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Cazzola…nomen omen


al sire ci piace avere puttane di corte disseminate ovunque

quali siano i temi nn importa

sono sempre gli stessi che lo applaudono e lo lodano(claque)


adesso manca pregliasco che ci parla di politica internazionale e burioni di cambiamento climatico

a tal proposito avrei citato il mitico nino cartabellotta, fu medico del cagotto, che dopo essersi reinventato virologo, per mancanza di virus, si è già riciclato in climatologo


una massa di imbecilli integrali reclutati per tessere le lodi, sempre e cmq, del re Sòle

p.s. ho rivisto un po' di conf stampa...la stessa regale sufficienza e onnipotenza, la medesima supponenza di king charles che si è mangiato il valletto che nn gli ha spostato il portapenne...ha detto, re Sòle : "siamo quì per fare(il culo all'italia) nn per chiacchierare.
 
al sire ci piace avere puttane di corte disseminate ovunque

quali siano i temi nn importa

sono sempre gli stessi che lo applaudono e lo lodano(claque)


adesso manca pregliasco che ci parla di politica internazionale e burioni di cambiamento climatico

a tal proposito avrei citato il mitico nino cartabellotta, fu medico del cagotto, che dopo essersi reinventato virologo, per mancanza di virus, si è già riciclato in climatologo


una massa di imbecilli integrali reclutati per tessere le lodi, sempre e cmq, del re Sòle

p.s. ho rivisto un po' di conf stampa...la stessa regale sufficienza e onnipotenza, la medesima supponenza di king charles che si è mangiato il valletto che nn gli ha spostato il portapenne...ha detto, re Sòle : "siamo quì per fare(il culo all'italia) nn per chiacchierare.
dite a questo defic.ente


che il capo dei geologi delle marche ha detto che il disastro si poteva evitare facendo le opere sul fiume misa in programma da anni ma sempre rimandate

in quelle zone tutti erano al corrente delle criticità presenti ma NESSUNO, al solito, HA FATTO UN EMERITO C.ZZO


"Questo reticolo - è l'analisia del geologo - andrebbe rinaturalizzato con tecniche di Ingegneria Naturalistica per evitare le erosioni e le frane, per rallentare il deflusso delle acque ed evitare che si riversino tutte contemporaneamente sul Misa".
"Sull'alveo del Misa - prosegue l'esperto - sarebbero state utili le aree di laminazione diffuse per laminare le piene prima di arrivare al centro di Senigallia.
Infine una migliore gestione delle aree agricole con con piccoli bacini di raccolta delle acque meteoriche e laghetti collinari utili anche per i periodi siccitosi".

Casse di espansione a nord
Altro capitolo dolente: le casse di espansione a nord. "C'è un processo in corso per alluvione colposa e questa è una delle questioni che dovranno essere chiarite - sottolinea il geologo -. Su tutto, un cartezza: il progetto definitivo era già pronto nel 2006".
16 anni e nn fare un c.zzo

l'emergenza climatica sta all'inazione della politica come l'emergenza pandemica sta all'esautoramento del parlamento e al superamento dei dettami costituzionali e l'emergenza energetica sta alla negazione dell'articolo fondamentale della costituzione che schifa la guerra e scritto col sangue di vincitori e vinti

il caos nn è figlio della superficialità ma della volontà precisa
.
 
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i piddi mondiali e mondialisti sono così inclusivi da considerare gli immigrati spazzatura

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p.s. martha's vineyard è il luogo degli straricchi dem dove anche obama ha una mega villa
 
Ma i fiumi non si possono dragare. Eh no !
Ce lo dicono gli ambientalisti (di casa loro)

In pianura padana c'è un progetto di anni ed anni fa, per la creazione di bacini di contenimento dell'acqua
al fine di avere risorse in caso di siccità e regolare il flusso delle acque verso il Po.
FERMO

Bloccato dagli "ambientalisti".
Manderei loro a spalare il fango.

"Infine una migliore gestione delle aree agricole con piccoli bacini di raccolta delle acque meteoriche e laghetti collinari utili anche per i periodi siccitosi".
 
Ultima modifica:
Spero scompaia dai teleschermi e vada a far "il nonno" ......lecchino del PD ed aggregati vari.



Dalle elezioni al suo secondo mandato, dal suo successore al Decreto aiuti,
dal rigassificatore di Piombino alla "bufala" (così definita) dei fondi russi ai nostri partiti,
fino al caso Orban, il tormentone delle ultimissime ore che scuote l'Europa e potrebbe alimentare altre tensioni.

Il congedo del presidente del Consiglio Mario Draghi
(in realtà la conferenza stampa era stata organizzata per illustrare il Decreto Aiuti)
a poco più di una settimana dal voto delle Politiche è stato un vero e proprio show.


I fondi russi ai partiti, bufala e pupazzi prezzolati

La vicenda dei fondi russi ai partiti, anche per la quasi contemporaneità del rapporto al Copasir del viceministro Gabrielli,
è stato evidentemente uno dei temi più caldi, anche per le potenziali ripercussioni proprio sul voto di domenica 25 settembre.

Draghi è stato però categorico e anche pungente:
"Ho avuto una telefonata con Blinken che mi ha confermato l'assenza di forze politiche italiane nella lista di chi ha beneficiato di fondi russi. Non dimentichiamo che la democrazia italiana è forte".

E ancora:
"La democrazia italiana è forte, non si fa battere dai nemici esterni, dai loro pupazzi prezzolati, non bisogna dare ascolto a qualunque voce".

L'Europa contro Orban, l'atteggiamento di FdI e Lega

Altro tema "caldo" e attuale la vicenda Orban-Ungheria con la presa di posizione del Parlamento europeo dopo il rapporto che mette in discussione "la condotta democratica di Budapest".

Un rapporto condannato dall'Europa, ma dove FdI e Lega si sono astenuti.

Anche in questo caso Draghi è stato piuttosto perentorio, anche però lasciando a metà alcune considerazioni:
"Abbiamo una certa visione dell'Europa, difendiamo lo stato di diritto, siamo alleati alla Germania e alla Francia. Cosa farà il prossimo governo non lo so. Mi chiedo, uno come se li sceglie i partner? C'è una comunanza ideologica, ma anche credo l'interesse degli italiani. Chi sono questi partner? Chi conta di più? Datevi le risposte voi".

"Ancora a Palazzo Chigi? No..."

Alla domanda sulla possibilità di rivederlo a Palazzo Chigi alla guida del Governo
(ancora espressione di larghe intese, dando per assodato che dalle urne uscirà vincitore il Centrodestra),
il premier uscente ha risposto con un secco "no".

Una risposta che evidentemente in prima battuta complicherebbe i piani di Carlo Calenda e Matteo Renzi.

Cosa faranno Azione, Italia Viva e Pd

La strategia dei leader di Azione e Italia Viva è chiara:

aspettare la (quasi certa) vittoria del Centrodestra,
aspettare che lo stesso Centrodestra non trovi la quadra per la composizione della squadra di Governo
(con il tema solo apparentemente banale del premier)
ed entrare allora ..."in azione" riproponendo un personaggio del carisma di Mario Draghi.

Né più né meno in realtà la tattica che sembra aver preparato il Partito democratico.

E del resto, lo stesso Calenda si è appena dichiarato disponibile (nelle scorse ore a Tagadà su La7)
a dialogare con il Pd, con la pregiudiziale di escludere però il M5S.

CHI SI SOMIGLIA SI PRENDE ....d'altra parte loro sono "FLUIDI".



Draghi-Salvini-Conte, (non) c'eravamo tanto amati...
Se la bacchettata a Salvini e Meloni sui rapporti con Orban è rimasta solo "sfumata",
l'attacco al leader della Lega sulla questione delle sanzioni alla Russia non ha avuto invece bisogno di troppe interpretazioni:
"Le sanzioni stanno funzionando. La propaganda russa ha cercato di dimostrare che non funzionano: non è vero. Alcune non funzionano, altre funzionano poco, altre moltissimo. Le sanzioni funzionano, altrimenti non si spiegherebbero certi comportamenti recenti del presidente Putin".
E poi, con frasi sottintese, ecco l'altro attacco:
"Il Paese che vedo oggi è forte, leale all’alleanza Atlantica e che cresce economicamente, non posso fare previsioni su quello che succede. Non condivido la visione negativa di chi vede che il Pnrr così non va bene e chi parla di togliere le sanzioni e parla di nascosto con i russi, c’è gente che lo fa e c’è gente che non lo fa".

E poco dopo il presidente del Consiglio ne ha avute anche per il suo predecessore, Giuseppe Conte,
riguardo le polemiche sul riarmo e la dotazioni belliche all'Ucraina:
"Nei rapporti internazionali bisogna essere trasparenti, altrimenti gli altri non capiscono: non bisogna fare giravolte, non si può votare l’invio delle armi e dire no, oppure ancora peggio votare contro l’invio delle armi e poi inorgoglirsi per l’avanzata ucraina".


 
Ancora, altri pidioti nella dirigenza ? Pare proprio di sì.



Tutti lo dicono tranne Rai Way.

Con una precisione che pensavamo solo svizzera, alle 00:01 dell'11 settembre (sì, proprio nel tristemente famoso nine-eleven)

Rai Way ha disattivato la rete radiofonica in onde medie.

Neppure la motivazione pare ufficializzata: ipotizziamo sia il numero di ascoltatori ormai trascurabile.


Un media eco-sostenibile

Certamente non si tratta una scelta di natura energetica, visto che tutti conosciamo i consumi irrisori delle radioline a onde medie.

E se proprio dobbiamo vederla dal punto di vista del broadcaster, l’antenna di Radio 1 Rai a Milano Siziano
con circa 60 kW di assorbimento serve quasi tutta la Lombardia, con un consumo pari a circa 0,006 W/abitante.


Vero, se prendiamo in considerazione chi decide di ascoltare oggi in onde medie il conto sarebbe differente:
ma altrettanto vero il fatto che la tecnologia attuale (lo streaming e il DAB+) consuma molto di più
(considerando l’insieme dei consumi di chi trasmette e di chi ascolta).

Non un fatto trascurabile, in questi momenti di penuria energetica.


Nessun preavviso

Abbiamo chiesto all’Ufficio Stampa Rai una motivazione ufficiale per lo spegnimento e perché sia stato scelto proprio l’11 settembre.

Non ci è stata data alcuna risposta (potremmo dire: silenzio radio),
quindi l’unica comunicazione resta un annuncio che viene a volte messo in onda prima dei programmi con audio descrizione,
che invita chi ne ha bisogno ad utilizzare il satellite o “i canali digitali usando i tasti del telecomando”.


Si chiude dunque una storia iniziata nel 1924, alcune delle principali tappe sono state descritte in un articolo pubblicato dalla testata specializzata Newslinet.


Sicurezza nazionale

Riteniamo che lo spegnimento di questo media, irreversibile vista la preannunciata distruzione dei siti emittenti, potrebbe esporre il Paese a situazioni critiche.

Il motivo è presto detto: chiunque di noi abbia avuto la sfortuna di far parte di un evento particolarmente grave
(terremoti o attacchi terroristici) sa in prima persona come in questi casi le strutture informative più moderne possano non funzionare.

Nel caso dell’FM in genere il problema è l’alimentazione: raramente i siti sono dotati di gruppi elettrogeni
e le emittenti semplicemente si spengono (quando non sono state direttamente colpite dall’evento ovviamente).


Le reti cellulari invece hanno in questi casi la simpatica abitudine di non funzionare,
almeno nelle prime ore che però sono spesso le più critiche.

Anche quando le barrette sono visibili spesso nessun messaggio viene consegnato (e le eventuali chiamate non si attivano).


Perché, occorre ricordarlo, una radiolina AM ha un costo irrisorio,

non necessita di alcun abbonamento e le batterie hanno una durata ridicolmente lunga.




La patria di Guglielmo Marconi

La gravità di questa decisione passa in secondo piano anche perché la storia dell’inventore del mezzo,
l’italiano Guglielmo Marconi, viene poco o nulla studiata.

Marconi inventò la telegrafia senza fili e fu l’autore delle prime trasmissioni a distanza della voce umana.


L’inventore/imprenditore italiano curò durante il ventennio la realizzazione delle prime stazioni emittenti in Italia e in Vaticano,
dotando lo stivale di un’infrastruttura che nulla aveva a che invidiare alle altre nazioni europee.


Non va dimenticato inoltre che all’inizio del secolo scorso, proprio grazie alla “Marconi International Marine Communication Company”,
il Titanic fu in grado di informare i transatlantici vicini della propria posizione, permettendo il salvataggio di un numero non trascurabile di passeggeri.


Cancel Culture?

A Budrio, in provincia di Bologna, sorgeva fino al 2015 una stazione radiofonica voluta da Marconi.

Per anni ha trasmesso in onde medie, sulla frequenza di 567bkHz.

Ma in quell’anno i politici locali decisero di abbatterla per fare posto ad un ipermercato.


Avrebbe potuto essere trasformata in un museo, come richiesto da molti, ma non ci fu nulla da fare e le ruspe ebbero la meglio.

Cosa spinse i politici a quella decisione?


Non conoscevano la storia di Marconi, o forse erano già adepti della cancel culture?


Probabilmente entrambe le cose.

Guglielmo Marconi non era infatti democratico e antifascista, anzi aveva aderito al Partito Fascista.

Secondo alcuni storici contrassegnava anche con una “e” alcuni candidati (successivamente respinti)
che si proponevano per l’assunzione nella sua azienda.

Il lettore potrà facilmente capire cosa indicasse quella “e”.

Ma è anche vero, come ricorda qualcuno, che non c’era industriale, dal senatore Agnelli in giù, che non avesse buoni rapporti con il regime del tempo.


Imprenditori privati

Spento il servizio pubblico, le onde medie continueranno per il momento a vivere grazie ad alcuni imprenditori privati.

Tra questi vogliamo segnalare Maurizio Anselmo, specializzato in telecomunicazioni spaziali via satellite e a suo tempo gestore di un teleporto in provincia di Padova.

Ritenendo che le onde medie siano “un monumento tangibile alla memoria di Marconi
e che il nostro Paese non possa permettersi scempi quali quello di Budrio,
da un po’ di tempo trasmette la voce dell’inventore a ciclo continuo proprio sulla frequenza di Budrio.


Nelle parole dell’Ingegnere:


“Trasmetto 567 Khz, la frequenza della stazione in onde medie di Budrio (Bologna), voluta espressamente da Gugliemo Marconi: stazione che è stata massacrata, abbattuta e distrutta in favore della costruzione di un ipermercato, un crimine orrendo, un calcio nelle palle ed un pugno in faccia alla memoria di Marconi. Una semplice demolizione di una palazzina fatiscente per le capre ignoranti della pubblica amministrazione”.

Certamente chi ha deciso lo spegnimento della rete Rai

(appunto, chi? Impossibile saperlo, anche dopo aver tentato tutte le strade, ufficiali e non)

fa parte delle capre ignoranti.


Ma non possiamo non citare un’affermazione di pochi mesi fa di Andrea Borgnino,

responsabile di Rai PlaySound e autore di numerosi programmi per Radio 3 Rai:

“Noi anche solo per i disastri possibili nel nostro paese in termini di terremoti e alluvioni le onde medie dovremmo tenercele care care“.



Purtroppo la dirigenza del servizio pubblico non pare avere ascoltato.

Speriamo di cuore non debba pentirsene.
 

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