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17 anni. Sprangato in testa con chiavi inglesi da 45 e 50 mm.

Il 28 aprile 2025 si è commemorato il 50° anniversario della morte di Sergio Ramelli,
un giovane militante del Fronte della Gioventù ucciso per odio politico.

Un sentimento condiviso? No.

Perché se da una parte le istituzioni e alcuni media
hanno ricordato quell’omicidio assurdo consumatosi a Milano in anni bui e che non devono tornare,
dall’altra c'è chi continua a considerare Ramelli un “fascista” che tutto sommato meritava di fare la fine di Mussolini.
Cioè morire.

E no, non l’ha detto un vecchio catafalco delle Brigate Rosse.
Né un ex esponente di Avanguardia Operaia.

Ma un ragazzo, attuale studente nello stesso istituto Molinari che Ramelli frequentava,
dove ha scritto quel tema contro le Br, dove è stato intimidito, preso di mira e infine ammazzato “per le sue idee”,
come ricorda una contestata targa inaugurata un mese fa.

L’intervista è stata mandata in onda da Quarta Repubblica.

Le immagini mostrano come, nel giorno della commemorazione,
gli studenti di sinistra abbiano contestato il ministro Valditara con quei soliti slogan (“fuori i fascisti dalle università”)
che si speravano consegnati ormai alla storia.

Walter Rodia, rappresentante degli studenti, ha detto all’inviato di Nicola Porro:

“Sì, [Ramelli] è morto per le sue idee, come Mussolini.
Ramelli professava idee violente, ciò non toglie che lui magari non abbia toccato una mosca, io questo non lo posso sapere…”.

Come Mussolini, capito?

Un 18enne, ucciso per un tema, paragonato a un dittatore.

“Alla fine le idee erano quelle”, ha continuato Rodia.
 
La cerimonia di commemorazione risale a metà marzo.

Passi che i collettivi studenteschi parlino di “targhette mirate a strumentalizzare la morte di militanti fascisti”:
cos’altro aspettarci da un mondo che in piazza grida “uccidere un fascista non è reato”?

Passi anche, o forse no, che il personale scolastico si sia opposto alla visita istituzionale del sottosegretario Frassinetti,
parlando di una scelta “divisiva, politicamente connotata e poco rispettosa della memoria storica”.

(Cosa ci sarebbe di poco rispettoso, nel ricordare uno studente ammazzato a suon di sprangate?
Ramelli, peraltro, si era iscritto da poco al Fronte della Gioventù.
Ma anche fosse stato il peggiore dei leader del movimento giovanile del Msi,
avrebbe questo giustificato un raid di quel tipo?).


Ma a sorprendere è soprattutto il silenzio di Ilaria Salis, eurodeputata di Avs,
che in funzione del suo ruolo dovrebbe trovare la forza di difendere la memoria di un ragazzo ingiustamente trucidato.

Invece?

Invece Ilaria Salis ride.
Quando l’inviato di Nicola Porro prova a chiederle se è giusto ricordare o no Ramelli,
l’eurodeputata prima ride poi si rifiuta di rispondere.
 
Ahahahahahahahah

Cinque giorni fa,
quattro giorni prima del mega blackout che ha paralizzato la Spagna e coinvolto anche il Portogallo,
la Repsol aveva lanciato un allarme
.

"Uno spegnimento imprevisto dovuto a problemi tecnici con l'alimentazione elettrica",

ovvero una grave interruzione di corrente che ha causato la chiusura della raffineria di Cartagena.

Lo aveva scritto l'azienda in una lettera inviata ai suoi principali clienti,
spiegando che, di conseguenza, le consegne di prodotti alla raffineria di Cartagena
sarebbero state sospese fino alla completa risoluzione dell'incidente.

Lo scrive El Mundo citando proprie fonti ben informate, secondo le quali
lo ''spegnimento improvviso'' è stato causato da un "grave guasto elettrico non correlato all'impianto".
 
Lo stesso giorno su 'X'
il ministro dei Trasporti Oscar Puente ha parlato di una ''tensione eccessiva nella rete elettrica "
in merito ai disagi sulla linea ferroviaria ad alta velocità da Chamartín a Pajares, che separa Castiglia e León dalle Asturie.
 
In passato si era disquisito sull'abolizione del contante. Avevo obiettato alla possibilità di problemi collegati alla rete. Qui non è stata la rete internet, ma qualcosa comunque collegato alla complicatissima tecnologia ormai presente ovunque. E questo è solo l'ultimo episodio. Mi sembra che non passi una settimana senza un inghippo di qualche tipo
 
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