g.l.
Forumer storico
Non hai tutti i torti, ed è esattamente per questo che è tanto difficile sradicare una classe dominante, qualunque essa sia.per forza erano senza esperienza, prima non esisteva la classe politica
ma una cosa è costituirla nel 700 coi ritmi socio economici del tempo, altra è adesso
a sentire grillo vorrebbe cambiare un po tutto e sostituire l'attuale classe politica e dirigente con una nuova scelta dal popolo tra coloro che al momento non sono al potere. pur facendo finta di non sapere quanto accaduto a parma, nella migliore delle ipotesi ci vorrebbero mesi per individuare e nominare le diverse figure, che poi dovranno insediarsi e capire come ha funzionato ( o disfunzionato ) il tutto fino a quel momento per poi porre rimedio, cambiare e riorganizzare tutto. ci troveremmo in una fase di forti incertezze a dir poco, fase che penso ci costerebbe caro non sul mercato finanziario, ma su tutto, soprattutto nella situazione in cui siamo. penso sia meglio fare cambiamenti graduali e strutturali, non le rivoluzioni. poi magari mettono giù un programma politico serio, programmando i cambiamenti che chi andrà al comando dovrà realizzare e allora se i principi rimangono quelli attuali li voto pure io. ma allo stato attuale parlano di tribunali, punizioni per chi comanda, cambiamenti radicali dal giorno alla notte. come dare in mano una motocicletta da corsa ad uno che dice di voler correre a 300km orari per arrivare primo ma che finora ha guidato solamente uno scooter. a dire di cacciare tutti i politici che hanno rubato si fa presto ( li cacci tutti e fai subito, al limite reintegri i pochi che dimostrano di non averlo fatto) ma poi bisogna cacciare loro e tutti quelli che li hanno aiutati, quelli che sapenvano e non hanno detto nulla, quelli a cui conveniva star zitti, quelli che comunque ne hanno tratto beneficio indiretto ecc. allora fai tabula rasa
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Il cambiamento lento e graduale è poco rischioso ma quasi sempre consente alla classe dominante di adattarsi, camuffarsi, e mettersi nelle condizioni di rimanere al potere anche nella fase successiva.