Street Art

date un occhiata Sotheby si muove.. verso la street art.
Pubblicizzare con reinterpretazioni di street artist delle opere in vendita ( in realtà questi artisti non li conoscevo e mi sembrano tutto tranne provenire dalla strada)..
Un po’ come anni fa fece Banksy con la ragazza con l’orecchino di perla.. (però lui lo fece in strada :) )
Spero solo non arrivano artisti dell’ultima ora che si dichiarino street pur avendo poco o nulla a che fare con il movimento.

Comunque chiaro segnale di sdoganamento.

http://www.sothebys.com/content/sothebys/en/news-video/videos/2017/old-masters-meet-the-streets.html

cosa ne pensate?
 
se si muove Sotheby... chissà che anche i collezionisti o i semplici appassionati d'arte si diano una rinfrescata, sarebbe ora.

oramai il termine "Street Art" si è ampliato, al giorno d'oggi non comprende solo quello realizzato su di un muro esterno. il concetto si è amplificato e giustamente.
 
Credo sia solo questione di tempo, per collezioniste ecc..
Come giustamente scrivi con il termine si definisce qualcosa in evoluzione e l’evoluzione che vedo è “assalto alla diligenza”.
Ora che un "folle" giapponese ha speso un patrimonio in qualcosa che almeno all’inizio è stato street art, qualcosa inizia a muoversi, dopo l’esplosione inotorno al 2008.
Sotheby però avrebbe potuto chiamare molti artisti che hanno fatto e fanno davvero parte della scena.
Ma forse è giusto così, la street art ha avuto un inizio uno sviluppo e una fine, ora si può anche parlare di un post o urban art…e loro propongono qualcosa di “nuovo”
Se penso a un giovane che oggi inizia a fare street , lo vedo come un giovane pittore che negli anni ’70 proponeva un bel quadro cubista.
Oppure no perché in fondo la street art ha aperto solo una strada appunto, verso forme di arte che vanno al di là di confini di gallerie e aste, creando un contatto diretto con il pubblico.
Questo contatto può nascere dalla strada da una T-shirt da un paio di scarpe da una grafica di un libro o non so quale altra forma.
In fondo è stata davvero la prima forma d’arte “democratica”. Perché la gente compra magliette, stampe a pochi soldi oppure più semplicemente condivide un immagine nei social.
Evolvendosi dalla serialità della pop art la street ha usato questo concetto per renderla democratica. Ovvio che le cose cambiano e anche i prezzi.
Questa democrazia che ovviamente non esiste è una bella utopia, la viralità di un artista o di un opera forse è qualcosa di vicino in questa era di fast-food.
Veloci perché altrimenti si viene arrestati veloci altrimenti si produce meno del vicino.

oggi Sotheby batte all'asta in Invaders per una cifra folle... vediamo un pò :)
 
Credo sia solo questione di tempo, per collezioniste ecc..
Come giustamente scrivi con il termine si definisce qualcosa in evoluzione e l’evoluzione che vedo è “assalto alla diligenza”.
Ora che un "folle" giapponese ha speso un patrimonio in qualcosa che almeno all’inizio è stato street art, qualcosa inizia a muoversi, dopo l’esplosione inotorno al 2008.
Sotheby però avrebbe potuto chiamare molti artisti che hanno fatto e fanno davvero parte della scena.
Ma forse è giusto così, la street art ha avuto un inizio uno sviluppo e una fine, ora si può anche parlare di un post o urban art…e loro propongono qualcosa di “nuovo”
Se penso a un giovane che oggi inizia a fare street , lo vedo come un giovane pittore che negli anni ’70 proponeva un bel quadro cubista.
Oppure no perché in fondo la street art ha aperto solo una strada appunto, verso forme di arte che vanno al di là di confini di gallerie e aste, creando un contatto diretto con il pubblico.
Questo contatto può nascere dalla strada da una T-shirt da un paio di scarpe da una grafica di un libro o non so quale altra forma.
In fondo è stata davvero la prima forma d’arte “democratica”. Perché la gente compra magliette, stampe a pochi soldi oppure più semplicemente condivide un immagine nei social.
Evolvendosi dalla serialità della pop art la street ha usato questo concetto per renderla democratica. Ovvio che le cose cambiano e anche i prezzi.
Questa democrazia che ovviamente non esiste è una bella utopia, la viralità di un artista o di un opera forse è qualcosa di vicino in questa era di fast-food.
Veloci perché altrimenti si viene arrestati veloci altrimenti si produce meno del vicino.

oggi Sotheby batte all'asta in Invaders per una cifra folle... vediamo un pò :)

Manca un aspetto alla buona analisi. Riguarda le catene simboliche del pensare (per esempio, una frase lunga, o comunque con molte subordinate, costringe ad un pensare più complesso = catene più lunghe). La pubblicità ha molto battuto sull'accorciare queste catene, in modo da fissarti nel cervello lo slogan e nulla più, talora neanche quello. Così facendo il pensare si è impoverito (ma non è solo colpa della pubblicità, si pensi ai dibattiti televisivi, a me se uno mi interrompe mi viene da dargli un calcio sulla caviglia - la prima volta, la seconda o lo ammazzo o me ne vado). Ma la catena simbolica lunga mette in moto le capacità della memoria (ecc ecc), dunque anche dell'io. Senza memoria, come è noto, non si ha senso dell'identità. Così si creano le "masse".
In arte visiva, al di là della pubblicità, c'è stato tutto un accorciare, un semplificare, un facilitare, che in realtà ha reso ogni prodotto più superficiale, e corrisponde a quanto detto sopra. Oggi l'aggettivo "complesso" si usa solo per evitare di parlare di un problema ...
Mentre cento anni fa il pittore stava attentissimo ai rapporti di colore, agli equilibri formali, al rapporto segno/colore ecc. ecc., tutto questo è venuto lentamente a mancare. La Street Art si accontenta di farsi vedere, ma non cura valori complessi. Vuole solo comunicare rapidamente, sinteticamente, come che sia. Sostanzialmente è un disegno, anzi, una illustrazione ingigantita. Sfumature, equilibri interni, tutto quanto fa arte per mezzo di combinazioni complesse, cioè di catene simboliche lunghe, per restare nel paragone, viene perduto, e il "valore" dell'opera non viene dal suo interno ma dal mondo in cui è inserita e del quale vive di luce riflessa. E' come se avessimo sostituito il sole con la luna.
Non mi accontento se si dice: è la modernità, il mondo d'oggi ecc. Vorrei che si capisse perché alla crescita dell'io si è voluto rinunciare, spostandosi verso un repertorio quasi di frasi fatte, di sorpresine, di slogan facili e spesso vuoti. Chi ci guadagna? Quest'impoverimento dell'io, questa semplificazione dell'arte che diventa mera comunicazione di contenuti a lei esterni a qualcuno conviene.
 
Devo essere sincero mi sono emozionando leggendo le tue parole e condivido ogni singola lettera.

La forza dello street art è questa! artisti mediocri nella maggior parte dei casi stimolati dal super io.
Attratti dal diventare qualcuno come cani capaci di marcare il territorio a comando, stencil per abbreviare il tempo di esecuzione.
Stickers bombolette spray pennarelli poster, basta che il nome si veda e che non venga arrestato.
Condividere riprodurre al più non posso, essere ovunque come la mela di apple o il baffo di nike.
E’ chiaro che siamo incapaci di comprendere la modernità tanto da voler semplificare tutto.
Masse, non più geografiche o sociali ma masse trasversali, collezionisti di tutto e di niente.

I grandi capolavori sono anche tali perché riprodotti e riprodotti ovunque e a volte mi chiedo se invece di un opera la storia ne avesse scelto un'altra.
Cambiando gli ordine degli addendi forse il risultato non cambia, gli street artists l’hanno compreso e quelli più bravi hanno creato un marchio uno stile prodotto e riprodotto.
Topi lottatori di wrestling pupazzi anni 80 doppie xx, purché riprodotte all’infinito.
Va bene anche collaborare con i brand più blasonati o crearne uno proprio, ma essere ovunque.
La street art è un cane addomesticato che ha fatto i bisogni fuori casa ha marcato il territorio e ora dorme vicino il padrone.
Però e fuori dubbio che ha interpretato la modernità, spero per un nuovo inizio, verso la luce.

Tra l’altro questo inizio non può non fare i conti con la rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo.
Le nuove macchine sono capaci di fare cose impensabili (illustrator è un artista fenomenale e molti non esisterebbero senza di lui, il famoso Obama rosso e blu nasce qui )
Tutto ciò non ricorda la nascita della fotografia e ciò che poi ha creato nell’arte?
La partita a scacchi tra uomo e macchina alla fine è stata vinta dalla macchina, avverrà anche con l’arte?


Divertitevi con questo link

http://fotogenerator.npocloud.nl/

se disegnate a destra una faccetta il computer l’elabora.. sembra vagamente Bacon
sono primi passi..ma molto decisi.

Comunque Invaders oggi non è stato venduto.
Manca ancora un po’ per l’assalto alla diligenza.


PS.
i quadri (non i posters) di Shepard Fairey sono piene di dettagli e rapporto tra colori ecc.. c’è la pittura di cui parli, almeno io la vedo magari con gli occhi pieni di slogan J
 
ma guardate che la maggior parte degli artisti sono dei mediocri, pochi sono geniali ed emergono dalla massa... è sempre stato così e sempre sarà.

l'arte è in metamorfosi perenne a volte sembra che si evolve, altre volte sembra che ritorni sui suoi passi... capirla non è da tutti o forse non è per nessuno, chi lo sa...


PS.
Filippo per caso ti piace Obey? :p
 
X Filippo.
Questa esce domani

IMG-20170607-WA0004.jpg
 
Grazie Cris..avevo già visto :)
Si nella street art è il mio preferito …
Questa stampa è carina.. sembra un logo come si diceva. (anzi lo è).
Fa stampe come figurine e alcuni lo collezionano con la stessa modalità dell’album panini .. in fondo ha iniziato con gli stickers.
Comunque stampe 65$x450 fa quasi 30.000 euro… Più ha la sua azienda i poster le serigrafie e i quadri su carta e tela che vende con facilità,
1.000.000 di follwers se vuole fa un post e vende un quadro (cosa che ancora non fa).
Questa per un artista è libertà? che bisogno ha di gallerie aste e via dicendo? Fa tutto da solo.
La massa trasversale di cui si parlava lo sostiene non gli serve altro.
Non so se è mediocre oppure no ma per emergere c’è bisogno di genialità.
 
Obey è praticamente un brand e lui lo sfrutta come tale. Da fatto come già scriveva Filippo non ha fatto altro che mutuare quello che per decenni hanno fatto le case di moda o in generale il mercato del lusso.
Onestamente, essendo io un fautore del libero mercato, non ci vedo nulla di male.
Tutt'altro, ci vedo una strada che porta a diversi risultati a vari livelli di collezionismo che spaziano dalla stampa al pezzo unico
 

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