La transumanza non è solo uno spostamento di animali da pascolo, pecore, capre, mucche, asini e persino qualche cavallo:
è un simbolo di equilibrio tra l’uomo, gli animali stessi e la natura.
Un gesto antico che conserva ancora oggi la sua forza narrativa, agricola e culturale.
In un mondo che spesso dimentica da dove viene,
la transumanza ci ricorda che esiste ancora un legame profondo con la terra e i suoi cicli.
A guidare il gregge, come sempre, ci sono i pastori.
Uomini e donne che scelgono un mestiere fatto di fatica, di albe e di silenzi,
ma anche di una sapienza che non si insegna nei libri.
Accanto a loro, i cani, instancabili custodi,
e poi le pecore, docili e in marcia, come ogni anno, lungo la via che porta ai pascoli della Valsassina.
Il passaggio in città è breve, ma il suo significato è profondo.
È un frammento di memoria collettiva che continua a vivere.
E ogni volta, a Lecco, si rinnova quella piccola magia:
le automobili si fermano, le persone si affacciano, qualcuno sorride, qualcuno fotografa.
In quell’attimo sospeso, tra cemento e campanacci, la città riscopre un ritmo diverso. Più umano.