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Si potrebbe dire "ALLELUJA"

Letizia Moratti ha annunciato le proprie dimissioni dal ruolo di vicepresidente e di assessore al Welfare di Regione Lombardia.

Un’ipotesi della quale si era già parlato nei giorni scorsi,
con l’ex ministro che ha voluto però aspettare la formazione del governo Meloni prima di compiere ufficialmente dei passi.

In una lunga nota, la diretta interessata ha spiegato:

“Di fronte al venir meno del rapporto di fiducia con il Presidente Attilio Fontana,
annuncio la decisione di rimettere le deleghe di vicepresidente e di assessore al Welfare di Regione Lombardia,
Per rispetto dei cittadini con senso di responsabilità ed in considerazione del delicato momento socio-economico del Paese,
ho atteso l’esito delle elezioni politiche e la formazione del nuovo governo per rendere nota la mia posizione”

Ora l’attenzione è tutta rivolta alle sue scelte politiche (e a quelle di Forza Italia):

sceglierà di correre per la Presidenza della Regione contro Attilio Fontana?

E con il sostegno di quale partito?

Non è un mistero che a Roma gli azzurri di Berlusconi abbiano incassato meno di quanto sperato.

E uno sgambetto in Lombardia alla Lega e a Fratelli d’Italia potrebbe suonare come una rivincita.

...........e vendersi alla sinistra.
 
Poveri dementi di sinistra che nulla fecero quando ci furono i rave-party.
Ricordate l'ultima volta ? Con un ministro dell'interno piddiota.


Liberticida,
negazione della libertà di espressione prevista dall’art. 3 della Costituzione,
insomma, un reato che andrebbe contro ogni più elementare principio di libertà e uguaglianza,
dicono politici, ma anche giornalisti, intellettuali e perfino artisti.

Da umile giurista, provo a fare chiarezza.


Innanzitutto col testo, che recita così:

"L’invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica

consiste nell’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati,

commessa da un numero di persone superiore a cinquanta,

allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica.


Chiunque organizza o promuove l’invasione di cui al primo comma è punito con la pena della reclusione da tre a sei anni

e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000.


Per il solo fatto di partecipare all’invasione la pena è diminuita.


È sempre ordinata la confisca ai sensi dell’articolo 240, secondo comma, del codice penale,
delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato di cui al primo comma
nonché di quelle utilizzate nei medesimi casi per realizzare le finalità dell’occupazione".



Partiamo dalle critiche:
si teme che possa essere usato contro le occupazioni a scuola
o i pacifici raduni in piazza, organizzati, magari, per scambiarsi due chiacchiere.

Viene definito un reato liberticida espressione della peggiore anima dittatoriale.


Ma è davvero così? In una sola parola: no.


E non per motivi ideologici, ma esclusivamente giuridici.


Infatti, i presupposti perché ci sia questo reato sono tanti, e devono essere presenti tutti.

Quali sono?

Innanzitutto, deve verificarsi l’invasione di terreni o proprietà altrui, pubblici o privati, quindi in assenza dell’autorizzazione del proprietario.

Ciò significa che se una persona organizza una festa a casa sua con cento persone,
a meno che non viva in un monolocale e possa causare disturbo alla quiete pubblica,
non si commetterà nessun reato.

Inoltre, deve trattarsi di raduni pericolosi per l’ordine pubblico, la salute pubblica o l’incolumità pubblica.


Quindi, una semplice processione sotto Pasqua, per citare un esempio, così come un corteo funebre,
non potranno certo integrare questa fattispecie di reato, con buona pace di chi teme che ritrovarsi in piazza in comitiva
per passare qualche ora in compagnia comporterà sei anni di carcere.

Ma vi è di più: le persone che partecipano al raduno devono essere più di 50.

E questo è un dato così oggettivo che non richiede ulteriore spiegazione.

Infine, le persone che si incontrano devono essere spinte dalla volontà specifica di organizzare un raduno.
E questo raduno dovrà avere le caratteristiche di pericolosità sopra descritte.
Ciò comporta che un incontro casuale e spontaneo non potrà considerarsi reato.
Così come non lo sarà un raduno organizzato ma non pericoloso.


Quindi, se si vuole fare una manifestazione, basta chiedere l’autorizzazione.


Se si vuole protestare, basta farlo senza creare disordini.


E se ci si vuole divertire, basta organizzare una festa coi dovuti permessi.


Dove si vede la negazione della libertà, in tutto ciò? Io la chiamo civiltà.


Semplicemente un posto, in cui il mio diritto finisce laddove calpesta quello di un altro.

E dove ogni violazione di quel diritto, è giusto che sia sanzionata.
 
Poveri dementi di sinistra che nulla fecero quando ci furono i rave-party.
Ricordate l'ultima volta ? Con un ministro dell'interno piddiota.


Liberticida,
negazione della libertà di espressione prevista dall’art. 3 della Costituzione,
insomma, un reato che andrebbe contro ogni più elementare principio di libertà e uguaglianza,
dicono politici, ma anche giornalisti, intellettuali e perfino artisti.

Da umile giurista, provo a fare chiarezza.


Innanzitutto col testo, che recita così:

"L’invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica

consiste nell’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati,

commessa da un numero di persone superiore a cinquanta,

allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica.


Chiunque organizza o promuove l’invasione di cui al primo comma è punito con la pena della reclusione da tre a sei anni

e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000.


Per il solo fatto di partecipare all’invasione la pena è diminuita.


È sempre ordinata la confisca ai sensi dell’articolo 240, secondo comma, del codice penale,
delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato di cui al primo comma
nonché di quelle utilizzate nei medesimi casi per realizzare le finalità dell’occupazione".



Partiamo dalle critiche:
si teme che possa essere usato contro le occupazioni a scuola
o i pacifici raduni in piazza, organizzati, magari, per scambiarsi due chiacchiere.

Viene definito un reato liberticida espressione della peggiore anima dittatoriale.


Ma è davvero così? In una sola parola: no.


E non per motivi ideologici, ma esclusivamente giuridici.


Infatti, i presupposti perché ci sia questo reato sono tanti, e devono essere presenti tutti.

Quali sono?

Innanzitutto, deve verificarsi l’invasione di terreni o proprietà altrui, pubblici o privati, quindi in assenza dell’autorizzazione del proprietario.

Ciò significa che se una persona organizza una festa a casa sua con cento persone,
a meno che non viva in un monolocale e possa causare disturbo alla quiete pubblica,
non si commetterà nessun reato.

Inoltre, deve trattarsi di raduni pericolosi per l’ordine pubblico, la salute pubblica o l’incolumità pubblica.


Quindi, una semplice processione sotto Pasqua, per citare un esempio, così come un corteo funebre,
non potranno certo integrare questa fattispecie di reato, con buona pace di chi teme che ritrovarsi in piazza in comitiva
per passare qualche ora in compagnia comporterà sei anni di carcere.

Ma vi è di più: le persone che partecipano al raduno devono essere più di 50.

E questo è un dato così oggettivo che non richiede ulteriore spiegazione.

Infine, le persone che si incontrano devono essere spinte dalla volontà specifica di organizzare un raduno.
E questo raduno dovrà avere le caratteristiche di pericolosità sopra descritte.
Ciò comporta che un incontro casuale e spontaneo non potrà considerarsi reato.
Così come non lo sarà un raduno organizzato ma non pericoloso.


Quindi, se si vuole fare una manifestazione, basta chiedere l’autorizzazione.


Se si vuole
protestare, basta farlo senza creare disordini.


E se ci si vuole divertire, basta organizzare una festa coi dovuti permessi.


Dove si vede la negazione della libertà, in tutto ciò? Io la chiamo civiltà.


Semplicemente un posto, in cui il mio diritto finisce laddove calpesta quello di un altro.

E dove ogni violazione di quel diritto, è giusto che sia sanzionata.
sai qual'è il punto
nn ho alcun dubbio che la dx userà quella legge per i rave

quello di cui ho il timore è cosa ne farà la sx

il precedente c'è stato con il daspo creato da salvini per i tifosi delinquenti
e poi usato dalla sx contro puzzer, la cui unica colpa era quella di aver messo un banchetto in un angolo di una piazza

quando si fa una legge bisogna pensare all'uso che ne faranno gli altri
 
sai qual'è il punto
nn ho alcun dubbio che la dx userà quella legge per i rave

quello di cui ho il timore è cosa ne farà la sx

il precedente c'è stato con il daspo creato da salvini per i tifosi delinquenti
e poi usato dalla sx contro puzzer, la cui unica colpa era quella di aver messo un banchetto in un angolo di una piazza

quando si fa una legge bisogna pensare all'uso che ne faranno gli altri
per nn dimenticare

1667397235520.png


1 anno di daspo per questo

poi cancellato dopo 6 mesi(nn serviva + perchè era cessata la fantomatica emergenza) dal tar
 

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