voto greko
LO SCENARIO PEGGIORE. Quello che i mercati temono è lo scenario che vede i due maggiori partiti, il socialista Pasok e il conservatore Nea Dimokratia, che si sono alternati per decenni al potere dalla caduta dei colonnelli nel 1974, e che si sono divisi in passato l'80% dei consensi passino al 40% dei voti complessivi, quota che secondo alcuni sondaggi potrebbe risultare addirittura insufficiente a formare una coalizione pro salvataggio sebbene la legge elettorale greca assegni un premio di 50 seggi, su un totale di 300, alla formazione vincitrice.
In questo secondo caso, cioè un governo di coalizione allargato, si dovrebbe imbarcare uno o più dei piccoli partiti tra i dieci, magari quello della signora Bakoyannis, una transfuga di centro di neo Dimokratia, o quelli di Kammenos, transfuga di destra del medesimo partito. Insomma una situazione più complessa visto che rispetto ai cinque partiti attuali in Parlamento, ne potrebbero entrare domenica altri cinque, per un totale di dieci formzioni, tra cui i neo nazisti di Alba d'oro