia la complicità dei governi occidentali, in particolare l'uso della RAF Akrotiri a Cipro come base per i voli di sorveglianza britannici su Gaza.
“L'Occidente non può nascondersi, non può affermare di essere ignorante. Nessuno può dire che non lo sapeva”, afferma la scrittrice palestinese Susan Abulhawa
 

Val

Torniamo alla LIRA
Aprite gli occhi .......

In una società globalizzata
dove impera progressivamente il dogma del “politicamente corretto”,
la presidente della Commissione europea,
nonché discepola della Fabian Society, Ursula von der Leyen,
ha escogitato una nuova legge “bavaglio”
che incrementi la strategia del silenzio
finalizzata a reprimere la libertà di opinione e la libertà di stampa
.

Oltre al fatto che l’Unione europea presenta un deficitario sistema democratico,
dal momento che solamente alla Commissione europea è riconosciuto il potere di iniziativa legislativa
(pur non essendo eletta direttamente dal popolo europeo, come avviene invece per il Parlamento europeo),
l’operazione strategica di censura continua quel percorso iniziato da diversi anni,
in cui dietro l’intento formale di contrastare una ipotetica disinformazione
si occulta l’obiettivo sostanziale di silenziare il dissenso.




Pertanto, il programma politico di Ursula von der Leyen,
rieletta alla guida della Commissione europea per un secondo mandato,
include una forte enfasi sulla lotta alla disinformazione e alle fake news,
alimentando preoccupazioni su un possibile rischio di censura delle opinioni scomode.
 

Val

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La Commissione intende proseguire con l’attuazione del Digital Service Act (Dsa),
una legge approvata nell’agosto 2023 che obbliga le piattaforme online con oltre 45 milioni di utenti mensili
(come Facebook, X e Instagram) a rimuovere rapidamente la disinformazione
e a fornire regolari aggiornamenti trasparenti su tali operazioni.


Le sanzioni previste per la non conformità sono severe,
includendo multe fino al 6 per cento del fatturato globale e la possibile esclusione dall’Unione europea.

Ursula von der Leyen, nel suo programma,
ha sottolineato la necessità di proteggere i sistemi democratici europei dall’aumento delle minacce,
citando il pericolo rappresentato dalla manipolazione delle informazioni, spesso intensificata da attori stranieri, come la Russia.

A questo scopo, ha proposto un nuovo “Scudo europeo per la democrazia”,
ispirato a modelli come Viginum in Francia e l’Agenzia svedese di difesa psicologica,
con l’obiettivo di contrastare la manipolazione delle informazioni straniere
e promuovere una rete europea di factcheckers.

Nonostante queste intenzioni dichiarate, molti esperti,
tra cui Jacob Mchangama e Sarah Hardiman,
hanno espresso preoccupazioni sul rischio che il Dsa
e altre misure possano limitare la libertà di parola.


Secondo loro, l’ampia discrezionalità conferita alle autorità europee
e l’incentivo per le piattaforme a censurare i contenuti
potrebbe portare a un controllo governativo eccessivo sulle informazioni online.

Michael Shellenberger, giornalista investigativo,
ha paragonato queste misure
a un tentativo di stabilire una forma di censura governativa,
riducendo la libertà di espressione.
 

Val

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In questo contesto,
il dibattito si concentra sul bilanciamento tra la lotta alla disinformazione e la difesa delle libertà fondamentali,
con il timore che politiche apparentemente volte alla protezione della democrazia
possano invece limitare i diritti individuali.

Al postutto, qualora la succitata legge entrasse in vigore,
sarebbero violati i fondamentali principi di libertà di stampa,
di opinione e di espressione, sanciti

sia all’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea

sia all’articolo 21 della Costituzione italiana,

obliterando ulteriormente il nostro stato di diritto.

“Ubi societas, ibi ius”
 

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