Titoli di Stato area Euro SPAGNA Operativo Titoli di Stato (2 lettori)

tommy271

Forumer storico
Spagna asta bond 10-30 anni,bid-to-cover 1,88-2,44, rialzo tassi

giovedì 17 giugno 2010 11:02

MADRID 17 giugno (Reuters) - Buon collocamento per le molto attese aste spagnole sui titoli a 10 e 30 anni per un totale di 3,479 miliardi euro, sostanzialmente ai massimi della forchetta di offerta del Tesoro spagnolo tra i 2,5 e i 3,5 miliardi di euro. Seppur con rendimenti più alti rispetto alle aste precedenti, il collocamento di oggi ha visto bid-to-cover rispettivamente di 1,88 e di 2,44.
Nel dettaglio, la riapertura del titolo a 10 anni è stato collocato per 3 miliardi di euro contro i 3,52 miliardi dell'asta di maggio con un bid-to-cover a 1,88 da 2,03 e un rendimento medio di 4,864% da 4,045%.
Per la riapertura del trentennale sono stati collocati 479 milioni contro 1,87 miliardi dell'asta scorsa che risale a marzo, con un bid-to-cover a 2,44 da 1,4 e un rendimento medio a 5,908% da 4,758%.


***
Nonostante il buon bid/cover, il dato principale è il notevole innalzamento dei rendimenti.
 

mostromarino

Guest
CRISI ECONOMICA
SE LA SPAGNA VA NEL PALLONE PER DAVVERO


ALFONSO TUOR

L
a strategia europea per su­perare la crisi dell'euro ap­pare sempre più chiara: ac­celerare il passo sulla strada del risanamento dei conti pubblici per cercare di scongiurare il pe­ricolo di nuove crisi simili a quel­la greca e compensare gli effetti negativi sulla crescita delle mi­sure di austerità attraverso il de­prezzamento dell'euro.


Questa strategia è destinata ad avere il fiato corto per diversi motivi.

In primo luogo il rapido dete­rioramento delle condizioni fi­nanziarie della Spagna induce a ritenere che il Paese iberico sia oramai l'epicentro della prossima crisi.

In secondo luogo, gli effetti eco­nomici positivi del deprezza­mento della moneta unica euro­pea (di circa il 15% rispetto al dollaro dall'inizio dell'anno) non stanno riducendo, ma stanno ampliando il divario tra Paesi europei forti e deboli.

I dati sul­la produzione industriale dello scorso mese di aprile mostrano infatti un aumento dell'attività industriale rispetto al mese pre­cedente in Olanda, Finlandia, Italia e Germania e una contra­zione in Spagna, Grecia, Porto­gallo ed Irlanda.

Dunque il ribas­so dell'euro non sta dando fino­ra un grande aiuto ai Paesi eu­ropei in maggiore difficoltà.

An­che per questi motivi l'euro de­bole non appare in grado di com­pensare l'effetto recessivo delle «stangate» fiscali nella maggior parte dei Paesi di Eurolandia.

In terzo luogo, l'intera architet­tura dell'operazione si basa sul­l'aspettativa che gli Stati Uniti e i Paesi emergenti (soprattutto asiatici) siano in grado e siano anche disposti ad assorbire una quantità supplementare di esportazioni europee.

Ciò non è assolutamente certo. La ripre­sa americana appare più debo­le delle previsioni e non è garan­tita l'accondiscendenza di Wa­shington, già alle prese con un crescente disavanzo commer­ciale che continua a far lievitare il debito estero statunitense.

D'altro canto, la capacità di as­sorbimento dei Paesi emergen­ti e soprattutto dei Paesi asiatici rischia di diminuire a causa del varo di politiche restrittive tese ad evitare l'inflazione (India) e il formarsi di pericolose bolle speculative (Cina).

In quarto luogo, la politica delle svalutazioni competitive (tipica di una crisi come l'attuale) rischiadi accentuare gli squilibri che af­fliggono l'economia mondiale.

Le discussioni del vertice euro­peo di oggi non si concentreran­no su questi temi, ma sul perico­lo alle porte costituito dalla Spa­gna.
Le condizioni del Paese ibe­rico sono sempre più critiche no­nostante il successo dell'asta dei titoli del Tesoro iberico di mar­tedì scorso.

Il metro di misura non è infatti il collocamento del­le emissioni dei titoli pubblici, che nell'attuale contesto di crisi di Eurolandia viene ampiamen­te pilotato sia dalla Banca cen­trale europea, sia dalle vecchie banche centrali nazionali (che esistono ancora), sia dai Gover­ni, ma i tassi a cui vengono assor­biti i titoli, il differenziale dei tas­si di interesse e le capacità di ac­cesso ai mercati del sistema ban­cario.

Ebbene, a questo riguar­do il responso è chiaro: martedì scorso Madrid è riuscita a collo­care 5,2 miliardi di euro di obbli­gazioni statali, ma è stata costret­ta a pagare tre quarti di punto più dell'ultima emissione; ieri il dif­ferenziale tra i titoli di Stato te­deschi a 10 anni e gli equivalen­ti spagnoli ha stabilito il primato storico dalla nascita dell'euro, raggiungendo i 223 punti; e, in­fine, come ha dichiarato lunedì scorso il presidente di BBVA, la
seconda banca spagnola, è chiu­so l'accesso al mercato per gli istituti spagnoli.

Dato che per le banche spagnole è sempre più difficile e soprattutto più onero­so rifinanziarsi anche a breve sul mercato interbancario, la Ban­ca centrale europea è diventata la principale (e oggi forse l'uni­ca) fonte di finanziamenti per il sistema bancario spagnolo: il mese scorso gli istituti iberici hanno preso a prestito dalla BCE 85,6 miliardi di euro; quelli di questo mese, che non sono an­cora noti, sono sicuramente de­stinati ad essere ben maggiori.

La situazione appare talmente difficile che secondo la stampa specializzata si starebbe addirit­tura studiando l'ipotesi (smen­tita sia da Madrid sia da Bruxel­les) della creazione di una linea di credito privilegiata da usare a seconda delle necessità.

L'ipote­si appare comunque avere un suo fondamento almeno per due motivi. Il primo è che il Fondo salva-stati creato dall'Unione Eu­ropea, dotato di 440 miliardi di euro, è in grado di affrontare cri­si di Paesi con economie di di­mensioni simili a quelle del Por­togallo, ma non ha sufficienti ri­sorse per affrontare la crisi di un Paese come la Spagna, il cui PIL si aggira attorno ai 1.000 miliar­di di euro.

Inoltre, la «capitola­zione» di Madrid, ossia il ricor­so al Fondo da parte della Spa­gna, produrrebbe un immedia­to effetto domino destinato ad in­vestire l'Italia. Infatti il Fondo sal­va-stati europeo è stato concepi­to per aiutare Paesi piccoli, co­me la Grecia e il Portogallo, ma soprattutto per rassicurare i mer­cati e quindi per non essere usa­to dai grandi Paesi europei.

Basti pensare che l'Italia garantisce 81 miliardi di euro dei 440 miliar­di: se dovesse ricorrere ai presti­ti del Fondo europeo, la dotazio­ne di capitale di quest'ultimo si ridurrebbe immediatamente dello stesso ammontare.

Il secon­do motivo è che la causa della cri­si spagnola non è il debito pub­blico, che è inferiore al 70% del PIL, ma il deficit pubblico annuo, che supera l'11%, il debito priva­to (famiglie ed imprese) e soprat­tutto lo stato molto precario del sistema bancario gravato da una grande quantità di crediti che ora diventa inesigibile a causa dello scoppio della bolla formatasi nel settore immobiliare.

Ora se è probabile che lo Stato spagnolo, che già sta erogando prestiti al­le banche, sia chiamato ad accol­larsi le spese del salvataggio del sistema bancario, è inverosimile che possa assumersi anche il de­bito di famiglie ed imprese con una disoccupazione che è già al 20% e con un'economia destina­ta a ricadere in recessione.

La crisi della Spagna e soprattut­to i provvedimenti necessari per evitare che il Paese iberico faccia la fine della Grecia, aprendo sce­nari molto pericolosi, saranno dunque al centro delle discus­sioni dell'odierno vertice euro­peo.

Che sia stato un segnale premonitore la storica sconfitta di ieri contro la Svizzera ai Mon­diali di calcio?

Alfonso Tuor


cdt, oggi
 

banobano

Nuovo forumer
ottimo il rialzo odierno di spagna 37 ,che la speculazione dul lungo termine spagnolo sia finita??
ritengo un prezzo cottetto almeno 84.--85 inn linea con i btp italiani
sicuramente se colpiranno i titoli europei con una tassa dell1 % o dello 0,5 all acquisto cosi come sembra ,,i titoli a lungo come il 37 spagnolo dovrebbero trarne beneficio proprio perche spalmano in un tempo maggiore questa ipotetica tassa
 

canarino

Forumer attivo
Spagna colloca 2,99 mld Bono 15 anni,salgono tasso, bid-to-cover

giovedì 15 luglio 2010 10:50




MADRID July 15 (Reuters) - Spain announced the followingresults at Thursday's Treasury bond auction BANCN: It sold 3billion euros ($3.8 billion) worth of 15-year benchmark bondwith a coupon of 4.65 percent. The Treasury had expected to sell between 2 and 3 billioneuros of the debt.

rispetto all'asta del 22 aprile comeAVERAGE YIELD (pct) si passa a 5.116 da 4.43
mente come BID/COVER RATIO da 2.57 a 1.79

Si colloca di più rispetto l'asta precedente ma con tassi decisamente più alti, come è da interpretare questo per lo stato Spagna, ovvero positivi perchè le richieste non mancano ma di negativo c'è un finanziamento a tassi più alti
 

IlPorcospino

Forumer storico
Spagna colloca 2,99 mld Bono 15 anni,salgono tasso, bid-to-cover

giovedì 15 luglio 2010 10:50




MADRID July 15 (Reuters) - Spain announced the followingresults at Thursday's Treasury bond auction BANCN: It sold 3billion euros ($3.8 billion) worth of 15-year benchmark bondwith a coupon of 4.65 percent. The Treasury had expected to sell between 2 and 3 billioneuros of the debt.

rispetto all'asta del 22 aprile comeAVERAGE YIELD (pct) si passa a 5.116 da 4.43
mente come BID/COVER RATIO da 2.57 a 1.79

Si colloca di più rispetto l'asta precedente ma con tassi decisamente più alti, come è da interpretare questo per lo stato Spagna, ovvero positivi perchè le richieste non mancano ma di negativo c'è un finanziamento a tassi più alti

Per me la seconda che hai detto; in grecia c'è stata buona richiesta fini alla crisi.
 

canarino

Forumer attivo
Non mi torna però una news di tal genere

Btp poco mossi, spread su Bund in rientro dopo asta spagnola

giovedì 15 luglio 2010 12:45


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MILANO 15 luglio (Reuters) - Nuova tornata di aste per ititoli di Stato europei che registrano tuttavia un movimentoopposto degli spread paese rispetto a ieri, seduta in cui iperiferici hanno sofferto dei molteplici collocamenti incalendario. Il buon esito di un'asta spagnola a 15 anni, in cui tassiappetibili hanno attirato una forte domanda, ha determinatouna brusca chiusura del differenziale di tasso tra Btp e Bund.Ancora maggiore peraltro il recupero della Spagna, che ha messoa segno una sovraperformance anche nei confronti dell'Italia. "Il movimento di ampliamento degli spread per la Spagna èstato più drammatico che per l'Italia e adesso che staparzialmente rientrando i Bono fanno meglio dei Btp", commentaun trader. Il differenziale di rendimento Btp-Bund a 10 anni è scesofino a 145 su Tradeweb dopo aver toccato i 150 punti base. Sempre sulla scadenza decennale, tuttavia, da ieri la Spagnaha eroso di quasi 4 punti base la forbice che separa il tassodel Bono da quello Btp italiano IT10ES10=TWEB. Le richieste per il Bono luglio 2025 sono arrivate a 7,7miliardi di euro e il Tesoro spagnolo ha emesso 2,99 miliardi,ai massimi di una forchetta compresa tra 2 e 3 miliardi. Complice una forte concessione d'asta il rendimento èrisultato di 5,116% da 4,43% del collocamento di aprile. "C'è un po' più di ottimismo sulla Spagna e il debitospagnolo non è poi così liquido per cui un'asta rappresenta unabuona occasione per chi vuol comprare", aggiunge il trader. Secondo una fonte finanziaria oltre il 50% della domanda peril Bono a 15 anni è arrivato dall'estero. Meno emozionante il collocamento della Francia, paese 'core'che ha visto i titoli in asta concedere molto poco prima dellavendita. Parigi ha assegnato oltre 8 miliardi di titoli ascadenza 2012-2013-2015. Ieri era stato il turno di Italia, Portogallo e Germania.L'arrivo di nuova carta sull'obbligazionario all'indomani deldowngrade di Moody's sul rating di Lisbona aveva penalizzato ititoli della periferia europea determinando un ampliamento deglispread paese.
 

zerocoupon

Forumer attivo
In quesdto articolo si parla della spagna in termini piuttosto negativi:
FINANZA/ Ecco le banche che potrebbero portarci a una nuova crisi | Pagina 1

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Ma il problema, per la Spagna, è più grave e urgente di ciò che può apparire guardando al settore bancario o allo spread a 200 punti base del bond iberico a dieci anni rispetto al bund: è un problema di economia reale. La maggioranza dei comuni dell’Andalusia sono ormai insolventi, oltre 400 degli 8mila comuni spagnoli hanno smesso di pagare l’elettricità, l’acqua e le bollette telefoniche: lo conferma il giornale spagnolo “El economista”. A Cenicientos, comune vicino Madrid, a giugno non sono stati pagati gli stipendi dei dipendenti pubblici, come conferma il sindaco Jesus Manuel Ampero, il quale ha anche spiegato che né lui né i consiglieri comunali ricevono l’indennità da due anni.
 

malvi88

Forumer attivo
sul sole di sabato si riportava la notizia che nella settimana che va concludendosi la CINA avrebbe acquistato circa 400 MLN di euro di bond spagnoli.
 

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