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Stanno letteralmente impazzendo”.

“Di fronte al ciuffone biondo che cambia le carte in tavola, stanno impazzendo.
Un conduttore televisivo li definisce addirittura due strozzini cravattari,
un altro dice un gangster, un capo mafia, uno squilibrato”
.

“Il presidente degli Usa è un simbolo di democrazia quando conviene ad una certa sinistra, a certi programmi al contrario è un gangster! Ma vaff...

“Zelensky era convinto e abituato ad andare a Washington con la lista della spesa probabilmente…
adesso amici miei è cambiata la musica! O lo accetti o ti attacchi al ca...o!”.
 
La presidente della commissione europea,
cosi come tutto il parlamento europeo,
dovrebbero dimettersi per le inefficienze sin qui prodotte. Vergogna

L'incontro fra i due è stato una trappola tesa da Zelensky:
con la sua condotta è riuscito a farsi passare come la vittima e a delegittimare Trump.
Diciamo che è andato apposta per provocare.
Forse consigliato da qualcuni (micron e lardstream)?

Tant'è che il giorno dopo a Londra ha dichiarato che la guerra sarà ancora molto lunga,
cosa hanno da dire i pacifondai, da non confondere coi pacifisti?
 
Ahahahahahah milan l'è propri milan. sala ci sei ?

Quando si dice le sentenze creative.

In sintesi:

se un cittadino passa da Milano e scaraventa una latta di vernice sopra un monumento in pieno centro (in Piazza Affari)
dopo due anni succede questo:

niente

anche se nel frattempo hanno lavorato
procuratori, giudici, cancellieri, avvocati, pulitori di monumenti, funzionari comunali, persino giornalisti
che hanno dato la notizia dell'incriminazione di tre «attivisti» per imbrattamento di beni culturali
e, ora, due anni dopo, il loro proscioglimento «per difetto di querela».


Ricominciamo da capo.

Nel gennaio del 2023 tre ragazzotti ambientalisti insozzano con della vernice arancione
il «Dito» di Maurizio Cattelan, artista, anzi «creativo» che ha ceduto la sua opera al Comune di Milano (in comodato d'uso)
ed espongono pure uno striscione dopo aver chiamato stampa e telecamere: «Ultima generazione. Stop sussidi ai fossili».

Non ce l'hanno coi pensionati: i tre appartengono a «Extinction Rebellion, ultima generazione»,
movimento internazionale contro il cambiamento climatico divenuto noto per l'imbrattamento di opere d'arte e monumenti
oltreché per i blocchi stradali; tutti i militanti sono dei poveri imbecilli o degli eco-teppisti ed a fare notizia sono soprattutto questi ultimi.

Ergo: dopo l'imbrattamento arriva la giustizia, nel senso, la Procura.

L'opera insozzata con vernice lavabile (posto che ogni vernice lo è) è ufficialmente «Love» di Maurizio Cattelan, conosciuta come «il Dito».

La procura procede d'ufficio e il Comune di Milano si costituisce parte civile,
nel senso che pretende almeno il risarcimento delle spese di pulizia.

L'autore dell'opera, Cattelan, non si dice scandalizzato dell'imbrattamento, meglio, dice di non sentirsi offeso.

Tomaso Montanari, rettore dell'Università per stranieri di Siena,
misteriosamente ascoltato come consulente della difesa,
sottolinea che non c'è stato alcun danno al monumento od opera che sia.

Gilberto Pagani, l'avvocato dei tre ragazzotti, in aula ricorda la dichiarazione di Cattelan,
e dice che il reato contestato dunque non esiste.

La Procura, che rappresenterebbe la pubblica accusa, a quel punto chiede l'assoluzione per «particolare tenuità del fatto»,
o meglio: il giudice riqualifica il reato nel più lieve «deturpamento»,
ipotesi non procedibile d'ufficio che necessita di qualcuno che sporga una querela di parte, una denuncia.

E chi l'ha sporta?

Nessuno.

Ma come, neanche il Comune?

No, perché l'opera risulta in «comodato d'uso», quindi non gli appartiene, è ufficialmente di Cattelan,
in quale ha detto, come visto, che non gliene importa.

Quindi il giudice Maria Teresa Guadagnino non può che pronunciare una sentenza di non doversi procedere per difetto di querela.

I tre sono prosciolti.
 
Mica è finita:

dopo essersi fatti pubblicità imbrattando il centro di Milano,
i prosciolti hanno diffuso un altro comunicato che comincia così:

«Il percorso di giustizia riparativa intrapreso con il Comune di Milano
ha rappresentato un'importante opportunità di dialogo e comprensione reciproca».

Il resto non lo riportiamo.


In compenso giovedì scorso, in Germania, in un'intervista allo Spiegel,
il responsabile tedesco di «Ultima generazione» ha spiegato
che il movimento presto si sarebbe ribattezzato «Nuova Generazione».

Un colpo di vernice e via.
 

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