FTSE Mib Futures solointraday - Cap. 3

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daily spoore all'incrocio manca l'ultimo PPO quello lento. Idem sul dax
 

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il rialzo dell'euro potrebbe essere dovuto solo alle divergenze, come è successo a gennaio.
 

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per jedd

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Ottimi stipendi, pessimi risultati: ecco la mappa della generazione fallita
Il premier Monti ha detto che i giovani stanno pagando "un conto salatissimo". Una generazione perduta che sconta i disastri provocati da una classe di boiardi inamovibili nati tra gli anni Trenta e Quaranta, retribuiti a peso d'oro. Da Cimoli a Catania, da Guarguaglini a Pecorini. La prima puntata dell'inchiesta di ilfattoquotidiano.it

di Costanza Iotti e Gaia Scacciavillani | 28 agosto 2012Commenti (484)
Più informazioni su: Alitalia, ferrovie, finmeccanica, Giancarlo Cimoli, Manager Pubblici, Mario Monti, Pier Francesco Guarguaglini, stipendi manager, Tirrenia.

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+ Rai: Tarantola presidente, Gubitosi direttore generale. Cardani all***8217;Agcom
+ Finmeccanica, ***8220;200 mila euro destinati a Casini***8221;. E Guarguaglini ***8220;sapeva***8221;
+ I giudici amministrativi e l***8217;arretrato
+ Fondiaria Sai perde di 2 miliardi in tre anni Ma vertici e dirigenti guadagnano ...
+ Paperoni di Stato, ecco le dichiarazioni dei redditi dei manager pubblici
***8220;Un***8217;intera generazione sta pagando un conto salatissimo***8221;. Parole sante quelle pronunciate dal premier Mario Monti all***8217;apertura del Meeting di Rimini il 19 agosto scorso. Quello che il professore non ha detto, però, è che davanti alla cosiddetta generazione perduta ce ne sono almeno un paio che il conto, invece, lo hanno incassato durante i decenni trascorsi ai vertici del sistema-Italia, dalla politica, ai sindacati e alle associazioni, passando per la ragnatela del pubblico e del para-pubblico. Con i risultati che sono oggi sotto gli occhi di tutti. Tanto che se è vero che c***8217;è una generazione perduta, è altrettanto vero che questa esiste perché è stata preceduta da generazioni che, con i dovuti distinguo, potremmo ribattezzare fallite. Alle quali ilfattoquotidiano.it ha deciso di dedicare un***8217;inchiesta a puntate. Generazioni fallite, come quelle degli anni trenta e quaranta che hanno dato vita all***8217;ingombrante popolo dei manager e dei dirigenti di Stato sostenuti da una politica per la quale il motto largo ai giovani non sembra esistere, come dimostrano anche gli estremi anagrafici dei nostri politici (57 anni l***8217;età media dei senatori, 54 quella dei deputati) e dell***8217;attuale governo (età media 64 anni, 69 anni il premier). E molto spesso poco importa che le gestioni abbiano o meno portato dei risultati: per il cattivo funzionamento di imprese ed enti pubblici non paga quasi mai nessuno. Cittadini esclusi naturalmente. Così gli operati raramente vengono messi in discussione. E se per caso qualcuno si accorge che i conti tra le performance e i lauti stipendi non tornano, basta un giro di poltrone per calmare le acque. Quanto all***8217;età, in Italia, nel pubblico come nel privato, tetti per legge non ce ne sono. Da qui una casistica decisamente varia che spazia dalle società pubbliche, alle autorità di vigilanza, agli enti e le fondazioni di emanazione statale, senza trascurare sindacati, associazioni di categoria e ordini professionali.

VIAGGI DI STATO: DA TRENITALIA AD ALITALIA. Se le autorithy di vigilanza vantano i primati nella reiterazione dei mandati, spetta alle aziende di Stato la palma res per retribuzioni e superbonus. Alle Ferrovie, Giancarlo Cimoli, classe 1939, piazzato dal governo Prodi nel 1996 a risanare il gruppo dopo l***8217;era di tangentopoli e di Lorenzo Necci, va via nel 2004 intascando un assegno di addio da 6,7 milioni di euro e lasciando i conti in rosso per 125 milioni. Un buco che per il governo Berlusconi vale la poltrona della claudicante Alitalia dove, pur arrivando decisamente lontano dagli obiettivi di risanamento, Cimoli incassa un***8217;altra buonuscita. Da 3 milioni. Peggio di lui, in termini di risultato di gestione, fa il suo successore alle Ferrovie, il 66enne Elio Catania, che nel 2005 chiude il bilancio delle Fs in negativo per 465 milioni. Si dimette l***8217;anno successivo quando il rosso ha ormai raggiunto e superato quota 2 miliardi su richiesta del Ministro dell***8217;Economia Tommaso Padoa Schioppa. Ma anche lui, come Cimoli, intasca una buonuscita (7 milioni) inversamente proporzionale ai risultati ottenuti e pochi mesi dopo viene scelto da Letizia Moratti per la presidenza dell***8217;azienda municipalizzata dei trasporti milanesi, Atm, incarico che è stato revocato l***8217;estate scorsa dal sindaco Giuliano Pisapia. Lo stesso che ha appena rispolverato il settantaduenne Giovanni Maria Flick che, già ministro della Giustizia e, in seguito, presidente della Corte Costituzionale, chiusa la vicenda San Raffaele e sfumato il vertice dell***8217;Istituto Toniolo di Milano, l***8217;ente che controlla l***8217;università Cattolica, è stato indicato come delegato del sindaco, a titolo gratuito, va detto, al Tavolo di coordinamento per l***8217;Expo 2015, l***8217;evento per il quale si lavora freneticamente con un***8217;enorme quantità di appalti e contrappalti. Gesuita di formazione, il professor Flick saprà certo far miracoli per esaudire al meglio le funzioni di vigilanza, controllo e impulso in relazione.

LA BENEDIZIONE DELLA CHIESA. Del resto quando la Chiesa dà la sua benedizione anche i sindacalisti si laureano honoris causa, come il presidente delle Poste, Giovanni Ialongo, classe 1944, nominato nel 2008 e ancora in carica. Una vita spesa a servizio dell***8217;Istituto postelegrafonico: da segretario nazionale Federazione Posta Cisl fino a presidente e commissario straordinario dell***8217;Ipost, presidente Postel. Un curriculum ***8220;pubblico***8221; di tutto rispetto che nel 2009 gli vale la laurea honoris causa in diritto Civile rilasciata da monsignor Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense, per l***8217;attenzione sempre prestata al messaggio della Dottrina sociale della Chiesa e a una visione dell***8217;economia incentrata sul rispetto della persona.

SCARONI-GUARGUAGLINI: GLI EVERGREEN. Sa di miracolo, poi, la storia di Paolo Scaroni, il cui arresto nel 1992 per tangenti al partito socialista per conto della Techint (poi finito con un patteggiamento a un anno e quattro mesi), non ha inficiato la brillante carriera in Enel (ad dal 2002 al 2005) e poi Eni (dal 2005) della quale è ancora amministratore delegato alla tenera età di sessantacinque anni. E pensare che l***8217;ex deus ex machina di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, classe 1937, a dicembre è uscito di scena prima che l***8217;inchiesta sul sistema di corruzione degli appalti Enav arrivasse a processo. Va detto però che era nell***8217;aria da tempo il ricambio per un manager che, assieme alla moglie Marina Grossi, ex ad della Selex finita sotto inchiesta ben prima del marito, ha guidato l***8217;azienda di Stato della Difesa per ben nove anni (dal 2002). Sono pochi del resto gli uomini di potere che optano per la pensione. Per esempio Franco Bassanini, classe 1940, è saldamente ancorato alla poltrona della presidenza della Cassa Depositi e Prestiti dal 2008. Tenace anche Giovanni Castellaneta, 70 anni tra pochi giorni e già consigliere della stessa Finmeccanica per conto del Tesoro durante l***8217;ultimo triennio Guarguaglini, che dopo aver trascorso una vita da ambasciatore, è stato ricollocato nel 2009 alla presidenza di Sace, l***8217;agenzia pubblica di credito all***8217;esportazione.

AMBASCIATOR NON PORTA PENA. A un altro ex diplomatico eccellente, invece, è andata la presidenza della Arcus. La società pubblica per lo sviluppo dell***8217;arte, della cultura e dello spettacolo fa in fatti capo a Ludovico Ortona, classe 1942. L***8217;ex ambasciatore italiano a Lisbona, Teheran e Parigi, ma soprattutto capo ufficio stampa alla presidenza della Repubblica di Francesco Cossiga, è stato infatti scelto per questo delicato ruolo da Sandro Bondi a luglio del 2010. Giusto in tempo per fare i conti con il crollo della Scuola dei Gladiatori a Pompei, avvenuto quattro mesi dopo.

I 19 GOVERNI DI MR TIRRENIA. Pochi, però, hanno saputo eguagliare le gesta del cavaliere del Lavoro e gentiluomo del Papa (Wojtyla) Franco Pecorini, classe 1941. Ovvero l***8217;uomo solo al comando che nel 2010 ha traghettato la disgraziata Tirrenia alla certificazione del naufragio, dopo aver guidato indisturbato per ben ventisei anni la compagnia di navigazione recentemente oggetto di uno spezzatino chirurgico e di una faticosissima privatizzazione. Soltanto alla vigilia dei 70 anni lui,m che al contrario della ***8220;sua***8221; azienda è sopravvissuto incolume a 19 governi, è passato al cda dell***8217;assicuratore di Tirrenia, Ital Brokers e ha ceduto il timone della compagnia di navigazione al Commissario straordinario, Giancarlo D***8217;Andrea. Anche lui, manco a dirlo, grande vecchio della pubblica amministrazione.

GESTIONI INATTERRABILI. Del resto i manager pubblici nati negli anni 40, in Italia affollano i posti chiave di enti e aziende di Stato. Come l***8217;Enac, l***8217;ente cui è affidato il controllo dell***8217;aviazione civile, dal 2003 presieduto dal palermitano Vito Riggio, 65 anni, ex parlamentare Dc ed ex consigliere di Pietro Lunardi, nonché inquilino eccellente di Propaganda Fide, che casca letteralmente dal pero quando compagnie come la sua conterranea Windjet colano a picco da un giorno all***8217;altro. O come il suo coetaneo Giorgio Tino, parente di Antonio Maccanico e nipote del primo presidente di Mediobanca, che dopo una carriera ministeriale con una particolare predisposizione per l***8217;ambito tributario, è stato seduto sullo scranno della direzione generale dei Monopoli di Stato dal 2002 al 2009 ***8211; gestione dalla quale ha recentemente ereditato una multa di 4,8 milioni di euro inflittagli dalla Corte dei Conti - per poi passare alla vicepresidenza di Equitalia Gerit dopo la cui chiusura, nel 2011, lo troviamo nel consiglio di amministrazione della fondazione Centro sperimentale di cinematografia. Che per statuto viene nominato con Decreto del Ministro per i Beni e per le Attività Culturali, sentito il parere delle competenti commissioni parlamentari ed è composto da personalità ***8220;di elevato profilo culturale, con particolare riguardo al campo cinematografico ed audiovisivo e con comprovate capacità organizzative***8221;.

LA RESISTENZA DEL COMMERCIALISTA DI BOSSI. Resistere, poi, è il motto del settantacinquenne calabrese Dario Fruscio, che dopo un lungo rodaggio come disturbatore d***8217;assemblee e consigliere di amministrazione della Standa, grazie al rapporto di fiducia con Umberto Bossi nel 2002 si è piazzato per sei anni nel cda dell***8217;Eni, per cinque in quello di Sviluppo Italia, la discussa agenzia per l***8217;attrazione degli investimenti nel Paese che oggi si chiama Invitalia e nel 2008 ha trovato il tempo anche per una comparsata alla guida del collegio sindacale di Expo 2015. E se è stato difficilissimo schiodarlo dalle poltrone pubbliche durante il suo mandato al Senato tra il 2006 e il 2011, sembra praticamente impossibile allontanarlo dalla guida dell***8217;Agea, l***8217;agenzia che gestisce gli oltre 7 miliardi annui di erogazioni per l***8217;agricoltura dalla quale era stato defenestrato con il commissariamento in seguito ad un conflitto sul pagamento delle quote latte. Salvo poi ottenere il reintegro al Tar a gennaio di quest***8217;anno.

I FIGLI SO***8217; PEZZI ***8216;E CORE: CARDIA E GIANNINI. Tempra simile a Fruscio, mutatis mutandis, per Lamberto Cardia, 12 anni alla vigilanza dei mercati finanziari, la Consob, tra una proroga e un cambio di normativa e l***8217;altro negli anni di Cirio, Parmalat e dei furbetti del quartierino, con una gestione improntata alla chiusura della stalla a buoi scappati. E con un figlio, Marco, che ha fatto parlare di sé per aver prestato i suoi servizi di avvocatura alla famiglia Ligresti. E quando ha lasciato lo scranno nel 2010, alla tenera età di 76 anni, qualcuno non dev***8217;essersela sentita di mandarlo ai giardinetti. Ed ecco per lui una nuova poltrona: la presidenza delle Ferrovie dello Stato al posto dell***8217;allora sessantanovenne Innocenzo Cipolletta, dove lo troviamo ancora oggi. Figli scomodi anche per Giancarlo Giannini, classe 1939 dal 2002 presidente della vigilanza delle assicurazioni, l***8217;Isvap, dopo un trentennio all***8217;Assitalia e un passaggio all***8217;Ina e il cui figlio Andrea tra il 2005 e il 2006 è stato ispettore commerciale con il grado di funzionario nella FondiariaSai dei soliti Ligresti, il cui sfacelo è oggi sotto gli occhi di tutti. E non certo per l***8217;attivismo della vigilanza, che sarà a breve traghettata sotto la Banca d***8217;Italia. Niente Fs per Giannini, peraltro scaduto da qualche settimana, che per il momento si accontenta del ruolo di commissario con stipendio ridotto del 10% con il compito di gestire la transizione.

L***8217;UOMO DEL PONTE. Intanto i senatori insorgono contro Pietro Ciucci, il 62enne che dal 2006 guida l***8217;Anas, la società che gestisce la rete stradale italiana. Ma anche la Stretto di Messina, al cui comando è stato messo dieci anni fa, subito dopo la liquidazione dell***8217;Iri dove aveva trascorso ben 15 anni. Ebbene i parlamentari indignati sostengono che qui Ciucci si sarebbe preso libertà che vanno molto al di là del suo mandato, con la volontà di favorire di fatto e in tutti i modi possibili le imprese che avrebbero dovuto costruire il Ponte. Come Condotte, la Cooperativa muratori e cementisti-Cmc di Ravenna, ma soprattutto l***8217;Impregilo già dei Benetton (Autostrade) e dei Ligresti, ora contesa tra Pietro Salini e l***8217;importante concessionario autostradale del Paese, Gavio. Anche a danno delle finanze pubbliche, sempre secondo i senatori.

LA QUOTA ROSA. Non sarà sfuggito che fin qui, consorti a parte, la lista dei longevi manager pubblici è tutta al maschile. Ma c***8217;è una donna che è riuscita a farsi spazio in questo aggressivo mondo di uomini: la 67enne Anna Maria Tarantola, dal 1971 ad oggi in Bankitalia dove l***8217;ultimo in carico è stato quello di vicedirettore generale (dal 2009), proiettata alla presidenza del consiglio di amministrazione della Rai. Come prima mossa, la signora non proprio spontaneamente si è ridotta lo stipendio. Ma questo non può far dimenticare i regali ricevuti dall***8217;ex amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi, Gianpiero Fiorani, quando era a capo della vigilanza ai tempi di Antonio Fazio, né tanto meno il fatto che sia indagata a Trani nel filone di inchiesta su presunti ritardi da parte di Bankitalia nel blocco di prodotti tossici che avrebbero avvantaggiato il Banco di Napoli del gruppo Intesa SanPaolo, guidato fino alla nomina a Ministro dello Sviluppo economico da Corrado Passera.

Fine prima puntata
 
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http://www.ilpasquino.net/in-questo-paese-di-ladri/

Macelleria sociale, questo e solo questo è il disegno del signor Monti, professore della Bocconi e legato a doppio/triplo filo con le banche e il peggio della finanza internazionale.

La spending review è l’ennesimo atto contro il popolo italiano, l’ennesimo furto, l’ennesima vergogna immediatamente firmata dal peggior presidente della repubblica che l’Italia abbia mai avuto, Giorgio Napolitano.

L’attacco alla sanità, alla salute della gente, è il metro su cui questo individuo basa le sue cosiddette riforme: cancellare ogni diritto sociale, rendere i ladri ancora più ricchi, uccidere le speranze di un popolo intero, mortificare le difficoltà di chi ha bisogno.

I sindacati ancora traccheggiano, perdono tempo, quando ci sarebbe da occupare l’intero paese sino alle dimissioni di questo governo fascista ed antidemocratico.

Noi…la gente…siamo solo spaventati…non riusciamo ad organizzarci…a capire come reagire a questi mille soprusi che un governo di soprusi sta imponendo a tutti i cittadini.

Siamo vicini all’estate ed è prassi, di questa accozzaglia, colpire i diritti quando la gente è stanca e vuole distrarsi almeno per un po’. Con questo provvedimento saranno cancellati i diritti dei malati, delle famiglie che assistono un disabile, degli stessi disabili, di tutte quelle persone che per anzianità o per problemi congeniti necessitino del diritto all’assistenza…

24.000 gli esuberi tra i lavoratori pubblici…solo 8.000 saranno accompagnati alla pensione…per gli altri…ancora massacro sociale.

Alla corruzione, questo governo, non ha messo mano…anzi ha cancellato procure e tribunali rendendo, di fatto, impossibile il perseguimento di quel reato che nel nostro paese incide per 60 miliardi di euro l’anno…che solo nelle “grandi opere” fa lievitare i costi sino a 90 miliardi di euro.

Squinzi, presidente di Confindustria, e quindi a me non affatto simpatico, ha parlato di macelleria sociale…tutti, nessuno escluso, a cominciare dal signor Montezemolo, prossima new entry nel panorama politico dei ladri italiani, hanno biasimato il suo intervento…causa…secondo chi non capisce nulla di economia né di politica, dell’aumento di quello spread che da quando c’è il professorone della bocconi non è mai sceso sotto il 5%.

Parlano…blaterano di credibilità…parla e blatera di credibilità un governo che ha al suo interno un ministro, Corrado Passera, pluri-indagato; che ha imposto alla direzione della Rai una certa Anna Maria Tarantola, indagata anch’essa dalla procura di Trani per l’immissione sul mercato di prodotti finanziari tossici quando era al Banco di Napoli ed in seguito al Monte Paschi di Siena; che mantengono tra le loro fila una certa signora Fornero che ha le figlie assunte nell’università dove lei lavora e presso le fondazioni bancarie dove lei fece da consulente.

E’ la credibilità dei ladri italiani…quella credibilità per cui un paese intero è costretto a pagare i furti e l’incapacità congenita di una classe dirigente da operetta…quella credibilità che ha fatto dell’Italia una nazione senza futuro con il più alto tasso di disoccupazione e il maggior debito pubblico…quella credibilità di cui i ladri hanno bisogno per continuare a rubare.

Guardiamo i loro falsi sorrisi e ascoltiamo le loro vuote promesse, confrontiamo ciò che affermano con la realtà che noi viviamo ogni giorno, ricordiamoci dei furti e delle loro corruzioni e collusioni, non dimentichiamo chi ha lottato perché il nostro presente non fosse questo…e occupiamo questo paese sino a che questa marmaglia non venga spazzata via!:rolleyes:
 
per jedd

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/28/generazione-perduta-e-generazione-fallita/335477/

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Ottimi stipendi, pessimi risultati: ecco la mappa della generazione fallita
Il premier Monti ha detto che i giovani stanno pagando "un conto salatissimo". Una generazione perduta che sconta i disastri provocati da una classe di boiardi inamovibili nati tra gli anni Trenta e Quaranta, retribuiti a peso d'oro.
Da Cimoli a Catania, da Guarguaglini a Pecorini. La prima puntata dell'inchiesta di ilfattoquotidiano.it

di Costanza Iotti e Gaia Scacciavillani | 28 agosto 2012Commenti (484)
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VIAGGI DI STATO: DA TRENITALIA AD ALITALIA. Se le autorithy di vigilanza vantano i primati nella reiterazione dei mandati, spetta alle aziende di Stato la palma res per retribuzioni e superbonus. Alle Ferrovie, Giancarlo Cimoli, classe 1939, piazzato dal governo Prodi nel 1996 a risanare il gruppo dopo l***8217;era di tangentopoli e di Lorenzo Necci, va via nel 2004 intascando un assegno di addio da 6,7 milioni di euro e lasciando i conti in rosso per 125 milioni. Un buco che per il governo Berlusconi vale la poltrona della claudicante Alitalia dove, pur arrivando decisamente lontano dagli obiettivi di risanamento, Cimoli incassa un***8217;altra buonuscita. Da 3 milioni. Peggio di lui, in termini di risultato di gestione, fa il suo successore alle Ferrovie, il 66enne Elio Catania, che nel 2005 chiude il bilancio delle Fs in negativo per 465 milioni. Si dimette l***8217;anno successivo quando il rosso ha ormai raggiunto e superato quota 2 miliardi su richiesta del Ministro dell***8217;Economia Tommaso Padoa Schioppa. Ma anche lui, come Cimoli, intasca una buonuscita (7 milioni) inversamente proporzionale ai risultati ottenuti e pochi mesi dopo viene scelto da Letizia Moratti per la presidenza dell***8217;azienda municipalizzata dei trasporti milanesi, Atm, incarico che è stato revocato l***8217;estate scorsa dal sindaco Giuliano Pisapia. Lo stesso che ha appena rispolverato il settantaduenne Giovanni Maria Flick che, già ministro della Giustizia e, in seguito, presidente della Corte Costituzionale, chiusa la vicenda San Raffaele e sfumato il vertice dell***8217;Istituto Toniolo di Milano, l***8217;ente che controlla l***8217;università Cattolica, è stato indicato come delegato del sindaco, a titolo gratuito, va detto, al Tavolo di coordinamento per l***8217;Expo 2015, l***8217;evento per il quale si lavora freneticamente con un***8217;enorme quantità di appalti e contrappalti. Gesuita di formazione, il professor Flick saprà certo far miracoli per esaudire al meglio le funzioni di vigilanza, controllo e impulso in relazione.

LA BENEDIZIONE DELLA CHIESA. Del resto quando la Chiesa dà la sua benedizione anche i sindacalisti si laureano honoris causa, come il presidente delle Poste, Giovanni Ialongo, classe 1944, nominato nel 2008 e ancora in carica. Una vita spesa a servizio dell***8217;Istituto postelegrafonico: da segretario nazionale Federazione Posta Cisl fino a presidente e commissario straordinario dell***8217;Ipost, presidente Postel. Un curriculum ***8220;pubblico***8221; di tutto rispetto che nel 2009 gli vale la laurea honoris causa in diritto Civile rilasciata da monsignor Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense, per l***8217;attenzione sempre prestata al messaggio della Dottrina sociale della Chiesa e a una visione dell***8217;economia incentrata sul rispetto della persona.

SCARONI-GUARGUAGLINI: GLI EVERGREEN. Sa di miracolo, poi, la storia di Paolo Scaroni, il cui arresto nel 1992 per tangenti al partito socialista per conto della Techint (poi finito con un patteggiamento a un anno e quattro mesi), non ha inficiato la brillante carriera in Enel (ad dal 2002 al 2005) e poi Eni (dal 2005) della quale è ancora amministratore delegato alla tenera età di sessantacinque anni. E pensare che l***8217;ex deus ex machina di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, classe 1937, a dicembre è uscito di scena prima che l***8217;inchiesta sul sistema di corruzione degli appalti Enav arrivasse a processo. Va detto però che era nell***8217;aria da tempo il ricambio per un manager che, assieme alla moglie Marina Grossi, ex ad della Selex finita sotto inchiesta ben prima del marito, ha guidato l***8217;azienda di Stato della Difesa per ben nove anni (dal 2002). Sono pochi del resto gli uomini di potere che optano per la pensione. Per esempio Franco Bassanini, classe 1940, è saldamente ancorato alla poltrona della presidenza della Cassa Depositi e Prestiti dal 2008. Tenace anche Giovanni Castellaneta, 70 anni tra pochi giorni e già consigliere della stessa Finmeccanica per conto del Tesoro durante l***8217;ultimo triennio Guarguaglini, che dopo aver trascorso una vita da ambasciatore, è stato ricollocato nel 2009 alla presidenza di Sace, l***8217;agenzia pubblica di credito all***8217;esportazione.

AMBASCIATOR NON PORTA PENA. A un altro ex diplomatico eccellente, invece, è andata la presidenza della Arcus. La società pubblica per lo sviluppo dell***8217;arte, della cultura e dello spettacolo fa in fatti capo a Ludovico Ortona, classe 1942. L***8217;ex ambasciatore italiano a Lisbona, Teheran e Parigi, ma soprattutto capo ufficio stampa alla presidenza della Repubblica di Francesco Cossiga, è stato infatti scelto per questo delicato ruolo da Sandro Bondi a luglio del 2010. Giusto in tempo per fare i conti con il crollo della Scuola dei Gladiatori a Pompei, avvenuto quattro mesi dopo.

I 19 GOVERNI DI MR TIRRENIA. Pochi, però, hanno saputo eguagliare le gesta del cavaliere del Lavoro e gentiluomo del Papa (Wojtyla) Franco Pecorini, classe 1941. Ovvero l***8217;uomo solo al comando che nel 2010 ha traghettato la disgraziata Tirrenia alla certificazione del naufragio, dopo aver guidato indisturbato per ben ventisei anni la compagnia di navigazione recentemente oggetto di uno spezzatino chirurgico e di una faticosissima privatizzazione. Soltanto alla vigilia dei 70 anni lui,m che al contrario della ***8220;sua***8221; azienda è sopravvissuto incolume a 19 governi, è passato al cda dell***8217;assicuratore di Tirrenia, Ital Brokers e ha ceduto il timone della compagnia di navigazione al Commissario straordinario, Giancarlo D***8217;Andrea. Anche lui, manco a dirlo, grande vecchio della pubblica amministrazione.

GESTIONI INATTERRABILI. Del resto i manager pubblici nati negli anni 40, in Italia affollano i posti chiave di enti e aziende di Stato. Come l***8217;Enac, l***8217;ente cui è affidato il controllo dell***8217;aviazione civile, dal 2003 presieduto dal palermitano Vito Riggio, 65 anni, ex parlamentare Dc ed ex consigliere di Pietro Lunardi, nonché inquilino eccellente di Propaganda Fide, che casca letteralmente dal pero quando compagnie come la sua conterranea Windjet colano a picco da un giorno all***8217;altro. O come il suo coetaneo Giorgio Tino, parente di Antonio Maccanico e nipote del primo presidente di Mediobanca, che dopo una carriera ministeriale con una particolare predisposizione per l***8217;ambito tributario, è stato seduto sullo scranno della direzione generale dei Monopoli di Stato dal 2002 al 2009 ***8211; gestione dalla quale ha recentemente ereditato una multa di 4,8 milioni di euro inflittagli dalla Corte dei Conti - per poi passare alla vicepresidenza di Equitalia Gerit dopo la cui chiusura, nel 2011, lo troviamo nel consiglio di amministrazione della fondazione Centro sperimentale di cinematografia. Che per statuto viene nominato con Decreto del Ministro per i Beni e per le Attività Culturali, sentito il parere delle competenti commissioni parlamentari ed è composto da personalità ***8220;di elevato profilo culturale, con particolare riguardo al campo cinematografico ed audiovisivo e con comprovate capacità organizzative***8221;.

LA RESISTENZA DEL COMMERCIALISTA DI BOSSI. Resistere, poi, è il motto del settantacinquenne calabrese Dario Fruscio, che dopo un lungo rodaggio come disturbatore d***8217;assemblee e consigliere di amministrazione della Standa, grazie al rapporto di fiducia con Umberto Bossi nel 2002 si è piazzato per sei anni nel cda dell***8217;Eni, per cinque in quello di Sviluppo Italia, la discussa agenzia per l***8217;attrazione degli investimenti nel Paese che oggi si chiama Invitalia e nel 2008 ha trovato il tempo anche per una comparsata alla guida del collegio sindacale di Expo 2015. E se è stato difficilissimo schiodarlo dalle poltrone pubbliche durante il suo mandato al Senato tra il 2006 e il 2011, sembra praticamente impossibile allontanarlo dalla guida dell***8217;Agea, l***8217;agenzia che gestisce gli oltre 7 miliardi annui di erogazioni per l***8217;agricoltura dalla quale era stato defenestrato con il commissariamento in seguito ad un conflitto sul pagamento delle quote latte. Salvo poi ottenere il reintegro al Tar a gennaio di quest***8217;anno.

I FIGLI SO***8217; PEZZI ***8216;E CORE: CARDIA E GIANNINI. Tempra simile a Fruscio, mutatis mutandis, per Lamberto Cardia, 12 anni alla vigilanza dei mercati finanziari, la Consob, tra una proroga e un cambio di normativa e l***8217;altro negli anni di Cirio, Parmalat e dei furbetti del quartierino, con una gestione improntata alla chiusura della stalla a buoi scappati. E con un figlio, Marco, che ha fatto parlare di sé per aver prestato i suoi servizi di avvocatura alla famiglia Ligresti. E quando ha lasciato lo scranno nel 2010, alla tenera età di 76 anni, qualcuno non dev***8217;essersela sentita di mandarlo ai giardinetti. Ed ecco per lui una nuova poltrona: la presidenza delle Ferrovie dello Stato al posto dell***8217;allora sessantanovenne Innocenzo Cipolletta, dove lo troviamo ancora oggi. Figli scomodi anche per Giancarlo Giannini, classe 1939 dal 2002 presidente della vigilanza delle assicurazioni, l***8217;Isvap, dopo un trentennio all***8217;Assitalia e un passaggio all***8217;Ina e il cui figlio Andrea tra il 2005 e il 2006 è stato ispettore commerciale con il grado di funzionario nella FondiariaSai dei soliti Ligresti, il cui sfacelo è oggi sotto gli occhi di tutti. E non certo per l***8217;attivismo della vigilanza, che sarà a breve traghettata sotto la Banca d***8217;Italia. Niente Fs per Giannini, peraltro scaduto da qualche settimana, che per il momento si accontenta del ruolo di commissario con stipendio ridotto del 10% con il compito di gestire la transizione.

L***8217;UOMO DEL PONTE. Intanto i senatori insorgono contro Pietro Ciucci, il 62enne che dal 2006 guida l***8217;Anas, la società che gestisce la rete stradale italiana. Ma anche la Stretto di Messina, al cui comando è stato messo dieci anni fa, subito dopo la liquidazione dell***8217;Iri dove aveva trascorso ben 15 anni. Ebbene i parlamentari indignati sostengono che qui Ciucci si sarebbe preso libertà che vanno molto al di là del suo mandato, con la volontà di favorire di fatto e in tutti i modi possibili le imprese che avrebbero dovuto costruire il Ponte. Come Condotte, la Cooperativa muratori e cementisti-Cmc di Ravenna, ma soprattutto l***8217;Impregilo già dei Benetton (Autostrade) e dei Ligresti, ora contesa tra Pietro Salini e l***8217;importante concessionario autostradale del Paese, Gavio. Anche a danno delle finanze pubbliche, sempre secondo i senatori.

LA QUOTA ROSA. Non sarà sfuggito che fin qui, consorti a parte, la lista dei longevi manager pubblici è tutta al maschile. Ma c***8217;è una donna che è riuscita a farsi spazio in questo aggressivo mondo di uomini: la 67enne Anna Maria Tarantola, dal 1971 ad oggi in Bankitalia dove l***8217;ultimo in carico è stato quello di vicedirettore generale (dal 2009), proiettata alla presidenza del consiglio di amministrazione della Rai. Come prima mossa, la signora non proprio spontaneamente si è ridotta lo stipendio. Ma questo non può far dimenticare i regali ricevuti dall***8217;ex amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi, Gianpiero Fiorani, quando era a capo della vigilanza ai tempi di Antonio Fazio, né tanto meno il fatto che sia indagata a Trani nel filone di inchiesta su presunti ritardi da parte di Bankitalia nel blocco di prodotti tossici che avrebbero avvantaggiato il Banco di Napoli del gruppo Intesa SanPaolo, guidato fino alla nomina a Ministro dello Sviluppo economico da Corrado Passera.

Fine prima puntata



:ciao:


E adesso questi continuano a portare a casa e se ne infischiano della crisi e della generazione perduta che sta pagando per questa gente.
Meditate gente meditate



:ciao::ciao::ciao:
 
sta a vedere se da qui alla chiusura il crudo non va giù...
giornata nauseante... anche l'illusione che ad agosto le sui mercati si lavora meno...
una farsa in tutto e per tutto il settore finanziario...
 
sta a vedere se da qui alla chiusura il crudo non va giù...
giornata nauseante... anche l'illusione che ad agosto le sui mercati si lavora meno...
una farsa in tutto e per tutto il settore finanziario...

Moscovici: Per far abbassare il prezzo del greggio
Parigi, 28 ago. (TMNews) - I paesi del G7 (i sette paesi più industrializzati) chiederanno ai paesi produttori di petrolio di aumentare la loro produzione "per far abbassare il prezzo": lo ha annunciato stasera il ministro dell'Economia francese, Pierre Moscovici. "Con i miei colleghi del G7 chiediamo un aumento della produzione da parte dei paesi produttori, per far abbassare il prezzo del petrolio", ha detto Moscovici alla tv TF1. (Fonte Afp)
 
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GIULIANO AMATO (31 MILA EURO DI PENSIONE AL MESE) E IL TOPOLINO NEL FORMAGGIO
by MARIO GIORDANO on AGOSTO 27, 2012
Tutte le volte che parla della sua pensione d’oro da 31mila euro al mese, Giuliano Amato più che fornire le cifre dà i numeri. E’ capitato anche alla Festa Democratica di Reggio Emilia: “Non sono un topo nel formaggio”, ha detto, “Questa campagna mi ha ferito troppo, sento il dovere di chiarire”. E per chiarire ha cominciato una lunga tiritera per dire (in sintesi) che lui prende “solo” 11.500 euro netti al mese. A parte il fatto che anche su quel “solo” 11.500 euro al mese si potrebbe aprire un dibattito, e magari anche una colletta (qualcuno vuole aiutarlo a sbarcare il lunario?), il Dottor Sottile mente sapendo di mentire: quegli 11.500 euro netti, infatti, cioè 22mila lordi sono solo una delle due pensioni, a cui va sommata l’altra, cioè il vitalizio parlamentare pari a 9mila euro lordi per un totale lordo, appunto, di 31mila euro. 31mila euro, onorevole Amato: perché continuare a negare? Lei ha sostenuto ieri (è la prima volta) che il vitalizio (9mila euro) va tutto in beneficenza. Saremmo felici di crederle, naturalmente, e se lei fosse sincero sugli altri punti sarebbe più facile. Ma, alla fine, che differenza fa? Il problema non è come uno usa i soldi che prende, ma se li prende. E se è giusto che li prenda. Qualche tempo fa alla Gruber che le chiedeva informazioni sulla sua pensione d’oro, rispose: “Non ho capito la domanda”. Evidentemente continua a non capire: se non vuole scambiato per un topo (o topolino) nel formaggio, smetta almeno di leccarsi i baffi ancora pieni di briciole. (m.g.)

http://www.sanguisughe.com
 

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