Solo politica

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E va avanti a ridere al pensiero della competizione in Italia,

il paese delle famiglie, del familismo amorale, del mi manda Picone,

del me lo segnala il sottosegretario, dell’amichetta dell’assessore, del figlio dell’avvocato,

degli amici, degli amici degli amici, dell’aiutino, del compitino, dell’esamino, delle spintarelle,

dei bravi ragazzi, del dottore è fuori stanza, del Sessantotto - eccoci al punto! – dell’eterno Sessantotto,

del sei politico, del diciotto politico, degli esami di gruppo, degli aumenti a pioggia per tutti,

delle sanatorie, delle pensioni, delle prepensioni, delle corporazioni, delle cooptazioni, dei concorsi truccati,

dei distacchi sindacali, dei baroni, dei lei non sa chi sono io, del posto fisso, dei Checco Zalone,

degli Alberto Sordi, dei cerchi magici, dei compagni di merende, dei furbetti del quartierino

e tutto il resto della comica saga italiota che si basa su tutto, su tutto davvero,


fuorché sulla competizione.
 
E una volta finito di sghignazzare - che tenerezza, però: in fondo, sono ragazzi -
ti viene da pensare a quanto sia davvero eterno il sessantottismo in questo strampalato paese
che è sì un concetto di sinistra, ma pure di destra,
perché è il vero minimo comun denominatore delle macchiette che siamo,
che a sentire lo studente padovano dare del “violento” al ministro per la minaccia di bocciatura
viene in mente il memorabile dialogo di “Un Sacco bello” tra Carlo Verdone in versione figlio dei fiori e Mario Brega
o Nanni Moretti in “Ecce bombo” durante la seduta di autocoscienza con il trockista impiegato al Catasto.

E ti vengono in mente non i genitori di questi ragazzi, ma i loro nonni,
che ai tempi d’oro della contestazione dicevano le stesse identiche scemenze sul sistema,
sull’autoritarismo, sui poteri forti, sulle multinazionali con l’aggravante che questi (alcuni di questi)
poi andavano in giro a sfasciare le vetrine e a sparare ai poliziotti,
mentre i loro nipoti, per fortuna, si limitano a piagnucolare su Tik Tok,
a guardarsi otto ore di manga e ad affliggersi sul riscaldamento globale.
 
Ma non è finita qui.

Perché la cosa ancora più grottesca
è che molto spesso sessantottismo fa rima con paraculismo.

E così come tanti di quei piccoli Che Guevara

che da giovani organizzavano la rivoluzione proletaria
nella villa del papà in Sardegna
sono poi finiti nel Psi, in Forza Italia o a Mediaset
– che pedagogica palinodia -
così i tre studenti hanno rifiutato di fare l’esame orale
quando erano già certi di essere promossi,
visto che avevano in tasca i crediti minimi richiesti.

Dei veri intrepidi, niente da dire, dei veri arditi, dei veri dannunziani.

A ennesima conferma, come diceva quel genio di Longanesi,
che gli italiani sono talmente cialtroni
da voler fare la rivoluzione con il permesso dei carabinieri.

O come sosteneva Flaiano, che era un genio pure lui,

che gli italiani vogliono la rivoluzione,

ma preferiscono fare le barricate con i mobili degli altri.
 
Ahahah ascoltare uno che fa scena muta....
Frase da logica 4.0
Ma li fanno con lo stamipino?

E poi chi ha ridotto così la scuola? La meloni in pochi anni o la plethora di ministri e funzionari di nomina politica che l'hanno demolita negli ultimi 30 anni?
 
Ragazzi miei, avete qualche idea di come funziona il commerciale ?

Ogni prodotto che noi acquistiamo - indipendentemente dall'iva - ha un prezzo.
Questo prezzo di vendita dalla fabbrica, varia da Cliente a Cliente.

Fatto 100 il prezzo di listino, ricordatevi che il prezzo finale al Grossista/Cliente
può variare - di norma (sempre) da 30 sino a 70.

Per farla breve. Settore abbigliamento.

Prezzo di acquisto di negozio top di prima fascia 30
Prezzo di vendita a noi consumatori 120 (iva compresa)

Vi sembra una pazzia ? No.

Prezzo al consumatore = 120
Top sconto nei saldi 70% = 36

Prezzo di acquisto del negozio top dalla fabbrica = 30
+ Iva 22% 6 = prezzo totale di acquisto 36=.

Oggi, il negozio arriva a fare anche 150 il prezzo di vendita.


E Vi sembrano un problema i dazi al 30% sul prezzo di vendita dall'Azienda ?
Che all'estero non ha neppure l'Iva ?
 
Pensateci bene. Quando andate al supermercato e "c'è lo sconto 50%",
pensate che ci facciano un favore ?

Oppure sottocosto. Oppure prendi 3 e paghi 2.

Ci stanno facendo un regalo ? Stanno fidelizzando il Cliente ?

NO. Solo il loro margine è più basso.
Ma non è lo sconto che fanno a noi.
E' - prima - lo sconto che il produttore fa al supermercato.

E Vi assicuro. Il produttore non fa regali.
Ma neppure il supermercato. Anzi.

Il discorso poi diventa complesso, perchè in mezzo possono esserci anche i Grossisti
ed i Terzisti.

Ed il caso più evidente è quello del latte. Alla portata di tutti.
Perchè il prezzo di acquisto è pubblico.

Pagato 0,35 al litro al produttore, venduto - come minimo a 1,30 a noi Consumatori.
Ma anche 1,50 oppure 1,80 e l'ho visto anche a più di 2 euro.

E' sempre lo stesso latte, pagato 0,35 a chi lo produce.
 
Torniamo all'abbigliamento.

Pagate un jeans di marca anche 200 euro.

Poi andate in quel negozio di fascia bassa e trovate un jeans a 15 euro.

E' sempre lo stesso materiale. E' sempre lo stesso produttore (cinese)
Ma noi paghiamo. "Il dazio".

E allora. Facciamola breve. Si risolve tutto fra venditore (fabbrica) ed acquirente (negozio).

Poi chi pagherà il dazio saremo noi CONSUMATORI.
 

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