La Bce: nell'area euro rallenta l'inflazione
Cala nel mondo la domanda di petrolio
Secondo la banca centrale europea sono attesi brusche cadute attorno alla metà del 2009
MILANO - L'inflazione nei Paesi dell'area euro sta continuando a rallentare. E con il greggio in forte calo non si possono escludere «bruschi cali» intorno alla metà del prossimo anno, dovuti soprattutto ad un effetto base. Lo scrive la Banca centrale europea (Bce) nel suo bollettino mensile, spiegando che, tuttavia, «il tasso d'inflazione potrebbe tornare ad aumentare nella seconda metà dell'anno, anche a seguito di effetti base, e quindi i bruschi cali dell'inflazione dovrebbero essere di breve durata».
CROLLO DELLA DOMANDA - Secondo l'istituto di Francoforte, inoltre, ci sarà una forte riduzione della domanda di beni e servizi: «Gli effetti dell'acuirsi e del diffondersi delle turbolenze dei mercati finanziari - si legge ancora nel bollettino - freneranno probabilmente la domanda su scala mondiale e nell'area dell'euro per un periodo di tempo prolungato».
CRESCITA A RISCHIO - Per la banca europea, l'incertezza relativa alle prospettive economiche di Eurolandia «resta eccezionalmente elevata» e «i rischi per la crescita economica sono orientati verso il basso e sono connessi principalmente alla possibilità di un maggiore impatto sull'economia reale delle turbolenze nei mercati finanziari». Nel bollettino la Bce riporta le proiezioni degli economisti esperti per il Pil di Eurolandia, che si aspettano una crescita compresa fra lo 0,8 e l'1,2% nel 2008, fra il -1% e lo 0% nel 2009 e fra lo 0,5% e l'1,5% nel 2010.
IL RUOLO DEI GOVERNI - Visto che si prevede che la crisi durerà a lungo, i governi - secondo l'Eurotower - devono attuare «rapidamente» le misure annunciate. «Le significative misure annunciate dai governi per far fronte alle turbolenze finanziarie - si evince ancora dal bollettino di dicembre - dovrebbero essere attuate rapidamente in modo da contribuire ad assicurare l'affidabilità del sistema finanziario e da evitare limitazioni nell'offerta di credito alle imprese e alle famiglie».
PETROLIO MENO RICHIESTO - La situazione di recessione è fotografata anche da altre previsioni, quelle dell'Agenzia internazionale dell'energia (Aie), secondo cui - per la prima volta dal 1983 - il 2008 farà registrare una diminuzione della domanda mondiale di petrolio. Il calo sarebbe da mettere in stretta connessione con la crisi. «I consumi mondiali di petrolio - scrive l'Aie nel suo tradizionale rapporto mensile - sono attesi in calo nel 2008 per la prima volta dal 1983 e dovrebbero contrarsi di 0,2 milioni di barili al giorno (mbj) a 85,8 mbg». Nel 2009, precisa ancora, «la domanda dovrebbe tornare a crescere, a 86,3 mbg», meno comunque di quanto stimato (86,5 mbg) in novembre.
Buon giorno a tutti, dan mi hai deviato completamente il tricheco ....

