Nel 2019 viene inserito nella The Ceo 100,
la classifica annuale dei 100 migliori chief executive officer del mondo
secondo la rivista di settore Harvard Business Review.
Ma le vittorie ancora no.
Almeno in termini di stipendio, a cui Tavares sembra ormai tenere più dei tempi di gara quando scende in pista nei rally.
Il capo di Psa si deve accontentare di 7,6 milioni di euro l'anno.
Troppo poco per chi pensa di essere una sorta di divinità delle automobili, in grado di guidarle, costruirle, ripararle e venderle.
Troppo poco per chi vive di regole ferree, controlla l’alimentazione, si tiene alla larga dai vizi, calcolai tempi sonno/veglia.
A differenza di quel “panzone” di Marchionne, sempre avvolto dal suo fumo di sigarette,
che nel 2017 già portava a casa circa 10 milioni di euro.
Ed ecco allora il progetto: conquistare l’impero costruito dal suo rivale.
Tavares usa i suoi contatti con l’Eliseo per far saltare il progetto Fca-Renault
e al suo posto propone una bella fusione tra la casa italo-americana e Psa.
Un affarone per Parigi.
Nonostante il valore azionario dei due gruppi fosse equivalente (poco sopra i 20 miliardi di euro nel 2019),
la Fca fatturava 114 miliardi di euro con un utile di 4,5 miliardi,
la Psa rispettivamente 76 e 3,3 miliardi.
Non solo, la Fiat Chrysler ha portato una dote strategica superiore perché ha aperto le porte dell’America,
soprattutto Stati Uniti e Brasile, mercati in espansione,
mentre in Europa si produce per sostituire le vecchie auto.
Il resto è storia recente.