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Ricordiamoci sempre che loro hanno le truppe cammellate, che si fanno i sondaggi in casa e poi scrivono ai loro adepti questo:


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E poi sarebbero gli altri a fare della propaganda 🤣 🤣 🤣 🤣
 
É strano questo modo modo di concepire la “libertà di parola”, a sinistra.

I “fasci” non possono esprimersi, e ovviamente sono i progressisti decidere a chi addossare questa etichetta,
anche se di fascista non hanno nulla.

Sulla Rai il partito più rappresentato è il Pd,
ma il Pd si lamenta che TeleMeloni non informa sui referendum.

Poi la Cgil si riunisce in piazza e, in nome della libera espressione (delle idiozie),
un sindaclista dà a Ignazio La Russa del “bastardo”
e ovviamente se solo questi osasse querelarlo,
non v’è dubbio che lo accuserebbero di voler zittire il sindacato.

Inoltre, come se non bastasse, mentre gli antagonisti spaccavano Milano al grido di “fuori i fasci”
da Gallarate, dove si teneva il tutto sommato pacifico Remigration Summit,
Fratoianni rilasciava interviste per spiegare che i destri - e non i picchiatori rossi - non hanno diritto di esprimere le loro idee.
 
Dal palco di piazza Vittorio dove era in corso l'iniziativa per il referendum,
il sindacalista ha scandito:

“Di un bastardo come La Russa non ho bisogno di parlare - ha detto Adelmo Cervi -
La cosa vergognosa è che un bastardo del genere sia la seconda carica dello Stato
e che abbiamo chi ci governa che gira ancora con la fiamma tricolore appiccicata al vestito”.

Ma in fondo se anche Roberto Saviano definisce “bastarda” Giorgia Meloni,
perché l’esponente landiniano non dovrebbe fare altrettanto con La Russa?
 
Nicola Fratoianni che fa?

Spiattella alla stampa la sua idea di democrazia, in sintesi: parlano solo quelli che noi consideriamo degni.

"Questo Paese nasce e si fonda sulla costituzione antifascista che non tollera l'idea che qualcuno
in nome di una astratta libertà possa andare in giro a diffondere idee, parole e linguaggi d'odio
che negano le libertà fondamentali degli altri".


Ahahahahahahahah la libertà è astratta solo per te.
 
52 anni fa il terribile incidente al Gran Premio delle Nazioni di Monza,
in cui persero la vita Renzo Pasolini e Jarno Saarinen.

Era in corso di svolgimento la gara della classe 250 quando i due piloti – tra i più noti dell’epoca –
non ebbero scampo a causa della dinamica dell’urto.

Pasolini, nativo di Rimini, aveva un grande seguito di tifosi, per il suo modo di correre senza calcoli,
e veniva contrapposto ad Agostini, sebbene non avesse mai provato la gioia di un titolo mondiale.

Saarinen, finlandese di Turku, era il campione del mondo in carica della classe 250
e aveva iniziato il 1973 con due successi su tre gare nella 500.

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Alle 15:17 del 20 maggio 1973, al Curvone di Monza il motociclismo vive una delle sue pagine più nere.
Perdono la vita Pasolini e Saarinen.
Ma quello che succede prima e dopo il tremendo incidente è un insieme di fatti e circostanze
che le competizioni delle moto non devono più vivere. […]
La pista di Monza, […], non si presenta in quel 20 maggio nelle sue migliori condizioni.
Sono stati eseguiti dei lavori sul tracciato: il manto stradale, all’entrata del Curvone o Curva Grande che dir si voglia,
presenta delle irregolarità che compromettono la stabilità della moto, oltre tutto in una fase molto delicata,
cioè quando si imposta una curva da affrontare in pieno. […]
Un altro elemento di pericolosità, […], è costituito dai guard-rail molto vicini al nastro d’asfalto.
Gli organizzatori cercano di ovviare con balle di paglia. […]
A Monza la Harley Davidson di Pasolini ci si infila in mezzo andando a sbattere contro il guard-rail dietro a esse,
per essere poi catapultata contro Saarinen che stava arrivando. […]

Nella gara delle 350 del GP delle Nazioni, che ha preceduto quella tragica della 250,
si vede la Benelli di Walter Villa fumare vistosamente dagli scarichi.
La 4 cilindri pesarese perde olio che semina sull’asfalto.
Tutto ciò viene segnalato dai piloti che restano però inascoltati.
I piloti allora non erano presi in considerazione. […]
John Dodds in quel giorno cerca di andare a spiegare la pericolosità della situazione,
oltre a chiedere che la pista venga pulita. […] Ma viene allontanato facendo intervenire la polizia. […]
Tre importanti giornalisti specializzati cercano di spiegare al direttore di corsa che c’è olio in pista […],
anche in questo caso gli organizzatori risolvono tutto con il ricordo alle Forze dell’Ordine.

[…] Sulla dinamica dell’incidente non ci sono molti dubbi:
appena impostato il Curvone, la moto di Pasolini scivola.
Pilota e moto si infilano in mezzo alle balle di paglia e finiscono contro il guard-rail.
L’urto è violentissimo, tanto che la Harley Davidson perde sella e serbatoio e rimbalza contro Saarinen.
Nell’incidente resta coinvolta una dozzina di piloti. Una vera apocalisse. […]
Il tema dei soccorsi è un’altra nota dolente.
Alcuni testimoni oculari hanno raccontato che per 4 minuti nessuno si rende conto che Saarinen è sotto le balle di paglia.
Bisogna attendere 15 minuti per vedere arrivare la prima ambulanza, peraltro provvista di una sola lettiga.
Le altre ambulanze arrivano dopo 25 minuti. Il mezzo antincendio giunge dopo 23 minuti. […]
Saarinen, prima della gara di Monza, aveva detto che avrebbe lasciato le corse l’anno seguente, nel 1974. […]
Per Pasolini, un pilota che ha già 35 anni, quella stagione 1973 poteva essere verosimilmente l’ultima. […]
.”
 

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