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Quarto quesito: punire chi non ha colpe


Il quarto quesito propone di rendere responsabili in solido i committenti
anche per gli infortuni sul lavoro causati dagli appaltatori,
estendendo la responsabilità non solo in sede civile, ma anche penale.

Una misura che rischia di trasformarsi in un paradosso giuridico.


Chi affida un lavoro non può controllare ogni aspetto dell’esecuzione,
né può sostituirsi al datore di lavoro diretto.

Eppure, con questa norma, rischierebbe di rispondere per colpe altrui.

È come multare un passeggero per un incidente causato dall’autista.


Nel settore degli appalti, la sicurezza è una sfida reale.
Ma non si risolve scaricando le responsabilità su chi non ha gli strumenti per intervenire.
Il committente può scegliere con cura a chi affidare il lavoro,
ma non può presidiare ogni cantiere, ogni turno, ogni procedura.


La sicurezza si garantisce con ispezioni serie, formazione e prevenzione.

In Italia, ad esempio, i Tecnici della Prevenzione con funzioni ispettive sono circa 2.108,
una cifra che evidenzia una capacità di controllo del territorio estremamente limitata.
 
Questi quesiti non aiutano i lavoratori.

Li imprigionano.

E penalizzano chi crea lavoro.

L’idea di fondo è che l’impresa sia sempre colpevole, che vada punita, controllata, vincolata.

Ma in un’economia libera, la libertà di licenziare – con tutele economiche, non con processi infiniti –
è il prerequisito per la libertà di assumere.

Chi vuole lavorare ha bisogno di un mercato aperto, trasparente, mobile.

Chi vuole investire ha bisogno di regole chiare, tempi certi, margini di scelta.

Chi crede nella libertà dovrebbe avere il coraggio di dirlo, anche quando sembra impopolare.


L’unica vera risposta a questi referendum è non partecipare.

Astenersi è un gesto di responsabilità.

È dire no a un ritorno al passato, no alla restaurazione giuridica,
no all’illusione che si crei lavoro rendendo più difficile assumerlo.



E la libertà, anche stavolta, è dalla parte giusta.
 
Mi sa che a votare non ci vado
a323 io sono in forte dubbio, prob su cittadinanza e alcuni sul lavoro sarei per il SI' su altri sarei per il NO .
Varrebbe la pena solo di votare il nr.1

Licenziamenti illegittimi e contratto a tutele crescenti: Si propone l'abrogazione di uno dei decreti del Jobs act che riguarda il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, L'obiettivo è ripristinare la possibilità di reintegrazione del lavoratore nel suo posto di lavoro, in tutti i casi di licenziamento illegittimo.
 
"Il quarto quesito propone di rendere responsabili in solido i committenti
anche per gli infortuni sul lavoro causati dagli appaltatori,
estendendo la responsabilità non solo in sede civile, ma anche penale."

Non è tutto giusto...ma neppure completamente sbagliato...
Millenni fa, i Pontello costruivano aggratis facendo saltare gli appaltatori con materiali in porto franco e tenendosi i sub che diventavano esclusivamente appaltatori di manodopera con relativi cazzi e mazzi...e il committente libero di responsabilità...
Io li impiccherei tutti per le palle...i committenti
:cool:
 
Mi sa che a votare non ci vado
tranquillo, non si arriverà neanche al 47% dei votanti.
Paghiamo pilitici, sindacalisti, burocrati, economisti e affini e dobbiamo essere noi a decidere di abrogare questa o quella norma.
Se vogliono il mio voto devono consentire il referendum propositivo. E ne ho già in mente uno...
 

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