Jedd
GORDON GEKKO
"Mamma li turchi", a salvarci
Perché le borse l’altrieri abbiano brindato all’accordo sul fiscal cliff, realmente, nessuno lo sa: il deficit USA rimane al 7% del Pil e il giochetto di farlo pagare ai figli s’è incrinato, rotto, fracassato per sempre. Gli americani riparleranno dei tagli automatici alla spesa pubblica e di innalzamento del tetto del debito a fine mese, e sarà solo peggio. Si temporeggia sapendo di perdere, come il cavaliere Antonius Block del bergmaniano Settimo sigillo giocando a scacchi con la morte.
Un mese in più: i mercati finanziari, come i malati terminali, lo festeggiano, perché hanno imparato ad accontentarsi. Specie se la cancrena li ha già divorati mezzi, come il Tristano dell’ultimo romanzo di Tabucchi, il Tristano che muore e che morendo pensa: «La notte sì che dovrebbe essere celebrata, ma ci vuole fegato per celebrare la notte, perché la notte porta sogni, e spesso incubi, ed è difficile affrontare gli incubi, più che affrontare i nazisti, lì si vede davvero se sei un eroe, lasciami solo, per favore, voglio vedere se riesco a dormire».
«Voglio vedere se riesco a dormire» avrà altresì pensato il Presidente Obama in versione hawaiana. Perché se anche dichiara al mondo di aver mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale, e cioè di aver aumentato le tasse ai ricchi e di aver difeso la classe media, lui in cuor suo sa esattamente che c’è ben poco da festeggiare. Sa che questo provvedimento incrementerà il deficit federale di ulteriori 4.000 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni Le concessioni dei repubblicani sono finite: imposte dal 35 al 39,6% per chi guadagna oltre 400.000 dollari l’anno e per le famiglie che superano i 450.000, stretta su dividendi e capital gain, tassa di successione dal 35 al 40% sulle proprietà che superano i 10 milioni di dollari. Non restano ora che i tagli alla spesa. Il portavoce del Fondo Monetario Internazionale, Gerry Rice, l'ha detto apertamente: «Occorrerebbe approvare al più presto un piano che assicuri sia l’aumento delle entrate sia il contenimento della spesa nel medio termine».
Ma del resto, e per certo, giungerà nuovamente provvida a salvare tutti un’altra firma del prodigioso Obama, magari fatta anche ‘stavolta da un angolo del mondo vista mare, con l’autopen, the oldest, most commmonly used signing machine, la più antica e diffusa macchina per la firma. Il primo ad usarla fu il terzo presidente degli Stati Uniti d’America, Thomas Jefferson. Da non credere. Che si sia tentato di risolvere tutti i problemi dell’immateriale tecnologissima finanza del “click sell buy” con un marchingegno inventato nel Secolo dei lumi è da non credere. Mr Barack Obama come “il Turco” di Wolfgang von Kempelen, il finto automa giocatore di scacchi del 1769 con il nano dentro che Edgard Allan Poe, l’ingenuo Edgard Allan Poe, ebbe a definire «la più meravigliosa invenzione dell’Uomo». Con non minore e ingenuo stupore oggi il mondo accoglie l’agognata schivata del baratro, e nemmeno s’accorge che se guarda di sotto c’è già Wile Coyote. Che a ogni istante s’ingrossa.
A presto.
Edoardo Varini
(5/1/2013)
Purtroppo Solo, come ripeto da tempo, poco mporta ai mercati!
CAMPO 2 raggiunto e pronti per campo 3 adesso.
Ciao