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Si tratta di priorità.
Se con le elezioni la popolazione prende la decisione "X", si può dire che i cittadini siano stati disinformati, che siano stati rimbambiti da decenni di trash TV, si può dire che siano stati plagiati dai bot della propaganda, nel web si può anche dirsi certi che ci siano stati brogli, ma non cambia la sostanza: la decisione dei cittadini è "X".

Poi ci sono i sondaggi, che possono essere fatti in modo da arrivare alla risposta che il sondaggista si aspetta («Al sondaggio "siete contrari alle torture per chi ruba nei supermercati" hanno risposto sì, quindi il popolo vuole che chi ruba nei supermercati rimanga impunito!») oppure in modo onesto.


Ma le elezioni hanno la priorità sui sondaggi, anche quando ci pare che la maggior parte dei votanti siano babbei.

Ma soprattutto ci sono i comportamenti: se a me stanno sulle bae i soldati rusai in suolo straniero posso contribuire finanziariamente ad armare gli ucraini, e se a qualcuno non piace la NATO o l'Unione Europea... buon viaggio!
Vedi l'allegato 685026

non tutti i mali vengono per nuocere

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Si tratta di priorità.
Se con le elezioni la popolazione prende la decisione "X", si può dire che i cittadini siano stati disinformati, che siano stati rimbambiti da decenni di trash TV, si può dire che siano stati plagiati dai bot della propaganda, nel web si può anche dirsi certi che ci siano stati brogli, ma non cambia la sostanza: la decisione dei cittadini è "X".

Poi ci sono i sondaggi, che possono essere fatti in modo da arrivare alla risposta che il sondaggista si aspetta («Al sondaggio "siete contrari alle torture per chi ruba nei supermercati" hanno risposto sì, quindi il popolo vuole che chi ruba nei supermercati rimanga impunito!») oppure in modo onesto.


Ma le elezioni hanno la priorità sui sondaggi, anche quando ci pare che la maggior parte dei votanti siano babbei.

Ma soprattutto ci sono i comportamenti: se a me stanno sulle bae i soldati rusai in suolo straniero posso contribuire finanziariamente ad armare gli ucraini, e se a qualcuno non piace la NATO o l'Unione Europea... buon viaggio!
Vedi l'allegato 685026
:mmmm: Faccio fatica a seguirti, il sondaggio mi pare fosse sulla guerra in Ucraina:

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non se si desidera trasferirsi in Russia. O sbaglio?:mumble::reading::mbe:
 
Domanda posta in modo ovviamente distorto.

E' come fare un sondaggio: "Se vedete un bruto da 120 chili, potenzialmente armato, che sta massacrando di botte un innocente, vi buttate nella mischia per fermarlo?", osservare che molti non si butterebbero, e dedurre "La maggior parte della gente è a favore dei pestaggi degli innocenti".

Un sondaggio onesto sarebbe "Un esercito di uno Stato ha diritto di invadere un altro Stato?", ma credo sia inutile cercare un sondaggio del genere in un sito di contro-informazione / manipolazione di parte.


Mi sei diventato negazionista?!?!… :rotfl: …eh ti capisco sai, non ci sono più i sondaggi di una volta:ihih:
 
Boh. Io voterei a favore, ma non so gli altri.
Comunque non è nemmeno così importante: in un sistema democratico, non occorre neanche un sondaggio.
Si fa quella cosa chiamata "Elezioni".

Se vincono i partiti filorussi si opta per uscire dall'Unione Europea e si ha uno sconto sul gas. Un affare.
[Incidentalmente, in Italia i filorussi sono meno della maggioranza, a quanto pare].

Peccato che poi non potremmo usare i soldi risparmiati sul gas per finanziare l'esercito russo, in quanto in quello scenario l'economia italiana collasserebbe, dato che la gran parte delle nostre esportazioni sono verso l'Unione Europea che, di colpo, diventerebbe nostra nemica e ci imporrebbe delle sanzioni.

È l’ora del the…prenditi una pausa :d:
 
Piccolo riassunto.

Come noto, tra i ministeri istituiti dal neo-premier c’è quello dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare.

Subito sono partiti facili ironie, tipo il ritorno alla battaglia del grano.

A parte che si tratta di un concetto già espresso e difeso anche dal democraticissimo Emmanuel Macron,
questo non ha impedito alla Boldrini di vergare un tweet decisamente critico.

“Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare…e che vuol dire? Metteranno fuori legge l’ananas?”.

Ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare…che vuol dire? Metteranno fuori legge l’ananas?
Ministero delle pari opportunità insieme a famiglia e natalità: siamo a Roma o a Varsavia?
È il #governo della destra retrograda, autarchica e un po’ grottesca.#opposizione
— Laura Boldrini (@lauraboldrini) October 21, 2022



Nella parte del discorso dedicata all’agricoltura,
Meloni non ha dunque lasciato passare la battuta della Boldrini
e con qualche giorno di ritardo si è tolta un grosso sassolino dalla scarpa.


“L’Italia – ha detto – deve tornare ad avere una politica industriale,
puntando su quei settori nei quali può contare su un vantaggio competitivo.
Penso al marchio, fatto di moda, lusso, design, fino all’alta tecnologia.
Fatto di prodotti di assoluta eccellenza in campo agroalimentare,
che devono essere difesi in sede europea e con una maggiore integrazione della filiera a livello nazionale,
anche per ambire a una piena sovranità alimentare non più rinviabile”.

E qui arriva la stoccata: la sovranità alimentare

non significa mettere fuori commercio l’ananas, come qualcuno ha detto,

ma garantire che non dipenderemo da nazioni distanti da noi per poter dare da mangiare ai nostri figli”.


Colpita e affondata.

E in Aula sono subito scattati gli applausi.
 
Ma cosa ti puoi aspettare da un ex-piddiota che andava al bar a fare l'aperitivo.........no virus ? Ahahahahahah


Beppe Sala, il sindaco onirico, sogna per Milano l’aria tersa del Monte Bianco ma in città l’aria è pesante:
alle gang dei trappettari e degli italiani di nessuna generazione che terrorizzano tutti i quartieri,
si aggiungono gli imbrattatori seriali “giunti dall’est Europa” come raccontano con enfasi i giornali d’area.

Organizzati, però: bucano il muro del deposito di San Cristoforo
e si mettono a scarabocchiare 8 vagoni della nuova linea 4 del metrò, non ancora inaugurata.

Abbiamo così i writer muratori, i pittori e i cineasti, che filmano tutto.
Poi fanno le solite boccacce regolamentari, da bimbiminkia, stile Maneskin,
e spariscono lasciando convogli fiammanti, modernissimi, degradati a vecchia merda prima ancora di cominciare a correre.


Un capolavoro: il Comune invita ad usare i mezzi pubblici,
visto che blocca la circolazione a seicentomila veicoli,
e i mezzi pubblici però li lascia ridurre a cloache.

Da Palazzo Marino nessun commento, giusto un comunicato laconico: “denunceremo”.

Denunceranno?

E a quale pro?

Si direbbe che all’amministrazione dei Sala e dei Majorino non dispiaccia questa sgangherata forma d’arte presunta, molto inclusiva nel teppismo.

Denunciare per cosa non si capisce, visto che quando li prendono si limitano a una stretta di mano e nessuno paga mai il benché minimo danno.


Altra cosa incomprensibile è perché glielo lascino fare,
perché non li fermino non diciamo a bastonate, che pure sarebbe un sogno, ma intercettandoli per tempo.

A Milano c’è un fondo apposito, di circa un milione e mezzo di euro, per coprire ogni anno le porcherie sui muri e sui mezzi:
come svuotare il mare col secchiello, e, in ogni caso, chi se ne giova?

Perché le associazioni, le denunce per danni, le “task force” non servono, con tutta evidenza,
a risolvere e neppure ad arginare il problema ma solo a far correre soldi, sono spese circolari fini a se stesse.

Arrivano quelli con i solventi, ripuliscono, vanno via
e tempo una notte qualcuno ricopre ancora tutto:

un po’ manicomiale come soluzione, ma tant’è.
 
La sx
Ahimè
È questo...


Cachemeerini, ottimi vini, belle residenze e compagnie vip

Il nulla assoluto
Il vuoto cosmico

Poi vi meravigliate che stia sulle balle al popolo(senza swing...dedicata...lol)
 
Non è arte e non è sfogo: per lo più, trattasi di messaggi in codice, qui si spaccia, qui si traffica.

Certo, le carrozze della linea 4 sono state violate per il gusto di farlo,
per dare un segnale di arroganza e di impunità, ma altrove, nei quartieri,
il senso di questa segnaletica allucinata è delinquenziale.

Ma restiamo alla cronaca.

Due treni, ciascuno di 4 vagoni, coperti di immondizia colorata,
dovranno fare la spola dal 26 novembre tra Linate e piazzale Dateo:
sai che spettacolo, hanno vinto loro, i vandali venuti dall’Est.

Fortuna, leggiamo sempre dai resoconti ammiccanti, che la zona non era ancora “a tensione molto elevata”: fortuna per chi?

L’armata degli anarcocialtroni con lo spray lo sapeva benissimo, sono informati e vanno sul sicuro.

Difatti lo hanno fatto adesso, mica hanno aspettato l’elettrificazione.


A Milano il sindaco arcobaleno e la sua assessora bibliotecaria vogliono l’aria rarefatta dell’alta quota,
mai avuta dai tempi di Francesco Sforza e che non si potrà raggiungere vietando semplicemente il traffico veicolare in città
senza fare lo stesso nella cintura dell’hinterland e poi bloccando le attività industriali, produttive,

il sogno malato di Greta, la decrescita sfigata.

Ma intanto un gruppo di balordi può arrivare in città, spaccare un muro, penetrare in un deposito che nessuno sorveglia,
perdere tempo a rovinare convogli, riprendersi con gli smartphone, salutare in modo beffardo e sparire.

Però i milanesi dovrebbero sentirsi al sicuro,
dovrebbero credere c’è chi vigila su di loro,
per esempio sulle cellule dormienti,
sugli ecoterroristi, sui nostalgici del brigatismo,
sui nuclei criminali d’importazione e chissà su quanti altri focolai dalle matrici le più fanatiche, lunatiche e incontrollabili.


A chi appartiene la città?
Milano poteva contare, a differenza di Roma, dove la res nullius non è di tutti ma proprio di nessuno.

C’era in Mediolanum un residuo orgoglio municipale, se passava un autobus con lo stemma comunale i cittadini pensavano:
questa è anche roba mia, mi spetta, la voglio a posto e che funzioni.

Ma i giardini pubblici di piazza Gobetti sono diventati impraticabili,
di notte ospitano risse furibonde tra bande extracomunitarie,
lungo le colonne di san Lorenzo o la Loggia dei Mercanti è meglio non avventurarsi,
se esci dalla stazione Centrale o hai l’aspetto di un serial killer
o ti conviene sgusciare via alla svelta come un topo,
le zone a rischio non si contano più perché lo sono tutte,
e nei depositi dei treni metropolitani puoi fare brutti incontri.

Ne discende una disillusione, un disamore per la città, non più patrimonio collettivo,
non più koiné ma luogo ostile, insidioso: una metropoli straniera, nemica.

In mancanza di prospettive rassicuranti, non resta ai milanesi che fare un bel respiro,
tanto l’aria è purissima, frizzante, ecocompatibile, e rassegnarsi al peggio:
se non arriva sarà merito del sindaco onirico, se scoppia sarà colpa di donna Giorgia,
del clima d’odio, del fascismo risorgente come insinuano quelle gran teste pensanti di Berizzi, Luciana Littizzetto e Selvaggia Lucarelli.
 

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