Saluto tutti ed il "padrone di thread" in particolare che ringrazio per queste argomentazioni sempre interessanti.....
Vorrei aggiungere qualche considerazione che facevo in questi giorni:
allo stato attuale nella UE uno scenario economico modulato su quanto già visto in Giappone mi sembra l'evento più probabile.
Ipotizzare a 1 -2 anni inflazione in crescita con Paesi UE che devono tagliare deficit e che al contempo vedono crescere a livelli preoccupanti la disoccupazione mi sembra davvero poco plausibile.
Leggevo che sia in Grecia che in Spagna si tagliano gli stipendi pubblici come fosse acqua calda diminuendo si la spesa ma eliminando allo stesso tempo consumi. Non è che cala la spesa ma cala anche il PIL e il rapporto varia di poco ? E' proprio quella degli stipendi la spesa da aggredire in questo frangente economico oppure è un rimedio sicuro ma assai miope ?
Più che ad una grande crescita di massa monetaria - comunque presente anche se le istituzioni ormai ci fanno il gioco delle tre carte - quello che è accaduto nel post Lehman è soprattutto una riallocazione dei rischi verso le Banche Centrali. Per evitare che il sistema crollasse la FED prende titoli tossici finanziari e cede in cambio treasury che solo in parte ritornano nel sistema. La BCE per salvare la Grecia - e se stessa - accetta i suoi titoli di Stato "truccati" e li considera al momento nominalmente solvibili per rifinanziarla come quelli tedeschi. Ma con questi fondi la Grecia non ci farà sviluppo, prende solo tempo.
Se le premesse sono queste, puntare ad una crescita stabile è un bel dire senza contare che permane palpabile la mancanza di fiducia verso tutti i players economici ad ogni livello.
Sbaglio se dico che da ora in avanti e per un bel po' di anni se i tassi dovessero crescere gli Stati Occidentali rischiano grosso ?
Non sparate sul pianista
Ciao Guizzo, molto interessanti anche le tue considerazioni...
Tendenzialmente concordo su molti aspetti: lo scenario di breve è deflazionistico, e non solo per UE/UK/Japan, ma secondo me, con il cambio di maggioranza parlamentare post elezioni di mid term, anche negli USA...
Resta tuttavia il problema della riduzione dei livelli di indebitamento dato che, come notavi tu, se cala il deficit si riduce il livello di accrescimento del debito pubblico, ma affinché migliori il debito/PIL (e, prima ancora, il deficit/PIL), occorrerebbe che si tagliasse spesa improduttiva ed a basso impatto sui consumi.
Cosa più facile a dirsi che a farsi, anche perché la spesa più improduttiva è di norma quella generata da posizionamenti politici, e dunque appare difficile ipotizzare che la politica sia in grado di incidere su sé stessa...
E' per questo che mi chiedo se, a risanamento dei deficit pubblici effettuato, non possa nascere consenso verso la tentazione inflazionistica. Intendiamoci, non esprimo valutazioni di carattere etico (soluzione buona/cattiva) e nemmeno di tipo funzionale (soluzione efficace/inefficace). Cerco solo di capire dove si potrebbe andare a parare...
Sull'aspetto della riallocazione del rischio verso le banche centrali, pure sono d'accordo, e forse sarà il caso di valutare con maggiore attenzione l'efficacia delle misure che la stessa FED intende predisporre per dare indietro al mercato la carta tossica di cui si è fatta carico e ritirare liquidità.
Sulla BCE, sono altrettanto scettico, anche perché penso che in realtà una parte consistente dei TdS greci siano nei portafogli di banche ecc. e dunque il loro ritirarli e accettarli a fronte dei repo serva ad aiutare (nel breve termine) questi soggetti, così come pure il sostenerne artificiosamente le quotazioni.
Peraltro, un'altra differenza fra i Baltici e la Grecia, che pure Fugnoli non mi pare abbia tenuto nella debita considerazione, è la circostanza che i Baltici, quando hanno fatto consolidamento fiscale senza abbandonare il PEG delle proprie valute con l'Euro, lo hanno potuto fare in quanto il loro debito/PIL di partenza era molto basso, e dunque si sono giocati una carta disponibile una tantum: il debito/PIL è salito anche per il tracollo del PIL, ma si dovrebbe assestare su livelli molto bassi.
Cosa succede alla Grecia, invece, che parte già con il debito/PIL al 120 % ?
Sulla mancanza di fiducia, più si continua a raccontare panzane al mercato da parte delle istituzioni finanziarie, più sarà difficile gestire ordinatamente il redde rationem, in quanto la credibilità delle suddette istituzioni va scemando rapidamente.