Solo politica

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Secondo loro è molto meglio un pirlotto, che nel passeggino,
sta con il telefono in mano a guardare i cartoni animati,
mentre la madre - sempre con il telefono in mano -
(perchè camminano sempre con il telefono in mano) sta leggendo i messaggi.

All'interno del mio condominio abita un'assistente sociale........lasciamo perdere, dai.

La scena, giovedì pomeriggio, è stata quella delle grandi emergenze:

sirene,
auto dei carabinieri,
servizi sociali.

Intorno alle 15, nelle campagne di Palmoli, nel Chietino,
le forze dell'ordine eseguono il decreto con cui il Tribunale per i minorenni dell’Aquila
ha disposto l’allontanamento dei tre figli di Catherine Birmingham e Nathan Trevallion,
coppia anglo-australiana diventata in pochi giorni simbolo – e bersaglio – del dibattito sui “neorurali”,
le famiglie che scelgono una vita fuori dalle città e, spesso, dai servizi di base.
 
Alla base del provvedimento ci sono le relazioni dei carabinieri e dei servizi sociali.
Nei documenti del Comune di Monteodorisio, gli operatori descrivono così la situazione:

  • la famiglia vive in una condizione di “disagio abitativo”
  • perché l’immobile non era stato dichiarato abitabile (la certificazione è arrivata solo in seguito, tramite il legale della coppia);

  • nella casa, riferiscono gli assistenti sociali, non sono presenti servizi igienici interni;

  • i genitori non hanno un reddito fisso;

  • i bambini non frequentano la scuola (ma un'insegnante pivata)
  • e risultano isolati rispetto ai coetanei (anche se ci sono vicini di casa).

Si parla anche di scarsa collaborazione con gli operatori:
gli accertamenti sanitari obbligatori non sarebbero mai stati completati,
nonostante la richiesta della pediatra di una valutazione neuropsichiatrica complessiva dei minori.

Nel decreto i giudici annotano che i genitori avrebbero subordinato il consenso alle visite
a un “compenso” di 50mila euro per ciascun figlio, interpretato come un rifiuto.

Per il Tribunale si configura così una “grave negligenza genitoriale”,
legata alla mancata scolarizzazione e all’isolamento sociale dei minori,
fino a parlare di “pericolo di lesione del diritto alla vita di relazione”
e di violazioni dei diritti all’integrità fisica e psichica.
 
Alla base del provvedimento ci sono le relazioni dei carabinieri e dei servizi sociali.
Nei documenti del Comune di Monteodorisio, gli operatori descrivono così la situazione:

  • la famiglia vive in una condizione di “disagio abitativo”
  • perché l’immobile non era stato dichiarato abitabile (la certificazione è arrivata solo in seguito, tramite il legale della coppia);

  • nella casa, riferiscono gli assistenti sociali, non sono presenti servizi igienici interni;

  • i genitori non hanno un reddito fisso;

  • i bambini non frequentano la scuola (ma un'insegnante pivata)
  • e risultano isolati rispetto ai coetanei (anche se ci sono vicini di casa).

Si parla anche di scarsa collaborazione con gli operatori:
gli accertamenti sanitari obbligatori non sarebbero mai stati completati,
nonostante la richiesta della pediatra di una valutazione neuropsichiatrica complessiva dei minori.

Nel decreto i giudici annotano che i genitori avrebbero subordinato il consenso alle visite
a un “compenso” di 50mila euro per ciascun figlio, interpretato come un rifiuto.

Per il Tribunale si configura così una “grave negligenza genitoriale”,
legata alla mancata scolarizzazione e all’isolamento sociale dei minori,
fino a parlare di “pericolo di lesione del diritto alla vita di relazione”
e di violazioni dei diritti all’integrità fisica e psichica.
Spedire la famiglia in Russia!
Li li raddrizzano per bene
 
In parole povere, i piccoli non sono come quei dementi che girano con il coltello in mano e "socializzano" con il cellulare.


La famiglia ha scelto di vivere in un casolare nel bosco, a qualche chilometro dal borgo di 800 abitanti.
 
Ed ecco il buffone di turno :

“Il problema dell’abitazione sarebbe facilmente risolvibile,
ma a condizione che i genitori accettino uno stile di vita compatibile con i requisiti minimi di sicurezza e igiene”.
 
Nel decreto, il Tribunale contesta anche l’esposizione mediatica dei minori:
la scelta di mostrare i bambini in interviste e servizi televisivi,
comprese trasmissioni di grande audience,
viene considerata un ulteriore elemento di vulnerabilità.

Una scelta che, al contrario, Nathan difende come estrema forma di tutela:

“Li abbiamo mostrati perché tutti potessero vedere che stanno bene. Perché spezzare questo legame?”.

Ma fino a che punto è possibile ?
Scegliere uno stile di vita radicalmente alternativo quando ci sono di mezzo dei bambini?

“Abbiamo il diritto di vivere come i nostri nonni, fuori dalla modernità. I figli, da grandi, sceglieranno”.

Per il Tribunale, però, i diritti dei minori vengono prima di quelli dei genitori a sperimentare forme di vita estreme.
 
Catherine collega la scuola classica a ansia, depressione, ADHD e perfino suicidio tra i giovani;
vede l’unschooling come via per crescere adulti consapevoli, autonomi e meno manipolabili.

Idee che seguono le teorie del medico canadese Gabor Maté, criticato in ambito accademico,
perché tende a dare un peso molto forte al trauma come causa di quasi tutte le malattie e dei disturbi psicologici.
 
Catherine collega la scuola classica a ansia, depressione, ADHD e perfino suicidio tra i giovani;
vede l’unschooling come via per crescere adulti consapevoli, autonomi e meno manipolabili.

Idee che seguono le teorie del medico canadese Gabor Maté, criticato in ambito accademico,
perché tende a dare un peso molto forte al trauma come causa di quasi tutte le malattie e dei disturbi psicologici.
Stronzate
 
“Siamo bombardati da decenni da profeti
che dicono che bisogna smetterla con consumismo,
con la tecnologia, e bisogna tornare allo stato di natura.

Qualcuno probabilmente lo fa
e bisogna vedere se questo comprometta l'educazione dei bambini.

Penso che i genitori siano i primi a essere consapevoli dei loro doveri”
 

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