Sono sempre del parere che bisogna abolire la BCE
La Banca del Giappone apre i rubinetti
E' l'ora dell'attacco. La Banca Centrale del Giappone suona la carica e annuncia
un'accelerazione e un ampliamento delle misure di politica monetaria espansiva. E' il segnale atteso dalla Borsa di Tokyo e dal sistema industriale giapponese: più liquidità, più inflazione, yen più debole per favorire le esportazioni. Per cercare di uscire da una lunga crisi.
La mossa
Il Comitato di politica monetaria, riunitosi per la prima volta sotto la presidenza del nuovo Governatore Haruhiko Kuroda, ha deciso di acquistare titoli a più lungo termine e di aumentare la parte di attivi più rischiosa con il target di raddoppiare gli acquisti in due anni. L'obiettivo è di far uscire il Giappone dalla deflazione che imbriglia l'economia da una quindicina d'anni, con il Paese a lungo nella famosa 'trappola della liquidità' di keynesiana memoria: prezzi in discesa, domanda interna sempre più debole, profitte delle imprese erosi dalla ricerca di competitività su prezzi più bassi, salari bloccati, acquisti rinviati nella convinzione che domani si possa 'trovare di meglio a meno', inefficacia della leva degli interessi (bassissimi) per rilanciare gli investimenti.
Mezzo trilione di dollari
La Bank of Japan ha detto di voler introdurre un "allentamento monetario quantitativo e qualitativo". Verranno in particolare aumentati gli interventi sui titoli di Stato del Paese fino alla stratosferica cifra di 50.000 miliardi di yen, circa 530 miliardi dollari. L'operazione riguardera titoli di stato di tutte le scadenze presenti sul mercato; salta quindi il limite posto precedente fissato a massimi 3 anni. Saranno incrementati anche gli acquisti di exchange-traded funds e di fondi comuni di investimento immobiliare.
Politica e tecnici
Formalmente, la Banca del Giappone resta indipendente da condizionamenti governativi nell'elaborazione di misure di politica monetaria. Ma in realtà in questo modo la Boj conferma le attese degli analisti e la diffusa convinzione di un totale allineamento di Kuroda, il nuovo presidente, con il pensiero del primo ministro Abe.