Solo politica

  • Creatore Discussione Creatore Discussione Stic@zzi
  • Data di Inizio Data di Inizio
Punto terzo: in caso di accordo di pace, l’obiettivo dei leader europei
sarà quello di scoraggiare qualsiasi futura invasione da parte della Russia in Ucraina
.

Magnifico, saranno gli europei a garantire il futuro ucraino.

E con quali mezzi di supporto?

Con quali eserciti?

Con quali carri armati?

Con quale protezione aerea?

Con qual deterrenza nucleare?

A uno stadio onirico di transizione dalla veglia al sonno,
forse è anche possibile immaginare di realizzare uno scenario da europei protettori degli ucraini,
ma nella fase del risveglio ci si rende conto che i sogni restano sogni e la realtà sta da un’altra parte.

Se si volesse essere onesti con il presidente ucraino, che chiede il sostegno di una difesa comune europea, bisognerebbe dirgli:

“Caro Volodymyr, ripassa tra dieci anni, nel frattempo arrangiati come puoi”.
 
Punto quarto: Potrebbe esserci una “coalizione dei volenterosi”
incaricata di dare garanzie di sicurezza all’Ucraina futura ed eventualmente schierare un contingente militare di pace
.

Il “crescendo” perfetto che chiude il capolavoro polifonico londinese.

Organizziamo una spedizione da schierare sulla linea del fronte russo-ucraino per garantire la pace.

E se, Dio non voglia, scoppiasse un conflitto a fuoco con soldati europei che cadono vittime del fuoco nemico,
che faremmo?

Si combatte?

Con quali regole d’ingaggio?

E i contingenti inviati sarebbero sufficientemente attrezzati nella dottrina militare per un’eventualità del genere?

S’invocherebbe la clausola di soccorso, prevista dall’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico, in materia di difesa collettiva?

E se gli Stati Uniti dovessero rispondere picche alla richiesta di intervento, la guerra alla Russia la faremmo da soli?

Ma hanno capito questi leader continentali su quale pianeta e in quale tempo vivono?


Pensano di essere ai tempi della guerra di Crimea?
 
Allora era il 4 ottobre 1853

un’alleanza composta da Impero ottomano, Francia, Gran Bretagna e Regno di Sardegna

sfidò in campo aperto l’Impero russo.

La Crimea fu teatro di epiche battaglie. Balaklava, Inkerman, la Cernaia,
furono luoghi dove gli eserciti europei scrissero pagine di gloria.

Ma questo succedeva due secoli fa.

Oggi non ci sono indomiti squadroni di cavalleria da lanciare all’attacco dei bastioni fortificati del nemico,
ma bisogna fare i conti con anonimi missili ipersonici e droni,
che cadono indistintamente sulle teste di soldati e di civili
perché l’acciaio che piove dal cielo non conosce differenza tra i suoi bersagli.



La nostra civiltà è cosa troppo preziosa
perché il suo destino finisca nelle mani
di un Emmanuel Macron qualunque.
 
Articolo molto interessante che smembro perchè lungo.

Mozione d’ordine:

per ciò a cui stiamo assistendo (sgomenti) in questi giorni,
proponiamo di cambiare l’inno dell’Unione europea.

Pur restando fedeli al repertorio beethoveniano, al posto dell’inattuale Inno alla gioia,
nelle capitali europee altra composizione si dovrebbe suonare, del medesimo autore.

Segnatamente, la Sonata per pianoforte numero 8, Opera 13, meglio nota come Grande sonata patetica.

D’altro canto, quale aggettivo più appropriato potrebbe venire alla mente
dopo aver visto all’opera alcuni dei principali leader del Vecchio continente – e non solo –
arrampicarsi sugli specchi di soluzioni lunari alla crisi ucraina,
nel corso del summit tenuto lo scorso 2 marzo alla Lancaster House di Londra?

Se quell’incontro fosse stato un progetto audiovisivo
sarebbe stato un episodio della fortunata serie televisiva americana degli inizi anni Sessanta Ai confini della realtà.

Ma con un tuffo (spericolato) nel passato.

Con la proposta franco-britannica di invio di una forza militare in territorio ucraino
per garantirne la sicurezza da futuri aggressioni russe, senza però il supporto statunitense,
sembra essere tornati ai tempi ingloriosi della crisi del Canale di Suez del 1956.

Allora francesi e britannici tentarono di far valere una mai rimossa tentazione colonialista.

Anche allora russi e americani si ritrovarono dalla stessa parte, intenzionati a far abbassare le penne agli arroganti europei.
Io proporrei un brano di mr Pi@nol@ per descrivere meglio la situazione europea
 
Ma tu pensa a quelli bravi...quelli che se la cantano e se la suonano...quelli che non scrivono più perchè seduti sulla riva del fiume ad aspettare o quelli arrampicati su un traliccio dell'alta tensione a scrutare dall'alto la situazione...pensa a come stanno messi questi che non gli e ne va bene una che una da anni...però si son fatti un sacco di soldi col trading :d:


 
1741178801596.png
 
Ahahahahah a che punto siamo ridotti. E questo sarebbe "un preside" ?

QUESTA E' LIBERTA' DI PENSIERO.

Il padre si è detto comunque contrario al trattamento delle tematiche Lgbtq in classe
ma ci ha tenuto a sottolineare che suo figlio "non ha mai usato terminologie volgari,
omofobe o offensive, semplicemente si è rifiutato di salire le scale".

Questo passaggio fa riferimento alla lettera scritta dal preside ai genitori,
in cui il dirigente scolastico ha dichiarato che

"alla mia ulteriore richiesta del perché non avesse voluto calpestare la scala arcobaleno,
ha affermato seccamente e meramente di essere contrario alla Comunità Lgtb,
rifiutando il mio invito al dialogo; a quel punto ne ho registrato l'atteggiamento omofobico con rammarico".


Quel che il genitore ora chiede è il rispetto delle idee del figlio, senza forzature ideologiche.

E per spiegare la sua posizione ha fatto un esempio:

"Siamo in uno Stato democratico, a prevalenza cattolico,
in cui vigono i Patti Lateranensi ed è previsto l’insegnamento della religione cattolica:
se tuttavia uno studente non vuole parteciparvi, non è obbligato a farlo".


A fronte di questo, ha proseguito,

"non capisco, perché, allora uno studente debba essere obbligato
a salire su una 'scala arcobaleno'.
Credo che anche altri studenti siano a disagio nel percorrere quelle scale
ma non hanno avuto il coraggio di mio figlio".
 
La scala Lgbt in questione, è stata ideata in occasione della Giornata internazionale di sensibilizzazione contro l’omofobia.

"Di fronte alla scala, mio figlio ha preso i gradini a due a due in segno di disappunto verso questa scalinata"
il racconto del padre del giovane: "Ma è stato di nuovo ripreso dall’insegnante
che lo ha costretto a scendere e a ricominciare la scalinata.
Dopo un secondo tentativo e con l’insegnante che lo costringeva a salirla correttamente,
quasi fosse un rito al quale doveva sottoporsi,
ha deciso di salire le scale aggrappandosi alla ringhiera di protezione per non calpestare i gradini”
.

Il giorno dopo la docente ha punito il ragazzo con una nota disciplinare.

“Appellare un ragazzino di 13 anni di omofobia solo per non aver camminato su una scala
che rappresenta una comunità con delle idee non condivisibili da tutti, ci sembra completamente fuori luogo
oltre che lesivo della sua integrità psico-fisica.
Farlo forzatamente salire dalla scala a cui è stato dato un significato ben preciso
ci sembra proprio una imposizione non opportuna e non educativa.
E' lecito indottrinare l’orientamento sessuale di un ragazzo di 13 anni a scuola?”.



Siamo nell'era in cui per la paura di "violenze" ... si commettono violenze anche peggiori.

Una sorta di comunismo culturale sinistroide
in cui si torna alla somministrazione di olio di ricino mentale
per l'adeguamento ai nuovi valori non frutto di una libertà individuale
ma di una imposizione collettiva.

E dopo questa porcheria dobbiamo sentire i radical chic e i politically correct di sinistra
che vanno a dire in tv, nei programmi dei loro "amichetti",
che il governo mette in pericolo la libertà di pensiero ?

Episodio sconcertante. E questo sarebbe un paese dove regna la democrazia?
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto