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Emerge un grave problema di restrizioni delle libertà personali e di voto, in tutta europa.
Sono oltre la canna del gas e stanno annaspando nel letame.

Scene da Ventennio, una destra descritta come una forza politica con connotazioni fasciste.

La narrazione del sindaco di Milano, Beppe Sala,
oltre a confondere la realtà con la fantasia
nasconde un pregiudizio politico ancora più grave:

Fratelli d’Italia, secondo il suo ragionamento, non può svolgere il suo ruolo nel Consiglio comunale di Milano.


"Io mi batterò con tutte le mie forze perché Milano non vada in mano a questa destra con connotazioni fasciste".
 
I poveretti non immaginano nemmeno lontanamente l'effetto pendolo in arrivo
assolutamente costituzionale e democratico, ma non di meno distruttivo dell'attuale assetto sinistro.
Ne avranno ancora per decenni per gridare Al Lupo Al Lupo!
 
Per il loro fallimento rievocano fantasmi di 80 anni fa, sono proprio alla frutta,
la gente potrebbe presentargli il conto e mandarli a casa e sarebbe anche ora
per come hanno ridotto le nostre città,
loro che si interessano solo a non fare governare gli altri ma si scordano degli italiani.

Sala è abbarbicato sulla sua poltrona che difende con unghie e denti.
Dal suo punto di vista ineccepibile perchè difende i suoi interessi .

Altra cosa è difendere gli interessi di Milano.

Caro Sala visto la Milano che lasci - salva milano docet - adesso sei consapevole che perderai e ti inventi il fascismo.
Niente paura, che i piddioti ti riserveranno un posto in Europa, quello dei trombati, come fanno da sempre.
 
Luciano Di Marco a Quarta Republica racconta l'errore giudiziario di cui è stato vittima.

Ma a differenza degli eritrei, nessuno gli ha ancora accordato un ristoro economico

Perché in Italia ottenere un risarcimento per ingiusta detenzione,
che nel caso dei migranti si sarebbe palesato nell’ingiusto trattenimento con privazione della liberà per 10 giorni, non è cosa semplice.

Ne sa qualcosa il signor Luciano Di Marco che un brutto giorno del giugno 2019 si ritrova la polizia in casa,
poi incarcerato a Torino e infine accusato di un crimine che non ha mai commesso.
 
“Mi prendono da casa e mi portano al carcere di Torino - racconta -
Mia moglie invece viene messa ai domiciliari con quattro minori”.

Non sono momenti semplici: uno dei bambini ha pochi mesi e deve ancora essere allattato,
ma la donna viene
“chiusa in casa per 28 giorni senza neppure il permesso per andare a prendere il latte in polvere o un medicinale in farmacia”.

Mentre la moglie sconta i domiciliari, l’uomo condivide la cella con criminali comuni.

Prima a Torino, poi a Foggia
.

In totale: 4 mesi e mezzo dietro le sbarre, “buttato dentro una cella come un cane”. Un’enormità.

Soprattutto per chi sa di non aver commesso fatto.

Di Marco, a chi lo ha indagato e processato per direttissima, prova a dirlo sin da subito:

non può aver commesso lui la rapina perché quel giorno era a Torino
e la moglie, accusata anche lei del furto, era addirittura ad una visita dal pediatra.

“Abbiamo portato 21 testimoni a nostro favore, ma non c’è stato nulla da fare”
,
racconta l’uomo a Porro.

“Sono state fatte quattro richieste di scontare gli arresti domiciliari da mia madre - spiega Di Mauro - ma nulla zero: tutto rigettato”.

A “inchiodarlo” secondo chi indaga ci sarebbe una somiglianza enorme con l’autore del furto.
Poi a Foggia il malcapitato riesce a farsi fare une perizia dei tratti somatici
e, dopo due scioperi della fame, finalmente arrivano i risultati:

l’autore della rapina non può essere lui. Risultato: tutto archiviato. E tanti saluti.
 
Oltre ai mesi passati dietro le sbarre, ha dovuto subire :

la difficoltà di trovare lavoro una volta uscito dal carcere,

l'umiliazione di vedere i vicini che gli tolgono il saluto,

i figli che “ancora adesso hanno paura quando vedono una pattuglia della polizia”.

Beh: a differenza dei migranti della Diciotti, nonostante l’evidente ingiustizia,
dopo sei anni non è ancora riuscito a vedere un euro.

“Il Tribunale di Bari ha rigettato il ricorso perché secondo loro la mia troppa somiglianza
ha fatto sì che io abbia deviato le indagini.
La seconda volta invece mi è stato detto che io e mia moglie nell’interrogatorio eravamo stati discordanti.
Ma come posso ricordarmi nel dettaglio cosa ho fatto quattro mesi prima?”.

Vedere che quelli della Diciotti hanno invece già ottenuto “giustizia”, lo fa ovviamente star male.
“Nessuno ha preso un pezzo di carta igienica per scrivere ‘signor Di Marco, ci scusi’.
La libertà che hanno tolto a me, chi me la ripaga? Perché mi rifiutano il risarcimento?
Io non ho fatto niente. Mia moglie non ha fatto niente. I miei figli non hanno fatto niente”. E


Eppure, in questo caso, nessuno al momento paga. Perché?
 
Questo articolo rispecchia pienamente il livello, al quale sono giunti i "giornalisti".

Tragico incidente intorno alle 8:30 di oggi, 11 marzo,
sulla ferrovia che collega Mandello a Lecco:

per cause ancora da chiarire, un uomo è stato investito da un treno.



Ma il treno viaggia su binari. Non è un'auto. Non c'è il volante.
 
vi ricorda qlc1?

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banchiere di GS, poi governatore di banche centrali, poi pm senza mai partecipare ad un'elezione

ha vinto le primarie...almeno questo(buahahaha)

LA DEMOCRAZIA E' MORTA DA ALMENO UN TRENTENNIO CON LE BANCHE D'AFFARI CHE IMPONGONO OVUNQUE I PROPRI BURATTINI

.
 

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