Azz. ma questa è passata in sordina?
Monti cancella il segreto bancario. Siamo nudi davanti al fisco
Moduli per la compilazione del modello Unico (ANSA / FRANCO SILVI )
Dal primo gennaio l’
estratto conto non verrà recapitato solo al titolare. Una copia, infatti, arriverà anche sul tavolo dell’Agenzia delle entrate. Con l’inserimento nella manovra di una sezione dedicata all’
emersione della base imponibile (l’articolo 11), il governo Monti dà il definitivo colpo di grazia al
segreto bancario in Italia.
Che, in verità, era cominciato a tramontare con l’istituzione dell’anagrafe tributaria nel 2003, per poi subire un pesante colpo la scorsa estate quando Tremonti aveva inserito una norma che obbligava le banche a comunicare all’Agenzia delle entrate le liste dei clienti “a rischio evasione”.
Da gennaio, invece,
tutti i titolari di conti correnti saranno messi a nudo davanti al Fisco. Le banche, le Poste o qualsiasi intermediario finanziario saranno obbligati a comunicare periodicamente all’anagrafe tributaria le movimentazioni effettuate su tutti i rapporti intrattenuti con la clientela.
Sarà così il fisco a
utilizzare le informazioni ricevute per selezionare poi i contribuenti da controllare: in questo modo porteranno alla luce le disparità tra il reddito dichiarato e quanto denaro transita invece nel conto corrente di un contribuente.
In pratica, come fanno notare alcuni esperti, si capovolge il meccanismo con cui venivano svolte le indagini finanziarie fino ad oggi. Perché se prima in generale si partiva da un soggetto sospetto per risalire ai suoi movimenti finanziari, dal prossimo anno avverrà il contrario: dalla montagna di dati ricevuti, sarà il Fisco poi a individuare una lista di soggetti a rischio evasione.
Ma su chi si concentreranno le maggiori attenzioni? Alcuni esperti hanno fatto notare che
i primi a finire nel mirino della Guardia di finanza saranno i professionisti: quelli che non risulteranno in linea con gli studi di settore, saranno indagati “d’ufficio”, con controlli specifici su tutto il territorio e tenendo conto delle informazioni già presenti nell’anagrafe tributaria. Senza contare che,
spiando i conti correnti di avvocati, commercialisti e notai, il Fisco conta di recuperare
informazione utili anche sui loro clienti.
Un’arma micidiale, insomma, che sommata alle dichiarazione dei redditi e al nuovo redditometro, in grado di “misurare” la capacità di spesa di un contribuente, dovrebbe aiutare lo Stato a stanare gli
evasori.