Spot


Tendenzialmente Farchioni non produce olio. Produce spot. :-D
Ora, non volendosi presentare . non è chiaro per quale motivo - con il proprio nome, pubblicizza il suo "Il casolare". Nello spot "Farchioni" non si nomina mai.
Vabbè, speriamo siano solo i misteri del marketing, magari hanno avuto problemi con la rima :grinangel:
(ma pure la parola olio è bandita :eek: e allora?)

Tutt'altro che misteriosa è invece la strategia: presentarsi come azienda "rustica". Veloce zoomata su casa-tipo, modello mulino bianco, poi solito interno luminoso e grezzo, come usa in Toscana, mamma e bimba tuttavia in chiaro stile cittadino (ai cittadini si rivolge, mica a quei diffidenti che invece l'olio se lo fanno da soli). Tanto cittadino che il sugo della pubblicità sta in un giochino sinceramente insulso tra "questo" e "quello", visti prima in chiave grammaticale, poi olearia, soprattutto quando entra in scena il nonno, anzi il nonnononno, come nelle recite della scuola. Costui deve rappresentare la vecchia generazione che faticava e sudava. All'uopo, gli han ficcato un moscerino nell'occhio sinistro per renderlo più credibile come anziano. Siccome è andato avanti a pane e olio e non a nutella e brioche, questo nonno infatti sembrava un po' troppo in forma per la smorfiosetta che lo tratta da deficiente: "cos'è questo?" e gli passa una bottiglia di "olio" (si suppone, eh!).
A questo punto, visto che l'ambiente dimostra (o vorrebbe dimostrare) che ci troviamo proprio in un luogo dove si produce e si imbottiglia olio, già si scommette con quale mano il signore prenderà a sberle la scemetta che lo percula.
Ma il nonno è buono, e invece che risponderle, che so, "ma la mamma non ti ha ancora spiegato niente?" oppure "e tu vieni a rompermi i droni per queste str ...?", o addirittura "che, mi prendi per il hulo?" (puro stile toscano), sta al gioco. Chiaro, lo pagano per questo.
O per quello.
E vissero tutti unti e contenti.

PS d'ora in poi, quando andate dal droghiere (quei pochi che ancora non fanno il carico al supermercato) non specificate che volete dell'olio, chiedete "questo è quello". E se il banconiere si mette a guardarvi come dei deficienti, specificate: "se non capisce, chieda a suo nonno". Sperando che anche a questo non gli prudano le mani.
 
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Durante questa cattività zoologico-sanitaria mi è capitato di prestare attenzione persino alle previsioni del tempo, che normalmente sono per me il segnale di “Chiudi immediatamente il tiggì!”

Ne scrivo qui iper il fatto che le previsioni del tempo sono quanto di più vicino alla pubblicità. Infatti si occupano dei nostri comportamenti futuri mostrando una situazione che, pur parendo reale, è frutto di fantasia; tentano inoltre di entrare nell’intimo del nostro quotidiano e condizionarlo.

“Si vabbè, ma mica ti vogliono vendere un prodotto …”
“Come no? Intanto il prodotto sono le stesse previsioni, pagate attraverso canoni o pubblicità di aziende. Poi, dopo quanto è successo con le errate previsioni sulle località turistiche, arrivate a far causa per danni conseguenti, si è visto quanto poco esse siano da considerare neutre. Infine, se ogni rete si dà da fare per crearsi la propria, ed esistendo una vera e propria concorrenza anche tra coloro che queste previsioni le fanno, è evidente che il fenomeno ha un suo lato commerciale molto significativo.

Con una differenza.

Gli spot tendono ad usare un linguaggio il più semplice possibile, che tutti capiscano bene il proprio dovere di consumatori, eccheccavolo. Mica serve cultura, basta che abbiano i quattrini, poi a inventargli i bisogni ci pensiamo noi.

Per le PdT (ora mi riferisco a quelle di Rai3, le regionali) il linguaggio è invece più o meno lo stesso di quello dei libri di geografia che si usavano, senza comprenderli, alle medie, scritti da scienziatoni digiuni di didattica, pieni di voci come “cimosa costiera” o, peggio, e millanta vocaboli composti da più di dieci lettere (che per uno studente medio significa capirci zero).

Certo, la musichetta è indovinata, adeguata, nulla da dire, anzi. Ma arriva il punto in cui i venti arrivano, che so, dai “quadranti settentrionali”. Ora, io non ho mai sentito nessuno usare questo termine, “quadranti”, per parlare di venti. Di orologi, forse, ma di venti mai. Tuttora non sono certo di sapere esattamente che cosa ciò significhi, e soprattutto credo che la maggioranza dei teleutenti lo traduca mentalmente quanto intuitivamente in “da nord”, o “dalle zone più a nord”.

Può darsi che l’intento del tg3, di storica origine politicamente connotata, sia tra il pedagogico e il didattico: “Italiani, diventate meno ignoranti! Imparate i vocaboli della scienza!”. Fosse così, vorrei sapere quanti, anche tra chi legge ora, spinti da ardore per la conoscenza, siano mai andati una volta a spulciarsi il vocabolario per capire esattamente che diavolo significhi “quadranti”, al di là delle proprie interpretazioni intuitive. Magari per poter entrare un giorno al bar spalancando la porta e gridando: “O il Giggino, e fammi un punchetto bello caldo, che sta arrivando vento freddo dai quadranti settentrionali”.

Immagino le bocche aperte degli avventori al tavolo, e anche le carte dello scopone che cadono una alla volta di mano nel silenzio generale. “Ma tu sei scemo!” “No, sono colto”

Escluso quindi l’intento didattico, resta l’ipotesi di un linguaggio scelto apposta per non farsi capire, anche perché in caso di previsione errata si potrà sempre ribattere in tribunale alla controparte: “Ma lei lo sa esattamente che cosa significa quadrante?” “Io, beh …, vede, no, di arte non me ne intendo …”

Si intende che sto parlando del tg veneto, gli altri non li vedo, né so se musichette e linguaggio siano equivalenti. Peraltro, forse il Veneto ha anche una cimosa costiera, e dunque il giorno, se mai arriverà, in cui avrò infine capito che cosa ciò voglia dire, ecco che potrò andare a verificarlo in loco e de visu , come tutte le persone colte .
 
Caro Baleng, concordo con te che la meteorologia sia per i terragnoli notizia di scarso interesse.
Non lo è invece per i marinai che alle previsioni del tempo affidano, se non la vita come poteva essere ai tempi dei velieri, almeno una certa parte di sicurezza nella navigazione dei giorni successivi.

Così anche l'uso di una terminologia arcaica segue lo status mentale della gente di mare che anche in tempi ove le carte nautiche sono state soppiantate da mille marchingegni elettronici e quasi del tutto le vele con sovrabbondanti motori, continuano ad usare termini precisi per identificare qualsiasi particolare dell'imbarcazione o generalmente di tutto quanto riguardi la navigazione. Tutto questo per semplice sicurezza, dato che in mare non ci possono essere fraintendimenti relativamente ad un comando o a una manovra.

Come dice il termine, per quadranti si intende la divisione di una zona geografica in quattro parti dette quadranti: quelli settentrionali, ovviamente, sono i due che stanno "sopra", ossia a nord.:)
 
Il festino degli anoressici


Sempre trattando di olio extravergine (a proposito, per inciso, in questo periodo anche le prostitute sono in coda alla Caritas per un piatto di minestra, ovvero quod non fecit Merlin fecit Covid). Monini non teme di pronunciare la temuta parola, olio. :transf: E infatti ci lubrifica di buoni sentimenti (oh, come ce n'era bisogno!) e di famiglie unite - domani, si spera, oggi stanno separate, ognuno nel suo ... quadrante :D.
Questo delle famiglie numerose e allegre con tavolate immense è uno dei punti forti delle pubblicità codine di un mondo inesistente, ma con risultato peraltro dubbio: l'importante è solo stare con gli altri, non importa un piffero quello che devi mandar giù :ombrello:.

L'"olio della famiglia italiana" , tutti così sorridenti e scemi da pensare abbiano appena sbancato una lotteria ... beh, che ci vuoi fare, questa è l'immagine della leggerezza. Abbiamo credo un 30% di obesi, ma qui dentro non ce n'è nemmeno uno - non manca invece l'immancabile mulatta ipocritamente incollata al cast ("A beppi', procurame un'africana per lo spotte, ma che sia così fi** che se possa dimentica' ch'è una negra, eh!" ... "Dimenticavo, magra come un chiodo, lo so che nun se trovano, e che sso ttutte ippopotami, ma te pago peqquesto, eh!, cheppoi deve montà in sella all'Ambrogio che già cià la sciatica, eddài ..."
Perché ok la dieta mediterranea, ma dove viene seguita alla lettera (al Sud), dove l'olio d'oliva regna, trovare una magra è abbastanza raro, mentre, chissamai perché, abbonda la cellulite. :ihih:

Il tutto si svolge obbligatoriamente al ritmo di musiche , possiamo immaginare quanto insulse dalle facce dei Comemidiverto (vabbè, Penderecki è morto da una settimana, l'ultimo rompiballe che scriveva vera musica è andato via, si può finalmente festeggiare l'imbecillità).
NB per le femministe: come si vede, sono sempre le donne a far da mangiare, e sicuramente laveranno i piatti :bannato: I papà si limitano a dare un bacino al pargolo, rischiando pure una denuncia, sappiamo perché. Ah, dimenticavo, l'unica cosa importante della spensierata faccenduola è l'olio Monini. E chi lo porta in tavola? Un uomo, anzi, un ometto. Perché quell'arnese fallico deve assolutamente rimanere una sua prerogativa.

PS sullo sfondo della prima scena c'è una città che sembra e magari è ... francese, da quanto gotico c'è. Qualcuno la riconosce? Sarebbe un colpaccio ...:jack:
 
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Caro Baleng, concordo con te che la meteorologia sia per i terragnoli notizia di scarso interesse.
Non lo è invece per i marinai che alle previsioni del tempo affidano, se non la vita come poteva essere ai tempi dei velieri, almeno una certa parte di sicurezza nella navigazione dei giorni successivi.

Così anche l'uso di una terminologia arcaica segue lo status mentale della gente di mare che anche in tempi ove le carte nautiche sono state soppiantate da mille marchingegni elettronici e quasi del tutto le vele con sovrabbondanti motori, continuano ad usare termini precisi per identificare qualsiasi particolare dell'imbarcazione o generalmente di tutto quanto riguardi la navigazione. Tutto questo per semplice sicurezza, dato che in mare non ci possono essere fraintendimenti relativamente ad un comando o a una manovra.

Come dice il termine, per quadranti si intende la divisione di una zona geografica in quattro parti dette quadranti: quelli settentrionali, ovviamente, sono i due che stanno "sopra", ossia a nord.:)
Eh, ma tu parli per quelli che vivono nella cimosa costiera :grinangel:
 
Prima del tiggì ore 13.30 su Rai1 si affastellano vari spot di prodotti alimentari, tutti, sì TUTTI, ansiosi di mostrarci che usano solo prodotti italiani Da dove sia venuta questa smania di sostenere il prodotto nazionale, tra bandiere e #celafaremo #iostoacasa #andràtuttobene (aggiungerei #Conteacasa #andràtuttoaschifìosenonsivota ecc :ombrello: ) non è difficile immaginarselo: è la versione nuovo millennio dello "stringiamci a coorte", con i cotechini al posto dei soldati.
Però nello spot della Coop c'è una stonatura, un leggero salto di corsia: la musichetta (simpatica) che accompagna il mezzo minuto di panoramiche pecorinesche (nel senso del formaggio) è cantata (orrore!) in inglese. Nulla di vietato, ovvio. Ma che un gruppo, tra l'altro alfiere (recentemente ;)) del libero scambio piuttosto che dell'autarchia coi gagliardetti, sia più bravo a parole che nei fatti nel sostenere porchetta e tortellino de noiantri, beh, questo appare proprio come un lapsus calami. O lapsus salami :prr::pig:
 
Non so se qualcuno di voi ha avuto l'occasione di vedere il recente Spot " religioso"... e, secondo me, abbastanza menagramo.. credo sia sponsorizzato da una Chiesa Evangelica e ci esorta a chiedere perdono per i nostri peccati... affidarsi a Gesù Cristo... sembrerebbe che si debba tutti tirare le cuoia piuttosto in fretta!!!.. :devil::eek::transf:
 
Vorrei fare una considerazione. Premetto che guardo la TV solo per il ciclismo (ora replicano le classiche dello scorso anno e la Vuelta 2017) e cinema a tarda sera senza spot, nelle poche volte che ho avuto modo di vedere qualche spot dove tutti sorridono in compagnia, belle famiglie, paesaggi da favola,ecc., pur in questi tempi di Covid, ritengo che gli spot abbiano una funzione lenitiva sugli esseri umani in generale. Compensano frustrazioni, idealizzano mondi immaginari, fanno sognare ambienti di sogno. Sono, a mio avviso, come il "panem et circenses" di latina memoria per evitare sollevazioni popolari ecc.
 

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