Spot

Caro Heimat, anche Chebanca fa "sognare". Nel senso che dormi e non capisci che cosa veramente ti venga detto.
Per il tuo deposito vincolato 6 mesi ti offre la bellezza dell'un per cento annuo lordo.
Vabbè, non è molto, però si sarebbe sicuri, no?

Non è molto no. Io non conosco i reali termini del contratto. Ma lo capisco così (ripeto, salvo errori): tu presti i tuoi 10.000 € vincolati a 6 mesi a Chebanca. Che solo per quei 6 mesi ti dà lo 0,5%, che appunto corrisponde all'1% annuo, anzi qualcosina di più con gli interessi composti, a voler essere pignoli (non so se loro lo calcolino e magari allora ti danno lo 0,49, per esempio.)
Lordi. Non è colpa loro se lo stato tassa questi interessi al 26%. :melo:
Risultato: i tuoi 10mila , sudati, ti verranno restituiti dopo 6 mesi con un'aggiunta di 37 euro, e questo solo se non ti verranno addebitate spese o altri obblighi contrattuali (ripeto che non lo so, dunque faccio il calcolo più ottimistico).
Altra cosa che non so è se ti verrà addebitata la patrimoniale annua dello 0,2% (i 37 diventerebbero 27, cioè l'1xmille dei 10.000.).

Al che sorge dal cuore una domanda: non sarebbe stato meglio risparmiare i milioni spesi per questa pubblicità un po' ridicola e pagare meglio i risparmiatori? Come al solito si è preferita una informazione ambigua e creata per venire fraintesa (chissà quanti pensano di incassare alla fine proprio l'uno per cento e non la metà in metà tempo - poi chissà, magari zero, come dappertutto.
)
Caro risparmiatore, ma davvero sei in vendita per quei 37 o 27 euro?
Informo i geni di Chebanca che dalle mie parti c'è una catena di ipermercati che non fa alcuna pubblicità. Però sconta sempre un sacco di prezzi, offerte a gogò, e quei supermercati sono sempre pieni, la gente fa (faceva :rolleyes: ) chilometri per andarci. E i prezzi sono molto più bassi che quelli degli altri iper.
- Ah, che discorso oscurantista! Allora giornali e TV dovrebbero chiudere per mancanza di pubblicità ...
No, si dovrebbe lasciare la gente libera di scegliere come usare il proprio denaro. Perché, con il sistema attuale, anch'io sono costretto a finanziare non solo Amadeus o Conti, ma anche Lilli Gruber :-x e persino David Parenzo :wall::wall::wall:


Prendere coscienza non è una scelta, è un dovere.
 
nemmeno ce lo fan vedere, pertanto, dopo l'avvio/stop si clicchi su Guarda su youtube all'interno dell'immagine​

Sulle reti Mediaset appare ogni tanto una ben strana pubblicità. Si citano le tre note reti, appunto, e insieme si intravvedono Corriere, Stampa, Avvenire, 24Ore, Messaggero, Giornale e non ricordo che altro. Questo è già un indizio: si tratta di una pubblicità che non lascia il tempo di interpretarla coscientemente, le immagini sfuggono e si depositano intatte nel subcosciente. Questa è una prassi condizionante ed è espressamente proibita. Oddio, è vero che guardando più volte si riesce a ricordare qualcosa, come ho fatto io, e che sono proibite le immagini di uno o due fotogrammi, quelle che il cervello e l'occhio non fanno in tempo nemmeno a registrare, e questo non sembra il caso (comunque, sarebbe quasi impossibile accorgersene).
Però la tecnica usata è la stessa, solo messa là in modo più grossolano. Scorrono infatti le immagini, ma: chi riuscirebbe a ricordarsi di tutti i giornali fatti rapidamente vedere?

Intanto la voce narrante parla di altro
FIDATI DEI PROFESSIONISTI DELL'INFORMAZIONE! ... SCEGLI LA SERIETA'.
Il breve filmato è preceduto da una serie di notizie bollate come FAKE (notevole che una sia stata con il tempo silenziosamente soppressa dallo spot, perché era autentica :rotfl: )
Bene, questo spot è davvero il classico elefante nella cristalleria. Sia ben chiaro: passo abbastanza tempo in paesi dove non esiste libertà di stampa da voler certamente apprezzare il pluralismo delle voci (limitato ad una élite, però, in quanto per le leggi di origine fascista non si può scrivere come giornalisti se non con il patentino dell'Ordine: in Italia - e solo in Italia ). Ma, come nei paesi dittatoriali esiste il Ministero della Verità, così vedo che, mentre il popolo è in prigione tutto e i suoi rappresentanti mai scelti agiscono in un modo autocratico camuffato da decisionista - quando è il suo contrario - un gruppo di potere si unisce nel creare l'appoggio per quella Task Force sulle fake news che appunto corrisponde al Ministero della Verità di orwelliana memoria. Oltre alla scorrettezza già segnalata (si fa in modo che la pubblicità passi in modo non cosciente), vi è quindi il tentativo di presentarsi come i veri ed unici fornitori seri e professionali della ... verità. Non gli bastano i finanziamenti, vogliono pure l'esclusiva.

Peccato che la realtà dimostri il contrario: in tutti questi media il voler far conoscere i fatti è solo un casuale risultato estremamente raro. Di solito proprio costoro narrano le fake news più elaborate, o condiscono i fatti con un ketchup di opinioni di parte che li copre, travisano secondo comodi e fini propri ... e tutto ciò con il costante finanziamento dello stato a fondo perduto, in nome della cul-tura, della libertà di stanga e via cantando. Quotidiani con 200 lettori ci costano milioni ad ogni copia cartacea. Beh, in questo succhia succhia sì che sono professionisti.
Senza infine contare che autoincensarsi in questo modo appare un ridicolo tentativo di attribuirsi titoli nobiliari che neanche Totò; e che tuttavia così operando offendono direttamente e chiaramente tutti i colleghi che lavorano in altre testate.
Se si trattasse di una pubblicità di formaggi, o di automobili, sarebbe già intervenuto il GiurinGiuretta della Pubblicità, uscendo rapidamente dal perenne carnevale in cui giocosamente vive. Però qui siamo nella stampa, poffarbacco, e allora la pubblicità comparativa non ha bisogno di avvalersi di dati precisi, come in tutti gli altri campi. Come sempre, agisce in modi autoreferenziali, tipo Marchese del Grillo


Al che, garantendo lor signori che con educazione ed equilibrio cercheremo di rinunciare ai loro servizi, salutiamo devoti e con rispetto i veri seri professionisti.:cin:

 
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Ottimo contributo caro Baleng. Riflettevo come, pur con le dovute differenze, il c.d. "popolo" viene visto e considerato come gregge da condurre. In passato c'era la Chiesa che stabiliva le norme comportamentali attraverso i momenti liturgici che rappresentavano le poche occasioni di aggregazione. Con l'avvento della carta stampata, della radio, della tv, internet ecc. i condizionamenti sono imposti in modo più subdolo offrendo immagini, stili di vita ecc.
Qui il discorso diventerebbe molto lungo. Occorrerebbe educare, fin da piccoli, a discernere tra il vero ed il falso, tra valori e disvalori.
 
Poltronesofà.
Anche loro si sono buttati nell'orgia dell'italianità.
Italiani qui, italiani là, w l'Italia ecc. Manca solo sentire sottofondo il Duce.
Poi,
poi la musica è di Bach :bow: (Clavicembalo ben temperato). Un grande, ma ... tedesco.

Saranno pure dettagli ... ma il diavolo si nasconde ... sotto il divano.
Solo una questione di coerenza, eh! Bach è il mio preferito ...
 
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Gli spot attuali sono anche peggio di quelli pre virus. Un piattume ed un 'omologazione che a confronto il famigerato mulino bianco fa loro un baffo.
 
Ho visto uno spot di un qualche ministero, direi allucinante.
Fa vedere alcuni luoghi tipici della folla (bar, classe, spalti ecc.) vuoti - come sono ora - ma nel sottofondo si sentono le voci che un tempo li riempivano.
Forse lo spot voleva essere ottimistico (torneremo a riempirli come una volta), ma l'effetto è quanto di più deprimente.
Il "trucco" della voce dell'assente rispetto all'immagine presentata è un classico cinematografico per evocare la morte di costui. Come dire: ascoltiamo le voci, ma i corpi non ci sono più.
Di più (dopo la grattatina, of course).
gratt.gif


Sì, di più: una semplice informazione dalla scienza spirituale. Questo modo di percepire (spazi vuoti, voci ma non i corpi) può ben rappresentare il modo di vedere di un defunto.
Non è la stessa cosa. No. Però la rappresenta efficacemente.
Il defunto è ormai staccato dal mondo fisico, la sua relazione che gli rimane è quella con le anime (le voci, i suoni). Il mondo fisico appunto non c'è, è vuoto.

Ecco, vengono i brividi. Chi sarà quell'incapace che ha proposto questo strumento per tirarci su?
A meno che lo scopo non fosse proprio quello di deprimerci. Perché se ci tiriamo su, sappiamo bene chi andare a :clava::clava::clava:


Infine: comincio ad aver la sensazione che le ditte autrici degli spot ci guardino :eek:, e facciano pure tesoro delle osservazioni. Troppi cambiamenti nel senso auspicato ho visto quest'anno negli spot criticati per credere ciecamente che si tratti di un caso.
Non sono in delirio narcisistico-paranoico, eh! Vi sono spot spariti rapidamente, altri emendati del punto sconveniente, insomma, magari no, ma magari sì. E allora sarebbero anche gentili a farcelo sapere.



Seh! :specchio:
 
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Per dire, c'è un altro spot che mostra una donna terrorizzata che chiama il numero della sua salvezza: ma certo, a lei e a sua figlia danno quasi subito una casa ed un lavoro.
Come dire: se tuo marito ti picchia, un lavoro finalmente lo trovi. Gli altri, si arrangino.

No comment
 
Il Gruppo assicurativo AXA Italia ha lanciato una nuova campagna pubblicitaria, che ha chiamato #InsiemePerProteggerci. In onda dal 26 aprile (per 3 settimane) la pubblicità di Axa si concentra sui concetti di uguaglianza e unità necessari ad affrontare un’emergenza come quella del Coronavirus.
La campagna, ideata da Publicis Italia, e con la pianificazione curata da Starcom, è stata ispirata dal concept “All the same” ed è articolata in una strategia che coinvolge TV e video online per massimizzare la visibilità del nuovo spot, in due formati, 30” e 45”. Si tratta di un racconto attraverso gli occhi di un bambino del mondo in cui si vive durante l’emergenza.
La nuova campagna di Axa Italia sull'emergenza Coronavirus - Fortune Italia



Intanto, io proibirei qualunque presenza di bambini e minorenni (almeno <14) negli spot. La quale presenza è pure controproducente, ma di questo le agenzie pubblicitarie fingono di non accorgersi. Perché la presenza di uno o più bambini li esime dal doversi davvero impegnare sul piano espressivo. Viene dato per scontato che un bimbo sia impacciato, con i gesti e con la voce, basta la presenza, e tutto è più facile. Così credono.
Questo al punto Uno.
Al punto Due, beh, la musica sarà anche accettabile, ma è di una tristezza infinita e senza riscatto (certo, sposta il tema da do a la bemolle, il che dà un certo tono affermativo, ma le immagini non cambiano mica registro). Insieme per proteggerci è il claim. Che infine si incentra sulle solite scene ospedaliere, contornate da immagini di un buonismo abbastanza nauseabondo e stereotipato. Ancora la gente sui balconi, ancora le solite scene tra le quattro mura, di questo che sarà per tutti uno dei peggiori periodi nel ricordo della nostra vita? Volete proprio inculcarcele, volete deprimerci sino al sottosuolo, magari per abbassare le nostre difese immunitarie? (sì, funziona così).
Al punto Tre, beh, AXA è francese, e comunque io non riconosco la città della scena finale, una metropoli moderna, anonima, che spunta inopinatamente fuori dopo che per tutto lo spot si è vista una Italia tipica, delle viuzze e delle vecchie case. Significato che viene comunicato: i posti belli sono legati ad un triste passato, la città industriale anonima è pronta per inghiottirvi.
Proteggetevi.
Sì, da certe comunicazioni.
 
30.000 morti. Sì. ma.
Andrà tutto bene!
Segue musichetta idiota, che più idiota non si può.
Puah, come avrebbe detto Topolino.
 

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