Spending review:caccia F-35 NON ESISTONO PENALI

Blog di Beppe Grillo - Passaparola -La Difesa a picco -Domenico Leggiero


“Vediamo il nascere di soggetti industriali: la Difesa Servizi, Difesa spa, un sistema di scatole vuote, si creano strutture per capitalizzare un prodotto interno lordo come qualsiasi altro settore. Nascono strutture per controllare la valorizzazione del patrimonio abitativo. Quando si parla di ministero della Difesa si immaginano fucili, carri armati, navi e aeroplani. La Difesa è fatta di uomini, di strutture logistiche, di immobili, di tantissime altre cose che rappresentano una spugna per il sistema economico italiano. Le proprietà immobiliari della Difesa, senza considerare le strutture andate in dismissione, sono circa 37 mila alloggi distribuiti su tutto il territorio che, anziché essere uno strumento di produzione di reddito, sono diventati una dispersione di bilancio di circa il tre per cento. Il 15% dell’intero parco alloggi è in malora, stanno cadendo a pezzi.” Domenico Leggiero
Oggi parleremo di F-35, degli alloggi della Difesa, della valorizzazione del patrimonio abitativo della Difesa, quella che dovrebbe essere una risorsa è invece uno spreco. Voglio salutare gli amici del blog di Beppe Grillo, sono Domenico Leggiero, ho denunciato il problema dell’uranio impoverito, ho fatto la rappresentanza militare per quattro anni e sono un pilota militare in pensione e uno fra i pochissimi ispettori CFE ancora rimasti in Europa.
Da buon pilota posso fare considerazioni di doppio profilo, il primo dal punto di vista tecnico e operativo: è un velivolo poco funzionale, molto pericoloso per gli obiettivi e esigenze che si prefigge di coprire, un velivolo inefficiente che mette a repentaglio lo stesso equipaggio durante le missioni operative.
La illogicità di questo acquisto è naturale: se non lo acquista neanche chi lo fa … figurati gli altri! Se tutti coloro che lo hanno prenotato non l’hanno acquistato, soltanto noi siamo rimasti in corsa, chiediamoci quanto meno il perché! Che poi lo sviluppo tecnologico di un velivolo o di un carro armato o di una nave possa rappresentare uno spunto per ricerca ben venga, ma deve avere una logica! Per esempio un programma molto positivo è stato il programma Tornado. Sull'operazione e sull'evoluzione della strumentazione dell’equipaggiamento del Tornado abbiamo dato lezioni al mondo, sia noi che i francesi che gli inglesi. Il Tornado era un velivolo fatto bene, con dei criteri di aerodinamicità e di costi abbastanza buoni, e apriva un percorso di studio e di sviluppo che oltre alla tecnologia ha fruttato anche economicamente a tutti i partner che hanno partecipato.
Si voleva fare la stessa cosa con l’F-35 . Io, nella mia esperienza, ho avuto due velivoli che rappresentano, secondo me, l’antitesi del volo.
Per primi gli AMX. Altro scandalo, li abbiamo venduti, siamo usciti dal programma, erano velivoli efficientissimi e meravigliosi, bastava non metterci un proiettile sopra, appena ci montava un tipo di armamento perdeva in aerodinamicità, in prestazioni e in tutto, e poi abbiamo avuto gli F-35. Stiamo allestendo hangar, preparando strutture, per ospitare l’assemblaggio dell’F-35. Ma, se già adesso è fallito prima di partire come possiamo pretendere che il nostro impianto di preparazione possa andare avanti?
Mi piacerebbe che non si ponga il problema di un velivolo militare, ma di uno civile, mi piacerebbe sviluppare studio e evoluzione sui mezzi che già abbiamo. Il sistema militare può essere visto come un indotto, tutte le prime tecnologie, dai cellulari, tutto quello che noi usiamo normalmente, deriva dalla ricerca militare.
Vediamo il nascere di soggetti industriali: la Difesa Servizi, Difesa S.p.A., un sistema di scatole vuote, si creano strutture per capitalizzare un prodotto interno lordo come qualsiasi altro settore. Nascono strutture per controllare la valorizzazione del patrimonio abitativo. Quando si parla di ministero della Difesa si immaginano fucili, carri armati, navi e aeroplani. La Difesa è fatta di uomini, di strutture logistiche, di immobili, di tantissime altre cose che rappresentano una spugna per il sistema economico italiano. Le proprietà immobiliari della Difesa, senza considerare le strutture andate in dismissione, sono circa 37 mila alloggi distribuiti su tutto il territorio che, anziché essere uno strumento di produzione di reddito, sono diventati una dispersione di bilancio di circa il tre per cento. Il 15% dell’intero parco alloggi è in malora, stanno cadendo a pezzi. La legge del 2005 prevedeva che chi era all’interno, quindi il personale militare, avesse il diritto di prelazione. Un costo che doveva essere calmierato e tenere conto degli affitti pagati durante il tempo di servizio. Questo non è avvenuto, ci sono stati costi pazzeschi al punto tale che una buona parte di questo personale non ha aderito all’acquisto.
La politica non è mai entrata nel sistema Difesa, non ha voluto pestare i piedi a chi lo gestisce. I vertici militari hanno creato delle correnti che fanno capo a questo o quell’altra forza politica. Io mi sono arruolato nell’85, ma fino agli anni ‘60 se chi faceva il concorso al ministero della Difesa aveva dei precedenti per una iscrizione ai movimenti giovanili comunisti o era stato fotografato in piazza in una manifestazione nell’esercito non entrava. Oppure se entrava arrivava a un certo grado e non accedeva agli organi di comando. Chi veniva da una famiglia che aveva una connotazione politica veniva controllato e bloccato a gradi e posizioni in cui non poteva nuocere né poteva essere pericoloso. Non si può entrare in caserma, non si può indagare un ufficiale, un sottoufficiale, perché si discreditano le Forze armate. Il militare è ancora visto come qualche cosa di chiuso, ma il militare non è chi difende il potente di turno, ma chi difende gli italiani.
La Difesa opera in silenzio, senza grandi clamori, e mano a mano che i Capi di Stato Maggiore, finiscono la loro carriera militare, entrano in automatico a Montecitorio, vedi Di Paola, vedi Ramponi, il comandante dei servizi segreti, in Commissione Difesa, figurati se poteva dire che l’uranio uccide, o in Finmeccanica. Non è più la politica di servizio per le istituzioni, ma sono le istituzioni al servizio della politica.
Mi raccomando, passate parola.





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Passaparola -La Difesa a picco - Domenico Leggiero
 
I cittadini! Sono tanti sa!? E se si svegliano tutti insieme sono disastri!

Dario Fo al ministro Pinotti: "F35 bidoni, non servono altre inchieste"

"Non riesco ad accettare d’emblée l’idea di una donna che nel nostro governo sia responsabile della guerra, pardòn della difesa!". E "lei non sapeva niente?".
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Lettera di Dario Fo al ministro Pinotti: "F35 sono bidoni, non servono altre inchieste".




ROMA (WSI) - Cara Signora Ministro Roberta Pinotti, sarà per i numerosi anni che tengo, ma non riesco ad accettare d’emblée l’idea di una donna che nel nostro governo sia responsabile della guerra, pardòn della difesa!

È vero che lei Signora, si è già trovata parecchie volte a ricoprire incarichi politici legati al quel Ministero, infatti, sfogliando il suo curriculum, si vieni a scoprire che già nel 2006 ella fu la prima donna, nella storia del governo italiano, a ricoprire la Presidenza della Commissione di Difesa.

Un anno dopo, eccola con il ruolo di Ministro della difesa del Governo Ombra del Partito Democratico. ‘Ombra’ vuol dire zona buia, impalpabile, cioè un ruolo metafisico, ma l’importante è cominciare! Di lì a poco lei, Signora, di fatto, viene scelta come capo dipartimento del Pd alla difesa sotto l’egida di Dario Franceschini, poi nel 2009 ottiene l’incarico di Presidente Nazionale del forum Difesa del Pd. Ciò dimostra che basta saper attendere e poi l’ombra si dissolve, e appaiono gli incarichi che contano!

E l’ascesa continua, tanto per cominciare passa qualche mese ed ecco che l’onorevole Roberta Pinotti viene nominata sottosegretario di stato al Ministero della Difesa, il tutto sotto il Ministro Mario Mauro nel Governo Letta. Altra breve rincorsa ed ecco che la nostra Roberta Pinotti viene scelta dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi per il suo Governo come Ministro della Difesa! Alleluia!

Ma che cosa, signora Ministro, mi impone di non tenere fiducia verso la sua onorevole persona?

E subito detto, a dimostrazione del mio giudizio negativo, voglio ricordarle le risposte date alla giornalista Latella di Sky Tg24 di qualche giorno fa che le chiedeva: "Signora Ministro che risposta devo dare ai miei ascoltatori che insistono per sapere quali programmi avete a proposito degli aerei cacciabombardieri F35, pensate di bloccare gli acquisti? E se sì, che dimensione avrebbe il taglio?". E la risposta è stata: "Guardi, io capisco come tutti si facciano questa domanda, l’F35 è, nell’immaginario collettivo, il nemico, l’aggressività per eccellenza!".

E la giornalista di rimando: "Ma, noi che non siamo questa grande potenza, che c’importa di avere 100 cacciabombardieri?".

"Tanto per cominciare io ho dichiarato subito che l’acquisto di quegli aerei si può tagliare, si può rivedere, ma la domanda che noi dobbiamo porci è ‘ci serve l’aeronautica’? E se è sì, di quanti aerei dobbiamo disporre? Ci sono delle minacce per cui l’aereonautica ci serve? E sulla base di questo, quale protezione ci può servire? Se non ti fai prima le domande è difficile poi dire 90, 30, 10, zero! Quello che io credo sia importante è aspettare! Perché c’è un impegno che il governo ha assunto con il Parlamento dato che c’è un’indagine conoscitiva in corso proprio per avere le considerazioni del Parlamento!"

A questo punto se ci permette, Onorevole Pinotti, io chiedo: "Da quanto tempo state facendo inchiesta per conoscere l’utilità o meno di quest’arma d’aggressione fondamentale? Il problema se non sbaglio è sul tavolo delle inchieste in atto ormai da più di 15 anni, cioè dal giorno in cui Berlusconi, allora al governo, aveva steso e firmato con la Lockheed Martin un contratto d’acquisto degli aerei d’attacco super, le meglio disponibili sul mercato delle macchine da guerra!"

Il prezzo per ogni aereo F35 è dai 99 ai 106 milioni di euro, il tutto moltiplicato per 90. Numero fissato nell’ultimo incontro, parliamo di 9 miliardi di euro. Una sberla non da poco!

Ma voi del Governo avete vagliato con attenzione che cosa significhino per la nostra economia quei miliardi che il nostro Governo si è impegnato a versare alla casa costruttrice americana?

Nove miliardi senza contare le spese di manutenzione e i costi di gestione, come dire stipendi per piloti, collaudatori, hangar e servizi annessi. Una cifra che basterebbe a ridare fiato a qualche milione di operai rimasti senza lavoro, ai cassa-integrati e agli esodati!

Certo, certo, capisco!

Come lei, signora, dichiarava nella sua intervista, l’importante è fare prima un’inchiesta e sperare che ci offra un buon responso! Ma, come leggevo a proposito delle cariche inerenti la Difesa da lei ricoperte fin dal 2001, in tutti quegl’anni avrà pur sentito parlare delle notizie poco rassicuranti che da tempo girano su la straordinaria macchina volante dal nome in codice fulmine di guerra!? No? E se sì, cosa ne ha dedotto, almeno sul piano personale?

S’era da fare quel contratto o è stato un azzardo da incoscienti? Non mi dica che le occorre un’altra inchiesta? Guardi, Signora Ministro, voglio proprio aiutarla! Ma prima devo esprimere un pensiero.

Spero che nei vari uffici del Ministero competente vi giungano i giornali da ogni dove, stampati in tutto il globo che trattano dei problemi gravi che riguardano guerre e congegni bellici in genere! Sì? bene! E allora avrà ricevuto senz’altro il risultato della prima analisi sull’efficacia dell’aereo in questione direttamente dal Pentagono, i cui risultati sono stati pubblicati sui più importanti giornali del mondo l’anno scorso, compresi quelli italiani a partire da Repubblica, ma che ha avuto anticipi clamorosi già nei dieci anni passati. Spero che in quel tempo lei si sia trovata nel suo ufficio o almeno nei paraggi!

Ora i problemi dell’F35, ci avvertiva la comunicazione ufficiale dello Stato americano, sono molto più seri di quanto si pensasse finora. Il costruttore, la Lockheed Martin, l’aveva esaltato come miglior caccia possibile al mondo, ma un nuovo rapporto del Pentagono, di cui parla ampiamente Spiegel online, scrive che il jet, ordinato anche dall’Aeronautica militare italiana, potrebbe addirittura rivelarsi inferiore in termini di efficacia e potenza ai caccia delle generazioni precedenti, attenta!

Signora Ministro, si sta parlando di aerei ancora in servizio in tutto il mondo! E come mai c’è tanto disprezzo proprio da parte americana? Forse Niente di preoccupante per il governo Italiano, ma il fatto è che gli F35, durante un numero svariato di collaudi hanno fatto registrare una serie di difetti gravi e tuttora non risolti nei prototipi.

Attenzione! E’ sempre il quartier generale della Difesa americana che parla! Ripeto, difetti in parte non eliminabili perché legati strutturalmente al progetto stesso.

E lei, Signora Ministro, ha bisogno di un’altra inchiesta, magari personale, per sapere la verità? Non le basta scoprire che quel miracolo di aggressione fulminante che abbiamo comprato si sta dimostrando un bidone volante? Ah, lei non ne sapeva niente? No, Signora , non è possibile!

È la prima volta che ne sente parlare? Eh… no! Come ha detto? Le era sfuggito? Ma no! Lo sapeva! Ma come mai non ne ha mai parlato, specie durante certe interviste come quella che abbiamo riportato all’inizio del nostro discorso?

Bastava che lei, Signora Ministro, aggiungesse: ‘Sì, dobbiamo aspettare per ottenere un responso plausibile, ma in verità abbiamo poche speranze che questo avvenga, giacché le dichiarazioni dei controllori delle forze armate Usa parlano chiaro! Il difetto macroscopico di questi aerei sta soprattutto nella versione a decollo corto o verticale per le portaerei e in quella più leggera, a decollo normale per l’uso da basi terrestri.’

Oh, finalmente ammette qualche brandello di verità Signora!

– Sì, va bene, ma è risaputo che i prototipi al proprio esordio manifestano sempre qualche difficoltà!

Signora, che dice? Qui siamo di fronte ad un aereo che da dieci anni e più sta tentando un equilibrio di volo, ma ciò nonostante continua inesorabilmente a toppare!

Per di più la visibilità posteriore dell’F35 è pessima, per cui in un duello aereo il ‘Joint strike fighter’ se la vedrebbe malissimo con i caccia oggi in servizio, sebbene progettati ed entrati in vigore addirittura decenni fa.

No, ma questa è grossa! – esclama la signora – Lei mi vorrebbe far credere che se si ponessero l’uno contro l’altro in una sfida all’ultimo sangue, lo Joint strike fighter contro qualunque altro aereo da guerra in circolazione, l’F35 finirebbe sempre perdente e distrutto?

Sì, ha capito bene!

- No!? Lei adesso sta esagerando!

Niente affatto, la stessa prova, dicono i tecnici di controllo Usa, la si potrebbe mettere in atto contro gli F15, F18 e F16 americani, ai Sukhoi 30 russi, passando probabilmente per l’Eurofighter Typhoon anglotedescoitaliano, il Saab JAS 39 Gripen svedese, lo J-10 ‘dragone possente’ cinese, tutti, sarebbero in grado di distruggere il nostro prototipo dato per invincibile! E vuol sapere il massimo della beffa?

La signora indignata risponde: "Non mi interessa, ma me la dica lo stesso!"

E’ confermata l’insufficiente protezione dell’aereo dal rischio dei fulmini.
Cosa vuol dire? – esclama la Signora.

Significa che se durante una tempesta il cielo viene attraversato da saette che colpiscono aerei anche di linea senza causarne l’abbattimento, nel caso dell’F35, verrebbe sicuramente colpito da fulmini e distrutto! È davvero paradossale che il Joint strike fighter terrestre venga distrutto da un fulmine atmosferico!

- È incredibile!

Ma per voi non c’è nessun pericolo, tanto se non ho capito male, il vostro slogan è ASPETTARE, aspettare il risultato delle inchieste, farne delle altre, proporne delle nuove di controllo, una commissione di saggi e alla fine tornarsene a casa con l’auto blu!

- Ma non dica sciocchezze! Auto blu!? Abbiamo deciso di venderle tutte!

Tutte? Proprio tutte?

- Almeno un centinaio!

Un centinaio su quante?

- Così su due piedi non saprei!

Beh, glielo dico io… 56.000! Le auto blu che rimarranno eternamente in circolazione saranno 56.000! Auguri Signora! Evviva!

- La smetta di prendersi gioco di me! Non glielo permettooooooo!

Zitta! Parli piano, potrebbero svegliarsi!

- Chi?

I cittadini! Sono tanti sa!? E se si svegliano tutti insieme sono disastri!

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Il Fatto Quotidiano - che ringraziamo - esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
 
quante sciocchezze! ...arriva in scatola come dall'ikea, le componenti sensibili non le vediamo neppure......ma il max lo raggiungie sulla lungimiranza

«Il primo caccia americano prodotto in Italia»
Del F35 parla anche il capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica militare, generale Pasquale Preziosa. È il primo caccia americano che viene prodotto in Italia, ha sottolineato nel suo intervento alla cerimonia. «Se oggi l’Italia è rispettata a livello mondiale - ha spiegato il generale - è anche perché ha avuto ed ha forze armate a quelle che sono le richieste di sicurezza avanzate dalla comunità internazionale e questo è stato possibile perché abbiamo avuto una classe dirigente lungimirante
 
quante sciocchezze! ...arriva in scatola come dall'ikea, le componenti sensibili non le vediamo neppure......ma il max lo raggiungie sulla lungimiranza

«Il primo caccia americano prodotto in Italia»
Del F35 parla anche il capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica militare, generale Pasquale Preziosa. È il primo caccia americano che viene prodotto in Italia, ha sottolineato nel suo intervento alla cerimonia. «Se oggi l’Italia è rispettata a livello mondiale - ha spiegato il generale - è anche perché ha avuto ed ha forze armate a quelle che sono le richieste di sicurezza avanzate dalla comunità internazionale e questo è stato possibile perché abbiamo avuto una classe dirigente lungimirante

costruiscono qualche pezzetto ma lo potrebbe fare anche un bambino perche' tutto l'impianto e' automatizzato e richiede poca manodopera
 

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