L'Europa tra bassa crescita e crisi del debito sovrano
Pubblichiamo integralmente un commento di Tim Stevenson, gestore del fondo Henderson Horizon Pan European Equity. Il gestore analizza lo scenario che accompagnerà le aziende europee fino all'autunno, tra bassa crescita e tensioni sui Paesi periferici.
Gli europei sono famosi nel mondo per le vacanze di luglio-agosto, ma ora qualsiasi pausa vacanziera sembra o difficile da affrontare (si legga troppo costosa) o addirittura annullata a causa dell'extra lavoro necessario per sopravvivere. Nel Regno Unito, le vacanze estive risultano piuttosto confuse a causa delle Olimpiadi, oppure per le piogge torrenziali e ormai quasi perenni. Ci sono alcune regioni in cui si teme che questo rallentamento dell'attività economica possa causare una riduzione delle visite, mentre rimane imperativo riuscire a mantenere una grande flessibilità nei costi di produzione.
Quindi cosa sta succedendo? Innanzitutto stiamo per entrare nel periodo delle seconde trimestrali dell'anno, e con una crescita così debole e la prospettiva economica di breve termine che non segnala alcun miglioramento, bisognerà aspettarsi una grande cautela da parte delle aziende. Anzi - le stime di Bloomberg sul consensus per il mercato azionario europeo sono crollate dell'8,2% nel 2012 fino a quota 3,2% e da 10,2% a 6,2% nel 2013. In secondo luogo, gli ultimi dati economici sono stati - nei casi migliori - contrastanti, in tutti i mercati globali. Particolarmente interessante è il dato sulla produzione industriale tedesca che di recente è sceso sotto la soglia critica dei 50 punti.
Ci sono quindi molte ragioni per ipotizzare che ancora per molto tempo vedremo un mondo a crescita limitata e bassa inflazione. Di conseguenza, il prossimo rischio - o comunque elemento di preoccupazione - è se le economie hanno o meno raggiunto la "velocità di stallo" (dove i punti di riferimento convenzionali non possono aiutare) e il solo fatto che questo rischio esista ci fa ritenere con certezza che i "poteri che contano" stiano iniziando a pensare a ulteriori misure di stimolo.
Questo ci porta direttamente alla situazione europea. Il progetto Euro è a un punto di svolta: cresce e diventa sempre più condiviso, o incomincia a sfaldarsi perché i leader europei falliscono nel convincere i loro elettorati nazionali della bontà di continuare con quello che fin qui si è rivelato un progetto controverso. Uno dei problemi che si riscontrano con i mercati azionari è la loro incredibile mancanza di pazienza per tutto ciò che ci impiega più di un nanosecondo ad accadere. Alla base ci sono probabilmente questi anni di delusioni e aspettative disattese, ma ciò non significa che il progetto Euro sia mai stato davvero semplice. In ogni caso il recente vertice (vedi sopra - è stato il 19esimo dall'inizio della crisi) ha rappresentato in qualche modo un altro passo nella direzione di una più stretta integrazione tra i paesi europei. Inoltre, il fatto di rompere il legame tra le banche e gli stati sovrani aiuterà forse gli investitori a capire che, "a partire da ora" (vale a dire ignorando il debito costruito negli anni dai governi precedenti), la gran parte degli stati membri è abbastanza in salute.
Il dibattito è anche andato oltre - lontano dall'ossessione per l'"austerity" (la parola probabilmente più fuorviante inventata negli ultimi cinque anni), verso una maggiore attenzione alla crescita. La questione qui è che la crescita non può "venire dal nulla", benché i governi continuino evidentemente a spendere somme significative (nel Regno Unito, il debito dell'apparentemente austera coalizione Conservatrice è maggiore di quello accumulato dal dissoluto governo Laburista precedente), e benché la maggior parte di questi fondi siano stanziati per le infrastrutture.
Pertanto, l'immagine che ci resta delle economie europee è incerta e, qualsiasi cosa accada, rimane comunque un periodo di bassa crescita. In uno scenario di questo tipo continuiamo a favorire un investimento, paziente, su aziende che possano diventare parte della soluzione: aziende che supportano altre aziende nel migliorare l'efficienza, come la software company SAP, lo specialista della logistica Deutsche Post DHL o la società di servizi UK Capita.
Gli ultimi risultati della società di trasporto e logistica Kuehne + Nagel hanno dimostrato quanto sia non solo interessante ma anche vero che, come penso, in questo scenario economico così difficile il forte diventerà più forte e il debole più debole (oppure moriranno entrambi). I risultati in sé erano deludenti con un incremento del fatturato del +2,8% e un calo dell'EBITDA del 9,6%. Questo mostra due cose: primo, che in generale il mercato dei trasporti via terra e via mare è debole (il che non ci sorprende considerando il clima economico dominante) e secondo, che l'azienda sta aumentando le proprie quote di mercato. Il settore dei trasporti è molto frammentato e presenta un gran numero di player minori: al momento gli acquirenti possono arrivare a contrattare prezzi interessanti, alle proprie condizioni, e le società minori stanno lottando per soddisfarne le esigenze. Si unisca il tutto a un programma di riduzione dei costi che sta per essere varato dai vertici dall'azienda, e riteniamo si potrà avere un buon winner nel lungo termine. Questa dinamica non vale solo nel settore del trasporto ma anche in altri business. Ecco perché stiamo concentrando i nostri investimenti su leader di mercato, che spesso giustificano le valutazioni superiori.
Nella pausa estiva, per alcuni tra i titoli più trascurati e con le minori valutazioni potrebbe verificarsi un andamento a rally, ma a meno che non vi verifichi un'evoluzione significativa nella struttura di alcune di queste aziende, è probabile che ciascuna oscillazione si riveli poco più che una copertura di posizioni short.