SULLA GUERRA .. le 2 ipotesi in campo.

genesta ha scritto:
Fossero questi almeno dotati di intuizione o perspicacia nel discernimento... no, per loro vale la legge del più forte, travisata tra l'altro perché Darwin si riferiva alla natura e alla sopravvivenza della specie e non alle lotte nell'ambito di una stessa specie, quella umana!

Ma l'evoluzione del pensiero, a scapito della forza bruta, non può essere arrestata, procede inesorabile e, forse, anche la nostra generazione potrà gustarne i frutti.

La cosa di cui provo + incoerenza, è il fatto che il potere mondiale è in mano ad un' unica superpotenza democratica e a suffragio universale.

Ma che concetto di democrazia hanno i cittadini statunitensi, se a malapena il 30% di loro và a votare ??

E a votare che gente !!

E' questa la cosa stupefacente. Sono la + vecchia democrazia al mondo, ma la stragrande maggioranza dei loro cittadini, non sà, o non capisce, quale sia la grande ricchezza e i sacrifici che sono costati, poter avere diritto a votare e, quindi ad eleggere i propri rappresentanti.

Alla fine, su + di 6 miliardi di persone, il potere è deciso/gestito da neanche 50 milioni di votanti.

Bell'esempio di democrazia e pluralità.

E di ciò non ha colpa Bush e chincaglieria varia. Ha colpa e responsabilità il cittadino medio americano. :(
 
Infatti.

Chi afferma che è la maggioranza a dettare legge, si sbaglia.

Come ho già avuto modo di dire, i pochi che fanno il bello e il cattivo tempo attingono forza dalla perseverenza al raggiungimento degli scopi.

Sono convinto che la maggioranza degli uomini nel mondo crede nella pace, sia pure dettata dall pigrizia, e se si trovasse un modo di unirli in uno scopo pratico, altro che guerre ...

Io sogno un futuro di pace.

Pace dà pace.
 
genesta ha scritto:
Infatti.

Chi afferma che è la maggioranza a dettare legge, si sbaglia.

Come ho già avuto modo di dire, i pochi che fanno il bello e il cattivo tempo attingono forza dalla perseverenza al raggiungimento degli scopi.

Sono convinto che la maggioranza degli uomini nel mondo crede nella pace, sia pure dettata dall pigrizia, e se si trovasse un modo di unirli in uno scopo pratico, altro che guerre ...

Io sogno un futuro di pace.

Pace dà pace.

Violenza genera violenza....

Se si guarda il profilo di stupratori, assassini, pedofili ecc.ecc. quasi tutti sono stati vittime di violenze fisiche o psicologiche in tenera età.

Ciò si può tranquillamente estendere a livello di gruppo, di etnia, di popolo, di umanità...


Solo l'amore e il rispetto x il prossimo, possono cambiare le cose. :)
 
Questo topic continua ad essere un bellissimo topic.
Ed io continuo a tenermelo stretto.

Bellissimo il quadro sulle popolazioni irakene.
 
18/03 17:06

Parigi con Usa se Bagdad userà i gas
La Francia potrebbe cambiare la sua posizione sulla crisi irachena "a certe condizioni". E' quanto ha detto l'ambasciatore francese negli Usa, Levitte,aggiungendo che "se ci sarà la guerra e Saddam userà armi chimiche o biologiche la situazione cambierà completamente". In questo caso Parigi potrebbe decidere di sostenere la coalizione guidata dagli Usa. Il primo ministro francese,Raffarin, ha assicurato che la "Francia non è in guerra con gli Stati Uniti".
 
E dopo il discorso di Bush, direi che la replica dal Vaticano non poteva mancare in questo post.

Fo64
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da www.ilnuovo.it

Il Vaticano: "Chi sceglie la guerra è responsabile con Dio"

Il portavoce della Santa Sede Joaquin Navarro-Valls ha detto che chi ritiene che i mezzi pacifici siano esauriti si assume una grave responsabilità davanti a Dio.

CITTA' DEL VATICANO – Chi sceglie la guerra è responsabile delle sue azioni davanti a Dio. Con l’ultimatum degli Stati Uniti a Saddam Hussein, e la decisione di portare la nazione in guerra contro l’Iraq, il conflitto bellico sembra ormai inevitabile. E il Vaticano, che da mesi si è impegnato nel lavoro diplomatico per risolvere pacificamente la crisi irachena, ora che le speranze sembrano esaurite passa alla condanna.

‘Chi decide che sono esauriti i mezzi pacifici che il diritto internazionale mette a disposizione – ha detto il portavoce vaticano Joaquin Navarro-Valls – si assume una grave responsabilità davanti a Dio, alla sua coscienza e alla storia''.

La dichiarazione scritta del portavoce vaticano, poche ore dopo il discorso di Bush alla nazione con la quale il presidente americano ha dato un ultimatum di 48 ore a Saddam Hussein, è preceduta da una introduzione di un paio di righe che la collega ''agli ultimi sviluppi della situazione internazionale''.

(18 MARZO 2003, ORE 12:36)
 
18/03 18:07
Ciampi convoca Consiglio Supremo Difesa
Il presidente della Repubblica, Ciampi, ha convocato alle 10 di domani al Quirinale, il Consiglio Supremo di Difesa. All'ordine del giorno del Consiglio, la posizione italiana in merito alla crisi irachena.
 
18/03 18:54
Usa: "Entreremo in Iraq in ogni caso"
Le truppe americane e gli alleati "entreranno in Iraq in ogni caso, con la forza o in modo pacifico". E' quanto ha detto il portavoce della Casa Bianca, Fleischer, aggiungendo che anche se Saddam dovesse andare in esilio, vi sarebbe un "ingresso pacifico" delle truppe americane in Iraq. Per Fleischer, l'ingresso delle truppe americane assicurerà l'eliminazione delle armi di distruzione di massa.
 
da www.ilnuovo.it
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"Ora è legittimo l'uso della forza"

ROMA - "Siamo addolorati. Ma crediamo che a questo punto le probabilità di un intervento armato siano ormai obiettivamente molto alte''. E poi ancora: "Abbiamo giocato tutte le nostre carte. Oggi è legittimo l'uso della forza". La guerra incombe e il premier Berlusconi spiega al Parlamento la scelta di campo dell'Italia ("nel solco della Costituzione e presa di concerto con il Capo dello Stato"), già svelata a dire il vero dalla lettera di ringraziamenti di Bush e dall'elenco di Powell.

Lo fa davanti alla Camera e in diretta tv, dopo aver riunito un vertice notturno della Cdl e partecipato in mattinata al Consiglio supremo di Difesa presieduto da Ciampi. Un passaggio obbligato, complicatissimo che cade per giunta a poche ore dall'ennesimo grido di pace del Pontefice.

A Montecitorio Berlusconi prende la parola un po' più tardi del previsto, alle 11,45. Alle tredici, ripete al Senato la linea del governo, quella di una piena adesione agli Usa in vista dello scoppio delle ostilità, e l'appogio di un "disarmo forzoso" in Iraq. Lasciando Palazzo Madama, colora il concetto: ''Credo che davvero abbiamo fatto un capolavoro diplomatico e politico perché abbiamo ancora la maggioranza del paese che dà il consenso al governo e abbiamo mantenuto la nostra tradizionale alleanza con gli Usa".

Nell'ufficialità del discorso, identico, pronunciato ai parlamentari e durato all'incirca trenta minuti, c'è il "profondo rammarico" per il fatto che si sia giunti all’estrema opzione di un attacco militare, e perché tale iniziativa non ha l’avallo dell’Onu. Ma anche una sincera solidarietà e un reale sostegno (per quando condizionato) all’alleato americano nel momento in cui questi ha deciso di agire unilateralmente contro Saddam Hussein. Il tutto senza dimenticare di censurare lo scarso senso di responsabilità istituzionale che starebbe dimostrando l’opposizione in questa difficile circostanza

Una posizione che in sostanza comprende la scelta statunitense di iniziare una guerra contro l’Iraq, ma che limita la concessione delle basi americane in Italia al puro supporto logistico. In pratica: non potranno decollare dal nostro paesi velivoli destinati a bombardare direttamente gli obiettivi iracheni.

Il Presidente del Consiglio ha argomentato le scelte che l’esecutivo chiede al Parlamento di poter fare, con dovizia di dettagli. Ed ha cominciato rivendicando la legittimità, in termini di diritto internazionale, della decisione presa dagli Stati Uniti. Ha infatti ricordato le sedici risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che già intimavano all’Iraq di disarmare. Ed ha poi stigmatizzato il fatto che alcuni paesi occidentali abbiano impedito alle stesse Nazioni Unite di votare la fatidica risoluzione di pochi giorni fa che avrebbe dato un ulteriore suggello all’opzione bellica.

E in questo senso ha dichiarato esplicitamente che ''la Francia ha sbagliato annunciando che avrebbe messo il veto ad una ulteriore risoluzione''. Ma ha poi rammentato che la stessa Francia, come pure l’altrettanto dissidente Germania, non lesineranno il loro spazio aereo e l’uso delle basi nel momento in cui l’America entrerà in azione.

D’altro canto il premier ha ribadito che “è esclusa ed è da escludere anche per il futuro la partecipazione attiva dell’Italia alla guerra contro l’Iraq”. Sottolineando che questa scelta “non belligerante” (appena ratificata dal Consiglio Supremo di Difesa) fu preannunciata a Gorge Bush sin dal primo dei tanti colloqui che Berlusconi ha avuto con lui dall’inizio della crisi.

Non per questo l’Italia smette di considerasi un partner leale degli Usa. ''Non si può chiedere al Governo - ha dichiarato a questo proposito il premier - raccogliendo calorosi applausi da parte della sua maggioranza - di mettere in discussione l'Alleanza Atlantica''.

Ma al di là dell’esposizione delle scelte che il governo intende fare, Berlusconi non ha risparmiato critiche al centrosinistra. Ha infatti sottolineato che il governo “ha esaminato con attenzione gli aspetti giuridici della vicenda irachena per evitare che l'opposizione li usi come una cosa strumentale''. Ed ha poi rilevato che “l'opposizione si sta comportando in maniera demagogica e senza senso dello Stato sulla questione irachena”.

''Sarebbe una farsa tragica - ha poi aggiunto veemente Berlusconi - se l' Italia adottasse scelte contrarie all' interesse internazionale e a quello dell' Europa e contro quei valori intangibili che ci uniscono agli alleati al di là della Manica e oltreoceano''.

Il tutto ha poi prodotto, alla fine del discorso, un minuto di applausi in piedi, una vera e propria standing ovation, da parte di tutta la maggioranza. Dall'opposizione invece si gridava ''pace, pace'', e si battevano le mani sui banchi. Ma del resto più volte nel corso del suo intervento il premier era stato interrotto da grida e proteste di parlamentari d’opposizione, che venivano costantemente stigmatizzate dal Presidente dell'Assemblea Pier Ferdinando Casini. Quella stessa assemblea che nel pomeriggio, dopo un dibattito che si preannuncia vibrante e contrastato, dovrà votare sulle due mozioni contrapposte che la Casa delle libertà da un lato e l’intera opposizione dall’altro (Ulivo e Rifondazione) hanno appena presentato.

(19 MARZO 2003, ORE 12:30, aggiornato alle 15:40)
 

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