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Anche BP abbandona gli obiettivi legati all’aumento della produzione energetica da fonti gren
perché non produce utili, di cui l’azienda ha bisogno.

Si torna al tradizionale, cioè petrolio e gas
 
All’inizio di questo mese, BP si è impegnata a rivedere radicalmente la sua strategia,
dopo aver registrato i profitti annuali e trimestrali più bassi degli ultimi anni,
e quindi cercando di aumentare la performance delle sue azioni e riconquistare la fiducia degli investitori.


“Basandoci sulle azioni intraprese negli ultimi 12 mesi,
ora intendiamo rivedere radicalmente la nostra strategia
e migliorare ulteriormente le prestazioni,
il tutto al servizio di un aumento del flusso di cassa e dei rendimenti”,

ha dichiarato due settimane fa l’amministratore delegato di BP, Murray Auchincloss, in un comunicato stampa.
 

Esercito europeo, un progetto da centinaia di miliardi​

e centinaia di migliaia di soldati (in più)​


Sono anni che si parla di Esercito Europeo,
progetto spesso ventilato ma parso sempre lontano dalla realtà, fino a poche settimane fa.

La nuova linea dell'amministrazione Usa di Donald Trump
racconta di un probabile disimpegno totale dei Marines dal nostro continente,
questione di soldi che Washington per decenni ha messo più,
molto più di ogni altro e che oggi forse non ha più intenzione (e possibilità) di versare.

Soldati, mezzi, cosa serve all'Esercito Europeo

Innanzitutto qualsiasi analisi militare e strategica parte dall'analisi della situazione globale.
L'Europa da tre anni si trova al centro di una guerra, quella in Ucraina,
con un superpotenza nucleare (la Russia).
L'eventuale Esercito Europeo quindi non si dovrebbe limitare a funzioni di "peacekeeping"
e semplice presidio di controllo dei confini e questo cambia tutte le carte in tavola.

Alcuni centro studi europei hanno provato ad arrivare a numeri e cifre in questo senso.

Per quanto riguarda i soldati l'organico, rispetto a quello attuale, dovrebbe aumentare di almeno 200 mila unità.
E non si parla di militari di leva alle prime armi, ma di personale preparato ed addestrato ad alto livello.

Servirà quindi del tempo, anni, oltre che almeno 10 mila uomini in media per ogni paese.

Le cose vanno ancora peggio se pensiamo ai mezzi;
pensiamo ad esempio agli aerei, alle navi, ai sommergibili, ai carri armati e mezzi da trasporto vari.
Senza gli Usa l'Esercito Europeo si troverebbe a colmare un vuoti di circa il 60%.
Servirebbero centinaia di aerei, di vario tipo (bombardieri a corto e lungo raggio, caccia di quinta generazione etc etc etc),
decine e decine di navi (dalle portaerei ai sommergibili, dai cacciatorpedinieri a mezzi rapidi d'assalto),
migliaia di carri armati e mezzi blindati.


Per non parlare poi dell'arsenale nucleare: senza Washington potremmo contare solo su Francia e Gran Bretagna,
cioè circa 280 testate per la prima e 220 per la seconda, contro le 6mila di Mosca.
 

Quanto costerebbe l'Esercito Europeo​


A livello logistico e di personale la spesa prevista è di circa 250 miliardi di euro, l'anno.

Questo porterebbe in rapporto al Pil una crescita ben oltre il già contestato 2%
che si dovrebbe raggiungere stando agli accordi presi in sede nato, arrivando fino al 3,5%.

In pratica quasi il doppio, mediamente, per ogni paese.


Se poi si volessero aggiungere spese per i mezzi bisogna tenere a mente alcune cifre.

Una portaerei come quelle di ultima generazione Usa, classe Nimitz, costa 4,5 mld di euro.

Un caccia invece di quinta generazione F-35 costa 300 milioni di euro.

Chiudiamo con i carri armati, come l'M1 Abrams americano, costo attorno ai 9 milioni, cadauno.

Quindi anche in questo caso si può quantificare un altra spesa di 50 miliardi.

E qui la questione diventa non solo economica, ma anche politica e sociale.

Una Unione Europea già in crisi economica è disposta a mettere sul piatto tutto questo denaro (in debito)?
 

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