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L’allarme per la “disinformazione” sui social media è iniziato intorno al 2015-2016,

quando in seguito ad una serie di risultati elettorali non graditi (Brexit, Trump, etc),

le élite occidentali hanno iniziato a temere la concorrenza di internet sui media tradizionali.



Risale a quel periodo l’invenzione del termine “fake news”,
e il proliferare di rapporti di “centri studi” e think tank su come varie nefaste forze domestiche e straniere starebbero manipolando il pubblico.

Esempio principe, naturalmente le ormai sfatate narrazioni di Russiagate e di Cambridge Analytica,
secondo le quali sia l’elezione di Donald Trump che la Brexit sarebbero state opera di oscure manovre disinformative dei russi.


E risalgono a quel periodo i crescenti appelli alle piattaforme social media
a “fare qualcosa per combattere la disinformazione”, e il crescente flirtare con la censura di Stato.
 
Con l’arrivo di Biden alla Casa Bianca, la nuova organizzazione si muove dall’inseguire hackers
a inseguire la “disinformazione” in internet.

Per giustificare una tale snaturazione della missione originale Jen Easterly,
la nuova direttrice della CISA nominata da Biden, parlando a una conferenza nel 2021, sostiene che:



“Se il nostro compito è proteggere le infrastrutture critiche, e l’infrastruttura più critica di tutte è la nostra infrastruttura cognitiva.
Perciò costruire quella resilienza alle informazioni false o cattive, io credo, è incredibilmente importante”.

L’uso di un tale pasticcio semantico ed epistemologico postmodernista da parte di un alto funzionario del governo
potrà anche stupire chi non ha familiarità con l’amministrazione Biden,
ma bisogna ricordare che, proprio in quel periodo (2021), il Congresso a guida Democratica faceva passare un piano infrastrutturale trilionario.


Data la difficoltà di far digerire al pubblico una tale spesa a debito,
il piano ridefinì “infrastruttura” non solo strade, ponti, e dighe, come ci si aspetterebbe,
ma una lunga lista di progetti sociali.


“La maternità pagata è infrastruttura!
I servizi per l’infanzia sono infrastruttura!
Le badanti sono infrastruttura!”,

twittava la senatrice Kristen Gillibrand.

In quel periodo, per il governo Biden, tutto era “infrastruttura”, compresa la circolazione di informazioni sgradite su social media.


La CISA, nata per fermare attacchi hacker contro la rete elettrica,

si trasforma perciò in una creatura che monitora e cerca di dirigere l’informazione online.
 
Ma se Biden voleva uno strumento di propaganda governativa mascherato da “lotta alla disinformazione”,
perché semplicemente non ne ha creato uno invece di snaturare la CISA?


Beh, ci ha provato.


Nell’aprile del 2022 il DHS lanciò la controversa Disinformation Governance Board, che doveva fare esattamente quello.

La sotto-agenzia finì immediatamente sotto attacco da parte del Partito Repubblicano, di molti media, e di attivisti per la libertà d’espressione.


Soprattutto dopo che la sua direttrice designata, Nina Jankowicz,
fu esposta come un personaggio meno che politicamente e ideologicamente neutrale.


Derisa come “il Ministero della Verità di Biden”, la DGB fu dapprima ridimensionata,
e infine disciolta nell’agosto del 2022, ma non prima che i suoi compiti fossero consolidati nella CISA.



Interessante notare che sempre nell’aprile del 2022, l’Università di Chicago
aveva organizzato insieme alla rivista di relazioni internazionali di area Democratica The Atlantic
una conferenza intitolata “Disinformazione ed erosione della democrazia”.

Tra i convenuti un autentico gotha di personalità politiche, dei media, e dei social media,
pure loro esclusivamente di area Dem (più due ex-GOP never-Trump di ferro a fare da contorno),
capitanati da Barack Obama in persona.

L’intero tema della conferenza verteva su come la democrazia sia in pericolo per la “diffusione organizzata di disinformazione”,
e sulle strategie per salvarla tramite una collaborazione tra, appunto, politica, media, e Big Tech.

Nel corso dell’evento uno studente conservatore dell’Università, Daniel Schmidt,
ha l’opportunità di chiedere ad Anne Applebaum se la classificazione degli Hunter Files come “propaganda russa”
sia da considerarsi disinformazione. Applebaum liquida la domanda: “È irrilevante”.

Durante le elezioni, mentre la censura della storia era in atto, Anne Applebaum aveva pubblicato un pezzo proprio su The Atlantic,
confermando che la storia era disinformazione russa, e circa un anno dopo un più lungo pezzo
su come la Russia stesse diffondendo disinformazione negli Usa, nel quale elogiava l’operazione di soppressione degli Hunter Files.


A conferenza terminata Jeffrey Goldberg, l’editore in capo di The Atlantic e storico confidente e portavoce non ufficiale di Obama durante la sua presidenza,

lamenterà che la sua conferenza sulla disinformazione è stata oggetto di, indovina indovinello, “disinformazione”.



In retrospettiva, la DGB era probabilmente un ballon d’essai per vedere se il pubblico avrebbe accettato un Ministero della Verità governativo.

La risposta essendo evidentemente “no”, il cartello governo/Big Tech preferì tornare ad operare in sordina.
 
secondo me i joppyni sbirulini non capiranno ancora...


Elezioni in Israele
l partito di "estrema destra", il cui leader si è opposto ai pass per il Covid, ha ottenuto i seggi parlamentari più alti della storia

Esce dal parlamento per la prima volta nella storia il partito della “sinistra liberale” il cui leader era ministro della Salute e ha imposto i pass Covid

 
Nel giugno del 2022 la stessa commissione di consulenza della CISA
(che include diverse figure del Big Tech come la già nominata Vijaya Gadde),
produsse un rapporto in cui raccomandava all’agenzia federale
di aumentare il proprio ruolo nel “modellare l’ecosistema informativo“,
e di monitorare “piattaforme social media di ogni dimensione,
tv via cavo, media iper-partigiani, talk radio e altre risorse online”.


In pratica tutto.


Questo allo scopo di fermare “il diffondersi di informazioni false”,
che possano “minare le istituzioni democratiche chiave quali le corti,
o altri settori quali il sistema finanziario, o misure di salute pubblica”.


La commissione raccomandava inoltre di filtrare le informazioni attraverso ong e think tank

dediti al fact-checking “per evitare l’apparenza di propaganda governativa“.
 
Ho guardato bene bene dentro al tunnel, questa è riuscita ad entrare
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“I dubbi che avevo espresso sul posizionamento politico di Letizia Moratti erano fondati. È chiaro che guarda verso sinistra e non da oggi”

“È sorprendente che l’assessore al Welfare dichiari oggi che l’azione della Giunta non sia sufficiente.
Ne fa parte da un anno e mezzo e non mi pare che abbia sollevato mai problemi.
Ciò che però conta oggi è che l’eccellente lavoro sulla campagna vaccinale
e sul recupero delle prestazioni frenate dal Covid non può fermarsi.
Su questo sono impegnati i direttori generali di tutte le Ats e Asst della Regione ed è necessario non perdere nemmeno un attimo”.

“Procediamo immediatamente alla nomina di un assessore al Welfare che si occupi, senza distrazioni politiche,
esclusivamente dei bisogni dei cittadini a partire dagli interventi sulle liste di attesa.

Per questo, dopo aver informato i leader del centrodestra, ho deciso di affidare la delega del Welfare a Guido Bertolaso,
protagonista della campagna vaccinale in Lombardia e profondo conoscitore della macchina operativa della sanità lombarda”
 
...azz.......che cima e che pena. ......ed il 16% lo vota pure.



Signora Presidente del Consiglio,
oggi sarà il primo Consiglio dei Ministri realmente operativo e saranno pertanto importanti i segnali dati alla intera comunità nazionale
su cosa intenda realmente fare il Governo. Ho chiarito che la nostra sarà un’opposizione dura e intransigente,
precisando però che sarà sempre rivolta a perseguire il benessere dei cittadini e a garantire l’interesse del Paese.

E in quest’ultima prospettiva riassumo alcune osservazioni che, sono certo, non La coglieranno impreparata.

La decisione di intervenire sull’ergastolo ostativo, vista l’imminente scadenza che la Corte Costituzionale ha fissato per l’8 novembre,
è un ripensamento positivo maturato dal suo partito (che si astenne, sul punto, nella passata legislatura).

Le segnaliamo però che per limitare al massimo il rischio che i mafiosi e i condannati per gravissimi reati possano uscire dal carcere
bisognerà prevedere, come da proposta del M5S, che il detenuto spieghi le ragioni della mancata collaborazione in modo specifico
e che non possano essere concessi benefici se le stesse motivazioni non siano ritenute oggettive o concretamente giustificative della mancata collaborazione.

Dopo la ribalta mediatica assunta dal rave party di Modena, leggiamo da indiscrezioni giornalistiche
che il ministro Piantedosi dovrebbe presentare oggi in CdM un decreto per tracciare la nuova linea di “fermezza e rigore” in materia di sicurezza e ordine pubblico.

Ben vengano azioni mirate a maggiore prevenzione e contrasto dell’illegalità,
ma allo stesso modo ci aspettiamo dal titolare del Viminale e dal Governo una parola chiara sulla sfilata delle duemila camicie nere di Predappio,
dove inni fascisti e braccia tese hanno evidenziato - qualora ve ne fosse bisogno - la labile linea di confine che divide la “nostalgia” dall’”apologia”.

Sarebbe poi opportuna una posizione chiara sugli interventi delle forze dell’ordine nei confronti degli studenti malmenati all’Università La Sapienza,
nonostante questi fossero indifesi e non avessero adottato comportamenti palesemente violenti.

Consentire a tutti una piena libertà di espressione è il fondamento della democrazia, ne siamo convinti.

I modi con cui garantire questa libertà non sono però indifferenti ma anzi qualificano la concreta cifra democratica di una società.

Sulla gestione Covid, Le chiedo di presentare al Paese un piano organico, sostenibile ed efficace per affrontare la probabile recrudescenza nei prossimi mesi.

Sono il primo a dire che serve un aggiornamento delle misure e che l’attuale risposta non può ricalcare le misure restrittive adottate nel periodo più duro della pandemia.

È però importante che le decisioni non siano assunte sull’onda di pregiudizi demagogici, ma continuino ad essere ancorate ad evidenze e criteri scientifici,
secondo i principi di adeguatezza e proporzionalità, rendendo accessibili e trasparenti i dati affinché le decisioni siano sempre oggetto di verifica e confronto da parte di esperti e dell’opinione pubblica.

La nostra, come vede, è una proposta di lavoro costruttiva. Nell’esclusivo interesse del Paese.

Anche per questo, alla vigilia del suo primo, vero Consiglio dei Ministri, Le auguriamo buon lavoro.
 

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